Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

L‘ALTARE DEL SS.MO SALVATORE (ANNO 1702) NELLA CHIESA MADRE – PRIMA PARTE

Dal FORZIERE storico-artistico-culturale ultramillenario quale è la CHIESA MADRE, preleviamo con parsimonia, di volta in volta, una PERLA e la riportiamo a rivivere il suo luminoso passato storico-culturale. Affermiamo con convinzione che CERIGNOLA E’ LA CHIESA MADRE E LA CHIESA MADRE E’ CERIGNOLA. Due Beni Culturali inscindibili. E’ auspicabile che ogni singolo Cittadino possa recepire il messaggio e lo faccia proprio, soprattutto le nuove generazioni.

Ma veniamo all’oggetto della trattazione. Varcato l’ingresso principale della Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi”, sulla destra vi è la Cappella del SS.MO SALVATORE che ospita l’artistico e monumentale Altare a LUI dedicato.

L’ALTARE è realizzato in pietra tenera calcarea del Gargano (comunemente conosciuta come pietra leccese) e riproduce le caratteristiche connotazioni artistiche dello stile barocco. Descrizione dell’ALTARE.

Il PALIOTTO è un inno al barocco. Composto da una unica  lastra litica lavorata ad alto rilievo reca al centro un tondo con foglie e girali simmetrici tutti irradiantisi da un bottone centrale. Lo stesso motivo, sempre simmetricamente, si sviluppa a riempire l’intero monolite. La lastra del paliotto è racchiusa da una cornice polimodanata composta da vari elementi litici. La MENSA realizzata in uno spesso monolite di pietra di Trani, reca al centro una cavità dove sono collocate e murate le Reliquie di Santi che attestano l’avvenuta consacrazione e, quindi, l’autorizzazione religiosa a celebrare la Santa Messa. Alla stessa altezza del PALIOTTO, a destra e a sinistra, vi sono le basi dei pilastri soprastanti che recano scolpito nella parte anteriore dei girali vegetali legati sia nella parte superiore che nella parte inferiore. Al centro vi è scolpito uno scudo molto bombato liscio privo di elementi araldici.  Sempre, ancora a destra e a sinistra, posti in fondo, addossati alla parete, a costituire con lo scudo i cantonali, vi è una lastra decorata a girali vegetali e rosetta. Fanno da raccordo tra la parte inferiore e la superiore due gradini con fascia ornamentale a volute vegetali.

La parte centrale dell’altare è la zona di CORONAMENTO con la sua composizione artistica. Il DOSSALE architettonico è tripartito da colonne tortili e presenta al centro l’ampia nicchia con la Tela del SS.mo Salvatore. Del dossale troviamo due COLONNE tortili che sorreggono il frontone. Le stesse recano alla sommità due elaboratissimi CAPITELLI corinzi recanti numerose foglie di acanto. Le due colonne sono arricchite artisticamente da lunghi festoni vegetali che si sviluppano a spirale intorno allo stesso. Il resto dell’ampio dossello che poggia alla parete, le due parti estreme massicce ornate da girali, volute, rosette terminano alla sommità con la testa riccioluta di un puttino con abbozzo di ali e penne appena pronunciate. Continuano verso l’interno fasce decorate a piccoli rettangoli punzonati al centro tutto fino ad arrivare alla parte centrale che si presenta con un’ampia fascia di coronamento con cauli vegetali centrali e foglie laterali; i cauli vengono raccordati verticalmente da piccole e delicate rosette, nel punto più alto agli spigoli delle tre fasce, le due verticali e quella orizzontale fanno da raccordo due grandi artistiche rosette con gemma che si sta schiudendo. Si passa alla fascia molto più stretta rispetto alla precedente che va a perimetrare la Nicchia. La fascia reca cauli vegetali molto piccoli che denotano raffinatezza scultorea e sono l’uno di seguito all’altro. Si arriva così alla NICCHIA con la TELA ad olio del XVI secolo del SS.mo SALVATORE. Nella parte sovrastante la nicchia vi è una  prima fascia modanata, ne segue un’altra a nastro, a seguire ancora sopra un’altra più stretta dove risulta incisa la ISCRIZIONE sopra riportata.  La TRABEAZIONE risulta massiccia ed imponente a richiamare lo stile dorico dei CORNICIONI frontonati a mensole molto aggettanti. Subito dopo la fascia epigrafica vi è altra sovrastante al centro molto larga scolpita a richiamare i precedenti motivi vegetali.

