Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

CINQUE PREGEVOLI FRAMMENTI (COLONNE SECC. XI-XII) ALL’ESTERNO DELLA CHIESA MADRE

La TERRA VECCHIA un ricco “giacimento culturale” di inestimabile valore per chi la ama e la preserva dagli scempi quotidiani. All’attento stimatore, ricercatore ed osservatore, difficilmente sfugge la singola “pietra narrante”;  di tanto viene fatta  partecipe la Città,  purtroppo distratta dall’effimero quotidiano.

Ma entriamo subito in argomento:“[…] Sono scorsi più di 40. Anni che fu riformato il di lui pavimento; fu scavato il fusto di una Colonna  di Verde antico alta tredici palmi, e due e mezzo di diametro: Questa invenzione ci da a credere che ne’ vetusti tempi, tal sagro luogo era non solamente rinomato per le libere funzioni del Cristianesimo, che per la sua magnificenza. I terremoti, il tempo, le invasioni de’ Barbari, ne fanno pensare le seguenti rovine: sembra intanto essere stato da Goti, o Longobardi riparato, come la struttura, e gli caratteri dimostrano. […]”: questo ed altre scarne notizie è quanto scrive lo storico concittadino TEODORO KIRIATTI (*Cerignola 12.9.1728  †Cerignola 22.11.1793) nel 1785 nella sua pubblicazione “Memorie Storiche di Cerignola” a p. 128,  sulla CHIESA MADRE “San Pietro Apostolo” (1).

Tralasciando in questa occasione l’intero contenuto storico-documentale della pubblicazione soffermiamoci ad analizzare i documenti relativi a questa trattazione e le relative correlazioni. Dal KIRIATTI veniamo a conoscenza che nel 1745 durante lavori di restauro venne scoperta una “COLONNA DI VERDE ANTICO”. Probabilmente si stavano effettuando i lavori di restauro dopo il violento terremoto del 20 marzo del 1731 (2) che flagellò parecchi paesi della Capitanata, soprattutto Foggia. Anche Cerignola ebbe a soffrire per danni a Case, Chiese, al Castello e in numero sette furono i morti. La Terra Vecchia ebbe i maggiori danni compreso la Chiesa Madre. Quindi ipotizziamo che il rinvenimento (“invenzione”) della COLONNA per lo storico  KIRIATTI sia stato  per  lui una notevole scoperta di notevole valenza storico-culturale  tanto da essere menzionato nella sua pubblicazione. Di questo manufatto dopo il 1785 non sappiamo più niente. Le fonti storiche tacciono. Pensiamo che questa COLONNA VERDE ANTICO possa assimilarsi alle SEI COLONNE presenti nella CATTEDRALE DI SAN SABINO DI CANOSA  che per  “L’ eccezionale qualità delle colonne fu notata dal vicerè di Napoli che fin dal ‘600 a più riprese tentarono di impadronirsene. L’ultimo tentativo fu compiuto da Carlo III di Borbone, che trovò persino chi si prestò a sostenere contro ogni evidenza che esse non avevano alcuna funzione di sostegno” (3).

Ma veniamo ai nostri CINQUE manufatti dei quali se ne scrive per la prima volta: quattro di GRANITO GRIGIO e uno di BRECCIA. Sono colonne o meglio porzioni di COLONNE. E’ quanto è arrivato, fortunatamente, sino a noi.

