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UNA SUPERSTITE PIANTA DI LENTISCO AUTOCTONA IN CONTRADA SAN MARCO, AGRO DI CERIGNOLA – UN DONO DELLA NATURA

Il nostro vasto AGRO custodisce una esuberante ricchezza: l’ARCHEOLOGIA, le CHIESE CAMPESTRI, le MASSERIE, le ISCRIZIONI, gli STEMMI, i MURI a SECCO (macere), i TRULLI, i POZZI, le FOSSE GRANARIE, le GROTTE e tant’altro. E a tutto questo enorme patrimonio del PASSATO si aggiunge un VALORE presente da sempre, donatoci dalla NATURA: la vegetazione SPONTANEA, ormai “entrata” a far parte nel nostro DNA. Enorme è la quantità di ERBE SPONTANEE presenti, da noi, in ogni CONTRADA AGRICOLA. La presenza nei CAMPI di variopinti FIORI ed ERBE ha permesso al nostro POPOLO di esercitare l’uso delle piante officinali, commestibili e medicinali. Rappresentavano una risorsa alimentare immensa.

Alle ERBE SPONTANEE vanno ad aggiungersi le piante con fusto  e  soprattutto  ARBUSUSTACEE, sempre SPONTANEE.

Ed è proprio di una rara PIANTA ARBUSTACEA, da classificare in questo gruppo, che tratteremo nel presente articolo come contributo culturale.

I nostri storici hanno scritto su questa PIANTA e li prenderemo in considerazione, cronologicamente, trascrivendone le caratteristiche.

La pianta che prenderemo in considerazione è il LENTISCO, una pianta ARBUSTACEA. Non so se nelle numerose CONTRADE del nostro agro ve ne siano di altre. Un bell’ESEMPLARE, rigoglioso e robusto, vegeta nella contrada “S. MARCO” e si trova nella mia proprietà agricola, l’OLIVETO. Credo RARO ESEMPLARE di pianta di LENTISCO, che vegeta spontaneamente con tutto il suo VIGORE VEGETATIVO. RIGOGLIOSO e ricco di RAMI, FOGLIE e BACCHE ROSSE (presenti in questo periodo). Si trova sul limite, tra la  l’OLIVETO e la STRADA, rientrante, comunque, nella mia proprietà; forse grazie a questa COLLOCAZIONE DIFENSIVA si è potuto sicuramente SALVAGUARDARE e SALVARE dalla ESTINZIONE SICURA. Aggiungo, altresì, che l’AUTODIFESA della PIANTA è dovuta, probabilmente, alla non conoscenza della pianta stessa.

Le caratteristiche BOTANICHE dell’arbusto si possono ricercare sui numerosi testi di BOTANICA e altrove. Mi limito a riportare solo alcune indicazioni: il nome scientifico è ”Pistacia lentiscus”, fa parte della Famiglia delle Anacardiaceae, appartenente al 26° Ordine delle “Terebinthales”  – vi appartiene “Pistacia vera” il Pistacchio (1). Altezza m. 1-3; 3-7. Le caratteristiche sono: le foglie glabre e coriacee, fiori piccoli dioici, bacche rosse, più tardi nere (2). L’importanza risiede, fra le diverse connotazioni botaniche, rispetto alla caratteristica delle PIANTE DIOICHE, che contemplano piante con FIORI MASCHILI e PIANTE con FIORI FEMMINILI. In natura ci sono tante PIANTE DIOICHE. Ora, se per una pianta con fiori MASCHILI, durante la riproduzione gamica (la impollinazione), il POLLINE non incontra nel suo “viaggio” una pianta con i FIORI FEMMINILI, va perduto. Non feconda un bel niente! La stessa cosa accade per una pianta con i FIORI FEMMINILI, durante la riproduzione se non arriva il polline maschile che va a fecondare il fiore femminile, nulla si forma, il frutto non ci sarà. Le BACCHE non si formeranno.   

Il nostro concittadino, lo storico TEODORO KIRIATTI, nella sua pubblicazione del 1785,  scrive quanto segue: “[…] Le nostre campagne sono esenti da’ boschi e folti arborati […]”, ma si sofferma nello scrivere, con generosità sulla pianta del LENTISCO, e lo fa in questi termini: “[…] In Campagna la materia del fuoco sono i Carboni che si portano da varii luoghi; ma i rami, e le radici del Lentisco, che ivi si trovano è la più usata; questa è una pianta arborea che nelle nostre campagne la natura produce a dovizia; il fuoco che con questa si fa è vivo, leggiero che non grava la testa, perché non isparso di parti graveolenti; spesso nelle radici si trova una gomma, che nel bruggiarsi da profumo così grato, come la gomma di olivo; dalle Bacche del Lentisco i contadini n’estraggono con furia di pressione, un olio che usano per lo lume, e spesso per condire, ed è rimedio a più malattie degli animali addetti all’agricoltura […]” (3).   

