Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

UN INEDITO DOCUMENTO DEL XVII SECOLO ATTESTA CHE SULLA PORTA DELLA TERRA ERA “PITTATA LA CICOGNA” – PRIMA PARTE

Molto poco conosciamo della NOSTRA CITTA’ ed in particolare della sua ARCHEOLOGIA, della sua STORIA e delle sue TRADIZIONI POPOLARI. Una miniera CULTURALE inesauribile e tutta da scandagliare. Ben poco si fa, a mio avviso, per mettere in luce “strato” dopo “strato”, come è il procedere lento di uno SCAVO ARCHEOLOGICO, il tessuto storico-culturale della nostra Cerignola. Ci si dovrebbe maggiormente impegnare nella ricerca di ciò che è stato, procedendo “pagina” dopo “pagina” come l’immergersi passionale all’interno di un LIBRO o di un inedito DOCUMENTO.

Gli ARCHIVI STORICI sono colmi di documenti che aspettano inesorabilmente di essere consultati e rivelati. La nostra STORIA è riportata su innumerevoli documenti custoditi nei GRANDI ARCHIVI di STATO di NAPOLI e di FOGGIA, in quelli PRIVATI e COMUNALE, oltre che negli ARCHIVI e BIBLIOTECHE annesse alle grandi BIBLIOTECHE NAZIONALI e PROVINCIALI. Ciò che è stato scritto e detto, in molti casi, difetta IMPERDONABILMENTE di SCIENTIFICITA’. Cosa viene consegnato alle nuove generazioni?

Assistiamo ad un pauroso quanto dilagante DISAMORE, un ALLONTANAMENTO ABISSALE INNATURALE, dalle nostre nobili ANTICHE MEMORIE PATRIE, perché distratti da altro !!! È un lento ma inesorabile avanzamento di scostamento come può essere il procedere di un movimento franoso e, quindi irrimediabilmente rovinoso; come una faglia che si allarga sempre di più distanziandosi tanto da tagliare drasticamente le RADICI, ormai prive di linfa vitale. Lo stato attuale ci rivela la presenza di molte ZOLLE ARIDE, pertanto, ci si auspica una ABBONDANTE “PIOGGIA FECONDA che vada a riattivare la RICERCA, lo STUDIO, l’INTERESSE e il profondo AMORE per la CITTA’. Le ISTITUZIONI preposte dovrebbero progettare un modello del RI-AMORE. Un messaggio MEGAFONATO va, senza dubbio, inoltrato alle nuove generazioni: non siate PRONI e non lasciatevi SEDURRE dalle circostanze, dalle strumentalizzazioni, dalle ipocrisie, dall’occupare i primi posti e dalla mera e deleteria visibilità (tanto di moda oggi) che portano solo ed esclusivamente ad un isolamento morale totale. Ricordiamoci che noi TUTTI SIAMO CUSTODI E RESPONSABILI dei BENI CULTURALI della CITTA’.

Ma passiamo al nostro argomento relativo ad un DOCUMENTO INEDITO del XVII secolo che viene pubblicato e portato a conoscenza per la prima volta.

Dal DOCUMENTO si evince l’origine del nostro simbolo araldico che era DIPINTO sulla PORTA della TERRA, PORTA principale d’ingresso alla CITTA’ medievale: l’EMBLEMA della CICOGNA, orgoglio indiscusso della CITTA’ di CERIGNOLA. Credo sia una realtà UNICA dato che non mi risulta ci siano altri esempi similari in altre CITTA’ medievali.

