Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

IL MANISCALCO A CERIGNOLA *

Sappiamo molto bene che Cerignola è stata e sarà sempre vocata all’Agricoltura e sin dalla sua origine dovevano essere presenti i vari mestieri connessi con tale vocazione. Infatti nel XVII secolo e lo riscontriamo nell’Apprezzo di Cerignola del 1672 che: “[…]Vi sono poi tre botteche di calzolari, due sartori, tre Barbieri, tre mannesi, due ferrari, e maniscalchi, tre maestri fabricatori […]” (1).

Nel 1742  erano presenti a Cerignola i seguenti artigiani “mastri ferrari”: Donato Pellegrino, di 40 anni, tassato , con la moglie, per 14 once; Giuseppe Nicola de Finis, da Orsara, di 30 anni, tassato, con la moglie  e tre figli, e proprietà, per 20.14 once; Carmine Maratia, di 45 anni, ricco proprietario, tassato, con la moglie e tre figli, per 14 once; Gabriele Maggio, di 21 anni, tassato per 14 once; Giuseppe Gasparro, di 60 anni, tassato, con la moglie e tre figli, per 6 once; Giuseppe Pepe di 22 anni, tassato, con la moglie e una figlia, per 14 once. Tanto viene ricavato dal CATASTO ONCIARIO di Cerignola del 1742, custodito nell’ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI (2).

L’utilizzazione di molti animali da traino e da soma nell’attività economica della nostra terra richiedeva la presenza dell’attività artigianale del MANISCALCO, settore particolare dell’attività di FABBRO, necessaria per la FERRATURA degli animali e di tutte le operazioni connesse.

Il MANISCALCO, prima di procedere alla FERRATURA dell’animale, ne scrutava l’andatura mentre veniva fatto girare nello spazio antistante la BOTTEGA, in modo da individuare possibili anomalie e difetti di conformazione che eventualmente avrebbero potuto richiedere l’uso di FERRI CORRETTIVI.

Quindi, legato l’animale ai caratteristici ANELLI di FERRO o di PIETRA saldamente fissati alla facciata della BOTTEGA, ne esaminava lo ZOCCOLO.

Fatte queste operazioni preliminari, solo allora procedeva alla FERRATURA dell’animale, applicandogli i FERRI più opportuni. Numerosi e diversi per FORMA e PESO erano i FERRI, da quelli comuni per gli animali da lavoro, a quelli per cavalli purosangue da corsa o saltatori, a quelli CORRETTIVI già citati.

Nel caso di sostituzione dei FERRI, il MANISCALCO rimuoveva il ferro consumato o rotto servendosi di un COLTELLO di FERRO con le estremità forgiate a LAMA. Con questo raddrizzava i CHIODI che fermavano lo ZOCCOLO e poi li estraeva con il GRANCHIO del MARTELLO. Con lo stesso COLTELLO ripuliva l’interno dello zoccolo e con una TENAGLIA eliminava la parte MARCIA dell’UNGHIA.

Nel frattempo il FERRO NUOVO da applicare veniva ARROVENTATO sul fuoco. Il FERRO ancora rovente veniva afferrato con una TENAGLIA a mascella e poggiato sull’UNGHIA per BRUCIARNE la parte ESUBERANTE: l’UNGHIA veniva poi LIMATA, con la RONCOLA, la “ron(e)k(e)l(e)”. Infine, il MANISCALCO, dopo aver fatto raffreddare in acqua il ferro, procedeva a fissarlo allo ZOCCOLO con CHIODI adatti. Se la punta di qualche CHIODO fuoriusciva dallo zoccolo, veniva tagliata oppure ribattuta sullo ZOCCOLO stesso, il quale poi veniva rifinito con la RONCOLA.

Tutta l’operazione avveniva tenendo lo ZOCCOLO poggiato su una PANCHETTA di legno con tre piedi, “u’ treppit(e). Se in tutto questo tempo l’animale si innervosiva e cominciava a recalcitrare, per tenerlo fermo gli si stringeva il labbro superiore con il torcinaso, “u’ turciamuss(e)”, un corto bastone di legno cui era fissato un anello di cuoio o di corda a mo’ di cappio.

