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RICORDIAMO MONS. MICHELE DE SANTIS MEMORIA STORICA SULLA CHIESA DI CERIGNOLA

Il Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, l’ Archeoclub d’Italia – Sede di Cerignola e il Museo Etnografico Cerignolano (1979) vogliono ricordare nel giorno della morte il nostro COLLABORATORE

Mons. MICHELE DE SANTIS

(*Cerignola 23.11.1900  Cerignola 28.4.1993)

Il giorno 28 aprile del 1993 terminava di battere il cuore di Don MICHELE DE SANTIS a 93 anni (1). Un SACERDOTE di encomiabile UMILTA’, di grande GENEROSITA’ e di profonda CULTURA. E’ stata una immensa fortuna averLo conosciuto tramite Don Benito Mininno, che aveva preannunziato il mio incontro sollecitato, poi, dallo stesso Don Michele. Diversi anni addietro ero stato da Lui in una visita fugace con l’amico Prof. Roberto Cipriani per una urgente informazione di carattere storico chiesastico.

Il primo incontro, 26 ottobre 1989, la sera presso il Suo domicilio, in Via Pietro Mascagni n°94. Ricordo molto bene quella stupenda e indimenticabile serata: Don MICHELE mi aspettava, mi  accolse con grande CORDIALITA’ venendomi incontro con il braccio proteso e con la mano distesa in segno di amicizia e stima, con un sorriso contenuto ma pieno di soddisfazione; c’era senz’altro empatia.

Una FIGURA esile, appena curvo, snello  nel procedere; gli occhi che mi guardavano con innata curiosità di conoscermi, finalmente.  Sapeva  già da parecchio di me e “aveva grande ammirazione per noi (Istituzioni Culturali), per il nostro corretto e scientifico modo di interessarci della Storia di Cerignola” mi diceva durante il colloquio e ribadiva con  soddisfazione e fermezza. Mi colpì la fragilità fisica e la Sua ESEMPLARE FIGURA di SACERDOTE D’ALTRI TEMPI.

Mi fece strada per arrivare nell’antico salotto e incominciammo da quella sera ad intessere un rapporto CULTURALE e di fattiva COLLABORAZIONE. Gli incontri successivi ci vedevano, al solito posto, interessati in una conversazione che portava, da parte mia, a RECUPERARE quanto più possibile notizie sulla STORIA della CHIESA di Cerignola. Un vasto campo di intervento che si apriva  a ventaglio trattandone i vari aspetti,  che mi portava a registrare una miriade di appunti utilissimi perché ricordavano fatti e accadimenti non noti o poco conosciuti. Una “micro storia” utilissima, prodotta dal “verbo” di un UOMO SAGGIO, ATTENTO e METICOLOSO nella narrazione ben cadenzata.  Un SACERDOTE quasi NOVANTENNE, lucido, prudente e corretto.

Si diceva un SACERDOTE d’altri tempi. Aveva conosciuto parecchi CANONICI CAPITOLARI dell’OTTOCENTO, sapeva tutto su di loro e con molta pazienza e profonda gioia, consapevole di affidare a me, per tramandare e traghettare alle nuove generazione, la STORIA, le varie notizie.

Fu Terziario Domenicano (prendendo il nome di Fr. TOMMASO MARIA) e Parroco della Chiesa di “San Domenico Confessore”. Dopo il SANTO TRANSITO del Can. Parroco DON ANTONIO PALLADINO (*Cerignola 10.11.1881 †Cerignola 15.5.1926), il brevissimo Parrocato di Don Francesco Ruocco e il Vicariato provvisorio di Don Paris Fieni, Mons. GIOVANNI SODO, Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e di Cerignola, lo nomina nel 1926, Vicario Curato della Parrocchia di “San Domenico Confessore”. Dal 9 marzo 1930 fino al 7 dicembre 1947 fu PARROCO della Chiesa di “San Domenico Confessore” (2).

Seppe ben affrontare e gestire, nonché potenziando con fermezza e con convinzione la EREDITASPIRITUALE, MORALE e ORGANIZZATIVA, lasciata dall’improvvisa morte del Suo giovane PREDECESSORE SANTO, Mons. Antonio PALLADINO. Mi confidava che era molto pesante reggere di fronte alle situazioni anche di frizione nella Chiesa stessa nei confronti della Sua Parrocchia, sempre sotto i riflettori per qualsiasi cosa. Lo stesso anche per l’aspetto sociale e politico dell’intero Rione “CITTADELLA”. Un campo di “Battaglia” per il riscatto sociale. Mi diceva che aveva fatto una scelta, lasciare cioè  al proprio posto tutto ciò che era stato utilizzato ed usato dal Suo PREDECESSORE; come ad esempio la poltrona e il tavolo di Don ANTONIO. Grande era il rispetto nei confronti per il SACERDOTE SANTO.

Numerosi i documenti ICONOGRAFICI dei quali mi fece DONO per il Museo: una miriade di “santini” compresi quelli riguardanti la Sua Parrocchia e le altre, fotografie di Sacerdoti, sia singoli che in Gruppi. Mi indicava con attenzione e meticolosità i vari Sacerdoti conosciuti. Anche manufatti del suo abbigliamento sacerdotale, le Berrette, i Cappelli … . Diversi suoi appunti dattiloscritti e olografi scritti con la Sua calligrafia inconfondibile. Più volte mi faceva presente con un velato rammarico nell’esserci conosciuti troppo tardi perché avrebbe potuto darmi una maggiore quantità di documenti  utili e ancora tantissime notizie del passato.

