
– PRIMA PARTE –
Festeggiamo l’anniversario dei 50 anni di un arduo ed entusiasmante “cammino” CULTURALE che ha apportato innegabili BENEFICI di SANA CULTURA mediante la COMUNICAZIONE e la DIVULGAZIONE della CONOSCENZA, la DIFESA e la VALORIZZAZIONE dei BENI CULTURALI, PATRIMONIO indelebile della nostra CITTA’.
Il MANIFESTO celebrativo dell’evento reca al centro del campo la VALVA concava basale di un esemplare di COPPA SANTA (Pécten jacobaèus) della famiglia dei Pettinidi, corrispondente alla notissima CONCHIGLIA di SAN GIACOMO di COMPOSTELA, usata dai PELLEGRINI come coppa per attingere l’acqua e dissetarsi alle fontane presenti, durante il LUNGO CAMMINO, sulle strade nel periodo medievale.
Alla CONCHIGLIA, riportata in primo piano, attribuisco TRE intrinseci notevoli SIGNIFICATI VALORIALI:
– la stessa mi è stata regalata, nel 1970, dalla mia cara e indimenticabile zia ANTONIETTA RUSSO, vedova MARINELLI (1), cugina della mia nonna materna, RIPALTA DIBISCEGLIA (2). Svolse i suoi studi, agli inizi del ‘900, nel CONVITTO FEMMINILE “REGINA MARGHERITA” (allora Palazzo Cirillo), già COCCIA, in Corso Garibaldi a Cerignola. L’indimenticabile zia viveva da circa 50 anni a Bari, in Via Sagarriga Visconti, allontanatasi, per sua scelta, dalla amata Cerignola. Durante la mia permanenza residenziale a Bari, per via degli studi universitari, ebbi la fortuna di incontrarla numerose volte. Le motivazioni che mi spingevano a recarmi presso la sua abitazione erano l’innato amore per gli anziani e l’affetto che sempre mi rivolgeva perché parenti e per la sua volontà nel trasmettermi, mediante il facile eloquio, i tantissimi ricordi, l’inesauribile CULTURA e il ricco bagaglio di conoscenza su Cerignola nelle varie sfaccettature, essendo stata parte dell’alta società. Conosceva i vari Palazzi, le strade, le famiglie più in vista, le tradizioni popolari, i Personaggi, la politica, i proverbi cerignolani e tanto altro. In una sera dell’anno 1970 mi fece dono di una grande VALVA di PETTINE, in virtù del fatto che ero iscritto alla Facoltà di SCIENZE NATURALI ed essendo in una città di mare (Bari). Mi affidava la grande CONCHIGLIA con tanto amore e stima, abbozzando un labile sorriso velato di tristezza e di gioia. Non osai chiedere il perché di questa “CONSEGNA”, forse le ricordava, senz’altro, un qualcosa di intimo. Nel corso degli anni di studio e di docenza ho sempre dato molta importanza a questo reperto, tanto da tenerla a vista sulla mia scrivania e da mostrarla, fra i vari materiali di SCIENZE NATURALI e unitamente alle altre conchiglie, ai miei studenti durante le lezioni. Mi soffermavo sulla suddetta CONCHIGLIA per spiegarne l’anatomia e la morfologia.
– la CONCHIGLIA simboleggia il mio voler DISSETARMI alla fonte primaria della CULTURA. La lettura e lo studio di antichi testi presso la BIBLIOTECA NAZIONALE di BARI, ubicata nell’ATENEO, sull’ARCHEOLOGIA, sul MEDIOEVO, sulle RACCOLTE di Pergamene, sulle TRADIZIONI POPOLARI e su tutto ciò che interessa la nostra REGIONE e in particolare sulla CAPITANATA, come anche la visita al MUSEO ARCHEOLOGICO ubicato nello stesso luogo, hanno contraddistinto tutta la mia esistenza giovanile. L’intento di questo articolo è di ricordare principalmente la prima FOTOMOSTRA, manifestazione culturale che coinvolse grande parte della Città, e indirettamente l’origine del mio lungo CAMMINO culturale cinquantennale, scandito da passi decisi perché sorretti da tanta caparbietà nel voler affrontare gli incerti della vita.
– la VALVA di lamellibranco è stata “CUSTODE e ARCHIVIO”, senza soluzione di continuità, di TESTIMONIANZE inalienabili intorno al PATRIMONIO CITTADINO mediante le seguenti iniziative: Fondazioni di Istituzioni Culturali, apposizioni di VINCOLI TUTELATIVI ai MONUMETI, produzioni di TESTI e DOCUMENTI, arricchimento testuale della Biblioteca e dell’Archivio personale, di MANIFESTI, ATTIVITA’ CULTURALI, ricerche e reperimenti sulla Civiltà Contadina, sulle TRADIZIONI POPOLARI, sui materiali ICONOGRAFICI e sui manufatti di arte sacra minore.
La VALVA superiore del “pecten”, non avendo quella originaria, l’ho attinta dalla personale RACCOLTA di SCIENZE NATURALI, facendola adattare graficamente dal giovane Socio Francesco di Bono.
Ringrazio il giovane p.i. FRANCESCO DI BONO di Cerignola, Socio dell’Archeoclub d’Italia APS – Sede di Cerignola, amministratore del nostro sito web, per l’ottimo risultato riveniente dalla elaborazione GRAFICA del suddetto MANIFESTO.
