Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

UN TESORO DISTRUTTO (AFFRESCO) NELLA CHIESA MADRE

Il mio profondo interesse storico-archeologico per la Chiesa Madre parte dai lontani anni ’60. Sia la “Chiesa Matrice” sia l’intero Borgo Medievale nel suo insieme e nei particolari andavano “sfogliati”  al pari di un Libro Sacro, pagina dopo pagina, toccate o meglio sfiorate con delicatezza senza sciupare la fragranza dell’ANTICO per preservarne la bellezza tramandandole così per continuità alle future generazioni.

I continui percorsi tra le strade e vicoli  della Terra Vecchia, delle Chiese in essa presenti e soprattutto della Chiesa Madre, la Chiesa più vetusta, carica di Storia, di Arte, di Vicissitudini, di alterne Vicende e di Personaggi, hanno contribuito a portarmi alla irrefrenabile osservazione su tutto quello che vedevo; ogni “pietra”, ogni porzione di intonaco, di cornicione, di architravi, di stipiti, di finestre, di balconi, di inferriate, di palazzi, di case, di interrati (jusi), di strade, di spigoli, di scalini …su tutto quanto era possibile arrivare con l’occhio materiale.  Era una continua scoperta, un susseguirsi di emozioni, di scoperte effettuate per la prima volta. E per un ragazzo quindicenne, allora solo, era “toccato” dal profondo amore per la propria Città e per la storia locale, soprattutto quella non scritta e sconosciuta, si aprivano orizzonti molto vasti nel campo del sapere. Ho creduto in tutto questo e credo fermamente tuttora sostenendo con fierezza il mio ideale e pensiero culturale.

Annotavo mentalmente, poi a casa mettevo in atto il mio “laboratorio” mentale, dove continuamente elaboravo e rielaboravo i dati visivi con gli appunti scritti. Si aggiungevano le ricerche bibliografiche frequentando la nostra Biblioteca Comunale e la Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” di Bari.

Ma torniamo al tema di questo scritto: la CHIESA  MADRE,  intitolata  a SAN  PIETRO  APOSTOLO,  da sempre è stata  retta da un ARCIPRETE  NULLIUS fino al 1819, quando fu elevata a CATTEDRALE.

I secoli si sono stratificati nel tempo costruendo, distruggendo e ricostruendo più volte, un vero e proprio palinsesto  architettonico-artistico. Opere d’arte che una volta arricchivano l’intera Chiesa Madre davano Luce all’intero Edificio Sacro riverberando questa grandezza storico-artistico-culturale alla piccola “Cidygnola”. Purtroppo sia a causa dell’ l’uomo , sia per le calamità naturali, il notevole patrimonio Artistico è andato perduto, Disperso e solo pochi esigui “FRAMMENTI” si sono salvati come reperti “ERRATICI”, riciclati sapientemente e fortunatamente arrivati fino ad oggi.

Fra le tante opere d’Arte cancellate dall’uomo annoveriamo un Ciclo di AFRRESCHI  del XVI secolo che coprivano la prima Cupola che sovrasta l’ingresso attuale. Nel lontano passato sovrastava l’Altare Maggiore posto davanti all’Abside principale corrispondente  proprio all’ingresso di oggi.

Per questa interessante notevole  SCOPERTA, devo ringraziare la prof.ssa MARIA  REITANI,  grazie  alla Sua sensibilità culturale e all’ampia disponibilità, su mia richiesta verbale, in data 4.3.1977, mi forniva diversi documenti appartenuti al padre Ing. Luigi (1) per riprodurli, fotocopiandoli.  Dei documenti suscitò un mio notevole interesse un esiguo foglio di carta , dattiloscritto, e leggendolo apprendevo per la prima volta una NOTIZIA veramente inedita sulla Chiesa Madre. Vi è riportata l’ISCRIZIONE litica del 1571, murata nell’interno della Cupola su indicata, sopravvissuta, in più la descrizione dell’AFFRESCO e il nome dell’AUTRICE “Soli deo honor / : D : Leonardus / De Leo. V. I. D. HIC /Presul   Nullius  / cit. A. D.  MDLXXI”

  “ D.  Pupilla  Aquavivae  pin.”

(iscrizioni della cupola centrale della Cattedrale, nel dipinto).

