Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

LA DEVOZIONE A S. PASQUALE BAYLON NELLA SETTECENTESCA CHIESA DELL’ASSUNTA A CERIGNOLA

Ho voluto offrire alla Città di Cerignola, un  contributo culturale sul culto e sulla devozione, tributati al SANTO PROTETTORE DELLE OPERE EUCARISTICHE, sin dal XVIII secolo, nella CHIESA dedicata a MARIA SS.MA ASSUNTA in CIELO.

Nell’ ARTISTICA  CHIESA SETTECENTESCA  di MARIA SS.MA ASSUNTA IN CIELO, nell’ampia navata, a sinistra, si erge, nella terza ARCATA, la seconda CAPPELLA, dedicata a SAN GERARDO Maiella (1) devozione e culto che ha cancellato, CULTO e DEVOZIONE al SANTO TITOLARE originario, a LUI voluto dalla FAMIGLIA GAETA,  nella seconda metà del Sec. XVIII, per il quale fu costruito l’ALTARE e posta nella NICCHIA l’ARTISTICA STATUA LIGNEA POLICROMA di SAN PASQUALE BAYLON, dell’Ordine dei Frati Minori ALCANTARINI,  mistico spagnolo di cui, ormai si ignora, per gran parte dei cerignolani, l’esistenza dell’antica dedicazione al SANTO, adoratore del SS.mo Sacramento,  di una CAPPELLA.

La confraternita di Maria SS.ma Assunta in Cielo viene citata per la prima volta nel 1729; ancora dai registri del defunti risulta seppellito nella Cappella dell’Assunta il “fratello” Domenico Strafile: così nel 1746 Sebastiano di Nuzzo di Cerignola ed altri negli anni successivi. Da una conclusione del gennaio 1741 veniamo a sapere che con “elargizioni” di Fratelli, Sorelle e Benefattori è stata ultimata la costruzione della Chiesa e di cinque case adiacenti: Priore è Mastro Nicolò (ricco costruttore), assistenti alla fabbrica Aniello Giannatempo e Giuseppe Mininno; sottoscrivono il documento ben 37 confrati. Tale Chiesa veniva a sovrapporsi, sostituendola o ampliandola, ad una Cappella posta fuori dal Borgo medievale, sulla strada per Melfi, a maggiore glorificazione della Vergine Titolare, la cui solennità cadeva il 15 agosto. La confraternita, infatti, nel XVIII secolo registrava rendite provenienti da lasciti di benefattori e di confratelli, per le quali veniva tassata per once 43.20 e che indubbiamente consentivano una certa agilità di azione. Solo nel 1749 la confraternita di Maria SS.ma Assunta in Cielo chiede ed ottiene il Regio Assenso, in ottemperanza alle norme dettate in materia nel Concordato fra Re Carlo III di Napoli e il Papa Benedetto XIV: 77 i firmatari della richiesta. Secondo una iscrizione tombale, presente nella Chiesa, nel 1789 viene costruito un sepolcro per i Confratelli” (2).

Questa bella CHIESA ha un particolare architettonico che non è presente in nessuna altra Chiesa antica di Cerignola. Si tratta di un “passetto” intercomunicante di disimpegno tra una Cappella e l’altra. Questo passaggio si verifica attraversando un’apertura nel muro con ARCO a TUTTO SESTO, comodo e molto discreto. Ho visto questo tipo di “disimpegno” in diverse Antiche ed Artistiche Chiese di NAPOLI: la CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE DEL CARMINE, di SAN PIETRO AD ARAM… Quasi a voler dire quella cerignolana ha preso molto da quelle napoletane per il suddetto elemento architettonico. Forse c’è un motivo che sveleremo più avanti. Ma mi piace aggiungere che Cerignola, facendo parte del Reame di Napoli e di Sicilia,  ancora oggi, porta, fortunatamente, i “segni” materiali e tradizionali della STUPENDA CITTA’ di NAPOLI e del POPOLO NAPOLETANO.

Possiamo individuare ben TRE ALTARI del XVIII secolo: l’ALTARE MAGGIORE, l’ALTARE di SAN PASQUALE BAYLON e l’ALTARE del CUORE DI GESU’ (una volta dedicato alla MADONNA DEL DIVINO AMORE (3), la cui Statua a manichino vestita, dopo una lunga permanenza nella grande nicchia bassa, posta sulla parete a sinistra dell’Altare, nella piccola CHIESA di S. BIAGIO m., poco distante, è stata riportata nella Chiesa dell’Assunta, trasferita nella nicchia che sovrasta l’ultimo altare sul lato destro della navata); gli altri ALTARI risultano datati nei due secoli successivi. I due ultimi ALTARI, prima citati, si fronteggiano essendo i secondi uno a sinistra e l’altro a destra dell’ ampia navata.

Il MONUMENTALE ALARE MAGGIORE marmoreo, si impone all’osservatore per la sua raffinatezza nella esecuzione complessiva e l’alta professionalità nella messa in opera. Un ALTARE marmoreo policromo  che si inonda di luce diffusa che piove dalle finestre poste in alto riverberano, così il bel colore BIANCO di finissimo MARMO che bene si concilia con la parte marmorea realizzata in TARSIA che cromaticamente evidenzia il NOCCIOLA scuro e NOCCIOLA molto chiaro, producendo in tal modo, a chi lo ammira, un effetto che è TRAVOLGENTE nel senso del BELLO.

Ritengo che i tre ALTARI MARMOREI, riccamente INTARSIATI, in STILE BAROCCO, siano di produzione locale usciti dall’arte di esperti e bravi MARMORARI.

Ma veniamo alla descrizione dell’ALTARE, una volta di SAN PASQUALE BAYLON, oggi dedicato a San Gerardo Maiella.

L’ALTARE richiede una sosta quasi interminabile effettuata nella più assoluta SOLITUDINE e soprattutto rigoroso SILENZIO. Un ALTARE che va centellinato nella VISIONE. Gli OCCHI che avidamente scrutano e percepiscono i RECESSI più RECONDITI. Il fascino dei MARMI che ormai sotto il carico dei tre secoli di esistenza, soprattutto quelli BINCHI si sono, in parte, ingialliti lasciando notare le varie tonalità che salgono dalla base verso l’alto invadendone in ogni dove;  i MARMI aggrediti dall’umidità, che infiltrandosi nella composizione cristallina del tipo saccaroide, ha conferito un “sapore” di antico e di vetustà a tutto l’artistico ALTARE.

