Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

IL LAVORO DEL CALZOLAIO A CERIGNOLA – STORIA

A Cerignola l’artigianato, settore nel quale, più che altrove, si manifesta il “genio” creativo dell’uomo, si esplica in moltissimi ambiti lavorativi, che la citata iniziativa culturale vuol far riscoprire ai Giovani, invitandoli ad interpretarne i segni caratteristici attraverso la loro vena artistica e la loro creatività”. Questo è quello che scrissi, nel 2004, come introduzione alla SchedaSTORIA E LAVORO DEL CALZOLAIO” posta a tergo dell’Artistica Litografia curata dal Prof. Salvatore Delvecchio, presentata dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979) per la Mostra grafico-pittorica degli Alunni dell’Istituto Statale d’Arte “Sacro Cuore”, oggi Liceo Artistico – Cerignola, dal titolo: “I GIOVANI INTERPRETANO IL MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO – VI Edizione – IL CALZOLAIO E IL SUO LAVORO”. La Mostra fu allestita presso la Sala-Mostre “Servo di Dio Mons. Antonio Palladino” Corso Aldo Moro, 89 – Cerignola, 21-31 marzo 2004.

Quello del CALZOLAIO è un Settore costituito da una notevole documentazione circa la presenza di artigiani nella nostra Città, correlata ad una interessantissima e cospicua raccolta di attrezzi e manufatti. La prima testimonianza ci viene dall’APPREZZO del 1672 (1): su una popolazione di circa 1.300 abitanti “[…] Vi sono poi tre botteche di calzolari, due sartori, tre Barbieri, tre amanuensi, due ferrari e maniscalchi, tre mastro fabricatori, una botteca di cose grasse, et oglio, e molti che vendono verdure[…]”.

Il CATASTO ONCIARIO del 1742 (2) ci permette di definire una certa varietà di mansioni, quasi una gerarchia, nell’attività di questo settore, che costituisce il lavoro per ben 16 famiglie. Si va dal “Lavorante di scarparo” al “Solapianelle”, dallo “Scarparo” e “Caolzolaio” al “Mastro Scarparo”.

Tra i “Lavoranti di scarparo”:

1- CCLXXXXV – MICHELE CARRASSO: Lavorante Scarparo d’anni 26, Giuditta Freno ved(o)va d’anni 60, Marte Carrasso Sorella d’anni 22. Testa d(ucati) 8. Industria onc(e) 12. Abita nella Casa d(e)l Rev(eren)do Capitolo pagandone di fitto d(ucati) cinque”. (c. 366 r.).

2- CCL GIUSEPPE CIANCIA: Lavoratore di Scarparo d’anni 21, Maddalena Riccardi Madre ved(o)va d’ anni 44. Testa duc(cati) 1. Industria onc(e) 21. Abita in una Casa unitam(ent)e con Antonio Fieno suo Zio, laquale vi è di sua porzione la quarta parte atteso l’altri tre quarti sono di suo Zio, con pagarne d’annuo Canone di carlini sei”. (c. 351 v.).

3- CDXLV – TIBERIO BATTAGLINO: Lavorante Calzolaio d’anni 21, Donata Saetta Madre Ved(ov)a d’anni 48, Rev(erend)o D(omin)o Donat’Angelo F(rate)llo d’anni 31. Testa d(ucdati) 1. Ind(ustri)a onc(e) 12. Abita in Casa propria consistente in più  e diversi Membri superiori, ed inferiori, sita nella Strada di Melfi, confina con quella di Dom(enic)o Allegria dalla quale, benche ne tiene Locati trè inferiori, cioè uno à Nicola de Leo, e l’altra àd Angel’Antonio Conti p(er) d(ucati) undeci, nulla di meno vencono assorbiti solo dall’annui d(ucati) sedeci, e gr(ana) 45. Che corrisponde, cioè d(ucati) otto, e gr(rana)  ottanta al Rev(erend)o Capitolo p(er) Capitale  di d(ucati) cento,  e dieci grana sessanta cinque all’Ill(ustr)e Barone p(er) il suolo e d(ucati)  sette à Giuseppe Battaglino  sua sorella p(er) Cap(ital)e di d(ucati) cento Dotale, mà diversi vi è il Patrimonio so pradetto D(omin)o Donat’Angelo, costituito in somma di d(ucati) 300.. Possiede una porzione di Casa  Materna  che al pre(sen)te si posiede da Caterina Saetta, da chè ne ricevono annui carlini quattordeci che de(s)ponone  il quarto  …. Restano carlini dieci, e mezzo, sono  inc(e) 3 . 15. Sono in tutto anc(e) 15 . 15” . (cc. 415 r. e v.).      