A chiusura della descrizione sui SIGNIFICATI VALORIALI attribuiti alla CONCHIGLIA, mi soffermo su quanto viene riportato graficamente per immagini con la scelta di N. 10 FOTO:
– N. 4 foto riproducono oggetti e attrezzi, esposti attualmente sul Museo Etnografico Cerignolano (1979), facenti parte, insieme ad altri, del PRIMO NUCLEO del futuro MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO, esposti nella prima foto-mostra;
-due PIGNATTE, una grande e una piccola, in argilla invetriata da fuoco, appartenute alla mia prozia, ANTONIA DIBISCEGLIA (3), sorella della mia nonna materna Ripalta. I due manufatti venivano utilizzati per la lenta cottura dei LEGUMI sulla brace;
– un piccolo TAVOLO con gambe tornite in legno, appartenuto a mio nonno materno MATTEO RUSSO (4), usato nella sua Masseria. Sopra di esso sono collocati: un PIATTO e CUCCHIAIO di legno, appartenuti a mia nonna paterna, MARIA LUIGIA TROTTA (5) di Monte Sant’Angelo, e un bicchiere in argilla invetriata usati tutti nella Masseria ubicata nella Valle detta di CARBONARA; un BOCCALE in argilla invetriata per il vino, appartenuto a mio nonno Matteo Russo; un MORTAIO con pestello in legno, lavorato ad incisione e datato 1932, donato da PASQUALE TROIANO (6) di Monte Sant’Angelo, parente di mio padre MICHELE; una “BUGIA” (portacandela) in ferro smaltato, appartenuta alla mia prozia Antonietta Dibisceglia;
– una BILANCIA con due PIATTI di legno legati con funi ai due bracci. È un tipo di bilancia generalmente usata dai venditori ambulanti di frutta, verdura… . A corredo della stessa, una perfetta sfera LITICA di un paio di chili che veniva usata, insieme ad altre, come contrappeso per pesare i prodotti. La BILANCIA e il PESO sono stati donati da Pasquale Troiano di Monte Sant’Angelo, parente di mio padre;
– tre manufatti singoli lignei con manico: un rastrello, un forcone e un raccoglitore utilizzati nella cerealicoltura. Appartenuti e donati da Pasquale Troiano di Monte Sant’Angelo, dopo essere stati utilizzati nella Masseria della Famiglia Rinaldi, nella parte più interna della Valle detta di CARBONARA;
– una CAMPANA con battaglio in ferro appartenuta a mio nonno Matteo Russo e una LAMPARA con LUCIGNOLO in stagno realizzati dall’artigiano Celestino Pepe di Cerignola, amico di mio padre. Questi tre manufatti erano stati utilizzati per la caccia notturna alle ALLODOLE. Una sola volta, negli anni ’50, ho partecipato alla caccia delle stesse con mio padre e due suoi amici, in contrada San Marco, senza RISULTATO, per fortuna !!!
– quattro Fotografie (di un gruppo di undici foto dello stesso tema fotografico) dell’autore Gaetano Ieva, titolare dello “Studio Fotografico G. Ieva” di Cerignola, attivo dal 1892. Gli stessi scatti fotografici sono stati da me acquistati, nel 1968, dai fratelli fotografi Giovanni e Gaetano Lenoci dello “Studio Fotografico G. Ieva”. Tre ritraggono il Duomo “Tonti”, durante i lavori per la costruzione, di cui due riprendono l’esterno e una l’interno. Le foto sono del 1926, operava la “Impresa Domenico Tavano / Cerignola”. Una foto riproduce la Sacra Icona della Vergine SS.ma di Ripalta (secc. XII-XIII), prima del restauro effettuato, nel 1926, dal Prof. Domenico Brizi di Assisi, presso il Santuario campestre omonimo.
– una foto (di un gruppo di cinque foto) dello “Studio Fotografico Belviso” di Cerignola, autore Giuseppe Belviso, acquistata nel 1968, ritraente la demolizione dell’ex Chiesa e Convento (sec. XVII) dei Padri Cappuccini, effettuata nel 1933, dove sarebbe sorto l’attuale Palazzo delle Poste, in Piazza Duomo.
Mi piace iniziare il percorso storico-documentale trascrivendo il testo integrale riportato su “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” del 13 settembre 1972: “Una foto-mostra su Cerignola agli inizi del secolo – L’iniziativa potrebbe aprire il discorso su un museo delle tradizioni popolari – Cerignola, 12 settembre – “Cerignola agli inizi del secolo” è una foto-mostra realizzata dall’universitario Matteo Stuppiello e raffigurante per lo più gli attrezzi usati dai nostri contadini nei primi del Novecento. L’iniziativa offrirebbe lo spunto per un discorso sulle possibilità o meno di realizzare qualcosa di permanente, per esempio un piccolo museo, riguardante le tradizioni popolari di Cerignola (a Bovino si sta realizzando qualcosa del genere). Ma il discorso cadrebbe nel vuoto di fronte alla quasi totale estraneità alla cosa da parte della biblioteca comunale e alla probabile indifferenza dell’Amministrazione. Basta a dimostrarlo il fatto che innanzi tutto il giovane Stuppiello non ha trovato nella biblioteca del materiale che potesse servirgli per la mostra. Una conferma indiretta la si è avuta dal fatto che il giovane espositore ha dovuto ricorrere ad un locale offertogli da un privato, esponendo solo una parte di quello che si sarebbe potuto mettere in mostra se avesse potuto disporre di un locale più grande. Si tratta di materiale – quello in discussione – raccolto da Stuppiello in anni di paziente ricerca, senza possibilità di collaborazione e con una notevole spesa personale” (7).
