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L’ARTISTICO CROCIFISSO LIGNEO POLICROMO DEL ‘400 ORA NEL DUOMO – TERZA PARTE

1 – Cerignola – Parrocchia “S. Pietro Apostolo” – Cattedrale – DUOMO “TONTI” – CROCIFISSO LIGNEO POLICROMO (sec. XV) – Oggi collocato nella Sacrestia – Misure della Croce: b x h: 167 x 193 cm – Misure del Cristo: b x h: 158 x 150 cm – Foto Matteo Stuppiello 04.11.1989.

2 – Cerignola – Parrocchia “S. Pietro Apostolo” – Cattedrale – DUOMO “TONTI” – CROCIFISSO LIGNEO POLICROMO (sec. XV) – Sacrestia – Foto Matteo Stuppiello 9.12.1973.

Dopo aver dissertato sulla sua storia e descritto la Cappella del SS.mo Crocifisso nella Chiesa Madre, ora passiamo  all’artistico CROCIFISSO ligneo policromo del ‘400 o tardo ‘400, tutt’oggi nel Duomo Tonti – Cattedrale “S. Pietro Apostolo”, collocato nella Sacrestia.

E’ il CROCIFISSO che da sempre è stato nella Chiesa Madre nella SUA CAPPELLA,  fino al 1865.  Ancora una volta, attingiamo dalla stessa fonte bibliografica già menzionata. Trascriviamo “alla lettera” il testo al fine di non sciupare la finezza del sentimento religioso dello scrittore e la puntuale cronaca storica: “[…] Il suo diletto fratello D. Nicola, prima successivamente arciprete di Ortanova e di Stornara, poi canonico del patrio Capitolo, aveva donato, nel ’65, a questo Duomo, ove si adora in apposita cappella, un grande artistico Crocifisso lavorato in Lecce, sostituendolo ad altro che, privo di qualsiasi pregio di arte, non era punto adatto a destar sensi di devozione. Ai piè del crocifisso Figliuolo volle Vincenzo Macchiarulo anche la Madre; e, acquistato, nello stesso anno e dallo stesso artista, un maestoso simulacro rappresentante Maria nell’espressione dell’indescrivibile spasmo che un dì la trafisse, lo donò similmente alla Cattedrale. Né si arrestò qui il suo zelo. De’ costruire nella cappella “  del Crocifisso un marmoreo altare, di cui sostenne per due terzi la spesa; prescrisse speciali pratiche di pietà per ciascun settenario delle due feste annuali dell’Addolorata, nonché pe’ sette venerdì precedenti; ne celebrava con devota pompa le solennità; imponeva a quanti più gli era dato lo scapolare dell’Addolorata per facoltà avuta, nel giugno del ’57, dal P. Alboino Maria Patscheider, Priore generale dell’Ordine de’ Servi di Maria […]” (15). Quindi abbiamo la data precisa, 1865, quando l’ARTISTICO CROCIFISSO LIGNEO POLICROMO del ‘400 fu inesorabilmente rimosso e sostituito con altro. La MOTIVAZIONE perché “PRIVO DI QUALSIASI PREGIO ARTISTICO DI ARTE, NON ERA PUNTO ADATTO A DESTAR SENSI DI DEVOZIONE”. Una frase da RABBRIVIDIRE.

Ma torniamo al nostro CROCIFISSO, ormai allontanato e sostituito con altro in cartapesta: quest’ultimo è stato appunto nella Sua CAPPELLA della CHIESA MADRE dal 1865 fino al 1933 quando viene trasferita la CATTEDRALE dalla Chiesa Madre nel nuovo Tempio, il Duomo Tonti, inaugurato il 14 settembre 1934.