Ancor prima di addentrarmi nel vivo dell’argomento, mi piace riportare quanto scrive MARINA CAVALIERE (1) nell’introduzione della sua pubblicazione a proposito di “Porte, Portali e Roste di Napoli”:

“FUORI E DENTRO LA CITTA’, FUORI E DENTRO I PALAZZI DELLA CITTA’. CHE SIA LA MAGNIFICENZA DI UN ARCO DI TRIONFO A SEGNARE IL PASSAGGIO O UNA STRETTA E SPOGLIA APERTURA, UN “PERTUGIO”, UN GRANDE ARCO SU CUI SI ADDENSANO MARMI, PIETRE O STUCCHI FINEMENTE LAVORATI, LA PORTA STABILISCE IL LIMITE DELLO SPAZIO E NE SCANDISCE IL TEMPO. LA SCOPERTA DI UN LUOGO IMPLICA IL VARCARE L’INGRESSO. NELLE ANTICHE MURA MESSE A DIFESA DELLA CITTA’, DEL BORGO, LE PORTE RICUCIVANO LA FRATTURA COL TERRITORIO, NELLE FABBRICHE CIVILI OLTREPASSARE IL PORTALE PUO’ RISERVARE LA SORPRESA DI UN CORTILE ORNATO DI STATUE, DI UN GIARDINO, DI UN LOGGIATO CONCLUSO DA ACROBATICHE SCALE. L’INGRESSO SI PONE QUINDI COME SEGNALE VISIVO IMMEDIATO, SIMBOLO DEL PRESTIGIO E DEL POTERE DELLA CITTA’ O DELLA NOBILE FAMIGLIA. LA PORTA DI UNA CITTA’ SI CARICA DI VALENZE SIMBOLICHE; NON È SOLO UNA SEMPLICE APERTURA FUNZIONALE PER IL PASSAGGIO DAL LUOGO CHIUSO DEL RECINTO URBANO AL TERRITORIO CIRCOSTANTE […]”.

La nostra PORTA DELLA TERRA, nel suo piccolo, presentava alcune caratteristiche peculiari riportate nella citazione poc’anzi scritta. Le peculiarità le andremo certamente ad indicare singolarmente anche nella Seconda Parte dell’articolo.

La NOTIZIA della “CICOGNA PITTATA” sulla PORTA è opera del nostro dotto concittadino Molto Reverendo Padre Fr. GABRIELE GABRIELLI (2) da Cerignola O.F.M. Cappuccino. Ci piace riportare tale fonte nel corpo di questo articolo e non semplicemente nella bibliografia dato che vogliamo dare NOTEVOLE RISALTO alla scientificità e AMPIO MERITO all’estensore del documento.

Su P. GABRIELE GABRIELLI scrive P. CIPRIANO da SERRACAPRIOLA, affermando quanto segue: “23 NOVEMBRE / Nel 1667 / a Foggia P. GABRIELE GABRIELLI – predicatore. Con tanta chiarezza e precisione ci ha tramandato le gesta di tanti confratelli e le notizie più precise riguardanti i primi tempi della provincia, nella sua qualità di cronista. Fu guardiano, custode, definitore e ministro provinciale (1641)” (3).

Il testo dalla quale attingiamo la interessante notizia sullo STEMMA di CERIGNOLA “PITTATO SU LA PORTA DELLA TERRA” risulta essere: “Memoria della fondatione di q(ue)sta pro(vin)cia / de’ Cappuccini di S. Angelo, e de suoi luoghi con il / Catalogo di tutti li Vicarij seu Ministri / Prov(incia)li, che l’hanno governata”.  – (sec. XVII). – ARCHIVIO PROVINCIALE CAPPUCCINI – FOGGIA – ms. f. 24. (1529-1667). Manoscritto stilato dal  M.R.P. Gabriele Gabrielli da Cerignola (*Cerignola  ?  Foggia 23.11.1667).

 Contenuto: – Notizie sulla Fondazione del Convento e Chiesa dei Cappuccini di Cerignola (1613).

Notizie sull’origine dello Stemma della Città di Cerignola (4).