  COLLOCAZIONE

  • COLONNA DI BRECCIA ROSSASTRA:  Via Chiesa Madre posto allo spigolo della Chiesa. E’ una possente COLONNA DI BRECCIA dal diametro di cm.56. Sulla sommità  al centro, reca un foro, questo ci fa pensare che ci troviamo difronte ad un grosso frammento al quale dovevano inserirsi altri. La colorazione è rossastra, oggi molto attenuata per via della esposizione all’esterno, aggredita dalle intemperie. Il rosso che caratterizza la matrice di fondo di questo conglomerato è dovuto alle infiltrazioni di ossidi metallici (ferro, bauxite) durante la formazione  della “lente” di accumulo con grandi clasti. Ci viene in aiuto il Can. Luigi Conte che descrivendo la Chiesa Madre, riferisce quanto segue: “[…] col fusto dell’ambone di bellissima breccia […]” (4), inoltre, fa riferimento, anche, al rinvenimento della colonna di verde antico..
  • FRAMMENTO IN GRANITO: posto all’esterno del corpo di fabbrica della Sacrestia della Chiesa Madre. Il diametro è di cm.38. Il frammento risulta notevolmente affiorante dal piano stradale.
  • FRAMMENTO IN GRANITO: Via Chiesa Madre angolo Via Piazza Vecchia.  Posto di fronte all’ingresso principale della Chiesa Madre. Anche questo elemento litico risulta notevolmente affiorante dal piano stradale. Il diametro è di cm.51. Il manufatto litico reca un foro sulla sommità al centro.
  • FRAMMENTO IN GRANITO: Via Piazza Vecchia , posto alla base, lateralmente agli scalini dell’ingresso, oggi murato, al civico 52. Il diametro risulta cm.49,50 ma riteniamo che possa assimilarsi agli altri frammenti. Il manufatto reca il taglio effettuato con maestria nella parte superiore ovvero è capitozzato, come pure altro taglio su di un lato, quello che ben aderisce al lato degli scalini.
  • FRAMMENTO IN GRANITO: Via Piazza Vecchia angolo Via Bufo. Il diametro risulta essere di cm.49. Le nostre considerazioni: riteniamo che questi rocchi di granito potessero far parte di una stessa  imponente COLONNA. Probabilmente quello di Via Piazza Vecchia, vicino al civico 52, doveva essere la parte terminale di una delle COLONNE dove poggiava il CAPITELLO.

Questi cinque FRAMMENTI superstiti, siamo convinti,  facevano parte della struttura architettonica del PRESBITERIO della Chiesa Madre, per intenderci, la prima campata, varcato l’ingresso principale, a sostenere la volta che insisteva sui quattro archi. Ci stiamo riferendo alla Chiesa ROMANICA (secc. XI-XII). Il 1150 è una data inconfutabile è ”[…] Una testimonianza indiretta rappresenta il documento da me rintracciato nel 1977, che attesta, per la prima volta, l’esistenza nel 1150 di Cerignola come nucleo urbano autonomo: è la citazione di tale ‘Malgerii Cidoniole’, abitante di Salpi. Se esisteva un nucleo urbano, doveva esserci, di conseguenza, una Chiesa […]” (5). La Chiesa Madre presenta “[…] Il nucleo originario della chiesa, cubo perfetto sovrastato da sei cupole, si richiama, ad esempio, in pianta, a Santa Maria di Siponto e, per la copertura , alle chiese a cupole in asse di tipo bizantino, diffuse anche in Puglia e Calabria…Il nucleo originario è costituito dalla zona adiacente all’attuale ingresso, largo tre campate, profondo due più un transetto-nartece. E’ un piano perfettamente quadrato con file trasversali di cupole, tre per ognuna, delle quali la seconda a destra dell’entrata attuale, non esistente, dovette essere rimossa, si ritiene, per far posto al campanile o ad un ampliamento […]” (6). Resto del parere che quei “frammenti” litici di COLONNE, aventi un enorme diametro e così possenti, erano sprecate per reggere un AMBONE, più adeguate per un portale o  per una navata. Comunque è doveroso per la scientificità riportare uno stralcio dell’articolo nel quale viene messo in luce una ulteriore ipotesi: “[…]Vi è, anche, la ipotesi circa la utilizzazione dei cinque LELEMENTI LITICI nell’antica CHIESA MADRE scritta dall’egregio Ispettore Onorario ai Monumenti e Antichità di Cerignola l’Ing. LUIGI REITANI che scrive: “Questa del gufo del Padre Conte non regge affatto. Non trattasi di un gufo sorvegliante sulla testa di uno scheletro ma invece di un’aquila che posa su una testa umana, senza dubbio avanzo di un ambone, come se ne trovano tanti nelle chiesa dell’epoca; p(er) es(esempio) Canosa. Anche nella Chiesa di S(anta) M(aria) di Siponto, presso Manfredonia, chi sale alla terrazza sovrastante la chiesa vede sulla mezzeria dalla cupola la facciata, un’aquila che posa su una testa umana e su di una colonnina, avanzo indiscutibile di un altro ambone. L’ambone della chiesa di Cerignola, certamente, poggiava su quattro robuste colonne, di cui una è quella che trovasi in sagrestia con parte del fusto ed un capitello, che doveva essere per due lati incastrato nel muro, delle altre tre colonne ci sono delle parti di fusto tuttora all’esterno della Chiesa come guardaspigoli sul lato nord e sul fabbricato prospiciente la chiesa stessa […]”. Questa notizia viene scritta dall’ Ing. LUIGI RAITANI su un foglio che reca p. 32 b. e inserito in una copia del libro del Can. Luigi Conte, già prima citato, nella p. 34. Questo foglio l’ho potuto trascrivere grazie alla Prof.ssa MARIA REITANI che, il 4.3.1977, me lo segnalò e mi autorizzò di renderlo pubblico (si veda MATTEO STUPPIELLO, Un tesoro distrutto (affresco) nella Chiesa Madre, Cerignola, 10 marzo 2016, pubblicato sul nostro sito web: www.archeoclubcerignola.com.