Questa prima TESTIMONIANZA ha un enorme significato valoriale perché fa riferimento all’assenza e all’inesistenza di precipua volontà, da parte dell’Amministrazione Comunale, nell’aprire una pur minima collaborazione o apertura propositiva, con lo scrivente, per intraprendere insieme una “strada” culturale che avrebbe condotto all’APERTURA di un MUSEO sulla CIVILTA’ CONTADINA e sulle TRADIZIONI POPOLARI circa la storia cittadina e sull’archeologia. Altra mancanza fu il non voler avvallare e promuovere, tendendomi la mano, l’idea di rendere più nutrito l’originario “GRUPPO GIOVANI RICERCATORI”(8) con l’avvento di nuovi giovani mediante il coinvolgimento delle SCUOLE di ogni ordine e grado, NON ESSENDOCI mai stati GRUPPI e ASSOCIAZIONI preposte alla RICERCA STORICA, ARTISTICA, ARCHEOLOGICA e DEMOANTROPOLOGICA tese alla CONOSCENZA, DIFESA e VALORIZZAZIONE dei BENI CULTURALI nella nostra città, alla fine degli anni ‘60 e inizi del 1970. Mi piace riportare quanto scrive il Prof. ROBERTO CIPRIANI sul “MERIDIANO 16” – periodico di informazione e dibattito – di Lucera, nel 1994: “Un popolo che non ha radici non ha identità, si dice. Ma la ricerca della propria identità passa attraverso lo studio e l’approfondimento di quelle che sono le proprie origini. A questo scopo ormai da secoli si sa che riesce a provvedere soprattutto l’istruzione museale. È per questo che a Cerignola come altrove qualcuno ha pensato di offrire gran parte delle proprie risorse in termini di tempo, impegno, costi, sede, manutenzione ed offerta al pubblico degli utenti. Tra i benemeriti della cittadina pugliese è senz’altro da annoverare il prof. Matteo Stuppiello, che per primo ebbe l’idea di un sodalizio culturale a carattere cittadino con finalità storico-culturale. Vi provvide insieme con altri già un ventennio fa […]” (9). Il “GRUPPO GIOVANI RICERCATORI”, animato da genuino spirito di VOLONTARIATO, è stato, indiscutibilmente, il PRIMO GRUPPO ASSOCIATIVO CERIGNOLANO nei campi dell’indagine STORICA LOCALE. A partire dalla fine degli anni ’60, il GRUPPO è stato un punto fermo nella storia di Cerignola. Ho cercato di coinvolgere uno sparuto numero di amici di “comitiva”, non conoscitori della storia della città, nel darmi una “mano” collaborativa nei sopralluoghi di ricerca e di indagine. Ho “seminato” con tanto entusiasmo, raccogliendo anche indifferenza e diffidenza. A questo PRIMISSIMO GRUPPO ho sempre continuato, lentamente e senza sconti, a trasmette passione, “fuoco”, amore e interesse per la città. Ho avvicinato tanti giovani, interessandoli sempre di più alla affascinante e ricca storia di CERIGNOLA e, soprattutto, alla microstoria ignorata completamente. Tutto questo è costato un immenso sforzo organizzativo ed emotivo nella ferma volontà di superare molte incomprensioni. Tra il 1970 e il 1972 non tardarono ad arrivare i risultati sperati. Una spallata alla indifferenza totale dell’Amministrazione Comunale e al disinteresse dei concittadini, soprattutto della fascia giovanile, giunse con la notevole presenza dei visitatori alla PRIMA FOTOMOSTRA. La sala registrava sempre il pieno e ciò che tutti notavano era la notevole presenza dei GIOVANI, desiderosi di “sapere”, di “conoscere” e di “indagare” ogni ATTREZZO e UTENSILE “vissuto”, presente in ogni FOTO, CARTOLINA e IMMAGINE. In tale circostanza, non potevo assolvere da solo al rito delle spiegazioni, infatti, scattò spontaneamente nei presenti, in particolare negli anziani, la voglia di farsi guide e interpreti. Numerosi furono gli anziani BRACCIANTI e ARTIGIANI che si facevano interpreti di loro stessi e del loro vissuto ricco di esperienze. Bravissimi ad aprire il loro “LIBRO” non scritto ma riposto nella loro mente con un infinito turbinio di sensazioni, esperienze ed emozioni; pagina dopo pagina trasmettevano il loro “sapere” ai giovani, ignari di tutto, lasciandosi coinvolgere dalla spontaneità e, soprattutto, dalla genuinità narrativa. Un binomio venutosi a creare, in ogni singolo momento, tra passato e presente, atto ad una entusiasmante CONTINUITA’ generazionale. Il pubblico presente notava lo spirito dell’iniziativa, apprezzava e prendeva atto del fatto che questa PRIMA MOSTRA CULTURALE, unica sino ad allora nel suo genere, veniva effettuata da un privato e non dall’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. È stata senza ombra di dubbio una vera e propria “RIVOLUZIONE”, un “TERREMOTO CULTURALE” per la CITTA’. Si apriva un nuovo modo di avvicinare i cittadini alla STORIA LOCALE, scendendo dal PIEDISTALLO dell’arroganza, della superbia e della stupida supponenza di una limitata CASTA che emarginava, mettendo prontamente all’angolo, le classi sociali meno abbienti, facendone emergere, più che altro, la sottocultura. I risultati positivi, colti dai concittadini rivenienti dalla PRIMA FOTOMOSTRA, andavano