 “[…] poi i più moderni per impresa d’una Cicogna coronata col serpe pendente dal suo rostro, et ora di grandissima maraviglia à riguardanti il vedere questo maestoso Uccello, non solo pittato su La porta della Terra, ma non molto lungi all’istesso teatro, quasi domestico vagheggiarlo vivo, sopra un nido più d’una ruota d’un carro spatioso, di sterpi, frasche, et simili boscaglie da lui fabricato, al Cielo aperto, et a tutte l’intemperie dell’Aria esposto. Anzi fatto comune à grandissima quantità dè passari, che con molta pace, e quiete dentro i forami, come n’ei buchi vi nidificano. Due Cicogne solevano ogn’anno nel mese di Marzo comparire, e queste prima impossessatosi del nido con atroce battaglia disarcionavano l’altre che tal hora visopragiungevano. Nell’estate generavano i pulli, et questi impennati l’imparavano a volare con ponersegli sul dorso, sollevargli pian piano dal nido, e lasciargli cadere sopra di quello, à fine adoperassero le proprie ali sostentarsi. Avvenne tal volta che qualche uno né precipitò in giù con perdita della propria vita, se non per la caduta, per mancamento di cibo al suo notrimento atto, e proportionato. L’Autunno poi si partivano per dovere l’Inverno in altro paese dimorare, et al parere commune andavano in Gravina, nella cui Città d’ogni tempo numerose vi dimorano. Mentre albergavano al paese, girando del continuo per la Campagna senz’essere molestate, sotto bando penale delle genti, andavano con esquesita diligenza à Caccia di Serpenti, et d’essi si nodrivano. Accadè più d’una volta che portando la Cicogna il Serpe ancora vivo per il becco, avanti d’arrivar il nido l’uscì di bocca, e cadendo à vista de molti nel piano della porta della Terra, osservossi il legiadro modo di combattere con quello. Poiche  appoggiandosi il Serpe colla coda sul terreno, tutto sollevato in aria, si poneva in difesa contro la Cicogna, e questa volandogli per sopra quando si calava per rapirlo, adoperava à guisa di brocchiero un’ala colla quale lo sbatteva à terra, e con il rostro assai lungo cacciato sotto di quell’ala lo feriva. Prendendolo finalm(en)te per mezzo, al nido lo portava, per godere, con mangiarselo dell’acquistata preda. Era con effetto di non piccolo giovamento al Paese un tal’Ucello, perche lo mantineva per qualche miglio intorno, netto, e purgato dagli Animali velenosi. Ma nell’anno 1619 adì 21 di Giug(n)o sollevandosi di mezzogiorno formidabili tempesta nell’aria, diede un fulmine sopra il nido della Cicogna, et trovandosi la femina covando, infelicemente l’uccise. Fumò per alquanto, ma non puotè bruggiare quella materia incretata del nido, et accorgendosene i Cittadini appoggiarono lunghe scale alla piramide, et ne calarono la Cicogna morta, insieme coll’Uova, che poste sotto di una grossa Papera covante, non sciusero già mai, et vi furono trovati alla fine i Polcini ancor morti, forse dalla mala qualità della saetta. Stato ciò sarebbe prodigioso portento, e portentoso prodigio appresso de’ Romani antichi, et bisognava colle vittime purgarlo: Ma li nostri alla Divina dispensatione attribuendolo, restarono con universal cordoglio privi della Cicogna. Impercioche dall’hora in poi se pure ne sono comparse alcune, non però v’hanno dimorato, abborrendo quel nido fulminato, né ingegnandosi di fabricarne un altro. Per il che godono adesso quei Cittadini della Cicogna pittata, et non si dolgono, che per l’infelice caso della Cicogna morta, crescano viè più li serpenti. Che potranno eglino sperare da sì velenosa schiera”.

Deh (mentischi la penna) Un dì n’aspetta

Presago il core, calamità funeste.

Che non minaccia in van’ T(er)ra celeste

E la spada di Dio non taglia infretta.

quDe ciconia fulmine coelesti mortua. Cirignolae die

21. Iunij 1619.

1. Simbolum nostrae pietatis alto

Zelo, percussum perijt, tonante

Crebius coelo, comitante luctu

Plebis, et omnis

2. Luget extincttam Cirinola matrem

Quam deus tandem, superis ab altis

Sorte concessit, Patriae sit almus

Dux, honor armis.