Le forme belle BAROCCHE sapientemente distribuite lasciano vedere uno STILE BAROCCO non molto esasperato e ridondante. CIBORIO, REGISTRI,PALIOTTO e PREDELLA sono ben distribuiti e arricchiti con pregevolissimi MARMI policromi.

Due sono i REGISTRI marmorei. Il primo poggia direttamente sulla MENSA, marmo di fondo BIANCO con polimodanature basali, superiori aggettanti. Dolcemente il marmo si arretra ad arco e presenta ben trentasei BACCELLATURE ben distribuite, su tutto il fronte dell’altare e laterali impreziosite da TARSIA in marmo color nocciola chiaro. La BACCELLATURA è uno degli elementi decorativi che insieme ad altri si richiamano a quelli, identici, dell’ALTARE MAGGIORE; mentre tre TARSIE  di marmo scuro avente forma OVALE, due sono laterali, rispetto al CIBORIO posti in orizzontale, uno più piccolo corrispondente alla zona mediana soprastante il medesimo TABERNACOLO. Il secondo REGISTRO  è di gran lungo più alto e slanciato, inoltre decisamente più ricco nelle FORME e DECORAZIONI. Due pregevoli CAPIALTARI marmorei  serrano ai lati il REGISTRO recante ai lati, frontali del REGISTRO stesso, singolarmente una FORMELLA geometrica rettangolare in marmo grigio venato molto chiaro. All’interno una finissima e delicata DECORAZIONE aggettante in stile BAROCCO in marmo bianco consistente nella parte CENTRALE basale in una FOGLIA che si avvolge su se stessa a pergamena, mentre i due lati estremi sviluppa verso l’alto due tenui VOLUTE, aprentesi a V fino a toccare il margine superiore della FORMELLA. La TARSIA è realizzata a destra e a sinistra del singolo RETTANGOLO da pregiatissimo MARMO rosso molto scuro con macroscopiche e ricche venature bianche; nell’interno dello spazio compreso tra le due VOLUTE un bel marmo colo nocciola ne esalta la luce.

Il CIBORIO in marmi policromi reca nella parte centrale la PORTICINA in Argento, ai lati due stretti pilastrini laterali proponenti la forma geometrica del rettangolo a sviluppo verticale, con tarsi in marmo scuro leggermente venato. Ancora un’altra fascia stretta, tra i pilastrini e la PORTICINA, reca altra tarsia sempre in marmo scuro leggermente venato. La parte superiore del TABERNACOLO presenta la lastra marmorea chiare che copre tutto il REGISTRO compresi i due CAPIALTARI e il CIBORIO  in marmo chiaro con polimodanatura aggettante, nella parte centrale superiore del CIBORIO si innalza ad ARCO terminante nella parte centrale con due VOLUTE a RICCIOLO fronteggiantesi con un CARTIGLIO centrale e terminate questi con lembo fogliare verso l’interno. Sovrasta ancora tutto il CIBORIO un piccolo TRONETTO realizzato in marmo bianco e tarsie marmoree colorate.

La PORTICINA d’Argento, del XVIII secolo, per noi è il VERO CAPOLAVORO d’ARTE. Due CERNIERE, presenti sul lato destro per chi guarda, risultano collocate nel bel MARMO bianco. Quest’ultimo perimetra la parte esterna del TABERNACOLO con riproponendo lo stile BAROCCO. Lo stesso reca la fascia esterna metallica. La lamina risulta fissata sul supporto retrostante da cinque evidenti  VITI  d’ARGENTO  a taglio. La LAMINA lavorata finemente a sbalzo, sicuramente lavoro di argentieri napoletani, presenta a tutto campo il CRISTO RISORTO con una ricca raggiera presente dietro il capo e un’altra a RAGGI più larghi e lunghi dietro il CORPO, con il braccio e mano sinistra tiene verso l’alto impugnata una grande CROCE, mentre il braccio destro piegato verso si se e con la mano, espressamente con il dito INDICE indica la piaga sul basso costato dove sgorga sangue fluente che va a riversarsi riempiendolo il  sacro CALICE. L’elaborato CALICE è impugnato con una mano da CHERUBINO,  mentre con l’altra  regge il PIEDE DESTRO , mentre il PIEDE SINISTRO con la GAMBA poggiano su un NUVOLATO baroccamente AVVOLTO da grossi GIRALI, dove poggia anche la GRANDE CROCE. Un ampio VELO avvolge il braccio sinistro passa dietro il corpo fino a cadere alla base. Inoltre un articolato PERIZOMA copre la parte bassa del CORPO del CRISTO. E’ un PREGEVOLISSIMO lavoro a sbalzo che conferisce all’intero ALTARE una FASTOSITA’ ridondante nell’espresso stile barocco.