Tra i “Solapianelle”:

4- CLXXXIII GIUSEPPE GIOVANNI CAIAFFA: Solapianelli d’anni 46, Rosa la Faenza d’anni 34, Antonio figlio  và alla Scuola d’anni17, Pasquale figlio d’anni 8, Vincenzo figlio d’anni 3, Fenizia figlia d’anni 11.Angela Vittoria d’anni 5, Carmela figlia d’anni 1. Testa onc(e) 1. Industria onc(e) 12. Abita nella Casa di Gentile Maggio pagandone di fitto d(ucat)i cinque, e mezzo”. (cc.336 r. e v.).

5- CLIX – FRANCESCO LEPORE: Solapianelli, d’anni 25, Palma Stasi  Moglie d’anni 21, Antonia figlia d’anni m5, Donata figlia d’anni 2.   Testa duc(at)i  1. Industria onc(e) 12. Abita nella Casa d(e)ol mag(nific)o Alessandro de Martinis, pagandone di sua rata di d(ucat)i manca]”. (c. 330 r.).

6- LXXXVIIDOMENICO CAMPO: Solapianelli Ses(sagenar)io , d’anni 60 – Giuseppe figlio Reportiero in Napoli d’anni 25, Emanuele figlio Religgioso Cappuccino d’anni 20 – Industria di Giusep(p)e  onc(ce) 12.. Abita in Casa di Pietro Tufo suo Genero per Carità”. (cc. 311 v. – r.).

Gli “Scarpari” e “Calzolai”:

7- XVII –  ANGELO CAPOBIANCO: Scarparo di anni  42 testa du(cati) 1. Industria onc(ce) 14. Abita nella Bottega  de’ M(aest)ro Cesare Potenza Calzolaio grat(i)s “. (c. 282).

8- CLXII – FRANCESCO GIULIANO: Calzolaio d’anni 40, Caterina Pellegrino Moglie d’anni 36, Antonio figlio d’anni 17 alla Scuola, Maria figlia d’anni 11, Domenica figlia d’anni 8, Chiare figlia d’anni 3. Testa onc(ia) 1. Industria onc(ia) 14. Abita nella Casa d(e)ll’I(llust)re Barone  pagandone di fitto di sua portione d(ucati) tre”. (c.331 r.)

9- CCCXXVII NICOLA FARRUSO di Pietro: Scarparo d’anni 33, Antonia Guarino Moglie d’anni 27. Testa d(ucati) 1. Industria onc(e) 14. Abita nella Casa di Domenico Scocchera pagandone di fitto D(ucati) sei”. (c. 375 r.).

10- CDXIII – SALVADORE MORRA:  Scarparo d’anni 49, Donata Battaglino Moglie d’anni 39, Giuseppe figlio Manipolo d’anni 16, Patrizio figlio d’anni 12, Angela figlia d’anni 18, Giovan’Antonia figlia d’anni 9, Irena figlia d’anni 8, Caterina figlia d’anni 4. Testa d(ucati) 1. Ind(ustri)a di Salvadore  onc(ia) 14. Ind(ustri)a  di Giuseppe  onc(ia) 6. Abita in Casa d(e)l Rev(erend)o Capitolo pagandone di fitto d(ucati) sei”. (c. 404 r.).  

11- CDXVIII – SANTO GIANNELLI: Scarparo d’anni 18, Carmine F(rate)llo d’anni 12, Porzia d’Alò ved(o)va d’anni 40. Testa d(ucati) 1. Ind(ustri)a onc(e) 14. Abita nella Casa d(e)l Rev(erend)o Cp(itol)o pagandone di fitto d(ucati) due”. (c. 405 r.).

12- CDXLIV – TOMMASO ROSSI: Calzolaio d’anni 32, Angelica Fornaro Moglie d’anni 24, Donato figlio d’anni 10, Serafina figlia d’anni 8, Angela figlia d’anni 6, Eugenia figlia d’anni 4, Artemisia figlia d’anni 12. Testa d(ucati) 1. Ind(ustri)a onc(e) 14. Abita nella Casa d(e)lla v(enerabi)le Confraterni)ta dei  Morti pagandone di fitto d(ucati) otto. Tiene in affitto una Bottegha d(e)ll’Ill(ustr)e Posses(sor)e p(er) uso d(e)l suo Mestiere, pagandone di fitto d(ucati) quattro, e mezzo. Possiede un Capitale di d(ucati) cento dotale di sua Moglie  sopra le Vigne di Domenico Russo  suo Padre  p(er) cui ne tiene annui d(ucati) sette. Sono  onc(e) 23.10. Sono in tutto onc(e) 37:10”. (cc. 412 v., 413 r.).    