Il caro Don MICHELE era un punto di riferimento per molti sacerdoti che si recavano spesso da Lui per chiedere consigli e suggerimenti per situazioni molto particolari. Anche casi di coscienza. Lo stesso facevano i vari Vescovi della Diocesi: Mons. Giovanni Sodo, Mons. Fr. Vittorio Consigliere e gli altri fino ad arrivare a Mons. Vincenzo D’Addario e Mons. Giovanni Battista Pichierri.

Ora mi piace soffermarmi un po’ di più sul concreto in merito alle conoscenze storico-culturali delle quali DON MICHELE era molto ferrato. Tranquillamente parlava del Regno di Napoli e dei Re di Casa Borbone. Sapeva benissimo di Sacerdoti Capitolari accusati di avere simpatie per i Re BORBONICI. Uno di questi era un suo parente, Don Pasquale Gammino,  del quale la famiglia custodiva la sua immagine dipinta sulla tela realizzata a Napoli. Sapeva molto sui Vescovi della nostra Diocesi: Mons. Antonio Nappi, Mons. Francesco Javarone,  Mons. Leonardo Todisco Grande, Mons. Antonio Sena, Mons. Fr. Domenico Cocchia, Mons. Angelo Struffolini e gli altri. “Santini”, “fogli volanti”, pubblicazioni di questi Vescovi, ritagli di articoli, vari documenti testimoniativi.

Conosceva una variegata serie di ANEDDOTI nell’ambito della Chiesa che nessuno ne era a conoscenza. Riporto due esempi:

  • Una mattina, nella Cattedrale di Ascoli Satriano fu trovato sfregiato con una lametta un quadro che raffigurava il Vescovo Mons. Giovanni Sodo. Il viso era stato tagliato con un colpo netto, deciso. Fu subito avviata l’indagine. Alla fine si seppe che era stato un sacerdote anziano che per invidia contro il Vescovo, che aveva insignito a canonicato un giovane sacerdote anzicché
  • Un altro esempio riferito a Cerignola. L’8 settembre, giorno della Natività della Madonna, che coincide con la Festa della nostra Protettrice, Maria SS.ma di Ripalta, allora la Cattedrale era la Chiesa Madre, nel Rione Terra Vecchia: doveva tenere il PERGAMO,  cioè l’OMELIA  un conosciutissimo  Canonico, un oratore di eloquenza e di vasta cultura, di Cerignola. Era considerato un “principe” del Capitolo Cattedrale, che manifestava apertamente le sue idee liberali. Arrivò in carrozza come al suo solito, si faceva accompagnare alla Cattedrale gremita di fedeli, Autorità, pronti ad ascoltare una PREDICA erudita dal Canonico Capitolare. Salì sul pergamo pronto per iniziare ed in un attimo DIMENTICO’ TUTTO: un improvviso VUOTO di MEMORIA. Uno smarrimento totale, non riusciva a ricordare nulla di quello che aveva preparato. Un momento terribile e di terrore per i fedeli. Trovò la forza e il coraggio di ammettere la sua SUPERBIA confessando che era stato “punito” dalla Vergine Santissima di Ripalta. Rimase immobile e non riusciva a prendere la decisione di scendere. Continuava DON MICHELE nella narrazione,  che le sorelle, presenti tra i fedeli e che lo avevano accompagnato in carrozza, da giù del pergamo, lo invitavano a scendere subito. Cosa che avvenne dopo diverse invocazioni, il Canonico scese , uscirono dalla Chiesa, salirono in carrozza e si allontanarono per fare presto rientro in casa.

Voglio ricordare in questo scritto i suoi cari familiari: l’amorevole affetto della sorella Sig. PALMIRA DE SANTIS-MORTALO’ nei confronti del fratello SACERDOTE, sempre entusiasta della mia presenza, molto discreta. La figlia della Signora la Prof.ssa PALMIRA MORTALO’, che, unitamente alla madre, esprimeva positive riflessioni e condivideva in pieno  tutto ciò che DON MICHELE mi donava. Agli stessi esprimo la mia profonda gratitudine per tutto. Per il CARO DON MICHELE immenso affetto e gratitudine: è senz’altro un vuoto per la “memoria storica” sulla Chiesa locale che resterà, purtroppo incolmabile.

Cerignola, 27 aprile 2018                                Matteo Stuppiello

Bibliografia e note

(1) –  MICHELE DE SANTIS (*Cerignola 23.11.1900  †Cerignola 28.4.1993) figlio di Michele di Rosaria Giannatempo; viene battezzato il 17 dicembre dello stesso anno nella Chiesa Madre dallo zio Don Luigi Giannatempo.

(2) – MATTEO STUPPIELLO, Al Sacerdote D. Michele De Santis Canonico Teologo della Cattedrale per i suoi 90 anni, San Ferdinando di Puglia, 1990.

Mons. Michele De Santis Canonico Teologo della Cattedrale – Terziario Domenicano

Cerignola – Abitazione di Mons. Michele De Santis – Via Pietro Mascagni n°94 – Foto Matteo Stuppiello 1.6.1990.

La foto è tratta da MATTEO STUPPIELLOAl Sacerdote D. Michele De Santis Canonico Teologo della Cattedrale per i suoi 90 anni, San Ferdinando di Puglia, 1990, p.3.

Chiesa Parrocchiale “San Domenico Confessore” con l’annesso ex Convento dei Padri Domenicani, Cerignola – Piano San Rocco o “Piano delle Fosse Granarie”. Il complesso architettonico risale all’inizi del XVI secolo con rifacimenti del XXI -XX. Il disegno, acquerellato a mano dal Prof. Salvatore Delvecchio è una rielaborazione dello stesso di una foto bianco-nero del 1930, donata dal Can. Don Michele De Santis il 27.3.1990.