a costituire situazioni DEFLAGRANTI per il POTERE POLITICO e non solo. Al generico POTERE, radicato nei vari ambiti cittadini, procurò molto fastidio e il solco venne ad approfondirsi sempre di più. Matteo Stuppiello, un giovane universitario, un “rivoluzionario”, andava a squarciare una cultura, secondo loro molto “pericolosa” e, soprattutto, “perniciosa”. Erano disorientati! La loro “cultura”, di chiusura totale, stantia, arrogante e retrograda veniva messa in discussione dallo scrivente. Andavo a ledere le corde, non del cuore che era di “PIETRA”, ma della MENTE fortemente intrisa di becera demagogia. La risposta non si fece attendere. Se la memoria non mi inganna, non molto tempo dopo la mia FOTOMOSTRA, fu allestita in un locale di Viale Roosevelt, ubicato nei pressi del Palazzo CIANCI-VENTURA, una ulteriore mostra fotografica. Non ricordo se questa mostra fu organizzata dall’Amministrazione Comunale o da un sindacato o da Ditte edili vicine al potere politico. Nella mostra fotografica si esponeva, in modo grossolano e frettoloso, una serie di foto rivenienti le varie fasi di costruzione ed assetto urbanistico volute dall’Amministrazione Comunale e dai privati. Una mostra che non aveva senso. Visitata da pochissime persone che non comprendevano il valore e il significato di tutto ciò. Entrando, vedevano foto in bianco-nero che riprendevano lo scavo, i primi pilastri delle fondamenta, la costruzione dei vari piani, i ponteggi, etc. Questa tipologia di foto era già stata prodotta dallo scrivente a partire dal 1969. Le Ditte costruttrici di opere pubbliche e private mi conoscevano perché a loro chiedevo informazioni e il permesso di realizzare degli scatti fotografici. Dato che queste mie foto non erano state inserite nella PRIMA FOTOMOSTRA, gli organizzatori della mostra “alternativa” pensarono bene, producendone una “BRAVATA”, di pubblicare le loro per evidenziare la carenza nella mia foto-mostra, senza comprendere che le stesse non rientravano nel tema trattato. Non ho mai reso pubbliche le mie foto sull’URBANISTICA, pertanto, risultano essere inedite.
Ma il peggio serpeggiava anche “in casa nostra”. Un veleno sottile trovava spazio tra le nostre fila, anche tra alcuni dei miei più vicini collaboratori, in quanto mal condividevano e accettavano questo mio “scatto” culturale. Il mio operato smascherava la loro “cattiva coscienza” nell’essere PROFONDAMENTE IMPREPARATI sulla storia della CITTA’. Infatti, già dall’anno successivo e a tutt’oggi, continua la malversazione nei miei confronti.
Sul nostro sito web dell’Archeoclub d’Italia APS Sede di Cerignola, nell’ampia SCHEDA dal titolo “Mostre Foto – Documenti”, al N. 1 si riporta quanto segue:
– “1972 – 7/10 settembre “Cerignola antichissima” – Cerignola – Corso Aldo Moro n. 45 (già Corso Roma n. 89). Locale messo a disposizione, gratuitamente, dal proprietario, Sig. Italo Grillo. È stata in assoluto la Prima Mostra Fotografica della Città. La Mostra metteva in risalto il raffronto sulle trasformazioni Urbanistico-Architettoniche di Cerignola. Dagli inizi del ‘900 ai nostri giorni. I Concittadini vedevano per la prima volta un ricchissimo “corpus” di Fotografie e Cartoline in originale. Arricchiva la Mostra l’esposizione di materiali inerenti oggetti e attrezzi sulla Civiltà Contadina. Materiali che costituivano il Primo nucleo del Museo Etnografico Cerignolano che veniva presentato per la prima volta alla Città. La Mostra è inserita nel Programma dei Festeggiamenti della Protettrice della Città, Maria SS.ma di Ripalta” (10).
Con immensa gioia e gratitudine voglio riportare un significativo “frammento” di quanto fu scritto dalla cara amica e compianta Prof.ssa GIUSTINA SPECCHIO, proprio in riferimento alla suddetta FOTOMOSTRA “Cerignola antichissima”, tratto dalla SCHEDA da Lei curata “Il Museo Etnografico Cerignolano”, inserito nella pubblicazione “Processi lavorativi e vita sociale nel Basso Tavoliere – introduzione al Museo Etnografico Cerignolano”(11): “[…] 1972, settembre: in occasione delle feste patronali in onore di Maria SS. di Ripalta l’universitario Matteo Stuppiello e il suo gruppo di ricerca (che dal 1976 assumerà la denominazione di Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, organizzano, per la prima volta nella città, una mostra fotodocumentaria “Cerignola antichissima”, che va considerata come il nucleo base del futuro museo. Vengono esposti attrezzi agricoli, suppellettili ed utensileria domestica, attrezzi di vari settori artigianali, cartoline e fotografie d’epoca, a coprire un periodo di quasi cinquant’anni (fine sec. XIX – inizi sec. XX). Il notevole afflusso di visitatori dimostrò palesemente il grande interesse per quella prima documentazione vi del passato della città, che molti degli stessi visitatori vollero arricchire con propri ricordi personali […]”.