13 – “Forastieri abitanti Laici” – CESARE POTENZA d(e)lla di Castelluccio delli Sauri: Scarparo d’anni 35, Mar(i)a Giusep(p)a Moglie d’anni 26, Domenica figlia d’anni 10, Michele figlio d’anni 7, Emerentiana figlia d’anni 3, Vincenzo figlio d’anni 2. Jus abitationis 1.50 Abita in una Baracca Locanda, avanti il Purgatorio qual’ è d(e)l Rev(erend)o Michele Tupputi, e ne paga annui d(ucati) 4. Possiede un Capitale di d(ucati) cento sopra la casa di Donata Saetta sua Suocera, sita nella Strada de(tt)a di Melfi, appurato dalli Sig(no)ri Deputati , che possono  fruttare annui d(ucati) sette che sono anc(e)  23.10”. (c.419 r. e 420 v.).   

 Terminiamo con il “Mastro Scarparo”, l’artigiano più qualificato:

14- CCXXV – GIOVANNI GUARINI: M(aest)ro Scarparo d’anni 35, Grazia Strafile d’anni 32, Saverio figlio d’anni 7, Serafina figlia d’anni 5. Testa duc(ati) 21. Industria onc(e) 14. Abita nella Casa d(e)l D(omin)o Carlo Leti pagandone di fitto d(ucat)i dieci. Possiede una Vigna vitata, ed alborata, giusta quella d(e)l Rev(erend)o D(omi)no Francesco Fiorente di Vigne seu pezze nu(mer)o trè, e cioè  e mezza piena, ed una e mezza vacua sita nel Luogo detto S. Maria , stimata di rendita p(er) anni nove quali vencono assorbiti  da annui  carlini ventiquattro  che paga al V(enerabi)le Convento d(e)l Carmine  p(e)r Capitale  di d(ucati) trenta”. (c. 345 r.).

15-  CXV DONATO ANIELLO: M(aest)ro Calzolaio d’anni 46, Vittoria Conti Moglie d’anni 39, Don Giovanni figlio Sacerdote d’anni 24 Egiziaca figlia d’anni 13. Testa duc(cati) 12. Industria onc(e) 14. Abita in Casa Locanda d(e)l mag(nifi)co Diego Mastrangelo e ne pa(ga)no di fitto annui d(ucat)i dodeci per l’Ind(ustri)a che si è stabilito da’ Signori Deputati g(rana) 10 di capitale che rende carlini trenta sono  onc(i)a 10: sono onc(i)a 24”.(c. 320 v.)

16- CXVIDOMENICO PEDICO: M(aest)ro Calzolaio d’anni 26, Lucrezia Caradonna Madre ved(ov)a  60 .Testa onc(ce) i: Industria onc(ia)  14: Abita in Casa d(e)l Rev(en)do D(o)n Giovanni Campo suo zio gratis. Tiene in affitto p(er) uso  d(e)l suo mestiere dal Rev(erend)o Capitolo una Bottega, che vi tiene anco la terza parte il V(enerabi)le Monas(ter)o di S. Agostino pagando annui d(ucat)i otto e mezzo. d’impiego di de(ett)o Suo mestiere d(ucat)i trenta p(er) ogn’anno onc(e) […] che sono  onc(e) 30 – Che sono in tutto  onc(e) 44”. (c. 325 r.)

Con uno studio più dettagliato circa i componenti delle 16 famiglie, il loro reddito, la presenza di Sacerdoti, dei ragazzi frequentanti la scuola e tanto altro, si potrebbe ottenere informazioni utilissime dal punto di vista socio-ambientale-lavorativo. Dall’analisi di questi documenti riusciamo a desumere che la categoria degli ARTIGIANI, riferita anche ad altri mestieri artigianali, era tenuta in grande considerazione perché molti di questi riuscivano, come imprenditori, ad occupare un solido ed importante posto in società.   