“Il dipinto rappresenta “ il Creato”: il Padre Eterno di faccia all’altare, a destra i padri della Chiesa, a sinistra un elefante inginocchiato: Molti santi fra cui S. Pietro, S. Giovanni Battista con la scritta “Ecce Agnus Dei”. Nel tamburo S. Sebastiano – S. Nicola – S. Rocco. La seconda iscrizione trovasi presso S. Sebastiano: la prima a sinistra di chi guarda l’odierna porta d’ingresso. Il tamburo della cupola ottagonale ha diametro di m. 6.50, altezza m. 1.70, la cupola eguale al diametro, altezza m. 3.10”.

Una scoperta inaspettata per me in quel lontano 1977. Quell’anno coincideva con i Restauri che si stavano effettuando proprio nella Chiesa Madre che termineranno nel 1983, condotti dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici della Puglia, Direttore dei Lavori l’ing. Giambattista De Tommasi; le Imprese per il restauro:  Rossi S. di Turi; Grieco  Ruggiero e Figli di Barletta. I lavori iniziarono sin dal 1971 a più lotti. Ricordo quelli iniziati il 14 febbraio 1977, come secondo lotto di lavori.  E proprio il Sig. Ruggiero Grieco, titolare e capomastro , si era reso molto disponibile nel farmi visitare molto spesso il cantiere dei lavori tenendomi aggiornato sulle varie fasi di intervento  e le scoperte di volta in volta effettuate che diligentemente annotavo.          Di questi AFFRESCHI della Cupola, in oggetto, avevo già letto, alla fine degli anni ’60, della loro esistenza,  la notizia in un interessantissimo articolo, rintracciato nella Biblioteca Nazionale a Bari: ROSARIO LABADESSA, Nota su Cerignola, in Napoli Nobilissima (2), a p.130  riporta quanto segue: “[…]Dell’antichissima cattedrale le ristrutturazioni sono state tante ed hanno così radicalmente trasformato tutto, che sarebbe molto difficile stabilire quale fosse il suo stato primitivo…In questa Chiesa ogni secolo ha lasciato la sua traccia: un capitello dell’antica porta principale è confinato in sacrestia; del 500 resta l’affresco di una cupola, del 600 la cappella Caracciolo[…]”.  Aggiungo che nello stesso articolo ci sono tante notizie e sulla Chiesa Madre e sulla Terra Vecchia.

Ora veniamo all’analisi su quanto riportato sul “FOGLIO” scritto dall’Ing. LUIGI  RAITANI :