Per questi cinque FRAMMENTI litici c’è stato chi diligentemente ed intelligentemente li ha salvaguardati come “memoria storica” della Chiesa Madre e della Città recuperandoli, conferendogli più funzionalità, compreso quella di “paracarri”, ponendoli agli spigoli di fabbricati;  inoltre andavano ad arricchire e decorare la PIAZZA antistante la Chiesa Matrice con testimonianze storiche-documentali; quindi per  la precisa volontà di porli tutti nei pressi della Chiesa che li ha “originati”.

BIBLIOGRAFIA E NOTE

  • TEODORO KIRIATTI, Memorie istoriche di Cerignola, Napoli, MDCCLXXXV – Nella Stamperia di Michele Morelli, p.128.  TEODORO KIRIATTI (*Cerignola 15.9.1728 †Cerignola  11.1793) figlio di Saverio e Caterina Raffaele, marito di Donna Rosalba Galante di Foggia, fu seppellito nella Chiesa del Purgatorio, probabilmente, per essere Confratello della Venerabile Congregazione della Morte.  Si laurea in Napoli in Filosofia e Medicina.  “Memorie istoriche di Cerignola” è stata la prima pubblicazione storica sulla nostra Città.
  • MATTEO STUPPIELLO, Antiche testimonianze su Cerignola – I terremoti del 1700, in ”IL PONTE” – Mensile dell’associazione cerignolani in Roma e nel mondo, Anno II – N.5 – Maggio 1978, p.2; [MATTEO STUPPIELLO], La Chiesa del Purgatorio, Centro di Servizio e Programmazione Culturale regionale, Foggia, 1987, pp.113-114.
  • PINA BELLI D’ELIA, Canosa – Cattedrale, in AA.VV., Alle sorgenti del Romanico Puglia XI secolo, Catalogo a cura di PINA BELLI D’ELIA, Amministrazione Provinciale – Bari, Bari, 1975, p.76-78, nota 10.  Si veda inoltre: FRANCESCO SPECCHIO, I restauri della Cattedrale di San Sabino in Canosa nella Storia del restauro italiano (secc. XIX-XX), in AA.VV., CANOSA – Ricerche storiche – 2005 – Atti del Convegno di studio 11-12-13 febbraio 2005, a cura di LIANA BERTOLDI LENOCI, Centro Studi Storici e Socio-Religiosi in Puglia – Bari , Basilica Cattedrale di san Sabino – Canosa di Puglia, Fondazione archeologica Canosina, Schena Editore, Fasano di Brindisi, 2006,  334, nota 3. Francesco Specchio scrive: ”[…] Oggetto di questa vicenda furono le sei colonne monolitiche in ofite;  che oggi sorreggono le volte della cattedrale e delle quali i vicerè spagnoli, prima, e Carlo di Borbone, poi, espressero più volte richiesta al Capitolo canosino, per trasportarle presso la reggia di Portici, ad ornamento della residenza reale[…]”. Nella suindicata nota Francesco Specchio riporta in dettagli ben tre tentativi , a partire dal 1689,  da parte prima di Francisco de Benavides, conte di Estevan, vicerè di Napoli che “chiedeva al Capitolo della Cattedrale di poter acquistare le sei colonne monolitiche verdi…La richiesta non fu accolta, per l’opposizione …della curia canosina e del popolo”. “Nel 1700 il duca di Medina e vicerè di Napoli inviò al clero canosino una nuova richiesta di acquisto delle sei colonne in ofite verde…anche tale richiesta, però, non ebbe successo”. “Una terza richiesta d’acquisto per le colonne in ofite…avvenne…nel 1750 da parte del re di Napoli Carlo VII di Borbone…anche questa volta la richiesta non fu esaudita […]”.  Il marmo VERDE ANTICO è una roccia metamorfica.  