Gli anziani sacerdoti mi hanno parlato, nel passato, di trasferimento di suppellettili, statue e, soprattutto, di materiale cartaceo come antichi grossi volumi e fascicoli di documenti tutto trasportati al Duomo con misere carrette tirate a mano e facilmente si vedevano materiali cadere e poi rimessi a bordo. Si aggiunga che molte “carte” cadute non venivano recuperate. Non sappiamo se il Crocifisso abbia fatto lo stesso percorso su di una carretta; penso proprio di si. All’apertura del Duomo vi era solo l’Altare Maggiore, gli altri sono stati realizzati da benefattori negli anni successivi (16). Del 1936 abbiamo un Foto-Cartolina, che pubblichiamo nel repertorio fotografico, nella quale si vede il Crocifisso di cartapesta (quello acquistato dal Can. Nicola Macchiarulo nel 1865, per la Chiesa Madre del quale si è già scritto) con l’Addolorata e San Giovanni, il Gruppo è esposto su un dossello con fondo e laterali in stoffa pieghettata. La Foto riporta alla base “CERIGNOLA – CHIESA CATTEDRALE “ sul lato destro in caratteri molto più piccoli ”FOTO BELVISO”. A tergo vi è stampata “PREGHIERA / a Gesù Crocifisso e al Suo Preziosissimo Sangue”. Termina la Preghiera con “Concediamo 50 giorni d’Indl. / Cerignola, luglio 1936 – XIV / + Vittorio Vescovo” – sulla destra  “Canonico Parroco ANTONIO DESANTIS / Direttore della Pia Associazione  – del Preziosissimo Sangue – “. Il 25 marzo del 1972 nell’effettuare un servizio fotografico nel DUOMO, in Sacrestia fotografai il Crocifisso collocato sulla parete dove al disotto vi era l’antico apparato ligneo che custodiva tutto ciò che serviva per celebrare la Messa. Sulla cimasa del mobile in asse con il Crocifisso vi era la seguente iscrizione a stampa: “OREMUS” / PRO PONTIFICE NOSTRO PAULO / ET ANTISTITE NOSTRO MARIO”. Il riferimento era per il Papa Paolo VI e al nostro Vescovo Mons. Mario di Lieto. Dopo, con il rinnovo dell’arredamento e la ridistribuzione degli elementi, il Crocifisso, insieme a materiali di vario genere, fu messo in deposito in un locale ubicato nel Duomo ed è rimasto letteralmente ignorato fino al settembre del 1989 quando il 24 dello stesso mese ed anno, dopo la celebrazione della Messa, il Parroco d. Pio Cialdella mi invitava a vedere, nel suddetto locale, un antico Crocifisso ligneo policromo con la precisa intenzione di farlo restaurare. Rimasi esterefatto. Mi trovavo difronte ad una inaspettata OPERA d’ARTE e feci presente al Parroco che poteva risalire come datazione al ‘400-‘500 e che senz’altro andava salvaguardato restaurandolo. Il 28 dello stesso mese tornai con il prof. Salvatore Delvecchio ed anche lui rimase ammirato e sorpreso di trovarsi difronte ad un PREGEVOLE MANUFATTO  di notevole valore artistico ed anche lui convenne con me sulla datazione. Cosa che rafforzò in d. Pio la determinazione per il restauro. Nel contempo, lo stesso sacerdote mi invitava, come Ispettore Onorario delle Soprintendenze, ad effettuare la segnalazione alla suddetta Soprintendenza di Bari per ottenere un sopralluogo da parte dei loro funzionari.  