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CERIGNOLA UN FERRO SANITARIO PER CAVALLI

“Con sempre maggiore interesse la cittadinanza rivolge la sua attenzione alla coraggiosa, tenace e proficua attività culturale che vanno svolgendo il Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” e la Sede locale dell’Archeoclub d’Italia attraverso il Museo Etnografico Cerignolano. Una delle ultime donazioni pervenute al Museo Etnografico, 8 gennaio 1993, è un interessante e raro attrezzo da maniscalco risalente alla seconda metà del XIX  secolo. Il manufatto è stato donato dal fabbro ferraio Giuseppe Fares: si tratta di un arnese appartenuto al padre Francesco (1893-1988) e, prima di questo, al nonno Giuseppe (1850-1917). T Tutti esercitavano il mestiere di fabbro ferraio-maniscalco: artigiani rinomati e molto apprezzati, la bottega era ubicata in Viale F.lli Rosselli. L’oggetto in questione è un “ferro sanitario” con manico corto in legno e struttura in ferro, molto ampia a mo’ di grossa forchetta con le due estremità a pomoli.  Il fabbro ferraio-maniscalco, almeno quello di spiccata professionalità, molto spesso, in modo clandestino, si sostituiva ben volentieri al veterinario, prendendosi anche multe salate, in alcuni interventi non rischiosi sui cavalli. L’artigiano , infatti, su insistita richiesta del proprietario (si trattava, quasi sempre di clienti abituali o di conoscenti e parenti), effettuava il salasso adoperando un particolare coltello, corto pieghevole, articolato in più lame. Due esemplari sono esposti nel Museo Etnografico Cerignolano. Nel nostro caso, invece, il nonno di Giuseppe Fares era molto bravo anche in altro intervento: la rimozione forzata di tubercoli dentari dei molari del cavallo. L’animale veniva tenuto immobile da più persone e l’artigiano introduceva nella sua bocca il “ferro” a forchetta con il quale la dilatava il più possibile: afferrata la grossa lingua con l’ausilio della sgorbia, arnese di ferro, scheggiava con un colpo secco la protuberanza acuminata, cresciuta in modo anomalo. Tutta l’operazione veniva effettuata senza anestesia e, proprio per questo, era necessario immobilizzare l’animale per evitare scatti violenti: si utilizzava, anche, il torcinaso, bastone in legno con cappio in corda o cuoio. Nelle caserme, invece, per tenere fermo il cavallo si usava il travaglio. Alla fine dell’intervento il bravo ed ardito maniscalco veniva pagato in natura (una bottiglia di vino). Si arricchisce, con questa nuova acquisizione, la già cospicua documentazione sull’artigianato locale scomparso”.  

Cerignola, 24 luglio 2016            Matteo Stuppiello

 

Bibliografia

L’articolo già pubblicato: MATTEO STUPPIELLOA Cerignola un ferro sanitario per cavalli, in “MERIDIANO 16” – Settimanale di informazione e dibattito – Anno VIII – n.17 – 7 maggio 1993, p.3.     L’artigiano FRANCESCO FARES (*Cerignola 6.11.1893 †Cerignola 5.7.1988), figlio di Giuseppe e Gaetana Morra. Francesco è stato Priore della Confraternita di Maria SS.ma della Pietà.

I due COLTELLI, per praticare il SALASSO ai cavalli, sono stati donati il 17.8.1988 dalle sorelle sigg.ne DAVILIO DOMENICA (*Cerignola 13.6.1911 †Cerignola 18.10.1995)  e  DAVILIO LEONARDA (*Cerignola 24.1.1920 †Cerignola 26.11.2007) figlie di Antonio e Isabella Magnifico. I due attrezzi  comunemente chiamati in dialetto “i s(e)gnatur(e)” erano appartenuti al Sig. DAVILIO SAVINO (*Cerignola 15.9.1909 †Cerignola 2.1.1983), fratello delle sopra indicate sorelle. L’artigiano Savino Davilio esercitava il mestiere di Fabbro-Ferraio-Maniscalco nella sua bottega sita sul Piano delle Fosse in Piazza della Libertà, locale posto tra Via Marche e Via Piave, dove ora sorge un nuovo fabbricato.

 

 

1 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Ferro sanitario donato dal Fabbro Ferraio Giuseppe Fares il 08.01.1993 – Foto Matteo Stuppiello 21.07.2016

2 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Coltelli per il SALASSO dei cavalli  – Donati dalle sorelle sigg.ne Domenica e Leonarda Davilio il 17.08.1988. – Foto Matteo Stuppiello 21.07.2016