IL PALIOTTO.   La LASTRA marmorea della MENSA divide la parte superiore dalla inferiore cioè il PALIOTTO. Dopo la MENSA una spessa lastra in marmo grigio venato, di notevole spessore e costituita da nove elementi litici fortemente AGGETTANTI in modo da condizionare la disposizione del RICCO e ARTISTICO PALIOTTO sottostante. Partiamo dai due PILASTRINI i CANTONALI laterali, con una MENSOLA marmorea LATERALE superiore e una tarsia marmorea scura disposta nel rettangolo a sviluppo verticale. Gli stessi recano sulla faccia FRONTALE lo STEMMA, aggettante, in marmo bianco riproducente il BLASONE della FAMIGLIA GAETA proprietaria della CAPPELLA, lo stesso stessa che è posto nella parte sommitale occupando la metà circa della formella marmorea è arricchita, quest’ultima,  da un delicatissimo marmo color ROSSO CUPO quasi nero con ricchissime venature bianche tutto ad intarsio. Segue la parte laterale dell’ALTARE che si configura con lo spessore della base dell’ALTARE in marmo BRECCIATO chiaro con CLASTI molto grandi soprattutto e una matrice di fondo con venature color scuro. Passiamo al fronte del PALIOTTO. Ai lati, spigoli, un PILASTRINO con grande VOLUTA sormontata da un elemento con baccellatura frontale laterale con marmo color nocciola chiaro e lo stesso marmo decora la parte di fondo. Il PALIOTTO frontale molto bello, elegante con la parte CENTRALE fortemente AGGETTANTE  presenta una prima fascia perimetrale in marmo, molto larga, in marmo grigio chiaro venato, segue ancora un’altra fascia molto stretta in marmo scuro leggermente venato. Poi la parte di FONDO in un delicatissimo marmo color NOCCIOLA con ricche venature scure. Inizia la parte AGGETTANTE. Ai lati due significative VOLUTE in marmo bianco poste a circa la metà sull’asse orizzontale, che presentano una FOGLIA protesa verso l’interno con evidente nervatura centrale, fino ad arrivare a quasi toccare la fascia in marmo scuro, Queste originano dalla base con due piccole VOLUTE arricciantesi verso l’interno per poi svilupparsi verso sopra in una voluta più lunga espansa rientrante ad arco per poi continuare il percorso nella grande VOLUTA superiore la quale si espande per poi rientrare con una più piccola fino a toccare la parte superiore con la lastra orizzontale intarsiata in marmo color NOCCIOLA più rossiccio. Il marmo intarsiato che va ad interessare lo spazio di fondo è in marmo ROSSO CUPO quasi nero con ricchissime venature bianche, un bell’effetto cromatico. La parte CENTRALE ha una soluzione a MEDAGLIONE. La base poggia su una VOLUTA a CARTIGLIO arricciandosi ai laterali a PERGAMENA in marmo BIANCO, si sviluppa sui lati con ulteriore decorazione a tarsia in marmo color NOCCIOLA chiaro divide la tarsia superiore da quella inferiore, nel marmo bianco, un BOTTONE, sempre in tarsia in marmo scuro. Continua la parte superiore con due ampie VOLUTE che lambiscono la FOGLIA posta in posizione MEDIANA e SOMMITALE espandendosi soprattutto superiormente aggettante verso l’interno. Il MEDAGLIONE CENTRALE è recente raffigura SAN GERARDO MAIELLA che è andato a sostituire, credo andato perduto, quello originario del SETTECENTO che sicuramente raffigurava SAN PASQUALE BAYLON sfrattato dal SUO ALTARE e dalla SUA CAPPELLA agli inizi degli anni ’50, è stato fatto MIGRARE INGIUSTIFICATAMENTE,  in più collocazioni sempre provvisorie e mai su di un altare ma declassato a stare in varie nicchie, pur rimanendo nella stessa Chiesa.

La PREDELLA in marmo grigio venato, formata da un solo SCALINO, gira a lambire la base dell’ALTARE risparmiando la base dei CANTONALI dove sono riprodotti gli STEMMI simmetrici.

Sovrasta l’ALTARE la NICCHIA protetta da vetro e legno con la STATUA di SAN GERARDO MAIELLA. Originariamente vi era solennemente esposta alla devozione dei devoti e dei fedeli l’Artistica STATUA LIGNEA POLICRONA di SAN PASQUALE BAYLON.

L’ARTISTICA STATUA di SAN PASQUALE BAYLON in legno policromo è alta cm. 106. E’ datata 1790 come risulta dipinto, in nero, sulla base lignea. Lo SCULTORE ci “restituisce” un’opera artisticamente ragguardevole: ci presenta il SANTO nelle fattezze di un Frate Minore Alcantarino dall’aspetto giovanile. Infatti SAN PASQUALE BAYLON visse 51 anni (1540-1592) (4). Il VISO e lo SGUARDO sono rivolti verso l’OSTENSORIO con il SS.MO SACRAMENTO. L’Ostensorio è retto da un ANGELO, posto in piedi, proteso verso l’alto, che lo sorregge dalla base con le due mani. Notiamo che inoltre un VELO color amaranto cupo, gli copre la schiena, continua superando la spalla per poi ricadere anteriormente, fungendo da perizoma, scende ancora fin sul mantello dal lato destro della spalla del SANTO. La STATUA reca un MANTELLO e ABITO Francescano color marrone con pieghe molto evidenti e fluenti. Il CORDONE è la cintola e la CORONA del SANTO ROSARIO  legati al CORDONE scendono insieme sul lato sinistro dell’abito. Viene posto in evidenza una caratteristica tipica dell’ABITO dei FRATI ALCANTARINI, la presenza di TOPPE, ben evidenziate, cucite a grossolani “punti”. Nella parte superiore il risvolto del CAPPUCCIO che scende sulle spalle; sono evidenti una serie di PIEGHE fluenti con numerosi RISVOLTI. L’ABITO termina sulla base cadendo con risvolti di PIEGHE su un appariscente NUVOLATO, composto da girali, posto sulla destra. La posizione del SANTO è STANTE e scarica l’intero peso sulla gamba destra mentre la sinistra si piega lasciando intravedere la forma del ginocchio.  Chiudiamo queste descrizioni soffermandoci sulle BRACCIA e sulle MANI che risultano ben curate dallo scultore. Il BRACCIO destro è portato sul petto con la MANO aperta che lascia intravedere tutti i particolari plastici; mentre il BRACCIO sinistro , portato verso il basso, si discosta dal corpo all’altezza del polso con la MANO distesa con le dita che si flettono lasciando intravedere il palmo della mano con i vari evidenti particolari plastici. La STATUA poggia su una BASE lignea con CORNICE modanata aggettante, lignea e dorata, che perimetra la BASE stessa per i quattro lati. Il fronte è realizzato con una decorazione che si ispira alla marmorizzazione dipintura che propone varie tonalità del grigio che con il bianco “sporco” creano una commistione di tonalità che andavano di moda nel Settecento. Al centro un ridondante CARTIGLIO ligneo, a più VOLUTE dorato, con il fondo bombato richiama la decorazione barocca che orna il PALIOTTO dell’Altare. Al centro del CARTIGLIO si legge la seguente ISCRIZIONE, dipinta in nero: “ San / Pasquale Baylon / 1790”.  La BASE termina con altra cornice polimodanata aggettante, color oro a sua volta poggiante su quattro basi piatte di legno sempre dorato. Nella stessa nicchia che ospita la STATUA lignea di SAN PASQUALE BAYLON vi è un ARTISTICO RELIQUIARIO,  del XVIII secolo, nel quale è venerata una RELIQUIA del SANTO.