Corrisponde a “Calcari cristallini marmorei”“Oficalci”“Serpentine e rocce verdi”. “Questi calcari cristallini…possono fornire una elegantissima pietra ornamentale di vari colori e di ottimo effetto decorativo”. “Queste rocce hanno avuto per il passato un periodo di grande fortuna  e sotto il nome di ‘verde di Calabria” o di ‘verde antico’ sono state impiegate in importanti  edifici monumentali in Italia e all’estero (Reggia di Napoli e Caserta, Chiesa del Gesù a Napoli, S. Giovanni in Laterano a Roma […]” in FELICE IPPOLITO, Lezioni di Geologia Applicata,  Napoli, 1970, pp.164-165.
  • LUIGI CONTE, Cerignola, in Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, Napoli, 1853, a cura di F. CIRELLI, vol. VIII, fs.1° (Capitanata), p.71. Quindi nel 1853 la COLONNNA DI BRECCIA doveva trovarsi nella Chiesa Madre. Nella successiva pubblicazione, nel 1857, del Can. Conte scrive “[…] ma per uso del solo ambone, che in questa era situato, era di pietra grezza, che poi demolito addivenne di pavimento all’antico coro, pietre che tuttora si osservano. Il fusto sopra cui poggiava la sagra bigoncia si serba nella dietro-sagrestia […]” LUIGI CONTE, Memorie filologiche sull’antichità della Chiesa di Cerignola – Precedute da un breve cenno storico, topografico, genealogico della stessa città, Napoli, 1857, p.30.
  • MATTEO STUPPIELLO, Esempi di devozione sabiniana a Cerignola, in AA.VV. San Sabino – Uomo di dialogo e di pace tra Oriente ed Occidente – Anno domini 2002,  Atti del Convegno di Studi in occasione del XII Centenario della translazione del corpo di San Sabino e per i 900 anni di dedicazione della Chiesa Cattedrale di Canosa – Canosa 26-27-28 ottobre 2001, a cura di LIANA BERTOLDI LENOCI, Trieste, 2002, p.289. Edito dal Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia – Basilica Cattedrale di San Sabino.
  • SALVATORE DELVECCHIO, La ex Chiesa Madre di Cerignola – Visita in loco e descrizione, in SALVATORE DELVECCHIO, Storia e Arte in Puglia con riferimenti alla nostra città – Sette lezioni tenute nell’anno accademico 1986-87, San Ferdinando di Puglia, 1987, p.8. Edito dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e Museo Etnografico Cerignolano, patrocinato dall’Università della Terza Età.

Cerignola, 19 luglio 2016                                                                        Matteo Stuppiello

Cerignola – Terra Vecchia – COLONNA DI BRECCIA ROSSASTRA – Via Chiesa Madre posto allo spigolo della Chiesa – Foto Valerio Calvio 25.6.2016.

Cerignola – Terra Vecchia – FRAMMENTO IN GRANITO – posto all’esterno del corpo di fabbrica della Sacrestia della Chiesa Madre – Foto Valerio Calvio 25.6.2016.

Cerignola – Terra Vecchia – FRAMMENTO IN GRANITO – Via Chiesa Madre angolo Via Piazza Vecchia. Posto di fronte all’ingresso principale della Chiesa Madre – Foto Valerio Calvio 25.6.2016.

Cerignola – Terra Vecchia – FRAMMENTO IN GRANITO – Via Piazza Vecchia , posto alla base, lateralmente agli scalini dell’ingresso, oggi murato, al civico 52. – Foto Valerio Calvio 25.6.2016.

Cerignola – Terra Vecchia – FRAMMENTO IN GRANITO – Via Piazza Vecchia angolo Via Bufo – Foto Valerio Calvio 25.6.2016.