Al MANISCALCO più esperto veniva affidata anche la pratica del SALASSO dell’animale, “la s(e)gnat(e)ur(e)”, per la quale operazione veniva utilizzato uno speciale coltello, “u’ s(e)gnat(e)ur(e)”, con lama molto affilata. Aggiungiamo che era una pratica vietata, pertanto abusiva, perché era di competenza del veterinario.

Da ragazzo ho assistito parecchie volte, insieme ad altri amici del nostro Rione “Duomo”, alla ferratura dei cavalli eseguiti dall’Artigiano Savino Davilio (3) davanti alla sua Bottega in Piazza della Libertà al n. 31 Oggi, al posto della Bottega e del nuovo appartamento al 1° piano, che fecero costruire sia lui, celibe, con le due sorelle Domenica e Leonarda, nubili, vi è una nuova costruzione, tra Via Piave e Via Marche. Questa zona era denominata “l’orto di Pensa” – “l’ur(e)t(e) d(e) Pèn(e)z(e)” (PENSA era il cognome del proprietario).  Per noi ragazzi era uno dei punti più estremi del Largo S.Rocco, comunemente conosciuto come PIANO delle FOSSE, dove si poteva giocare senza essere disturbati da nessuno.

Sul Corso Roma, superata la Villa Comunale, procedendo nella passeggiata verso il Convento dei Padri Cappuccini, ricordo molto bene che si avvertiva, già da lontano, il cattivo odore di zolfo dell’unghia bruciata del cavallo. Infatti Pasquale Argentino, aiutato dal figlio Antonio (vivente) che conoscevo, erano alle prese della ferratura di un cavallo, infatti arrivati all’altezza di Corso Roma angolo Via Solferino n. 1, ingresso della loro BOTTEGA, all’esterno vi era il cavallo e i due artigiani ad effettuare la ferratura alla presenza del proprietario dell’animale.

Fra i MANISCALCHI ricordiamo: Pasquale Argentino con il figlio Antonio; i fratelli Andrea e Antonio Belisario; Antonio Davilio con i figli Angelo e Savino; Nicola Fanelli con il figlio Antonio; Francesco  Fares con il figlio Giuseppe; Andrea Ladogana; Antonio Ricci; Salvatore Storelli; Nicola Zingarelli.

Ci pare interessante ricordare, inoltre, che la Famiglia DAVILIO da diverse generazioni aveva la BOTTEGA di FABBRO FERRAIO-MANISCALCO sita in Vico III Fornaci Sgarro, a ridosso del Duomo Tonti, in quella che allora era la zona artigianale. Nel 1932, approssimandosi l’apertura della Cattedrale, con ordinanza del Comune tutte le botteghe, soprattutto quelle dei MANISCALCHI, furono fatte trasferire, per decoro e rispetto dell’edificio sacro. I DAVILIO trasferirono la loro BOTTEGA sul Piano delle Fosse, Piazza della Libertà.

La Famiglia DAVILIO era originaria di Mola di Bari trasferitasi a Cerignola alla fine dell’Ottocento. Erano tre Fratelli: Francesco, Vito Angelo e Angelo formarono una Società. Una completa raccolta di ATTREZZI del MANISCALCO è in esposizione permanente nella Sala dell’Agricoltura del Museo Etnografico Cerignolano. Gli stessi erano appartenuti agli artigiani: SAVINO DAVILIO  donati dalle sorelle DOMENICA e LEONARDA  (4) il 27.5.1988, alle stesse vanno i miei ringraziamenti ; ANTONIO FANELLI (5) , Fabbro Ferraio-Maniscalco, da lui donati l’8.2.1992 che ringrazio sentitamente.

Cerignola, 23 maggio 2018                           Matteo Stuppiello

* La SCHEDA è tratta da MATTEO STUPPIELLO, Il Maniscalco, in AA.VV., Processi lavorativi e vita sociale nel Basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano, Regione Puglia – Assessorato P.I. e Cultura – C.R.S.E.C. – Cerignola – Istituto di Storia delle Tradizioni Popolari Università degli Studi di Bari – Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” Cerignola, Foggia, 1993, pp. 101-102.

(1) – MATTEO STUPPIELLO, Apprezzo della Città di Cerignola 1672, San Ferdinando di Puglia,2005, p. 3.

