Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

FOTO, ORMAI STORICHE, DELL’INTERNO DELL’ANTICA BOTTEGA DI FABBRO-FERRAIO-MANISCALCO DEGLI ARTIGIANI ARGENTINO DI VIA SOLFERINO 1 – CERIGNOLA – 26 NOVEMBRE 1992

Questo contributo culturale verte, soprattutto, su un REPERTORIO FOTOGRAFICO d’ARCHIVIO (1), qui pubblicato per la prima volta, con l’intento di OMAGGIARE culturalmente e ricordare l’amico MAESTRO ARTIGIANO ANTONIO ARGENTINO (2), deceduto il 25 dicembre 2021. Presento questo repertorio dopo TRENTA anni rispetto al momento in cui realizzai questi scatti fotografici (diapositive a colori), era il 26 novembre 1992.  

Conoscevo, sin da ragazzo, negli anni ’50, sia Antonio (Tonino) che l’anziano padre Pasquale, amico di mio padre Michele. Li conoscevo non solo per alcuni lavori in ferro che mio padre aveva commissionato loro, ma anche perché, avendo noi come famiglia di appartenenza un esercizio commerciale, il “BAR POSILLIPO”, e avendo abitato dal 1959 su Corso Roma, oggi Corso Aldo Moro, n.87, non eravamo molto distanti dalla loro bottega, ubicata in Via Solferino, 1.

Quante volte si sentiva il caratteristico, certamente, non buon odore di UNGHIA BRUCIATA. Era il segnale che ci portava a pensare ed immaginare il loro operare, stando alle prese con la FERRATURA (3) ad un cavallo. Questo “odore” sgradevole, che cambiava percorso a secondo della direzione del vento, veniva avvertito da tutti, stando tra amici, quando si passeggiava per il Corso Roma appena superata la Villa Comunale, l’Ospedale “Tommaso Russo” verso il Convento e avvicinandosi al primo isolato sulla destra; diventava sempre più intenso con l’inizio del secondo isolato e si sostava, molte volte, per osservare la Ferratura effettuata con maestria da Pasquale e dal figlio Tonino.  

Verso la fine degli anni ’80, fui informato del fatto che, ormai, Tonino era deciso di dismettere l’officina, ma anche di vendere il locale. Gli chiesi di concedermi la possibilità di effettuare un servizio in diapositive a colori circa i vari “angoli” del monolocale, recanti i “segni” del tempo di una lunga attività esercitata nel RIONE “POSILLIPO”.  La risposta fu positiva.

Il RIONE “POSILLIPO”, non conosco l’origine di questo appellativo, sorto agli inizi del ‘900, presentava isolati aventi case a piano terra e con pareti ESTERNE rivestite tutte a TUFO a VISTA, decorazione introdotta dal napoletano Arch. GIUSEPPE PISANTI, il quale progettò il monumentale DUOMO “TONTI” e l’Istituto Tecnico Agrario “Giuseppe Pavoncelli” alla fine dell’800, e con la zoccolatura rigorosamente in grandi lastre di pietra di Trani bocciardate.

Un RIONE periferico, come altri, abitato, per lo più, da BRACCIANTI, i quali, in gran parte, nelle case persisteva il cavallo, la loro “MACCHINA” lavorativa, unica fonte di guadagno. All’esterno stazionava il CARRETTO.  Per questo, la BOTTEGA ARGENTINO era sempre in attività. Ricordo perfettamente tutto. Vi era, nelle vicinanze, anche la TAVERNA “DIMATTEO”, cognome della Famiglia che ne era proprietaria. Oggi, è rimasta solo la parte anteriore che ha l’ingresso su Corso Aldo Moro n. 77, già CORSO ROMA. La parte posteriore fu demolita per far spazio ad un condomino. Questa parte aveva il secondo ingresso e si affacciava in Via Marsala. L’interno è adibito a garage, ma la cosa più bella è vedere una fuga di ARCHI, massicci PILASTRI e volte a VELA, tutti in solida MURATURA, circondati da ampi SPAZI: uno spettacolo UNICO d’altri tempi che si presentava (quando era un unico corpo di fabbrica) ogni qual volta si spalancavano le due ANTE del massiccio e grande portone. Si restava affascinati ad ammirarli. Mi è rimasto nella mente sin da ragazzino la immagine di una enorme costruzione ottocentesca a più “navate” come una immensa CATTEDRALE non in altezza maper l’estensione. Un labirinto.

Ma torniamo alla bottega di ANTONIO ARGENTINO.  Era da tempo che, ormai, non accendeva il fuoco nella FUCINA dalla grande e lunga CAPPA FUMARIA, non arroventava ferro, non batteva il pesante martello per lavorare il ferro. Lo fece, esclusivamente, per me.  Lo si capiva anche dall’abbigliamento perché non era quello solito di una vita. Apprezzai tutto questo e, oggi, con profonda gioia restituisco e consegno doverosamente tutto alla storia.

Cerignola, 10 Febbraio 2022                                  Matteo Stuppiello


Bibliografia e Note

(1) – ARCHIVIO PRIVATO MATTEO STUPPIELLO – CERIGNOLA.

(2) – ANTONIO ARGENTINO (*Cerignola 30.6.1932  † Cerignola 25.12.2021) figlio di Pasquale e di Angela Gallo. Abitava in Via Cairoli, n. 16. Ringrazio don Pio Cialdella, Parroco della Cattedrale “San Pietro Apostolo” per avermi fornito sia i dati anagrafici anche una copia della “Pagellina del Trigesimo”.

(3) – MATTEO STUPPIELLO, Il Maniscalco a Cerignola – Cerignola, 23 Maggio 2018 – www.archeoclubcerignola.com.

Cerignola – Rione “Posilipo” – Zona Convento – Via Solferino 1 – La Bottega del Fabbro-Ferraio-Maniscalco ANTONIO ARGENTINO – Foto Matteo Stuppiello 26.11.1992.

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26 – Cerignola – Rione “Posilipo” – Zona Convento – Via Solferino 1 – La Bottega del Fabbro-Ferraio-Maniscalco ANTONIO ARGENTINO – Foto Matteo Stuppiello 26.11.1992.
Un angolo della Bottega – In primo piano il ritratto a stanpa del nostro concittadino GIUSEPPE DI VITTORIO (*Cerignola 11.8.1892 †Lecco 3.11.1957) Sindacalista e difensore dei diritti di tutti Lavoratori. Era consuetudine degli abitanti del Rione “Posilipo” e di altri Rioni periferici, come “Cittadella” caratterizzati da abitanti soprattuto Braccianti e Artigiani, dedicare un Angolo della propria Bottega e della propria Abitazione a Giuseppe Di Vittorio con esposizione di una sua foto.

27 – “Pagellina del Trigesimo” – MAESTRO ARTIGIANO
ANTONIO ARGENTINO
(*Cerignola 30.6.1932  † Cerignola 25.12.2021
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