Mi piace riportare un ulteriore significativo contributo scritto dal Prof. SALVATORE DELVECCHIO: “La storia. Quella di un uomo e della sua vocazione. Una vocazione può manifestarsi in tempi impensabili: un po’ alla volta o all’improvviso; a dieci anni o prima, o anche, dopo. Per Matteo Stuppiello tale folgorazione accade fra gli otto ed i dieci anni (Anni ’50): sotto la guida del Maestro Michele Dambra (*Cerignola 18.8.1922 †Cerignola 9.1.1995), vive la prima esperienza di visitare l’allora sconosciuta “Terra Vecchia”. Viene impressionato dai segni del tempo, dei luoghi, delle memorie e, per quella età, dei miti. Affiora subito in lui una forza misteriosa che lo affascina o tormenta: il mistero della vocazione avvertito come scelta di un impegno, una scelta che risulterà irreversibile, che si farà “destino”. Egli affermava, sin d’allora, intimamente e pubblicamente, perché ne è fermamente convinto, che le “cose” nascono per durare, per non morire. A quell’età avvertiva un pullulare di impulsi non subito dominati, dai quali riceveva la delega a prendersi cura di tutto quello che è “storia”: erano gli Anni ’60 ed agli agiva, inconsapevolmente “[…] in concomitanza spontanea con quanto andava accadendo in tutta Europa, quando il movimento per la conservazione dei beni culturali, superato il momento dell’impegno della salvaguardia del monumento di eccezionale valore d’arte, al criterio della protezione singolare faceva subentrare quello della protezione diffusa […]” (1). La storia della Città, da leggersi attraverso la voce della totalità dei suoi segni (beni ambientali, architettonici, archeologici, archivistici,…) a Cerignola, inizia così, con lui, con Matteo Stuppiello, pioniere, raccoglitore e catalogatore di una quantità inestimabile di materiali documentali, reperiti presso gli Archivi di Stato, le Biblioteche Provinciali e Nazionali, di testimonianze orali, di oggetti, manufatti, attrezzi, …, di proverbi, racconti, canti, … Dai brulicanti recuperi degli Anni ’60, infatti, la sua è stata una presenza costante sul Territorio, un succedersi senza soluzione di continuità di scoperte, annunci e denunce, recuperi: una vita spesa nell’impegno “[…]nel raccogliere, conservare e tramandare le memorie storiche della Città e la sua infaticabile opera tesa al recupero delle tradizioni popolari della civiltà contadina[…]” (2). Così recita la motivazione del Premio “N. Zingarelli”, assegnatogli dall’Amministrazione Comunale nel maggio 1983, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della pubblicazione del Vocabolario della Lingua Italiana, voluta dalla stessa sotto la guida dell’allora Sindaco, ing. Attilio Manfrini. Matteo Stuppiello riceve in dono i primi congrui materiali cartacei ed iconografici dalle zie Antonia Dibisceglia (*Cerignola 18.6.1892 Cerignola †11.4.1970 (3) ed Antonietta Russo (*Cerignola 15.6.1895 †Bari 16.10.1970) (4), e dalla sig.na Anna Ruocco, amica di famiglia (5). La prima gli aveva fatto dono , il 17.5.1964, di alcuni Santini ed immaginette sacre, appartenuti al Can. Mons. Francesco Ladogana (*Cerignola 28.4.1883 †Cerignola 7.10.1963): di particolare interesse una foto cartolina di “San Trifone Martire / Protettore di Cerignola dal 1585”. La seconda gli donava, nel 1968, molti “ricordi” di famiglia e della Città: fotografie di monumenti, luoghi caratteristici, avvenimenti e festività, …, una foto della prima auto a Cerignola (1908), acquistata da Ermanno Traversi. Ai materiali si aggiungeva una eccezionale quantità di notizie che stimolava ad ulteriori ricerche ed approfondimenti: proverbi dialettali, notizie sui Palazzi, le Famiglie, i Personaggi e gli eventi. La sig.na Anna Ruocco (*Cerignola 6.3.1916 †Cerignola 6.1.1981) ritenne, infine, di affidargli perché fossero tutelati e valorizzati molti “documenti appartenuti a suo zio, il Can. Mons. Francesco Ruocco (*Cerignola 18.4.1885 †Cerignola 14.9.1968): Lettere Pastorali, foto, articoli, opuscoli, …, sui Vescovi della nostra Diocesi, foto del Duomo in costruzione, di manifestazioni a carattere religioso, …, reliquie ed immagini sacre, santini, … Dopo il tempo dei miti seguono numerosi i momenti di un tenace e puntiglioso agire sul Territorio e per il Territorio. Segno tangibile di un impegno teso alla diffusione della cultura del proprio Territorio è la Mostra foto-documentale “Cerignola antichissima”, voluta per la prima volta nella nostra Città da Matteo Stuppiello ed allestita, in occasione delle Feste Patronali in onore di Maria SS.ma di Ripalta, dal 7 al 10 settembre 1972, nel locale in Corso Roma, 89 (oggi A. Moro 45), (6), messo a disposizione dal sig. Italo Grillo. Con l’esposizione di oggetti e di attrezzi e di 23 pannelli fotografici veniva a coprirsi un periodo di quasi cinquant’anni (fine sec. XIX – inizi sec. XX), con un notevole documentazione visiva del passato della Città e della sua gente. Fra il materiale esposto: le caratteristiche campana e lampara per la caccia alle allodole; una bilancia antica, tutta in legno, con peso in pietra modellata; una misura per cereali; un lume a petrolio per carretti; un tavolo da masseria con scodella in legno, un cucchiaio in legno, un piccolo boccale ed un bicchiere in argilla smaltata, un orciuolo per l’acqua fresca; un pesto in legno, un portacandela in ferro smaltato; una