Nel 1973 la STATUA era collocata in una nicchia posta sulla parete interna dell’ultima Cappella sul lato destro della navata; nel 2004 era collocata già, da molti anni, sul Campanile.  Nello stesso anno, la STATUA è stata posta, non più sul SUO ALTARE, ma comunque, dignitosamente ricollocata in CHIESA (5) , posta in una nicchia presente nell’ultima Cappella sulla parete di destra, in corrispondenza dell’arco centinato che immette, dal “passetto”, nel retrostante Ufficio Parrocchiale.

Tornando alla CAPPELLA in oggetto, sul PAVIMENTO risulta murata una ISCRIZIONE, posta a destra, per chi guarda l’ALTARE, quasi vicina alla PREDELLA MARMOREA. Oggi CANCELLATO (levigata) del tutto, lo specchio EPIGRAFICO dopo i recentissimi “restauri”!!!. Stessa fine è stata inflitta alla ISCRIZIONE SEPOLCRALE dei CONFRATELLI datata 1789, per la prima volta riportata in un mio lavoro a stampa (6). La ISCRIZIONE incisa su una Lastra in marmo grigio venato, avente forma quadrata con quattro BORCHIE metalliche poste ai quattro vertici, che pubblichiamo per la prima volta, è  stata dallo scrivente registrata sugli appunti personali, in un sopralluogo effettuato il 21 Luglio 1973 nel quale furono effettuate, anche delle fotografie in bianco-nero. Questo il testo che viene “restituitoalla COLLETTIVITA’:

 “ D(OMINO) O(PTIMO) M(AXIMO) / SEPULCRUM – HOC / FRANCISCUS CAIETA – SIBI / SUISQUE – CONDIDIT / ANNO – REPARATAE – SALUTIS. / MDCCLXXXIX” ( A DIO – ONNIPOTENTE – MASSIMO / QUESTO – SEPOLCRO / FRANCESCO GAETA / PER – SE – E – PER – I – SUOI – ERESSE / NELL’ANNO – DELLA – REDENZIONE. / 1789” (7).

Di GIUSEPPE GAETA che fece costruire l’ALTARE e dette inizio al culto e devozione di S. PASQUALE BAYLON cerchiamo di mettere insieme le pochissime notizie recuperate a tutt’oggi. Partiamo dall’ATTO di MORTE, da me trascritto nel lontano 1985 dai Registri della Chiesa Madre, poi trasferiti nel Duomo nel 1933.

LIBRO DE’ / MORTI, CHE PRINCIPIA / DAL DICEMBRE DEL / L’ANNO 1813. Parrochi – D. Michele Antonacci – D. Francesco Palieri – D. Luigi Quarticelli – D. Carmine Maratia – D. Giuseppe Conti”:

Adi d(ett)o (31 Agosto 1815) D. Francesco Gaeta di Cerignola di anni circa cinquantanove, figlio delli q(uonda)m Tommaso, e Rosa Raibaldi, marito di Rosaria Lione è morto con tutti i S(anti) S(agramenti) a ben morire dal Sacerdote D. Domenico Sanitate; si è sepellito nella Congregazione dell’Assunta” – c. 51 v. (8).

Il Dottor Fisico D. FRANCESCO GAETA era stato il  PRIORE, che nel 1789 (9) chiedeva, unitamente a 30 CONFRATELLI,  al Re di NAPOLI Ferdinando IV, l’autorizzazione per la FONDAZIONE e nel contempo anche il REGIO ASSENSO, per la CONFRATERNITA di MARIA SS.MA DELLA PIETA’ che ottennero il 18 Settembre dello stesso anno. La richiesta era dettata in ottemperanza alle norme sancite in merito al Concordato fra il Re Carlo III  di Napoli e il Papa Benedetto XIV (10). La Confraternita si insediava nell’OSPEDALE CIVILE dedicato alla VERGINE della PIETA’, sito all’interno della cinta muraria del Borgo Medievale. Il loro compito doveva essere principalmente rivolto all’assistenza degli infermi dell’OSPEDALE. Tra i Promotori e Fondatori della soprascritta Confraternita vi era il “[…] il ricco possidente Pasquale Fornari, già fratello e Priore della confraternita del Purgatorio […]”  (11). C’è da chiedersi come mai il Dott. Francesco Gaeta fece costruire l’altare e il suo sepolcro proprio nello stesso anno, 1789, anno di Fondazione della Sua CONFRATERNITA di SS.MA MARIA DELLA PIETA’ nella CHIESA dell’ASSUNTA  pur non essendo Confratello ? . La Confraternita della PIETA’ ebbe “[…] una vita breve ed  effimera […]” (12). Gli animi dei Confratelli erano agitati, la sete di potere, gli interessi economici, le atroci discordie portarono a spegnere gli entusiasmi sul nascere. Solo nel 1 marzo del 1823 fu RIFONDATA[…] da novello spirito più fervido di divozione […]”(13). Quindi, il DOTT. FRANCESCO GAETA, probabilmente molto deluso ed amareggiato per questo naufragio, preferì trasmigrare nella CHIESA dell’ASSUNTA evidentemente trovando una grande sensibilità, rispetto e profonda comprensione, da parte della Congregazione di MARIA SS.ma ASSUNTA in CIELO. Aggiungiamo che dall’altra parte, i Confratelli, trovarono il loro tornaconto in quanto GAETA, costruì, a sue spese, un RICCO ALTARE marmoreo, lo dotò oltre che della STATUA di SAN PASQUALE BAYLON, anche di tutti gli arredi sacri; inoltre dotò la CAPPELLA di benefici ECONOMICI e inoltre il PERSONAGGIO dava lustro e prestigio alla CHIESA e alla CONFRATERNITA.