Ultima parte del monumentale Altare è la CIMASA ad EDICOLA. Le due parti estreme laterali si svolgono in due imponenti ed articolate VOLUTE. Al centro una EDICOLA perimetrata ai lati da cauli vegetali e rosette terminanti in alto con una testa di putto. La TRABEAZIONE artisticamente scolpita con vegetali simmetrici e terminanti ai laterali aggettanti in due ampie rosette. Sopra questa fascia un lavoro molto raffinato di modanatura dentellata. Il tutto è sormontato da un TIMPANO con al centro la testa di un grosso PUTTO con le due ali stilizzate. Sul timpano, alle due estremità, due piccoli angeli sdraiati con le braccia e mani protese verso l’alto e gambe e piedi fermati da girali vegetali. Riteniamo che nella nicchia doveva esserci  una piccola TELA come ulteriore elemento decorativo come è facile osservare in altari similari. Purtroppo non arrivata a noi (1).

Per terminare la descrizione dell’Altare  fermiamoci a considerare la PREDELLA rimasta quella originaria. Composta da un gradino non molto alto che corre da un plinto all’altro, esplicitamente quello che  interessa lo Scudo. Tre larghe lastre in pietra di Trani fanno da cordolo a perimetrare la suddetta predella, inoltre i due spigoli risultano smussati. Mentre la parte interna è pavimentata con mattoni in cotto a forma rettangolare. Due particolari: il primo, la lastra di destra, per chi guarda l’Altare, risulta molto consumata, imbarcata, per l’uso credo quotidiano del sostare del sacrestano durante la celebrazione Eucaristica da parte del Sacerdote; secondo, fino agli anni ’70 del Novecento, vi era un’altra predella in legno e più stretta della sottostante a coprire la parte pavimentata, probabilmente serviva per dare maggiore altezza al celebrante.

Originariamente ai lati dell’Altare, sulla parete di fondo, vi erano due nicchie con vetro e legno e nell’interno vi erano collocate due pregevoli ed artistiche STATUE lignee policrome del XVII secolo raffigurante, quella di destra, per chi guarda, l’ARCANGELO RAFFAELE con il piccolo TOBIOLO, quella di sinistra SAN ROCCO. Dopo gli ultimi restauri le Statue sono state trasferire nella zona absidale andando a costituire con altri Manufatti sacri un piccolo Museo visitabile.

L’Altare in oggetto è l’UNICO superstite a Cerignola. Altari similari erano presenti nell’ antica  Chiesa di Sant’Antonio da Padova, dei Padri Conventuali Antoniani (sec. XVI) andati distrutti con la intera Chiesa nel 1882 per volontà della Confraternita della Pietà che fece costruire l’attuale Chiesa. Solo esigui frammenti sono superstiti come una iscrizione del 1753 che attesta la presenza dell’Altare dedicato alla VERGINE CONCEZIONE e che con BREVE emanato da Papa Benedetto XIV diventava PRIVILEGIATO. Nella Chiesa della Vergine Addolorata vi era l’altare dedicato a Santa Lucia v. e m. anche in pietra garganica. Ancora nella Chiesa di San Domenico, dei Padri Domenicani (sec. XVI), l’altare dedicato al Patriarca S. Domenico. Nella Chiesa dei Padri Cappuccini del 1613, andata distrutta nel 1933 per realizzare Piazza Duomo, vi era l’Altare Maggiore dedicato all’ASSUNTA: un Altare monumentale ligneo policromo ridondante in stile barocco. Ed in ultimo nella Chiesa campestre di Maria SS.ma Annunziata vi era al centro del presbiterio un altare con sola mensa e stipiti con un PALIOTTO in pietra del Gargano molto similare a quello del SS.mo Salvatore costituito da un monolite. Il tutto fu rubato parecchi anni addietro.  Ancora altari similari sono presenti in tutta la loro bellezza nella Chiesa – Santuario di San Matteo Apostolo in San Marco in Lamis.