Certamente il numero dei CALZOLAI andava sempre più aumentando come, in generale, quello di tutti gli altri artigiani, grazie al notevole incremento demografico ed allo sviluppo economico, così come scrive lo storico Can. LUIGI CONTE: “[…] Artigiani e domestici […]” su una popolazione, nel 1853, di 20.000 abitanti (3).

Per la prima metà del ‘900 riportiamo alcuni passi di un articolo, a firma Ramora, pseudonimo di Raimondo Morra: “Nei tempi passati della mia giovinezza …. Completavano il loro abbigliamento con scarpe abbottonate di capretto, di camoscio, di vitello e di vernice, rinvenibili nei negozi di Anselmo Dionisio (ora Zichella), di Michele Mennuni (alla via del Purgatorio), di Michele Mazzilli (attuale sede del Bar Gorizia). Altri si servivano dall’artigiano Savino Mingolla (che confezionava carpe su misura), da Donato Morra, da Francesco Mingolla (in via Bovio), da Stefano Mucella (a Largo Addolorata) e da Tommaso Olivieri (in via Palmisano) … tre lustrascarpe stazionanti sul marciapiede sinistro del Corso Vittorio Emanuele (ore Via e Piazza Di Vittorio). Questi erano: il primo Sante Cartagena e stazionava davanti al caffè centrale di Michele Caradonna; il secondo Biagio Tarantino aveva la sua mercanzia dinanzi al negozio dei fratelli Bellifemmine … il Terzo era Oronzo Mastromauro  che stazionava dinanzi al negozio di tessuti di Scippa … sempre nel campo delle calzature, vi erano i cosiddetti “solachianill”, soprannominati i “valzanisi2; di questi uno faceva da portiere nel Palazzo Pignatelli (ora Ladogana in via Osteria Ducale); un altro esercitava sul marciapiede dirimpetto alla Chiesa di San Giuseppe e, nei giorni festivi, esponeva la sua merce sotto l’arco di Vituccio Tattoli, davanti al Quadro della Vergine Maria di Ripalta; un terzo, in fine, davanti al Crocifisso  in piazza del pesce (l’attuale mercato di via Pasquale Fornari ed Osteria Ducale” (4).

Presso il Museo Etnografico Cerignolano (1979), il Settore del Calzolaio è stato costituito con le donazioni di diversi artigiani: il primo deschetto e tutta la ricca serie degli attrezzi sono stati donati nel 1985 dal calzolaio Michele Pierno (*Cerignola 12.02.1904 † Cerignola 27.03.1991) (5), che aveva la sua Bottega in Via Pietro Toselli n. 57, dove abitava. Un’ulteriore completa attrezzatura è stata donata il 24.05.2002 da Pasquale Seccia, figlio del calzolaio Matteo Seccia (*Cerignola 16.2.1912  † Cerignola 12.06.2000), che abitava ed esercitava il suo mestiere in Via Giuseppe Pavoncelli n. 87. Altri artigiani hanno donato solo alcuni attrezzi: Benvenuto di Flumeri, il 12.10.1988, un martello da Calzolaio dalla sua Bottega in Via Goffredo Mameli n. 11c, Antonio Cascella, l’11.11.1988, alcune forme e tomaie di scarpe dalla sua Bottega in Via Curiel n. 7, Gerardo Rubino, il 28.05.1989, un coltello, una pietra dolce ed una base di legno, appartenuti al suo maestro Pietro Pugliese, che aveva la Bottega in Via Zezza n.36.

Arricchiscono il Settore del Calzolaio i seguenti manufatti, esposti nel Settore dei Vigili Urbani e nel Settore dell’Abbigliamento Femminile: stivali e gambali in cuoio (anni ’50) della divisa del VV.UU., appartenuti a mio padre Michele (*Monte Sant’Angelo 02.01.1915  † Cerignola 13.01.1995), opera del Calzolaio Michele Pierno, fornitore del Corpo dei VV.UU., della Polizia, dei Carabinieri, ….; Scarpette femminili da matrimonio, in seta finemente ricamata, appartenute alla Sig.ra Anna Bruno di Scafati (NA), seconda moglie (fine ‘800) di Francesco Desiderio (*Scafati 27.01.1842  † Scafati 30.10.1906). Questi aveva svolto la sua attività di macchinista anche a Cerignola, dove aveva sposato, nel 1868, la cerignolana Sig.ra Maria Luigia Carbone. Le preziose scarpette sono state donate al nostro Museo il 4.05.1991 dalla Prof.ssa Caterina di Pasquale Labia (6), pronipote: le tomaie erano state ricamate dalla stessa Anna ed affidate, poi, alle mani esperte di un calzolaio napoletano. La Sig.na Carmela Cavallo ha donato al Museo, il 13.10.1996, un paio di polacchine (inizi ‘900) appartenute ad una zia.

