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I SEGRETI TESORI ARTISTICI DELLA CHIESA MADRE

“La CHIESA MADRE, un volto dai cento risvolti, dalla terra alla crusta; dalla crusta al tufo; dal tufo alla pietra; dal passato al presente; dalle cadute alle rialzate, dalle incrinature alla definitiva sistemazione attuale, merita tutta l’enfasi di cui siamo capaci, perché ha in sé tanti segreti , svelati alcuni, non ancora altri, che giustificano qualunque elogio. Uno dei segreti, solo in apparenza conosciuto, è un pezzo di pietra scolpita, scavata e umanizzata, ricca di mestiere d’arte e dramma in atto unico della RESURREZIONE di CRISTO. Il DOLORE che ne emerge è relativo (storico) ed assoluto insieme: relativo perché riferito a un suggerimento del VANGELO; assoluto perché l’arte, quando eccezionalmente si realizza come tale, dà concretezza all’altro più generale, al dramma dell’uomo e dell’umanità. Lo SCULTORE è ignoto, anagraficamente, ma si dà in tutta la sua capacità di sentire in quel suo procedere a scavare la pietra, a  trarre fuori immagini di dolore sostenute dall’armonia. Una pietra di cm.168 di base, per 57 di altezza e 20 di profondità in cui, dopo aver plasmato un PORTICATO cieco o TRIFORA ad ARCHI TRILOBATI, dà vita alle TRE FIGURE: il CRISTO  al centro, fiancheggiato da SAN GIOVANNI e da una MARIA. L’ignoto artista vive dinanzi a noi mentre scolpisce con rudezza, plasma con cura, accarezza la pietra nei tocchi di rifinitura. Vive perché si avvertono i  segni “freschi”  e primitivi del disegno, i punti su cui deve tornare, mentre è impegnato da una FORMELLA all’altra per l’urgenza di finire prima il VOLTO del CRISTO, poi quello di SAN GIOVANNI. Disegna rudemente le costole del CRISTO, ma poi le tralascia per caricare di forza espressiva e significativa le MANI, enormi,  aperte della MARIA e il MANTELLO che ricadendo fino alla cintola, si realizza in spettacolo plastico, in annodature e risvolti, in discese e immediate risalite. Ne abbozza appena l’AUREOLA, ma poi si sposta a destra per completare le altre due figure. A questo punto accade qualcosa: un intoppo, non sappiamo di che natura, e l’opera rimane così , incompleta. Per fortuna, però, tutto è stato detto, il relativo e l’assoluto: forse solo il NASTRO accennato all’altezza delle tre finestre doveva sorreggere una scritta, per cui ci sfuggiranno per sempre il tempo, lo scopo, un nome, un preciso evento storico. La SCULTURA, che si affaccia sull’antico CIMITERO della Chiesa, è sicuramente DUECENTESCA, e per conseguenza, la data 1473 è posteriore. La scultura è tozza e sproporzionata secondo i canoni scritti o mai codificati della civiltà romanica, ma è anche vivacizzata in modo da poterla collocare, con sufficiente certezza, appunto attorno al ‘200, quando gli echi del gotico fanno sentire l’esigenza di animare la materia, per portarla dall’intima riflessione che raccoglie e aggroviglia, alla estrinseca esaltazione che scioglie e incanala. L’analisi diretta dell’opera e l’altra più tranquilla operata sulle foto e diapositive, hanno permesso di effettuare un preciso scandaglio, di scoprire un autentico valore e di valorizzare sempre di più, nel suo complesso, l’intera fabbrica sacra.”

L’articolo già pubblicato: SALVATORE DELVECCHIO, I segreti tesori artistici della nostra CHIESA MADRE, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana –  Anno V – N. 10 – 30 Gennaio 1983, p. 5.

Cerignola, 14 agosto 2016                                                                              Salvatore  Delvecchio

 

Cerignola – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – TRITTICO  (sec. XIII) – Foto Matteo Stuppiello aprile 1973.

 

Cerignola – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – TRITTICO (sec. XIII) – Foto Matteo Stuppiello 5.12.1982.

 

 

Cerignola – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – TRITTICO (sec. XIII) – PARTICOLARI – Foto Matteo Stuppiello 5.12.1982.

 

La foto N. 2 già pubblicata in: SALVATORE DELVECCHIO, Storia e Arte in Puglia con riferimenti alla nostra Città – Sette lezioni tenute nell’Anno Accademico 1986-87, San Ferdinando di Puglia, 1987, quarta di copertina.