Ma torniamo al tema della trattazione. L’altare costruito nel 1702, risulta  murato davanti all’abside trecentesca di destra, che andava a  costituire una delle due absidi minori. L’Altare è impreziosito dall’artistico DIPINTO SU TELA DEL SS.MO  SALVATORE:  IL CRISTO LEGATO ALLA COLONNA (del XVI sec.)  (2) e questa opera d’arte sarà oggetto di  successiva  trattazione (3).

Le incisioni sono collocate , alla base delle due Colonne tortili dell’Edicola maggiore che sovrasta la mensa e  due registri e  che reggono la trabeazione, che vanno a coronare la nicchia, dove è posta la pregevole TELA,  L’Altare reca incise in due distinti cartigli, a cuscino, a sinistra: “A(NNO)  D(OMINI)” – (misure delle due lettere  bxh cm.16×2,5) e a destra: “17 I I “ – (misure della data bxh com 16×2,5) ( 1702 in numerazione araba), erroneamente nel passato indicavamo 1711. Interessante è il committente che troviamo registrato, inciso nella pietra tenera  nella fascia che fa da cornice di coronamento nella parte superiore. La iscrizione: “D(OM)  ANT(ONIU)S  CORCHIA  PAUPER   SACERD(O)S   PRO SUA DEVOT(IO)NE  STRUXIT”(DON  ANTONIO  CORCHIA  POVERO  SACERDOTE  A  SUA  DEVOZIONE  COSTRUI’) (4)  – (misure dell’intera iscrizione che orna l’architrave dell’Edicola del SS.mo Salvatore : bxh cm.165 x 7; h. delle lettere cm.6). Aggiungo che le due Iscrizioni furono dallo scrivente scoperte in un sopralluogo effettuato il 18 marzo 1973 essendo  queste ricoperte interamente da fitti strati sovrapposti di “scialbo” e che da sempre interessavano ogni singola parte dell’Altare e lasciavano intravedere quasi nulla di ciò che celavano. Chiesi subito al  Parroco don Tommaso Dente se ne fosse a conoscenza e mi rispose che lo apprendeva per la prima volta in quel momento.

Successivamente, in data 6 giugno 1973, sempre con sua autorizzazione, con l’amico prof. Roberto Cipriani, dopo aver preso in fitto dal sig. Salvatore Carbone, imprenditore edile che fittava le scale per piccoli lavori, caricato lo scalone di 6,20 m. a piedi ci rechiamo nella Chiesa Madre e una volta issato davanti al nostro Altare, Roberto, attrezzato di pennello e vernice nera, arrivato quasi in cima allo scalone, mi dettò la iscrizione in latino e subito dopo la ripassò con la vernice.

Cerignola, 28 maggio 2016                        Matteo Stuppiello

Bibliografia e Note

1 – Nell’Edicola fino ai restauri iniziati nel 1977, vi era collocato un quadro, con cornice in stucco dorato e protetto da  vetro, nel quale vi era una stampa su carta di fine Ottocento e raffigurava il la Vergine Santissima.

2 –  Restauri in Puglia – 1971-1981 I, Schena Editore, Fasano di Puglia, 1983 – Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici della Puglia. La Scheda N. 71 “Pittore meridionale del sec. XVI – Cristo alla colonna – Olio su tela cm. 170 x 65 – Cerignola (Fg). Chiesa di San Francesco” è stata redatta dalla Dott.ssa ROSA LORUSSO ROMITO (r.l.r.), p. 187.

3 – SALVATORE DELVECCHIO, Tesoro di Cattedrale, in “La Cicogna” – Quindicinale di vita cerignolana – Anno IV – N. 17 , 5 maggio 1982, p.4.

4 – Si ringrazia la Prof. Giustina Specchio per la trascrizione e traduzione del testo in latino della iscrizione.

Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Foto Matteo Stuppiello 24.12.1971

Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Foto Matteo Stuppiello 24.12.1971

Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Particolare IL PALIOTTO – Foto Matteo Stuppiello 24.12.1971

Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Statua lignea policroma (sec. XVII) raffigurante San Raffaele e il piccolo Tobiolo – Foto Matteo Stuppiello 24.12.1971

Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Statua lignea policroma (sec. XVII) raffigurante San Rocco – Foto Matteo Stuppiello 24.12.1971.


  • Per la SECONDA PARTE dell’articolo clicca qui.
  • Per la TERZA PARTE dell’articolo clicca qui.