Abbiamo già descritto l’ALTARE marmoreo, recanti sui due CANTONALI, lo STEMMA della FAMIGLIA GAETA. Noi siamo in grado non solo di indicare i COLORI ma anche di riferire dell’esistenza dello stesso STEMMA ARALDICO presente nella MONUMENTALE  BASILICA MAGGIORE DI SANTA MARIA del CARMINE  di NAPOLI. Infatti, sin dal 1982 lo avevo notato e preso in considerazione riscontrando il legame tra la nostra CHIESA dell’ASSUNTA con la CITTA’ di NAPOLI. Nella CAPPELLA dedicata a SAN CIRO m., in fondo al lato sinistro che conduce, poi, alla Cinquecentesca CAPPELLA dove è alla venerazione la Sacra ICONA della SS.MA VERGINE DEL CARMINE, sulla parete di sinistra vi è una grande LAPIDE marmorea centinata nella parte superiore sovrastata dallo STEMMA marmoreo aggettante, ancorato ad un chiodo infisso nella parete; l’ISCRIZIONE è datata 1762, una LAPIDE DEDICATORIA della Famiglia Gaeta.  Sormontato da una CORONA nobiliare a 7 punte,  identica al nostro STEMMA; lo SCUDO risulta “INQUARTATO nel 1° e nel 4° d’argento al Leone di porpora; nel 2° e nel 3° di rosso pieno”. Lo STEMMA si riferisce alla FAMIGLIA GAETA del ramo del leone (14). Dobbiamo desumere che la FAMIGLIA GAETA di Cerignola, probabilmente, di origini napoletane, fece una radicale scelta, come tante altre famiglie che nel XVIII secolo, di migrare nella nostra Città per questioni economiche, avendo notevoli proprietà, soprattutto agricole (Masserie da Campo, grano; allevamenti di greggi di pecore), preferirono seguire in loco i loro lauti interessi (guadagni).   Ma la RICERCA indagativa continua. Da una ricerca effettuata il 12 marzo del 1980 nell’ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA, consultando le varie “carte” sulle Congregazioni laicali di Cerignola, tra quelle relative all’ARCICONFRATERNITA dell’ASSUNTA (15), officiante nella omonima Chiesa, trovai il fascicolo 645 riportante la seguente intestazione: “S. Maria Assunta 1821-1822”. Sono TRE DOCUMENTI su una vertenza posta in essere tra i GERMANI della FAMIGLIA GAETA e l’ARCICONFRATERNITA dell’ASSUNTA in merito alla Festa solenne in onore di S. PASQUALE BBAYLON iniziata dal loro defunto GENITORE il DOTT. FISICO DON FRANCESCO GAETA.

Trascriviamo il PRIMO documento: “Al Sig. Intendente di Capitanata, presidente del Consiglio di Beneficenza . Sig.r intend(ent)e / Don Pasquale, D(onn)a Rosa, Donna Veneranda, D(onn)a Teresina, D(onn)a Luisa, e Donna Leonora fratello, e Sorelle Gaeta del Comune di Cerignola riverentemente sì oppongono, come , il defunto lor Padre D(otto)r D. Francesco volendo vieppiù dimostrare la Sua pia divozione verso il glorioso S. Pasquale Baylon, si determinò di ergerli un altare di marmo fornito di tutte le necessarie suppellettili, ed arredi Sagri nella Venerabile Confraternità sotto il titolo di Santa Maria Assunta in Cielo di detto Comune, di cui si trovava sinora uno de’ più distinti, e benefattori Fratelli. E’ solo da meravigliarsi, che all’articolo terzo fu stabilito nel seguente modo, cioè, che non possa essere al suddetto pio Benefattore Sig(no)r D. Francesco Gaeta  proibito di celebrare festa solenne a gloria di detto Santo nel giorno 17. Maggio, o in altro tempo, come al medesimo aggraderà, con fare processione panegirici e che in tale processione debba esser tenuta detta Congregazione intervenire in compenso di quel lustro che la medesima riceverà dalla succennata proferta. Stabilita la convenzione  nel modo sopra indicato, il mentovato D. Francesco erasia l’attore, l’o(rdi)nò galantemente, e fece quanto conteneasi nelle assunti obbligazioni, ad indi cominciò a solennizzare in ogni anno la Festa  al detto Santo glorioso, con molta pompa, e mugnificenza nel modo convenuto, come senza inderruzione alcuna han proseguito ì Supplicanti dopo la morte del lor Genitore ì dritti trasmessigli, come risulta da un Attestato della Curia Vescovile di Cirignola. Or non ostante l’inviolabilità di questi dritti, gli attuali Confratelli della ridetta Congregazione han fatto prosentire di non voler permettere la celebrazione della detta Festa nel giorni 17. Del corrente Mese, né per altro tempo, e molto meno vogliono prestarsi alla processione di lor obbligo, senza verun fondato motivo, ma per semplice capriccio. Quindi affinche adempiono a quanto trovasi stabilito col trascritto articolo terzo di conclusione, ricorrono dalla somma giustizia Vostra, e del rispettabile Consiglio, affinchè dia gli ordini opportuni, onde la detta Festa sia celebrata dà Ricorrenti nel modo convenuto, e che la Congregazione debba prestare il suo intervento gratuito alla processione, che sarà fatta, sotto quelle som(m)e , che sì stimeranno regolari e in caso di controvenzioni / Tanto implorano, e gli farete giustizia / firmato Emm(anuele) Sorge Proc(urato)re” .

Il contenuto del documento è molto chiaro. L’Arciconfraternita non vuole più che si faccia la Festa, ma soprattutto la PROCESSIONE di S. Pasquale Baylon a titolo gratuito, ma da concordare la somma con i figli del defunto Benefattore FRANCESCO GAETA. Le controversie nell’Ottocento, erano aspre e interminabili in seno alle  CONFRATERNITE tra loro e i diretti organi superiori sia Religiosi che Laici hanno prodotto scandali  fino all’estreme conseguenze con la soppressione di alcune di esse Confraternite.