falce, un raccoglitore per il grano, una pala ed un forcone per ventilare le spighe, tutti in legno; un aratro in legno con vomere in ferro, usato per le fave; un raschietto in ferro per pulire gli attrezzi dei contadini, … .Le fotografie erano disposte su 23 pannelli: uno era dedicato alla demolizione dell’antica Chiesa e Convento dei Cappuccini, (1613), nel 1933, con due fotografie dell’artistico e miracoloso Crocifisso ligneo policromo (se. XVII); tre alle diverse fasi di costruzione del Duomo Tonti con la fotografia più antica del 1893, con diversi interni, con le foto degli architetti, del benefattore Paolo Tonti, dell’inaugurazione e della benedizione del Sacro edificio e delle Campane, effettuata da Mons. Fr. Vittorio Consigliere , Vescovo delle Diocesi di Cerignola e Ascoli Satriano nel 1934. Un altro pannello era dedicato agli Anni 1908-109 con le foto della prima automobile , dell’ Azienda Elettrica, dell’Ospedale; uno alla ex Stazione ferroviaria nel 1929, alla Villa Ducale, al Regio Ginnasio “G. Pavoncelli” con la cerimonia della posa della pietra, dell’ingresso principale, delle aule, …; alla venuta a Cerignola del Principe Umberto per l’inaugurazione, nel 1923, della Lapide ai Caduti della Grande Guerra, all’inaugurazione della Lapide al Milite Ignoto, nel 1921, al Congresso Eucaristico del 1922, al Circolo Nazionale, alla Caserma “Nino Bixio”; uno ad una serie di fotografie del 1893 con il Palazzo Baronale, Piazza Vittorio Emanuele, i fanali a petroli, …,; uno alla Madonna di Ripalta con diverse fotografie prima del restauro del 1926, con immagini antiche, a partire dal 1897, con l’antico Carro Processionale (1891), … Diversi pannelli erano, poi, dedicati alla cerealicoltura con le varie fasi di lavoro come si eseguivano nel 1905 (falciatura a mano, formazione dei covoni, trebbiatura, ..-.), alla viticoltura ed alla vinificazione , all’allevamento degli ovini, riportando molte immagini tratte dall’Album fotografico “Pavoncelli” del 1905. Un altro pannello presentava testimonianze su Mons. Antonio Palladino, sul suo funerale del 1926, … Nella Mostra era esposta solo una piccola parte delle testimonianze raccolte da Matteo Stuppiello in tanti anni per ricreare una “storia” non tanto lontana ma, ormai, quasi dimenticata, scegliendo quelle più cariche di potere evocativo, che attirarono moltissimi visitatori, entusiasti per quella prima documentazione visiva, che consapevoli dell’attenzione e del rispetto che chi l’aveva voluta riponeva nella loro conservazione e valorizzazione, essi vollero arricchire con i loro personali ricordi. In un articolo, apparso su “ La gazzetta del Mezzogiorno” del 13.9.1972, si leggeva: “[…]l’iniziativa offrirebbe lo spunto per un discorso sulla possibilità o meno di realizzare qualcosa di permanente, per esempio un piccolo Museo, riguardante le tradizioni popolari di Cerignola […]” (7); e tale possibilità diventò realtà ad opera dello Matteo Stuppielloche, il 1° maggio 1979, alla presenza dell’allora Sindaco di Cerignola, Gaetano Dalessandro, inaugurava ufficialmente il Museo Etnografico Cerignolano, punto di riferimento e centro di interesse per tutta la cittadinanza e, particolarmente, per la Scuola (8). L’impegno si è sempre più concretizzato in azioni mirate, sempre sorrette dalla serietà dell’agire e dal rigore scientifico, prime fra tutte la ricerca, la scoperta e l’analisi di testimonianze storiche, cartacee (documenti dal Medioevo ai nostri giorni, fra i quali quello del 1150, il più antico per la storia di Cerignola), lapidee (stemmi, fregi, iscrizioni); la riscoperta dei complessi medievale di Torre Alemanna, Tressanti, delle Chiese campestri e di quelle urbane, dei Palazzi, delle Masserie, del Piano delle Fosse. E, poi, l’affermazione della vocazione agricola ed artigianale del nostro Territorio con la riscoperta e valorizzazione degli antichi mestieri scomparsi e della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti (Confraternite laicali, Vigili Urbani …)L’individuazione di siti archeologici (San Marco Pignatella di Sopra, Salice, Tramezzo, Canneto …, la scoperta e l’affermazione del valore dei reperti archeologici presenti sul Territorio(Stele Daunia, Sarcofago paleocristiano, iscrizioni romane …: ceramica dalla protostoria al Medioevo).E sempre, unita alla ricerca, la Promozione di campagne pubbliche di conoscenza e di sensibilizzazione per difendere il nostro patrimonio culturale nella sua più ampia accezione, comprese le connotazioni ambientali: l’organizzazione di lezioni presso le Scuole di ogni ordine e grado con proiezioni di diapositive, di visite guidate, di Mostre foto-documentali che, nell’arco di un trentennio, senza soluzione di continuità, hanno offerto alla cittadinanza la conoscenza puntuale del passato, rafforzando l’identità culturale. Accanto alle Mostre, poi, le pubblicazioni, dalla più antica “La Madonna di Ripalta – Storia, culto e folklore”, fascicolo ciclostilato del 1977. Azione forte ma necessaria, è stata la segnalazione alle Soprintendenze competenti con la richiesta di apposizione di Vincolo tutelativo, puntualmente orrenuto (9): Piano delle Fosse Granarie, D.M. 5.7.1982; Torre Alemanna, declaratoria 15.3.1983; Teatro Mercadante, Declaratoria 16.12.1982; Teatro Mercadante (zona di rispetto), D.M.3.10.1983; Palazzo