L’8 ottobre 1989 (17) invio una nota scritta al Soprintendente Arch. Riccardo Mola e p. c. al Rev.do Don Pio Cialdella Parroco della Cattedrale “S. Pietro Apostolo”, prot. n.167, questo il testo: “Invitato da d. Pio Cialdella, Parroco della Chiesa di “S. Pietro Apostolo” (Cattedrale Tonti), in data 24.9.1989 ad un sopralluogo in un locale deposito della predetta Chiesa, mi veniva segnalata la presenza di un antico Crocifisso ligneo, di grandi dimensioni e di pregevole fattura artistica, per il quale ritengo opportuno un sopralluogo di codesta Soprintendenza- Distintamente – firmato prof. Matteo Stuppiello”. I giorni 17 e 18 ottobre contattai telefonicamente la Dott. Margherita Pasquale dell’Ufficio Catalogo della Soprintendenza di Bari. Aveva ricevuto la richiesta e mi indicava la data del sopralluogo per il 24 successivo. Infatti ci fu il sopralluogo alla presenza di d. Pio e dello scrivente. Erano venuti da Bari la Dott.ssa Margherita Pasquale e il restauratore il Sig. Raffaele Chiapperino i quali alla vista del Crocifisso si espressero in questo modo: “Il Crocifisso è del ‘400 – ‘500 con dipintura del ‘700”. Ricordavo a d. Pio che tale datazione era già stata espressa da me e Salvatore Delvecchio. Si rimase con i funzionari che avrebbero fatto il possibile di inserire l’Opera di notevole pregio artistico nel piano triennale di restauro. Il 20 dicembre sono presso la Soprintendenza di Bari dalla Dott.ssa Margherita Pasquale. Purtroppo mi comunica che non è possibile inserire l’OPERA nel piano di restauro perché era già stato definito da tempo. Si ferma tutto. Il 6 agosto 1994 d. Pio mi  da mandato di contattare la Dott.ssa Franca Pellegrino di Andria per un sopralluogo. Dopo vari tentativi telefonici nell’ultimo quello del 4 ottobre 1994 la Dott.ssa Franca Pellegrino mi risponde che è molto impegnata ad Otranto e dovremo risentirci a novembre. Ancora un lungo periodo di stasi. Arriviamo al 10 aprile 1998  d. Pio mi  vuole incontrare: nella stessa data c’è l’incontro e mi porta a conoscenza che, pur non essendo un’opera d’arte, il Vescovo lo vuole restaurare affidandolo a privati. La mia risposta è decisa e perentoria: il CROCIFISSO  per il suo alto valore artistico deve essere affidato ai tecnici della Soprintendenza per avere sicure garanzie sulla bontà del lavoro di restauro. Altro incontro l’11 aprile 1998, con  d. Pio e il Vescovo.  Nel suddetto incontro il Vescovo Mons. Giovanni Battista Pichierri, ribadisce a me che il CROCIFISSO non è un’opera d’arte.  A questo punto riferisco al Vescovo il parere e suggerimento che avevo già espresso nel precedente incontro con d. Pio. Il Vescovo non mi sembra convinto. Evidentemente una maggiore ed attenta riflessione maturata nel Vescovo lo ha portato ad accettare in pieno il mio suggerimento. Il giorno successivo, il 12 aprile 1998, giorno di Pasqua, vado da d. Pio, come da accordi e porto la copia della richiesta da me inoltrata alla Soprintendenza l’8.19.1989, effettua una fotocopia. Il documento  servirà al Vescovo per inoltrare direttamente alla Soprintendenza la richiesta di restauro del CROCIFISSO. Facendo seguito alla suddetta richiesta il giorno 16 aprile vi è l’arrivo di una funzionaria della Soprintendenza per un sopralluogo. La stessa dottoressa conferma la datazione “del ‘400 o tardo ‘400”, viene confermato ancora una volta quanto già detto da noi inizialmente. Ormai ci siamo. L’11 settembre 1999 finalmente il CROCIFISSO viene trasportato dai funzionari di Bari al Laboratorio della “Ditta Maria Pina Bochicchio” in Altamura.  Il 18 gennaio 2000 finalmente il RIENTRO del CROCIFISSO RESTAURATO. Arriva nella tarda serata e sosta nell’Episcopio. Finalmente il 20 gennaio 2000 il CROCIFISSO viene esposto alla devozione dei fedeli nel DUOMO “TONTI”.