Ma la lite continua. Vediamo il SECONDO documento: “Cerignola-Ascoli  al Vescovo – 11 Magg(i)o 1822 – Acciò sia permesso agli Eredi di Gaeta di far celebrare la festività di S. Pasquale nella Chiesa dell’Assunta – Monsignor / Gli Eredi del defunto D. Fran(ces)co Gaeta d(e)l Comune di Cirignola con supplica presentata in questo Consiglio han manifestato che malgrado con pretesa loro il dritto di far sollenizzare a proprie spese la festività di S. Pasquale Baylon nella Chiesa di S. Maria dell’Assunta di colà, e da un Cappellano a di loro piacere esistendovi nella stessa un altare di marmo di loro proprietà fornito di tutte le necessarie supellettili, ed arredi sagri pure ora essendo prossima la festività di esso Santo i Confratelli della Congregazione, ai quali è affidata l’ amministrazione del sud(det)to luogo pio si negano di permetterne l’adempimento; e quindi essi Eredi nel presentare la scrittura di fondazione del divisato Attore , ed […] han chiesto le providenze analoghe all’oggetto. S’intende dimandare  Sig(no)r Consig(i)o che provvisoriamente non si faccia alcuno invariare permettendosi [….] agli Eredi enunciata di far celebrare a di loro spese la festività anzid(ett)a e secondo, il solito a di loro piacimen(to) e fino a che il Consiglio andrà ad emettere la provvidenza definitiva sul merito facendo incaricato l’Ammi(nistra)tore del Luogo, acciò avendo le ragioni da addivenire l’assenza in esso Consiglio nell’intenz(ione) […] col farsi anche in q(est)o anno la sua risenta […] non vi è interdetto su giudicare a molti  che il corso normale propri  averi  dell’affare di cui è quistione nel farmi l’onore  intanto di passarlo alla sua Conoscenza, la prego di disporre l’occorrente, onde la determinazione del Consiglio abbiano il più pronto adempimento.  / L’I…….”.  Il documento risulta di difficile lettura poiché è una “minuta” con correzioni, cancellature e aggiunte poste al margine sinistro per chi legge indicate con asterischi che vanno ad integrate il testo. Per questo lo “scritto” è stato riportato conseguenzialmente.

Si evince dal documento che il parere definitivo sarà quello che deciderà il Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e di Cerignola, MONS. ANTONIO MARIA NAPPI.

Infatti riportiamo l’ultimo documento, il TERZO, di questa vicenda che viene prodotto dalla Curia Vescovile di Cerignola il 9 Maggio 1822: “Si certifica da questa Curia Vescovile di Cerignola come dopo un’esatta informazione da Noi prese, abbiamo rilevato, che il fu Dottor Fisico D. Francesco Gaeta, e dopo la morte del med(esi)mo . La di Lui famiglia per la durata di più Anni addietro han fatto funzionare su di un Altare di loro jus- Patronato, eretto a loro divozione nella Chiesa della Congregazione dell’Assunta qualunque Sacerdote, che loro ha piaciuto nella sola solennità del glorioso S. Pasquale una colla Novena, a cui è dedicato detto Altare. Ed affinchè cessi ove convenga, ne abbiamo formato il presente, munito del N(os)ro Suggello = Dato dalla Curia Vescovile di Cerignola il dì 9. Maggio 1822.  = Il Vicario G(eneral)e Ercole Arcidia(c)ono Chiomenti – Niccola Can(oni)co di Ciommo Cant(ore) “. Il documento reca il timbro con lo STEMMA ad inchiostro del Vescovo Mons. Antonio NAPPI , Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e di Cerignola dal 1819 al 1830 (16).

Le “CARTE” parlano chiaro. E’ evidente una insofferenza dei CONFRATELLI nei confronti dei Germani GAETA, per un malcelato abuso, sin dal 1815, anno della MORTE del Benefattore FRANCESCO GAETA, sulla gestione dei Festeggiamenti e soprattutto per la PROCESSIONE. Questo è quello che vogliono far credere sia gli uni che gli altri. Ma a mio avviso le cose sono molto diverse. Vi è un motivo squisitamente POLITICO che non è di poco conto. Proprio gli anni ‘20 dell’OTTOCENTO sono anni di sconvolgimenti politici nel REGNO di NAPOLI.

Infatti “Con il trattato di Casalanza del 20 maggio 1815, Napoli fu restituita a Ferdinando, il quale, per disposizione del Trattato di Vienna del 1816 assunse il titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie” (17).

La data 1815 non è da considerarsi una mera coincidenza. Infatti i Documenti già citati dell’ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA sono molto espliciti. Ad iniziare dal 1820-1821-1822 alcune nostre Confraternite, per Legge del Re Ferdinando I° dopo le Elezioni del Priore, del Primo Assistente, del Secondo Assistente e a volte anche del Segretario e del Cassiere, facenti parte delle Confraternite: ASSUNTA, PURGATORIO e della PIETA’, come nel nostro caso quella di MARIA SS.MA ASSUNTA IN CIELO, dovevano, obbligatoriamente, firmare davanti al SINDACO di Cerignola una dichiarazione, dopo aver letto il “Formulario” già scritto nel modo seguente: “[…]Oggi che corre il primo Gennaro Anno 1822 – Noi qui sotto scritto Sindaco del Comune di Cerignola …. Egli in esecuzione del Real Decreto de’ 17 Luglio 1815 ha prestato il suo Giuramento nel modo seguente. Io Pasquale Pugliese prometto fedeltà, e ubbidienza al Re Ferdinando I … Prometto e giuro di non appartenere ad alcuna società Segreta di qualsivoglia Titolo, oggetto e Denominazione, e nel Caso che io appartenessi a qualcheduna di tali Società, prometto, e giuro di rinunziarrà di questo momento, e di non farne più parte Così Dio mi ajuta …. […]”  (18). Seguono le firme. Per le Confraternite interessate era una situazione stringente e limitativa moralmente. Preferirono i Confratelli dell’Assunta non effettuare passi falsi perché continuamente vigilati dalla Polizia borbonica e preferivano prendere le distanze da PASQUALE e le SORELLE GAETA.