Fa seguito il Can. Luigi Conte, nella sua pubblicazione “Cerignola” del 1853, nello scrivere dell’Agricoltura: ”[…]Il territorio è diviso in vari latifondi, e masserie, cui sono aggregati erbaggi, che si addimandano mezzane, di tratto in tratto coverte di macchie di lentisco, e di peri selvaggi[…]”, prosegue parlando dell’  “Alboricoltura”: “[…]La natura poi produce a dovizia nelle nostre campagne il lentisco, che ordinariamente somministra ai naturali un fuoco vivo e leggiero , e dal cui frutto si estrae ancora l’olio, ottimo per curare diverse malattie degli animali[…]” (4).

 Ancora nel 1914, il Cav. Francesco Cirillo nella nomenclatura sulla presenza degli “Alberi” presenti nel nostro territorio scrive: “[…]Più in questo agro oltre alle suddette piante vi sono pochi alberi come il perastro, il pioppo, l’olmo, il prugno selvatico e il cotogno selvatico che in dialetto diconsi spinatrignae scannapulce, l’olivo selvatico, il giuggiolo, il lentisco, tamarigi o tamarisco o tamarici pianta medicinale, il frassino, il cartpino, l’alvanella lungo le rive dell’Ofanto ed il salice piangente[…]” (5). 

Proviamo a fare un grosso passo indietro. Nel XVI secolo lo storico Fr. LEANDRO ALBERTI, nella sua pubblicazione “Storia d’Italia”, trattando la nostra Regione, la PUGLIA, e in particolare la nostra CAPITANATA, scrive e fa riferimento a “Cidignola castello” e noi rimanendo in tema riportiamo quanto segue : “[…]Tutta questa Campagna è priva di alberi, ma molto producevole di grano, orzo e altre biade. Vero è, che in vece degli alberi veggonsi assai ferule in qui, et in là per essa, con le quali fanno fuoco gli habitatori del paese per loro bisogni no(n) havendo legna[…]” (6).(p. 254).

Nell’ Aprezzo del 1672 leggiamo: “[…]Per comodità delle legna la mag(gio)r  parte di q(u)elli che hanno comodità le vanno à comprare nel bosco di Monte Milone distante miglia quattordeci in circa, alla ragg(io)nrdi cr(li)ni sette il carro, e poi se lo portino à loro paese, et alcuni altri si servono nelli Boschetti Regy de Salpi, compiacendosi però li guardiani di quelli, e molti vanno nelle mezzane della Ducal Corte facendosi però q(u)elle fasciume piccole che impediscono il comercio dell’Animali[…]” (7).

Nell’Apprezzo del 1758 leggiamo sia della presenza di alberi nei luoghi ben precisi bagnati dal fiume Ofanto ed appartenenti alla Casa Ducale Egmont, cioè il FEUDATARIO di Cerignola, che ogni taglio doveva essere autorizzato e che la legna ricavata bisognava pagarla: “[…]Il Taglio del Legname nel Bosco della Fara nel Fiume Ofanto – Nel Compreso della Fara da sotto la Cappella di S. M(ari)a di Ripalda nel piano accosto il Fiume Ofanto vi è una mezzana boscosa c(o)n alberi di Olmi, pioppi, ed’ altro lungo il fiume, e confina con il fiume sud(ett)o col Montuoso di Ripalda, e Fara, ed anche con qualche poco di piano, e con territorj della Re(gi)a Corte, così verso la parte di basso, come verso la parte di sop(r)a. Di detti alberi se ne vedono alcuni da parte in parte secchi, e lo credo adivenuto, che essendo in tempo di escrescenze uscito dal suo letto il fiume, ave attraversato p(er) mezzo la mezzana sud(ett)a, e l’ave in molti luoghi scavata, e ripiena di arena, e limo, e cessando poi l’escrescenza dell’acqua, resta nelli luoghi infossati in d(ett)a mezzana l’acqua sud(tt)a, e sopravenendo poi i caldi, et accalorandosi l’acqua impantanata, n’è adivenuto, che l’alberi siano venuti  a patire, e perciò a seccarsi. Dell’alberi sud(ett)i se ne vedono in varj luoghi tagliati alcuni di essi, non meno in quest’anno, che negli anni passati, così ne’ rami come p(er) intieri, che dicesi p(er) parte di Egmont essere stati fatti li tagli sud(ett)i furtivame(n)te da Locati, ed esserne stati i me(desi)mi querelati nella R(egi)a Dogana, come dagl’atti dell’accesso fol. 453, ad 456; ed all’incontro p(er) p(art)e de M(agnific)i C(reditor)i si dice essersene dall’Ill(ustr)e Conte fatto in ogn’an(n)o la vendita di d(ett)o legname. Per d(ett)o taglio di legname si ha nell’apprezzo del 1671, che in quel tempo con l’esame de Testomonj si era provato, non essersi mai fatto taglio di legname in d(ett)o luogo di Palazzo, seu  Frara, o Ripalda, nulla però di meno dice il Tavol(ar)io, che potea se ne far taglio, e perciò lo porta per A(n)nui docati diece. Si disse per parte de M(agnific)i Cre(ditor)i in tempo dell’accesso, che erasi venduto dall’Ill(ustr)e Conte il taglio del legname, e che tale taglio si era fatto, e stavasi facendo[…]” (8).