Sul CROCIFISSO il Prof. Salvatore Delvecchio scrive: “[…]il Crocifisso ligneo policromo sottoposto a quella “cura” è uno splendore plastico cromatico eccezionale e di una espressività densa e sonora. L’occhio dell’anima rimane concupito da tanta bellezza e dai segni del tempo dello spirito creativo dell’arte. Un Giubileo 2000 che si annuncia pieno della luce di questo pregevole Crocifisso: è il dono fatto al patrimonio artistico ecclesiastico dalle Istituzioni Culturali che contano, dal parroco della Basilica Cattedrale Duomo “San Pietro Apostolo” e dalla disciplina restaurativa. Un dono ripetuto nel tempo: ricevuto una prima volta subito dopo essere stato scolpito nei secoli passati: e riavuto oggi, per forte volontà di recupero, in questo felice inizio anno 2000. Cerignola può vantare ora, raccolto in Cattedrale, il possesso consapevole di un così alto prodotto d’arte. Per un’opera di tanto pregio non può tacersi di dare una cenno alla cronaca-storia che ha preparato i tempi per il restauro e portato a termine lo stesso e da parte di chi […]” (18).

Ora veniamo alla CONCLUSIONE

E’ encomiabile l’opera svolta da d. PIO CIALDELLA, Parroco della Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo Tonti nel volere a tutti i costi togliere dall’oblio e far restaurare il CROCIFISSO. Da noi Istituzioni Culturali vanno i nostri ringraziamenti. Gli stessi  vanno indirizzati anche a S.E.Mons. Giovanni Battista Pichierri che  accettò, condividendo il nostro suggerimento, di sostenere d. Pio nel far restaurare il CROCIFISSO.

Lo splendore e bellezza artistica del CROCIFISSO ci porta ad una riflessione;  è auspicabile che per una serie di motivazioni di carattere culturale ed ambientale il CROCIFISSO venga riportato nella CHIESA MADRE, nella Sua CAPPELLA QUATTROCENTESCA, già restaurata, luogo di origine esposto alla VENERAZIONE dei fedeli come avvenuto nel passato per secoli. Nel suo originario Rione TERRA VECCHIA, già per molto tempo privo di questa insigne OPERA D’ARTE, ritorni  un BENE che appartiene alla CITTA’.

BIBLIOGRAFIA E NOTE

(1) – L’insigne BENEFATTORE Can. d’EUGENIO SAVERO (*Cerignola………1803 †Cerignola 5.5.1869) figlio di Vito e di Parisi Grazia, era residente a Cerignola ed abitava in Largo Forno Vecchio n.8.

(2) – ELIODORO CAPOBIANCO (Mons.), In memoria di Mons. Vincenzo Macchiarulo Vicario Generale di Cerignola – DISCORSO, Bari, 1906, pp.24-25. Benefattori sono stati i fratelli Sacerdoti Macchiarulo: Can. NICOLA MACCHIARULO (*Cerignola……..1810 †Cerignola 29.12.1872); Can. VINCENZO MACCHIARULO (*Cerignola 14.8.1823 †Cerignola 14.2.1906) figli di Oronzo e Reibaldi Angiola , abitavano in Via Assunta,36.

(3) – Si ringrazia la Prof.ssa Giustina Specchio per la trascrizione e traduzione del testo in latino della iscrizione.

(4) – Lo STORICO Can. LUIGI CONTE (*Cerignola 4.5.1823 †Cerignola 18.8.1872) figlio di Ignazio e di Cannone Angiola.

(5) – LUIGI CONTE (Sac.), Cerignola, in Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, Napoli, 1853, a cura di F. CIRELLI, vol. VIII, fs. 1°, p. 70.

(6) – [TEODOSIO DIBISCEGLIA], Descrizione del 1.9.1840 nella vertenza tra Mensa Vescovile e Capitolo Cattedrale, pp. 29-30. La citazione è incompleta in quanto del documento, che è a stampa, mi furono dati in fotocopia solo pochi fogli senza copertine e senza titolo completo. Chi mi fece le fotocopie e me ne fece omaggio fu d. Antonio Occhionegrelli nel 1974.

(7)-(8) ARCHIVIO SEGRETO VATICANO“Libro delli Benifattori, Constitutioni, et / riforme fatte p(er) la Chiesa di San Pietro, et Capitolo della Cirignola nello / Arcipretato del R(everendissi)mo S(ign)o(r) D. Gio(vanni) Jacomo / de Martinis Prelato, et Ordinario di / q(u)ella dall’anno della Salute…” cc. 21; 57. – Coll. “ORDINE D. N.°4  del Capitolo CIRIGNOLA”. Il documento rintracciato dal Prof. Roberto Cipriani nel 1974, è conservato in fotocopia nell’Archivio Privato Matteo Stuppiello.

(9) – ARCHIVIO SEGRETO VATICANO“Visitatio facta per Ill(ustrissimum) et R(everendissi)mum D.D. / Gasparem Cincium Romanum U(triusque) I(uris) D(octorem) / Ep(iscop)um  Melphien(sem) et Rapollen(sem)…” – Coll. Congr. Conc. Cerignola. Il documento rintracciato dal Prof. Roberto Cipriani nel 1974, è conservato in fotocopia nell’Archivio Privato Matteo Stuppiello.