Si registra, a Cerignola, la presenza della Famiglia SARDONE, calzolai originari di Valenzano: Giuseppe era giunto nella nostra Città verso la fine dell’800, seguito nel suo lavoro dal figlio Tommaso  e dal nipote Giuseppe; con loro vi giunse anche un altro calzolaio Pietro Lonigro.

Il CALZOLAIO realizzava scarpe di vario genere: dalle scarpe basse “i skarp(e)in(e)” alle scarpe  con lacci ”i skarp(e) allacci(e)t(e)”, a gambaletto, “la skarp(e) a ggammalètt(e)”,  al mezzo stivale, “a mmizz(e) st(e)v(e)l(e)”, allo stivale, a “st(e)v(e)l(e)”, dalle scarpe eleganti da passeggio, “i skarp(e) d(e) luss(e)”,   a quelle più robuste per la campagna, “i skarp(e) d(e) f(e)ur(e)”(7).

Il cuoio e le altre pelli necessarie (vitello, capretto, mucca dura) venivano acquistate presso due magazzini locali che vendevano all’ingrosso: uno di Michele Noè, Corso Garibaldi n. 24, angolo dell’attuale Via Teodato Albanese n. 2, e l’altro di Cesare Azzollino, in Via Teodato Albanese, nn. 8-10.

La realizzazione di una scarpa iniziava col prendere le misure del piede, mediante strisce di carta, circa la lunghezza, la forma e la larghezza della pianta e dell’accollo. In base alle misure, il calzolaio sceglieva la forma di legno, “la form(e) d(e) lègn(e)”, più adeguata, fra le tante che aveva in dotazione, diverse per genere e per numero. Sulla forma si montava prima la base o pianta, in cuoio più spesso, il calcagno, “u fort(e)”, e la mascherina o cappelletto, “la pont(e) d(e) la skarp(e)”, in cuoio più sottile, bagnando in precedenza la pelle in modo da farla asciugare già montata sulla forma stessa. L’asciugatura impegnava alcune ore. Con l’ago e lo spago, di varia doppiezza (a 5-6 capi per le scarpe normali, a 8 capi per quelle da campagna),  veniva cucito il guàrdolo , “u guarduncill(e)”, una striscia sottile di cuoio. Successivamente, veniva montata la tomaia, che veniva prima ritagliata con il trincetto, “u kurtidd(e)”, su un modello di cartone (il calzolaio ne aveva una ricca serie che modificava secondo le esigenze), quindi veniva tirata e modellata sulla forma, sulla quale veniva inchiodata con chiodini, “i sp(e)ngulèll(e)”, di diversa misura, a seconda del tipo di scarpe.

Seguiva la montatura della suola, in tre fasi. Si iniziava con la messa in opera dello strato più interno, quello a contatto del piede, in cuoio leggero. Poi si inseriva come intercapedine uno strato di cuoio più sottile, “u sck(e)im(e)”. Infine, si montava quello più esterno, a contatto con il suolo, il cuoio di maggiore spessore.

La scarpa veniva terminata con la montatura dei tacchi, il cui taglio andava levigato, insieme a quello della suola, con il bisègolo. Si passava, poi, cera calda, stendendola con la liscia, “u p(e)d(e) d(e) purk(e)”, mentre la tomaia veniva lucidata con una vernicetta nera o marrone.

Sformata la scarpa, si rendeva la suola più scura passandovi della cera. I lacci, soprattutto quelli più grossolani e resistenti per le scarpe da campagna, si ottenevano con strisce sottilissime di pelle di mucca che, passate sotto il ferro da stiro a freddo, si attorcigliavano a mo’ di spago.

Oltre a quelli già citati, numerosissimi erano gli arnesi che il CALZOLAIO usava e che teneva in ordine sul deschetto, “u vangh(e)tidd(e) du skarp(e)r(e)”, e tra i tanti ricordiamo: la raspa, “la rasp(e)”; il punteruolo, “u puntar(e)ul(e)”; la lesina, “l’assugghij(e)”; pinze di varie misure e per occhielli, “i ppinz(e)”; tenaglie, “i tt(e)nagghij(e)”; il martello, “u martidd(e) du skarp(e)r(e)”; il marcapunti; vari aghi; rotoli di spago di varia doppiezza; il salvapunti di ferro; il ferro a lingua; il piede di ferro; lo scatolino della cera; “u sckat(e)lidd(e) e la c(e)r(e)” ; vari chiodi “i chiuv(e)”; importanti erano i chiodi molto piccoli, “i ss(e)m(e)nzzèll(e)”.

