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DUE TEGOLE PALEOCRISTIANE RINVENUTE DAL PROF. STUPPIELLO

Basta un apparente nonnulla, un pezzo di terracotta con sopra un qualche segno volontario, per mettere in vita scenari culturali dal valore imprevedibile e, comunque, incalcolabile. Si dilatano i limiti di conoscenza e le ipotesi possono in varia misura essere confermate. Quel pezzo di terracotta, una Tegola Personalizzata, portata nel tempo della sua funzionalità, ci racconta più cose.

Parliamo di Due Tegole – Due tegole rinvenute dal Prof. Matteo Stuppiello, componente del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, della Sede locale dell’Archeoclub d’Italia e del Museo Etnografico Cerignolano, il 5 dicembre 1982. Due elementi materici sonori, modellati per realizzare una precisa funzione socio-culturale-funeraria, in tempi anteriori alla nascita dell’insediamento urbano nostrano, sono stati portati alla luce e all’attenzione della cittadinanza, naturalmente dallo scopritore, Matteo Stuppiello, cui spetta trarre non poche risposte.

La storia della nostra Città assume autonomia amministrativa intorno al Mille. Con la scoperta delle Tegole in parola, quella storia viene spinta più in là, agli anni del primo affermarsi e diffondersi del Cristianesimo: la Civiltà Paleocristiana.

L’autore del rinvenimento delle Tegole (ne ha dato conto sito web dell’Archeoclub di Cerignola il 27.10.2014) ha condotto una lunga ricerca per dare risposte plausibili alle VOCI, come in un disco incise nei solchi: un’Alfa solcata con forza, in un movimento unico, forte e preciso. E poi, intorno all’Alfa, una costellazione di impronte digitali. Impronte liberamente distribuite sul campo rettangolare delle Tegole, a gruppi di tre e due ma anche isolate. Sono questi i segni appartenenti muti  della narrazione-testimonianza lasciati sulla terra rossa dell’argilla cotta. E cosa ne esce fuori dalla decrittazione di questi segni? Diciamo quanto viene affermato dal Prof. Angelino Cunsolo il quale, nella lettura di un “Embrice, rinvenuto nel 1990, a seguito di lavori di scasso per la messa in opera di una condotta metanifera nella Necropoli Paleocristiana in Contrada Ciappi Bianche (Paternò)”, afferma trattarsi di una “forma di preghiera funeraria dei primi cristiani e, comunque , un ATTO  di  FEDE dei primi cristiani”. Quanto risulta presente su quell’Embrice, tanto si nota sulle nostre Tegole; là un PESCE e impronte, da noi l’Alfa e relative  impronte digitali. Il Pesce sta per Cristo, l’Alfa pure e, per la nostra Chiesa Madre o Matrice, richiama il Pantocratore, da noi presente ancora all’apice del Catino absidale centrale, oggi ingresso alla Chiesa. Quelle Tegole sono materiale riveniente verosimilmente nel XIV secolo quando l’Arciprete Nullius, Don Leonardo De Leo ristrutturò l’intera Chiesa utilizzando, come era consuetudine allora materiali “erranti” provenienti da monumenti distrutti o spezzati.  Nel nostro caso da tome terragne Paleocristiane dette a “fossa” a “cassa” o alla “cappuccina”. Di questi insediamenti, afferma Matteo Stuppiello, cito alcuni per averli visti e fotografati: Viro, Salice, Mezzanella, San Marco-Pignatella.

Cerignola, 1 dicembre 2014                          Salvatore Delvecchio 

1 – Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Foto Matteo Stuppiello 05.12.1982.