(10)-(11)-(12) – “Ilbro delli Benifattori…, op. cit. Lo STEMMA della potente FAMIGLIA CARACCIOLO del SOLE, Feudataria di Sant’Angelo (de’ Lombardi) e Cerignola è riprodotto per intero scolpito in una FORMELLA litica (risalente al XVI secolo) b x h: cm. 74 x cm. 58 nella CHIESA MADRE  – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – RIONE TERRA VECCHIA – Cerignola, “[…] nella navata centrale, terza campata dopo il transetto, sul pilastro a destra, in alto con vista prospiciente la campata. Lo stemma è in pietra tenera calcarea del Gargano, presenta a bassorilievo l’immagine di un SOLE con dieci RAGGI sferzanti ad andamento serpentiniforme che si irradiano ad occupare l’intera formella : l’insegna araldica è circondata da una cornice polimodanata “[…]” da SALVATORE DELVECCHIO, Storia e Arte in Puglia con riferimenti alla nostra Città – Sette Lezioni tenute nell’Anno Accademico 1986-87, San Ferdinando di Puglia, 1987, Prima di copertina è riportato lo Stemma, tratto da una foto di Matteo Stuppiello del 15.12.1982. Il commento è nella Seconda di copertina. Per altre notizie sullo Stemma della Famiglia Caracciolo, riprodotto sia nella Chiesa Madre che in altri contesti, sempre riferiti a Cerignola, si veda: MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa del Purgatorio, Foggia, 1987, p.26 e pp. 119-120.

(13) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI – Regia Camera Sommaria – Catasto Onciario – vol. 7035 – CIRIGNOLA.

(14) – D. SALVATORE MOCCIA (*Cerignola 27.8.1903 †Cerignola 6.7.1977 figlio di Michele e  Anastasio Luigia.

(15) – ELIODORO CAPOBIANCO (Mons.), In memoria…, op. cita., pp.24-25.

(16) – “Nel Duomo di Cerignola – Consacrazione dell’Altare del SS. Sacramento”, in “VITA NOSTRA” – Bollettino Mensile delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola – Anni VI – N. 67-68 – Luglio-agosto 1938, p. 11. Riporta quanto segue: “Dietro suggerimento del solerte Arciprete Mons. Antonio De Santis, il sig. Nicola Specchio, con sentimento di fede e di generosità, ha fatto costruire a proprie spese un ricco ed artistico Altare in onore del SS. Sacramento […]”. L’Altare fu realizzato nel 1938 dallo scultore cerignolano Ruggiero Pergola e fu inaugurato il 7 settembre dello stesso anno; per la cronaca e descrizione artistica dell’Altare si veda “VITA NOSTRA…, op. cit., Anno VI – N. 69-70 – Settembre-Ottobre 1938, pp. 8-9.

(17) – ARCHIVIO MATTEO STUPPIELLO ISPETTORE ONORARIO AI MONUMENTI E ALLE ANTICHITA’ – Fascicolo anno 1989.

(18) – SALVATORE DELVECCHIO, Il Crocifisso ligneo è tornato al suo antico splendore, in “Cerignola OGGI” – Supplemento de “IL QUOTIDIANO DI FOGGIA” – 28 gennaio 2000, p. 2. Si veda anche: SALVATORE DELVECCHIO, Torna in Cattedrale il Crocifisso ligneo, in “Cerignola OGGI” – Supplemento de “IL QUOTIDIANO DI FOGGIA” – 30 novembre 1999, p. 2. Nei due articoli vi è riprodotto, in una artistica rielaborazione grafica, un particolare del CROCIFISSO, la TESTA, realizzato dal Prof. Salvatore Delvecchio per conto del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979). Il disegno è tratto da una diapositiva del mio servizio fotografico effettuato il 4.11.1989.

Cerignola, 12 settembre 2016                                                                          Matteo Stuppiello

Si veda anche:

LA CAPPELLA DELLA SANTA CROCE O DELLA CROCE O DEL SS.MO CROCIFISSO NELLA CHIESA MADRE – PRIMA PARTE

LA STORIA DELLA CAPPELLA DEL SS.MO CROCIFISSO NELLA CHIESA MADRE – SECONDA PARTE