Anche Cerignola si distinse nei moti del 1820 e quelli del 1848, contro i RE BORBONI di Napoli. I Re di Napoli misero in atto sistemi molto duri, tra quelli più blandi erano proprio il continuo vigilare nelle Confraternite. Nel mirino vi erano la nostra CONFRATERNITA dell’ASSUNTA, del Purgatorio e di Santa Maria della Pietà come già si diceva innanzi. Erano molti i Confratelli che facevano parte della CARBONERIA. Il Re li temeva. I nomi delle Famiglie LIBERALI cerignolane erano molto rappresentate. Della Famiglia Gaeta, PASQUALE non risulta facesse parte della Confraternita dell’Assunta, ma nemmeno delle altre, abbiamo consultato gli elenchi con i nomi dei Confratelli compresi gli anni 1820-1821- 1822 e 1823.  Ma più avanti negli anni veniamo a conoscenza che la FAMIGLIA GAETA probabilmente era di aperte idee LIBERALI, e PASQUALE, unico figlio di FRANCESCO e fratello di cinque sorelle faceva parte dei LIBERALI RIVOLUZIONARI. Lo storico SAVERIO LA SORSA in merito a questo argomento e dei moti del 1848 napoletani, nello specifico della Capitanata e in particolare nella nostra Città riporta quanto segue: “[…] Altri liberali, capitanati da Michele Pallotta, Belisario Stasi, PASQUALE GAETA e Michele Siniscalchi, si riunirono alla vigna di Chiomenti, e dopo vivace e torbida discussione decretarono la caduta dei Borboni e la proclamazione d’un governo provvisorio, il quale doveva eseguire gli ordini che s’aspettavano dal comitato centrale rivoluzionario. Fu chiamata in armi la G.N., e le s’impose di ubbidire agli ordini del comitato provvisorio; furono fatte violenze e minacce ai pubblici ufficiali, che sgomenti e paurosi non sapevano quale provvedimenti adottare[…]” (19). Ancora LA SORSA scrive che difronte alla debolezza del Re Francesco, dopo aver licenziato i Ministri, “si circondò di uomini liberali”, “[…] In esecuzione del decreto 19 luglio, il 24 dello stesso mese, il Sindaco di Cerignola Farrusi  procedè  d’accordo col Decurionato alla scelta di 240 Guardie Nazionali … Per i Capi della III. Compagnia fu proposta la seguente terna: Carlo De Martinis, Francesco Pece, Michele Morra, e poi i capi plotone: PASQUALE GAETA, Salvatore Silvestri, Vincenzo Falamingo, Giuseppe Pece, Domenico e Pasquale Penza […]” (20).  Con l’ingresso di Giuseppe Garibaldi, il Dittatore, in Napoli, il 7 Settembre 1860 (21) le città esultavano: “[…]A Cerignola una folla di popolo, capitanata da Giuseppe Cannone, Ottavio Gala, Francesco Conte, Giuseppe Ruocco, Pietro Siniscalchi, PASQUALE GAETA, Felice Stasi ed altri, inscenò una clamorosa dimostrazione all’Eroe di Marsala […]” (22).

Cerignola, 16 giugno 2018                                                                Matteo Stuppiello

Bibliografia e Note

(1) – La sostituzione di S. Pasquale con S. Gerardo è stata effettuata agli inizi degli anni ‘50. E per cancellare del tutto le tracce dall’ALTARE del SANTO TITOLARE fu sostituito dal Parroco il MEDAGLIONE marmoreo originario, con un altro recente raffigurante San Gerardo. Probabilmente il MEDAGLIONE recava la EFFIGIE di SAN PASQUALE BAYLON, facente parte del PALIOTTO e che forse TANTISSIMI DEVOTI, non avendo la possibilità di “toccare”, come segno di devozione, la STATUA, baciavano il SANTO proposto a BASSORILIEVO del SETTECENTO. SICURAMENTE ANDATO PERDUTO, perché passato di MODA e inservibile, non più riproponibile. Ho sfogliato attentamente i vari numeri del Bollettino Mensile delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola “VITA NOSTRA” dal 1932 al 1942 ed ho, nel 1940, trovato una sola vota citata la Festa che si svolgeva in onore del SANTO PROTETTORE DELLE OPERE EUCARISTICHE –  IL SANTO DELLA EUCARESTIA; voglio riportare il testo perché non venga perduta la “memoria” storica di questa devozione: “Onoranze a S. Pasquale Baylon – Quest’anno ricorrendo il IV centenario di S. Pasquale Baylon, Protettore delle Opere Eucaristiche, il direttore diocesano Mo0ns. Desantis ha già indetto nella Chiesa dell’Assunta, ove da moltissimi anni si venera sul proprio altare la  immagine del Santo, un triduo solenne in precedenza al 17 c.m. giorno della festa. In tale giorno vi sarà la Messa pontificale del sullodato Mons. Protonotario Apostolico, Comunione generale, alle ore 17 esposizione del SS. Sacramento, ore di adorazione degli ascritti alle Opere Eucaristiche, panegirico detto dal Primicerio Can.co Sergio di Gioia e la benedizione Eucaristica. Così la Chiesa dell’Assunta, centro di irradiazione Eucaristica per la bella istituzione della Flora, merito del nostro Vicario Mons. Desantis, ha onorato degnamente il Santo dell’Eucarestia” (da “VITA NOSTRA” – Bollettino Mensile delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola – ANNO VIII – N. 87-88 – Marzo-Aprile 1940, p. 8. Il Sacerdote menzionato è Mons. Antonio DESANTIS.

(2) – MATTEO STUPPIELLO, La realtà confraternale a Cerignola (secc. XVI-XIX), in AA.VV., Le Confraternite Pugliesi in Età moderna 2, a cura di LIANA BERTOLDI LENOCIATTI DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDIO 27-28-29 APRILE 1989DEL CENTRO RICERCHE DI STORIA RELIGIOSA IN PUGLIA, SCHENA EDITORE, Fasano (BR), 1990, pp. 488-489.

(3)  – ONOFRIO BANCONE, Collocata in Chiesa la Madonna del Divino Amore, da “InformArci” –  Mensile d’informazione a cura dell’Arciconfraternita Maria Santissima Assunta in Cielo – Cerignola (Fg) – ANNI I – NUMERO I – MARZO 2006.

(4) –  www.santiebeati.it

(5) – ONOFRIO BANCONE, Collocata in Chiesa…, op. cit.

(6) – MATTEO STUPPIELLO, La realtà confraternale…, op. cit., p. 489.

(7) – Si ringrazia la Prof.ssa GIUSTINA SPECCHIO per la trascrizione e l’analisi del testo.