  • Prima iscrizione – Si riporta la stessa sciogliendo le abbreviazioni: “SOLIDI HONOR / ET  GLORIA  D(OMINUS)  LEONARDUS  /  DE  LEO  U(TRIUSQUE)  I(URIS)  D(OCTOR)  HIC  / PRESUL  NULLIUS  /  DIO(E)CESIS FIERI  F(ECIT) / A(NNO)  D(OMINI)  MDLXXI” (Onore e gloria a Dio sole don Leonardo de Leo in ambedue i diritti (civile ed ecclesiastico) qui presule della Diocesi Nullius si adoperò che si facesse nell’anno del Signore 1571). L’iscrizione è incisa su pietra viva ed è collocata nella calotta della cupola sovrastante l’ingresso principale, sede primitiva dell’Altare Maggiore come già detto. L’Arciprete Don Leonardo de Leo, cerignolano, Arciprete Nullius dal 1569 al 1592 (3) deceduto il 12 aprile 1592 (4), fu un uomo dotto, ricco di spiritualità che seppe reggere popolo e uomini di chiesa con vigore, fermezza e rispetto. Fu anche “costruttore” della Chiesa Madre; le iscrizioni e le opere sono per fortuna ancora superstiti, tutto parla di Lui nella Sua Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo. Soprattutto aprì l’ingresso laterale a nord nel 1588 (5), costruì le Cupolette così  come risultano datate, con incisione nella pietra  e poste nel punto di chiave delle stesse: 1571 (in questo caso una iscrizione completa già  trascritta prima )-1572-1573-1575, crediamo di ritenere che la cupoletta che sovrasta la Cappella della Madonna delle Grazie, già “Cappella del Corpo di Cristo”, volutamente non effettuata la stonacatura degli Stucchi cinquecenteschi, debba risultare costruita nel 1574)  che oggi possiamo ammirare. Fu un innovatore in tutti i sensi.
  • Seconda iscrizione – Si riporta l’iscrizione sciogliendo le abbreviazioni: “ D(OMINA)  PUPILLA  AQUEVIVAE  PIN(XIT)”  ( Donna Pupilla di Acquaviva dipinse) . La scritta (penso dipinta) era presente sull’Affresco e risultava, come annota l’Ing. Luigi Raitani: “La seconda iscrizione trovasi  presso S. Sebastiano: la prima a sinistra di chi guarda l’odierna porta d’ingresso”.  Per quanto riguarda l’Autore dell’Affresco, o meglio l’Autrice dell’Affresco, “ DONNA  PUPILLA” di Acquaviva risulta essere per noi la scoperta nella scoperta. Poche sono le Pittrici conosciute nel Medioevo e nel Rinascimento. E purtroppo nulla sappiamo di questa Artista. Enorme  merito va accreditato all’Arciprete Nullius , Don Leonardo de Leo, per aver avuto l’enorme amore e sensibilità artistica, precursore dei tempi nel chiamare una donna ad Affrescate una Cupola della Chiesa più grande e più importante della piccola “Cidygnola”.  L’Affresco doveva essere imponente  e vistoso, sicuramente non sfuggiva all’attenzione e all’osservazione dei fedeli, nella sua  eminente collocazione (la calotta della Cupola centrale) in una posizione centrale e di importanza nello svolgimento  delle sacre funzioni davanti l’Altare Maggiore. Possiamo immaginare questo Ciclo di Affreschi ricco di Santi, una natura molto sentita, animali, paesaggi forti, panorami: tutto era sotto l’occhio vigile del Padre Eterno. Senz’altro un palcoscenico cromatico irradiato da luce diffusa e filtrata dalle Sette  finestre aprentesi nella struttura del tamburo; luce che come un faro illuminato roteante nelle ore diurne diffondeva luce naturale e soprattutto spirituale.
  • Per tornare all’Affresco dobbiamo dire che non siamo a conoscenza dell’anno in cui fu distrutto. Certo è che sia Rosario Labadessa nel 1920, che l’ing. Luigi Raitani negli anni ’30, li hanno potuti ammirare e, quindi, documentarci della loro esistenza e a loro va la nostra lode e ringraziamento.

BIBLIOGRAFIA e NOTE

Si ringrazia la Prof. ssa Giustina Specchio per la trascrizione e traduzione dei testi in latino delle due iscrizioni.        

  1. LUIGI RAITANI (*Cerignola 6.10.1873 †Cerignola 23.2.1941) figlio di Tobia e di Cherubina Traversi. Fu Ispettore Onorario dei Monumenti e all’Archeologia. Pubblicò la monografia: Il Duomo di Cerignola, Milano, 1932.
  2. ROSARIO LABADESSA, Note su Cerignola, in “NAPOLI NOBILISSIMA” . Rivista d’arte e di topografia napoletana – Nuova Serie, Napoli, 1920, vol. I, Fascicolo IX, pp.130-131, Volume XIV.
  3. LUIGI CONTE (Sac.), Memorie filologiche sull’antichità della Chiesa di Cerignola precedute da un breve cenno storico topografico genealogico della stessa Città, Napoli, 1857, pp.62-63.
  4. MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Cerignola dal sec. XIII al sec. XIX, in SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S.E. Mons. Vincenzo D’Addario Vescovo Coadiutore delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola nel Suo Ingresso a Cerignola, 29 giugno 1986 Festa dei SS. Pietro e Paolo App., San Ferdinando di Puglia, 1986, p.7, nota 24.
  5. MATTEO STUPPIELLO, San Pietro Apostolo: note storiche epigrafiche e iconografiche, in SALVATORE DELVECCHIO…, cit. , p. 9.

Cerignola,  10 marzo 2016                                                                                 Matteo Stuppiello

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Foto Matteo Stuppiello 27.4.1991

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Particolare la Iscrizione – Foto Matteo Stuppiello 9.12.1973

Ing. Luigi Raitani

Si ringrazia la Prof.ssa Maria Reitani per avermi consentito il 12.4.1974 la riproduzione fotografica e la pubblicazione.