(2) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLIRegia Camera della SommariaCatasto Onciario – vol. 7035 – CERIGNOLA, cc. 319 v., 320 r., 424 v., 425 r., 297 v., 298 r., 337 v., 338 r., 339 v., 354 r.

(3) – SAVINO DAVILIO (*Cerignola 15.9.1909  †Cerignola 2.1.1983) fabbro, figlio di Antonio e Isabella Magnifico.

(4) – DOMENICA DAVILIO (*Cerignola 13.6.1911 †Cerignola 18.10.1995), LEONARDA DAVILIO (*Cerignola 24.1.1920  †Cerignola 26.11.2007) figlie di Antonio e Isabella Magnifico. Conosciutissime a Cerignola per essere esperte nel ricamo semplice e in oro delle stoffe e per parati sacri.

(5) – ANTONIO FANELLI (*Cerignola 24.3.1916  †4.11.1995) figlio di Nicola e di Maria Rosaria Mazzarella, abitava in Via Tripoli Italiana, 6. Il papà era anche fabbro-maniscalco.

Echi di stampa

  1. SALVATORE DELVECCHIO, Fonte unica ed inesauribile di recupero di cultura – Cerignola, perché poca sensibilità per il Museo ?, da “PUGLIA” – 9 Luglio 1988, p. 11.
  2. [MICHELE CIANCI], Attrezzi di un vecchio maniscalco nel museo etnografico, da “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” – 31 Agosto 1988, I.

Ringrazio l’amico NICOLA BORRELLI per aver effettuato le ricerche anagrafiche dei personaggi.

1 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Sala dell’Agricoltura e dell’Artigianato locale scomparso – Attrezzi del Maniscalco – Foto Matteo Stuppiello 28.4.2018

2 – L’Artigiano Sig. SAVINO DAVILIO  – La foto è stata donata, il 27.5.1988, dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio.

3 – Cerignola – Piazza della Libertà – L’Artigiano Savino Davilio durante le varie fasi della Ferratura davanti la sua Bottega – Foto Matteo Stuppiello 3.10.1969.

4 – Cerignola – Piazza della Libertà – L’Artigiano Savino Davilio durante le varie fasi della Ferratura davanti la sua Bottega – Foto Matteo Stuppiello 3.10.1969.

5 – Cerignola – Piazza della Libertà – L’Artigiano Savino Davilio durante le varie fasi della Ferratura davanti la sua Bottega – Foto Matteo Stuppiello 3.10.1969.

6 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Attrezzi dell’Artigiano Savino Davilio, donati il 27.5.1988, dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988.

7 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – La Roncola – Attrezzo dell’Artigiano Savino Davilio, donato il 27.5.1988, dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988.

8 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Il Torcinaso – Attrezzo dell’Artigiano Savino Davilio, donato il 27.5.1988, dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988.

9 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Coltelli per praticare il Salasso al Cavallo – Attrezzi dell’Artigiano Savino Davilio, donati il 27.5.1988, dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988.

10 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Tre piedi – Attrezzo dell’Artigiano Savino Davilio, donato il 27.5.1988, dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988.

11 – Cerignola – Piazza della Libertà – Bottega degli Artigiani Davilio – Riproduzione da Foto d’epoca, concessa dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988.

12 – Cerignola – Piazza della Libertà – Bottega degli Artigiani Davilio – Riproduzione da Foto d’epoca, concessa dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988 – La foto già pubblicata in MATTEO STUPPIELLO, Il Maniscalco, in AA.VV., Processi lavorativi e vita sociale nel Basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano, Regione Puglia – Assessorato P.I. e Cultura – C.R.S.E.C. – Cerignola – Istituto di Storia delle Tradizioni Popolari Università degli Studi di Bari – Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” Cerignola, Foggia, 1993, p. 102.

13 – Cerignola – Piazza della Libertà – Bottega degli Artigiani Davilio – Riproduzione da Foto d’epoca, concessa dalle sorelle Domenica e Leonarda Davilio – Foto Matteo Stuppiello 29.5.1988.

16 – LITOGRAFIA edita dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dal Museo Etnografico Cerignolano (1979) e dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola. Elaborazione grafica dal Prof. Salvatore Delvecchio ed acquerellata dall’Autore. La copia riprodotta fa parte di una seconda serie indicata con la lettera L a numero romano..