Cirillo-Farrusi e zona di rispetto, D.M. 21.5.1984; Chiesa del Purgatorio, declaratoria 20.3.1984; Chiesa di Santa Maria delle Grazie, declaratoria 30.3.1984; Chiesa di Santa Maria di Ripalta (Santuario Diocesano), D.M.21.9.1984; Chiesa di S. Francesco d’Assisi(Chiesa Madre), Declaratoria 31.10.187; Masseria ”Le Torri Ducali”, D.M. 24.3.1987; Chiesa campestre di San Giovanni di Zezza, D.M. 28.1.1988; Chiesa Campestre di Maria SS.ma Annunziata ed Edifici annessi, Declaratoria 19.8.1988 e D.M. 27.9.1988; Palazzo Pavoncelli, D.M. 14.2.1989; ex Convento dei PP. Gesuiti, D.M. 25.8.1992. Si ricorda, infine che per la Icona di Maria SS.ma di Ripalta è stata notificata la scheda presso l’Ufficio Catalogo della Soprintendenza di Bari in data30.4.1982.E questo, anche in funzione della carica di Ispettore Onorario, per il Comune di Cerignola, della Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici e di quella alle Antichità , ricoperta dal 1983 al 1995, nonché della Soprintendenza Archivistica, dal 1990 a tutt’oggi. A giusta ragione il prof. Roberto Cipriani, nella recensione del volume AA.VV., Processi lavorativi e vita sociale nel basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico cerignolano(10), affermava, fra l’altro, il lode a Matteo Stuppiello, che “[…]a Cerignola come altrove qualcuno ha pensato di offrire gran parte delle proprie risorse in termini di tempo, impegno, costi, sede, manutenzione ed offerta al pubblico degli utenti[…]: Matteo Stuppiello “[…] che per primo ebbe l’idea di un sodalizio culturale a carattere cittadino con finalità storico-culturali […]”(11), il “GRUPPO GIOVANI RICERCATORI” (12), diventato, con un proprio Statuto, il Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” nel 1976: A questo si affianca, nel 1980, la Sede locale dell’Archeoclub d’Italia, costituitasi per volontà e su impulso dello stesso Matteo Stuppiello. La ricerca, lo studio, il recupero, la valorizzazione, la tutela: le azioni nelle quali si concretizza l’impegno culturale di chi, per vocazione, con serietà, tenacia e caparbietà diffonde per promuovrre la difesa – Salvatore Delvecchio.
– Bibliografia e Note – 1 – G. SPECCHIO, Il Museo Etnografico Cerignolano, in AA.VV., Processi lavorativi e vita sociale nel basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano, Regione Puglia – Assessorato P.I. e Cultura – C.R.S.E.C. Cerignola, Foggia, 1993, p. 31; 2 – Le onoranze a Zingarelli – Le personalità cittadine premiate, da “La Cicogna” – Quotidiano di vita cerignolana, Anno V, n. 18, 30 maggio 1983, p. 9; 3 – Antonia Dibisceglia, sorella di Ripalta, nonna del prof. Matteo Stuppiello. Suo Padre Spirituale era Mons. Francesco Ladogana, Primo Parroco della Chiesa di S. Francesco d’Assisi, già dei Cappuccini, demolita nel 1933; 4 – Antonietta Russo, cugina della citata nonna materna del prof. Stuppiello. Dal 1923 si era trasferita a Bari , dove è rimasta fino alla morte; 5 – Anna Ruocco, nipote di Mons. Francesco Ruocco; 6 – 7 “Una fotomostra su Cerignola agli inizi del secolo – L’iniziativa potrebbe aprire il discorso su un museo delle tradizioni popolari, da “La Gazzetta del Mezzogiorno, 13 settembre 1972; G. SPECCHIO, Il Museo Etnografico Cerignolano…, op. cit. , p. 32. […]”. La mostra viene inserita, per volontà della Deputazione Feste Patronali, sia sul Manifesto murale “Programma Ricreativo” sia sul “pieghevole” “Festeggiamenti / in onore di / M. SS. di Ripalta / 6-7-8-9 Settembre / 1972, stampati dalla Tipografia Vurchio di Cerignola. Dei due citati documenti si conserva copia nell’Archivio Privato Matteo Stuppiello. 8 – G. SPECCHIO, Il Museo etnografico Cerignolano…, op. cit., p. 32; 9 – M. STUPPIELLO, Don Antonio Palladino e il suo tempo, San Ferdinando di Puglia, 1996, p. 8; 10-11 – R. CIPRIANI, i processi lavorativi di Cerignola, in “Meridiano 16” – Settimanale di informazione e dibattito (Lucera), Anno VIII, n. 17, 7 ottobre 1994, p. 2, 12 – M. STUPPIELLO, Don Antonio Palladino…, op. cit., p. 8; M. STUPPIELLO, La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, San Ferdinando di Puglia, 1999, p. 18”
Cerignola, 7 settembre 2022 Matteo Stuppiello
Bibliografia e Note
(1) – ANTONIETTA RUSSO (*Cerignola (FG) 15.6.1895 †Bari 16.10.1970) figlia di Michele e di Concetta Dibisceglia. Si veda: MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino e il suo tempo – Cerignola 1996 – Amministrazione Comunale – Assessorato Pubblica Istruzione e Cultura, Tipolito “Miulli Francesco”, Via Nazionale, 68 – San Ferdinando di Puglia (Fg), 1996, p. 143, Foto nn. 227-228; MATTEO STUPPIELLO, “U Stannard(e)”, Cerignola 24 marzo 2018 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, I Caduti della Grande Guerra. La lettera a sua moglie, Cerignola 5 Novembre 2018 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Ferdinando II Re delle Due Sicilie più volte a Cerignola, Cerignola 25 Novembre 2019 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Cerignola festeggia i 160 anni della proclamazione a sua Protettrice della Città e i 170 anni della Incoronazione della Vergine Santissima di Ripalta, 7 Settembre 2019 – www.archeoclubcerignola.com
(2) – RIPALTA DIBISCEGLIA (*Cerignola (FG) 12.1.1888 †Cerignola (FG) 16.3.1953) figlia di Giuseppe e di Antonia Borrelli, mia nonna materna.