(8) – ARCHIVIO PARROCCHIA “SAN PIETRO APOSTOLO”- DUONO TONTI – CATTEDRALE – Cerignola – “ARCHIVIO PARROCCHIALE DAL 1569” – Volume: “LIBRO DE’ / MORTI, CHE PRINCIPIA / DAL DICEMBRE DEL / L’ANNO 1813 – Parrochi : D. Michele Antonacci, D. Francesco Palieri, D. Luigi Quarticelli, D. Giovanni Maratia, D. Giuseppe Conti”. Si ringrazia il Parroco Don Pio Cialdella,  per avermi consentito di consultare i REGISTRI e trascrivere il suddetto DOCUMENTO nel giorno 1 gennaio 1985 e autorizzarne la pubblicazione.

(9) – I richiedenti “[…] della medesima Supplicano benignarsi d’impartire il Regio Assenso alle Regole sudette, ed alla fondazione, ch’avranno ut Deus, D.r Francesco Gaeta Priore Supplica come sopra =  D.r Saverio Raffaele primo Assistente Supplica come s.a = Giuseppe Tolentino Secondo Assistente  Supplica come sopra = D.r Savino Morra Fratello Supplica come sopra[…]”. Colgo l’occasione  per ringraziare Don Agostino Divittorio, Parroco della Chiesa dello Spirito Santo per aver ottenuto una copia, in fotocopia, del Regio Assenso in originale,  custodito nell’ARCHIVIO della Confraternita di  MARIA SS. MA della PIETA’, in data 31 gennaio 2004 alla quale vanno i miei ringraziamenti.

(10-11-12-13) MATTEO STUPPIELLO, La realtà confratertnale…, op. cit., p. 490.

(14) – Famiglia di Gaeta a cura di Dr. Giuseppe Pizzuti, www.nobili-napoletani.it

(15) – ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA – Intendenza di Capitanata – Opere Pie – Serie II – B. 91 – fasc.  645 : “S. Maria Assunta 1821-1822”.

(16) – AA.VV., Cronotassi Iconografica e Araldica dell’Episcopato Pugliese, REGIONE PUGLIA – Assessorato alla Cultura – UNIONE REGIONALE DEI CENTRI DI RICERCHE STORICHE ARTISTICHE ARCHEOLOGICHE E SPELEOLOGICHE DI PUGLIA, Bari, 1986, pp. 98-103; p. 160. La SCHEDA su ASCOLI SATRIANO-CERIGNOLA è stata curata da MATTEO STUPPIELLO del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – Cerignola;  si veda, MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Cerignola dal sec. XIII al sec. XIA, in SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S. E. Mons. Vincenzo D’Addario Vescovo Coadiutore delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola nel Suo Ingresso a Cerignola, 29 giugno 1986 Festa dei SS. Pietro e Paolo App., San Ferdinando di Puglia, 1986, p. 6; SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S. E. Mons. Giovanni Battista Pichierri – La Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano nell’Araldica Episcopale (1819-1991), San Ferdinando di Puglia, TAV. I.

(17) – MARIO FURNARI, Cronologia dinastica del Reame di Napoli, Fiorentino Editrice, Napoli, 1978, p. 79.  

(18) – ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIAIntendenza di Capitanata…, op. cit.; B. 69, fascicolo 537; MATTEO STUPPIELLO, La realtà confraternale…, op. cit., p. 497.

(19) – SAVERIO LA SORSA,  La Città di Cerignola nel secolo XIX con prefazione di NICOLA ZINGARELLI, BARI-ROMA – F. CASINI E FIGLIO – Editori, 1931, pp. 111-112. si veda MATTEO STUPPIELLO, La realtà confraternale… , op. cit., p. 497.

(20) – SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola…, op.cit., p. 165, nota (1).

(21) – ROMUALDO MARRONE, Le Strade di Napoli, Roma, 2004, Volume Secondo – Editori Newton e Compton, pp. 768-769: “Sette Settembre (piazza). Già piazza Spirito Santo compresa tra via s. Anna dei Lombardi e via Toledo, Q.S. Giuseppe … l’attuale denominazione Sette Settembre ricorda l’ingresso a Napoli di Garibaldi il 7 settembre 1860 quando prese alloggio nel bel palazzo d’Angri , che si apre sul largo e dal quale balcone salutò la folla festante. La chiesa dello Spirito Santo fu voluta dalla confraternita degli illuminati dello Spirito Santo e commissionata al fiorentino Pietro Di Giovanni intorno al 1500…[…]”.

(22) – SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola…, op. cit., p. 169.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Prospetto Principale – Foto Matteo Stuppiello 20.8.1969

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Particolare – L’altare – Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Particolare dell’Altare – I Registri – Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Particolare dell’Altare – Il Paliotto – Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Particolare dell’Altare – Lo Stemma della Famiglia Gaeta – Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Particolare dell’Altare – Il Ciborio- Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Particolare dell’Altare – La Porticina del Ciborio di fattura Napoletana (sec. XVIII) – Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – Cappella di San Gerardo Maiella, già San Pasquale Baylon – Particolare – Lapide della Famiglia Gaeta – A sinistra prima del Restauro, Foto Matteo Stuppiello 12.8.1973 – A destra dopo il Recente Restauro, Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “Maria SS.ma Assunta in Cielo” – Interno – La Statua Lignea Policroma (Autore Ignoto, 1790) – Foto Matteo Stuppiello 31.8.2016.

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Vetrina delle Reliquie – La Reliquia di San Pasquale Baylon donata dalla Sig.ra Rosa Biancardi il 1.12.1991 – Foto Francesco di Bono 9.6.2018.
Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Vetrina delle Reliquie – La Reliquia di San Pasquale Baylon donata da Mons. Franco Vitullo il 17.9.1995 – Foto Francesco di Bono 9.6.2018
Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Settore Campane di Vetro e Scarabattoli – Reliquia di San Pasquale Baylon posta nello Scarabattolo con Statua Lignea Policroma raffigurante Gesù Bambino Benedicente, donato da Don Nunzio Galantino il 7.7.1991 – Foto Matteo Stuppiello 30.6.1991.
Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Stanza del Bracciante – Quadro Dietro-Vetro raffigurante San Pasquale Baylon donato dalla Sig.ra Maria Concetta Mangino il 8.1.1978 – Foto Matteo Stuppiello 9.6.2018