Fra i CALZOLAI, ricordiamo: Savino Blantamura, Antonio Cascella, Rocco Defilippis, Nicola di Flumeri e il figlio Benvenuto, Ruggiero Divito, Gennaro Giurato, Michele Granato, Matteo Milazzo, Vito Lupo, Pietro Pugliese, Michele Pierno (fornitore di scarpe, gambali e stivaletti dei Vigili urbani di Cerignola, Martino Russo.  

Una serie di diapositive a colori, da me effettuate l’11.11.1988, della Bottega del Calzolaio Antonio Cascella (8), in Via Curiel n. 7, testimoniano tutte le fasi di lavorazione della scarpa sopra descritte, al quale vanno i miei ringraziamenti.

Ringrazio, altresì, il Calzolaio Martino Russo (9) per avermi pazientemente descritto le varie fasi di lavorazione della scarpa in un incontro, effettuato agli inizi di novembre del 1988, nella sua Bottega in Via Tevere, 55 (oggi Via Sac. ANTONIO PALLADINO). Il carissimo Martino abitava con la sua consorte Ripalta Lucino (10) in Via S. Martino, 47.

Nella mia stessa strada, Via S. Martino, ricordo il calzolaio Nicola di Flumeri che abitava al civico 44. Da bambino avevo modo di intrattenermi nella sua abitazione, quando gli portavo le nostre scarpe per ripararle; le osservava attentamente e con movimenti ripetitivi e precisi nel battere e ribattere i piccoli chiodini. Mi meravigliava la sua capacità di tenere stretti tra le labbra una serie di questi chiodini –  “s(e)m(e)n(e)zèll(e)” e di questo mi preoccupavo perché poteva ingoiarli. Il caro Nicola era il nostro calzolaio di famiglia ma anche di tutta la strada ed oltre.

Molti calzolai avevano la bottega e abitavano nello stesso domicilio, era un classico. Lo stesso si verifica per i numerosi sarti; da ciò il detto “casa e bottega”.   

La BOTTEGA del CALZOLAIO, con il DESCHETTO e tutta l’ATTREZZATURA, appartenuta all’artigiano MICHELE PIERNO, che ho conosciuto, è stata ricostruita  nella MOSTRA Foto-Documentale ”La banca e il Territorio – Il Passato Riscoperto”, allestita dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979), su iniziativa e  con il patrocinio della Cassa di Risparmio di Puglia, nei locali della Filiale di Cerignola, Via Dalmazia n. 5, dal 25 novembre al 28 dicembre 1988. Nella stessa Mostra erano presenti altri SETTORI dell’artigianato locale Carradore, Funaio, Fornaciaio, Maniscalco, Scalpellino, Sellaio, il settore delle Confraternite laicali, l’angolo abitativo del Bracciante, la Cerealicoltura, le Fosse Granarie.

Per il CALZOLAIO si veda SALVATORE DELVECCHIO – MARIOLINA OCCHIONERO – GIUSTINA SPECCHIO – MATTEO STUPPIELLOLa Banca ed il Territorio – Il Passato riscoperto – Schede Illustrative, Bari, 1988, Scheda n. 4 “Il Calzolaio”, p.8. Si veda la ristampa delle stesse effettuata con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale – Assessorato Agricoltura di Cerignola, San Ferdinando di Puglia, 8.12.1990.

Cerignola, 11 Aprile 2022                                                     Matteo Stuppiello


Bibliografia e Note

(1) – MATTEO STUPPIELLO, Apprezzo della Città di Cerignola 1672, Cerignola  – 2005 – Tipolitografia “Miulli”, via Roma, 52 – San Ferdinando di Puglia (Fg), 2005, p. 7.

(2) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLIRegia Camera Sommaria – Catasto Onciario – vol. 7035 – Anno 1742 – CERIGNOLA, cc. 366 r., 351 v. 415 r.- v., 336 r.-v., 330 r., 311 v.-r. 282, 331 r., 375 r., 404 r., 405 r., 412 v., 413 r., 419 r. – 420 v., 345 r. , 320 v., 325 r.