(3) – ANTONIA DIBISCEGLIA (*Cerignola (FG) 18.6.1892 †Cerignola (FG) 11.4.1970) figlia di Giuseppe e di Antonia Borrelli, sorella di mia nonna materna, Ripalta.
(4) – MATTEO RUSSO (*Cerignola (FG) 27.9.1889 †Cerignola (FG) 1.8.1950) figlio di Antonio e di Lucia Grillo, mio bisnonno materno.
(5) – MARIA LUIGIA TROTTA (* Monte Sant’Angelo (Fg) 6.9.1888 †Monte Sant’Angelo (Fg) 5.5.1976) figlia di Michele e Leonarda Libergolis, mia nonna paterna.
(6) – PASQUALE TROIANO (* Monte Sant’Angelo (Fg) 1.5.1926 †Monte Sant’Angelo (Fg) 2.2.1996) figlio di Leonardo e di Maria Rinaldi, sorella di zia Nunzia e moglie di mio zio, Matteo Stuppiello, fratello di mio padre Michele.
(7) – “Una foto mostra su Cerignola agli inizi del secolo – L’iniziativa potrebbe aprire il discorso su un museo delle tradizioni popolari”, da “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”, 13 settembre 1972.
(8) – GIUSTINA SPECCHIO, Il Museo Etnografico Cerignolano, AAVV., Processi lavorativi e vita sociale nel basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano, Regione Puglia – Assessorato P.I. e Cultura – C.R.S.E.C. Cerignola – Istituto di Storia delle Tradizioni Popolari Università degli Studi di Bari – Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” Cerignola, Foggia, Stabilimento grafico editoriale LEONE Grafiche – Foggia, 1993, pp. 31-34; MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino…, op. cit. , p. 8; SALVATORE DELVECCHIO, Trent’anni di impegno culturale a Cerignola, in “1972-2002 – Trent’anni di impegno culturale per la Città – “Maria SS. di Ripalta – Segni e Memoria” – Mostra documentale “Raccolta di Quadri con Immagini (secc. XIX- XX) della nostra Protettrice su carta, seta e tela” – Sala Mostre “Servo di Dio Mons. Antonio Palladino” – Corso Aldo Moro, 89, Cerignola, 5 -22 settembre 2002, Tipolitografia “Miulli”, Via Roma, 52, San Ferdinando di Puglia (Fg). Si precisa che l’articolo è riportato dietro all’artistica LITOGRAFIA, realizzata nella composizione grafica con acquerellatura a mano dallo stesso autore, Prof. Salvatore Delvecchio. La Litografia è a tiratura limitata in numero di 200 copie. La suddetta Litografia è edita dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979). MATTEO STUPPIELLO, Un lungo percorso culturale per l’archeologia a partire dalla fine degli anni ’60, Cerignola 8 Agosto 2017 – www.archeoclucerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Colonna Miliaria (mutila) della Via Traiana indicante la Tetrarchia nel Museo Etnografico Cerignolano, Cerignola 1 Marzo 2018 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, L’impegno quarantennale dell’Archeoclub – Sede di Cerignola – Nell’instancabile impegno per la salvaguardia dei beni culturali della città, , Cerignola 10 Gennaio 2021 – wwwarcheoclubcerignola.com; “Il Museo Etnografico” – SCHEDA tratta da GIUSTINA SPECCHIO, Il Museo Etnografico…, op. cit.
(9) – ROBERTO CIPRIANI, Processi lavorativi di Cerignola, in “MERIDIANO 16”- periodico di informazione e dibattito – Lucera, Anno VIII, n. 17 del 7 ottobre 1994, p. 2; SALVATORE DELVECCHIO, Il Museo in ripresa, in “MERIDIANO 16”…, op. cit. Anno II – n. 9 – 16 settembre 1987, p. 9.
(10) – ”Mostre Foto Documenti”- N. 1…, op. cit.
(11) – GIUSTINA SPECCHIO, Il Museo Etnografico Cerignolano…, op. cit., p.32.
(12) – SALVATORE DELVECCHIO, Trent’anni di impegno culturale a Cerignola …, op. cit.









Ricordiamo che quest’anno, l’850° anniversario, secondo la tradizione orale del rivenimento, sull’Alta Ripa dell’Ofanto, nel 1172, della Sacra Icona della Vergine SS.ma di Ripalta (secc. XII-XIII).
da LUIGI CONTE (Sac.), Memorie filologiche sull’antichità della Chiesa di Cerignola precedute da un breve cenno storico, topografico, genealogico della stessa Città, Napoli – Tipografia di Gaetano Cardamone, 1857, p. 19.