Possiamo evincere da quanto è stato trascritto che il paesaggio campestre era pieno di FERULA, poiché molti territori erano di natura paludosa, e stiamo parlando del LAGO DI SALPI che lambiva tra le altre contrade quella di Tressanti, di Cerina ed altre viciniori, poi bonificate nel periodo fascista. Quindi la FERULA veniva raccolta dai nostri concittadini per usarla come combustibile e non pagavano tasse. Nel XVII secolo, si trova registrato nei documenti, l’approvvigionamento di legna avveniva altrove con grande aggravio economico. Nel XVIII secolo si parla di una pianta arbustacea molto diffusa, il LENTISCO, che veniva raccolta per legna da ardere ed altre utilizzazioni. CHE GENEROSITA’ LA NATURA !!!    

Cerignola, 25 Settembre 2021                              Matteo Stuppiello


Bibliografia

(1) – SERGIO TONZIG, Elementi di botanica, Vol. II –  Casa Editrice Ambrosiana – Milano – Via Bertacchi, 7 – Ristampa della prima edizione -1968, p. 1269; p.. 1274.

(2) – HARRY GARMS, Piante e animali d’Europa, Editrice La scuola, Brescia, 1979 – IV Edizione, p. 246; EUGENIO BARONI, Guida botanica d’Italia – Ossia Chiavi analitiche per determinare le piante spontanee che crescono nella penisola– Quarta Edizione riveduta e corretta da Sara Baroni Zonetti, LICINIO CAPPELLI EDITORI – Stab. Tipografico di Rocco San Casciano, 1969, pp. 73-74.

(3) – TEODORO KIRIATTI, Memorie istoriche di Cerignola, In Napoli MDCCLXXXV – Nella Stamperia di MICHELE MORELLI con Licenza de’ Superiori, pp. 142-143.

(4) – LUIGI CONTE (Sac.), Cerignola, in Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, a cura di FILIPPO CIRELLI, Vol. VIII, fs. 1° (Capitanata), Napoli, 1853 – Stabilimento Tipografico di Gaetano Nobile – Vicoletto Salita a’ Ventaglieri n° 14, pp. 75-74.

(5) – Cav. FRANCESCO CIRILLO, Cenni storici della Città di Cerignola, Cerignola, Premiata Tip. Editrice ”PESCATORE”, 1914, p. 55.

(6) – Si veda MATTEO STUPPIELLO, Nel Museo Etnografico una rara edizione della “Storia d’Italia” di Fr. Leandro Alberti (sec. XVI) che parla di “Cidiniola” – Cerignola, 24marzo 2017 – www.archeoclubcerignola.com.

(7) – Si veda MATTEO STUPPIELLO, Apprezzo della Città di Cerignola 1672, Tipolitografia “Miulli”, via Roma, San Ferdinando di Puglia (fg), 2005, p. 7.

(8) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI – SACRO REGIO CONSIGLIO – Ordinamento Zeni, fs. 84, fascicolo 2 – Costantino Manni (Tavolario) – Apprezzo della Terra di Cerignola 1758, cc. 58v.-59v.

1 – Cerignola – Contrada “San Marco” – LA RARA PIANTA DI LENTISCO – Proprietà agricola Matteo Stuppiello – Foto Matteo Stuppiello 10.6.2021.

2 – Cerignola – Contrada “San Marco” – LA RARA PIANTA DI LENTISCO – Particolare – Proprietà agricola Matteo Stuppiello – Foto Matteo Stuppiello 10.6.2021.

3 – Cerignola – Contrada “San Marco” – LA RARA PIANTA DI LENTISCO CON LE BACCHE – Proprietà agricola Matteo Stuppiello – Foto Matteo Stuppiello 20.8.2021.

4 – Cerignola – Contrada “San Marco” – LA RARA PIANTA DI LENTISCO CON LE BACCHE – Proprietà agricola Matteo Stuppiello – Foto Matteo Stuppiello 20.8.2021.

5 – Cerignola – Contrada “San Marco” – LA RARA PIANTA DI LENTISCO CON LE BACCHE – Proprietà agricola Matteo Stuppiello – Foto Matteo Stuppiello 20.8.2021.

6 – Cerignola – Contrada “San Marco” – LA RARA PIANTA DI LENTISCO CON LE BACCHE – Proprietà agricola Matteo Stuppiello – Foto Matteo Stuppiello 20.8.2021.

7 – Cerignola – Contrada “San Marco” – LA RARA PIANTA DI LENTISCO CON LE BACCHE – Proprietà agricola Matteo Stuppiello – Foto Matteo Stuppiello 20.8.2021.

8 – Cerignola – Contrada “Salice” – PIANTA DI FERULA – Foto Matteo Stuppiello 10.5.1981.

9 – Cerignola – Contrada “Salice” – PIANTA DI FERULA – Foto Matteo Stuppiello 10.5.1981.

10 – Cerignola – Contrada “Salice” – PIANTA DI FERULA – Foto Matteo Stuppiello 10.5.1981.

11 – Cerignola – Contrada “Salice” – PIANTA DI FERULA – Foto Matteo Stuppiello 10.5.1981.