(3) – LUIGI CONTE (Sac.), Cerignola, in Il Regno delle Due Sicilie descritto ed Illustrato , Napoli, 1853, , a cura di FILIPPO CIRELLI, vol. VIII, fs.1° (Capitanata), p. 75.

(4) – [R. MORRA], I calzolai del passato, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana,  – Anno VI, n. 13 – 15 Marzo 1984, p. 13.

(5)-(6) – Si ringrazia l’amico e collaboratore p.a. NICOLA BORRELLI dell’Ufficio Anagrafe  del Comune di Cerignola per la collaborazione e la disponibilità, sempre dimostrata, nel reperire i dati biografici. Attualmente in pensione.

(7) – MATTEO STUPPIELLO, Il calzolaio, in AA.VV. Processi lavorativi e vita sociale  nel Basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano, Regione Puglia – Assessorato P.I. e Cultura – C.R.S.E.C.  Cerignola, 1989, Foggia 1993, LEONE Grafiche, pp. 119-120. Si veda SALVATORE DELVECCHIO – MARIOLINA OCCHIONERO – GIUSTINA SPECCHIO – MATTEO STUPPIELLO,  La Banca e il Territorio – Il Passato Riscoperto – Mostra etnografica della civiltà contadina con la collaborazione del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – SCHEDE ILLUSTRATIVE – “Il Calzolaio” Scheda N. 4, p. 8.  25 Novembre / 28 Dicembre – Filiale di Cerignola – Via Dalmazia, 5  – Bari, 1988, Regusa Grafica Moderna – Bari.

(8) – ANTONIO CASCELLA (*Cerignola 1.06.1910 Cerignola 22.11.2004) figlio di Domenico e di Maria Bellapianta, abitava in Via Masaniello, 7.

(9) – MARTINO RUSSO (*Cerignola 8.04.1918 Cerignola 21.03.1995) figlio di Giovanni e di Maria Delfini.

(10)- RIPALTA LUCINO (*Cerignola 9.10.1919 Cerignola 13.08.2013) figlia di Pasquale e di Maria Ocarini.

1 – MICHELE PIERNO
Maestro Calzolaio
(*Cerignola 12.02.1904 †Cerignola 27.03.1992)
Figlio di Filippo e di Rosaria Voltarella, abitava in Via Toselli, 57
Ringrazio il figlio Matteo Pierno per avermi fatto dono, il 7 aprile 2018, della foto del padre Pietro

2 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 15.08.1988.

3 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 16.08.1988.

4 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 15.08.1988.

5 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 23.12.1991.

6 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 16.08.1990.

7 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

7 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

8 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

9 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

10 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

11 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

12 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

13 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

14 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

15 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Matteo Stuppiello 09.04.2022.

16 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Particolari – Foto Francesco di Bono 27.03.2022.

17 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

18 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

19 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

20 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

21 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella consegna al propetario un lavoro di riparazione, alle scarpe, effettuato – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

22 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

23 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

24 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

25 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

26 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

27 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

28 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

29 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

30 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Il Maestro Calzolaio Antonio Cascella nella sua bottega intento nelle varie fasi di lavoro – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

31 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

32 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

33 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

34 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

35 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

36 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

37 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

38 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

39 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

40 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

41 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

42 – Cerignola – Via Curiel n.7 – Interno della bottega – Caratteristico angolo – Foto Matteo Stuppiello 11.11.1988.

43 – Cerignola – Cassa di Risparmio di Puglia – Interno – Foto Matteo Stuppiello 29.12.1988.

44 – Cerignola – Cassa di Risparmio di Puglia – Interno – Foto Matteo Stuppiello 29.12.1988.

47 – Cerignola – Via Tevere 55, oggi Via Sac. Antonio Palladino – La foto è priva di indicazioni a riguardo dell’autore, così anche della data [anni ‘80].
La Foto è stata gentilmente messami a disposizione, con piena autorizzazione a pubblicarla e ringrazio con gratitudine, la Sig.ra ROSA RUSSO, ved.va Marino Sgarro (Maestro Falegname), mestiere tramandato al giovane figlio Antonio, a sua volta a suo figlio Marino, operante nella stessa bottega del padre. La Sig.ra ROSA RUSSO abita in Via S. Martino n, 20, la stessa mia Via.

Questa foto ha catalizzato la mia attenzione ed interesse sino ad indurmi ad effettuare delle riflessioni, portandomi conseguenzialmente ad esprimere delle mie personali considerazioni. Vediamo in primo piano i due CONIUGI Martino e Ripalta nel loro indissolubile amore e piena volontà ferrea di volersi far fotografare insieme “uniti per sempre nella gioia e nel dolore”, e a voler riproporre la loro indiscussa  “indissolubilità del matrimonio”. La Sig.ra Ripalta, orgogliosa di essere accanto al marito Martino, mostra nel suo atteggiamento la fierezza di avere il suo Martino Calzolaio, mestiere rispettabilissimo, al suo posto di lavoro. Nella loro semplicità e umiltà, traspare la gioia accennata da un sorriso da Martino nel farsi fotografare in azione con i suoi attrezzi da lavoro e con la sua enorme fierezza nell’avere vicino a sé la sua carissima consorte Ripalta. La carissima Sig.ra Ripalta si predispone, naturalmente ed orgogliosamente, assumendo un atteggiamento impeccabile e quasi severo rivolta verso l’obiettivo, considerando la solennità del momento che poteva anche essere l’ultima occasione. Ma “leggo” e “vedo” un ulteriore messaggio di Ripalta e cioè di appoggiare volutamente il braccio destro sul deschetto verso la parte interna e non periferica, in modo tale da far capire, a chi guarda, di aver accettato in pieno il mestiere del suo marito Martino, sin dal primo giorno della conoscenza del suo uomo. Mestiere, da CALZOLAIO, che con tanti sacrifici, abnegazione, rinunce ha dato la possibilità alla COPPIA di portare avanti un nucleo familiare di ben nove persone: loro due e sette figli, il più grande nato nel 1942, dei quali cinque femmine e due maschi, in una casa modestissima ma molto dignitosa; quella che vediamo in fotografia dove si intravede un soppalco di legno, “u tav(e)l(e)t(e)”. Una casa ubicata in un quartiere povero, abitato soprattutto da braccianti, dove la emarginazione sociale era palpabile quotidianamente.  Si tratta dell’interno di uno degli ambienti, della loro prima casa, non più abitata da loro, trasferendosi nel 1979 in Via S. Martino al civico 47, ma utilizzata come ambiente lavorativo quotidiano di MARTINO. La casa era ubicata nel “RIONE CITTADELLA”, dietro alla imponente Caserma “N. BIXIO” e a pochi passi dalla Chiesa del Buon Consiglio, con annessa La “PIA OPERA DEL BUON CONSISLIO”, voluta e fatta costruire dal nostro concittadino Venerabile Mons. Antonio Palladino.
Per le notizie anagrafiche e biografiche sui coniugi MARTINO RUSSO e RIPALTA LUCINO, ringrazio la figlia la Sig.ra Rosa Russo e suo figlio Martino Sgarro, nipote dei compianti carissimi NONNI e orgoglioso di averli avuti e conosciuti e nell’aver recepito i tanti insegnamenti ricevuti, oltre a quelli dei suoi adorati genitori. 

Mai più appropriato è dire, in questo caso RIPALTA RUSSO, casalinga, una DONNA, una MOGLIE, una MADRE di altri tempi.

Una considerazione sulla volontà della Famiglia Russo di aver scelto e voluto la foto (n°44) per la “Pagellina”, ma anche nell’aver voluto fatta riprodurre in fotoceramica e porla sul marmo del loculo nel Cimitero di Cerignola è una notevole considerazione per loro e AMMIRAZIONE per chi guarda la foto. Credo sia una rarità, almeno nel nostro Camposanto, trovare una cosa del genere. E penso che inconsapevolmente la Famiglia non sapesse che era quasi una prassi, sulle lastre marmoree epigrafiche e a bassorilievo, in epoca romana, riprodurre il defunto e gli attrezzi del proprio lavoro e mestiere.  

48 – Artistica Litografia curata dal Prof. Salvatore Delvecchio, presentata dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979) per la Mostra grafico-pittorica degli Alunni dell’Istituto Statale d’Arte “Sacro Cuore”, oggi Liceo Artistico – Cerignola, dal titolo: “I GIOVANI INTERPRETANO IL MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO – VI Edizione – IL CALZOLAIO E IL SUO LAVORO”. La Mostra fu allestita presso la Sala-Mostre “Servo di Dio Mons. Antonio Palladino” Corso Aldo Moro, 89 – Cerignola, 21-31 marzo 2004.