3. Luget et luxit, tremefacta quando

Eius insigna exanimate restat

Cum sit in illis pietas perempta

Grata colonis

4. At pius noster renuit perire

Quam deus natam pietate duxit

Vevè defuncta est pietas imago

Sola peremit.”.

La descrizione della PORTA di ingresso alla TERRA sulla quale era DIPINTO lo STEMMA della CICOGNA risulta essere dettagliata e di notevole spessore culturale. Va comunque meglio chiarito che, probabilmente, non era materialmente dipinto sul PORTONE LIGNEO, ma su una sovrastante EDICOLA in muratura che maestosa si stagliava proprio al di sopra della PORTA della TERRA stessa, come su tante altre PORTE d’INGRESSO poste nelle mura di cinta di un borgo.

Non è difficile rintracciare antiche PORTE d’accesso disegnate o ancora superstiti che immettevano nei BORGHI o nelle CITTA’ medievali del REGNO di NAPOLI. Prendiamo a riferimento alcune PORTE d’accesso alla CITTA’ di NAPOLI, avendo su tale argomento, come abbiamo già avuto modo di scrivere (5), un esauriente lavoro di ricerca effettuato dalla Dott.ssa MARINA CAVALIERE.

Delle numerose porte d’accesso alla CITTA’ di NAPOLI ne restano superstiti in numero di quattro: Porta CAPUANA, Porta NOLANA, Porta SAN GENNARO e Port’ ALBA (6). Tra le quattro menzionate merita un’attenzione particolare la PORTA SAN GENNARO in quanto, a mio parere, sembrerebbe verosimilmente e con le dovute cautele accostabile alla nostra PORTA della TERRA.

Sulla PORTA SAN GENNARO del XVI secolo MARINA CAVALIERE così scrive: “[…]La struttura estremamente sobria della porta cinquecentesca, priva di ornamenti, fu arricchita dopo la peste del 1656 da un’edicola, tutt’ora esistente, in cui Mattia Preti affrescò i santi patroni della città imploranti dalla Vergine la fine della peste […]” (7).  

Entrando nel merito della nostra PORTA d’ingresso alla piccola “CIRIGNOLA”, mi rifaccio ad un DIPINTO ad olio su TELA (8) del XVII secolo che, con il trasferimento della PARROCCHIA dall’antica CHIESA “SAN PIETRO APOSTOLO” – CHIESA MADRE, ubicata nel MEDIEVALE RIONE TERRAVECCHIA, nella nuova CATTEDRALE “TONTI” nel 1934, fu trasferita unitamente a tutte le altre TELE e suppellettili”.  La succitata TELA, ad oggi ubicata pressola SACRESTIA della CATTEDRALE “SAN PIETRO APOSTOLO” – DUOMO “TONTI”, raffigura SAN TRIFONE martire, Protettore minore della Città di Cerignola, sin dal 1585. Il Santo è dipinto nelle vesti di un ANZIANO MONACO BASILIANO con ASPERSORIO stretto nella mano destra e benedicente, con braccio alzato; l’altra mano e braccio rivolti in basso, ove l’indice regge il manico del SECCHIELLO contenente l’acqua benedetta, stringe al suo fianco il LIBRO dei SALMI. Sullo sfondo la nostra vasta campagna, allora infestata da LOCUSTE e SERPENTI dovuti all’aridità dei terreni a causa dalla prolungata mancanza di PIOGGIA.

Scrive lo storico concittadino Can. LUIGI CONTE: “-APPENDICE – Fra gli uomini illustri della nostra Patria è d’annoverarsi Gabriele Gabrielli da Cerignola egregio Predicatore dell’Ordine dei Cappuccini, autore della vita del glorioso Frigio S. Trifone da lui scritta, e dedicata all’Arciprete Nullius D. Giuseppe Bufo, ed al Reverendissimo Capitolo. Questi chiaramente stabilisce il tempo, e la cagione per cui Cerignola si trascelse per suo protettore il glorioso S. Trifone. Riduco in breve il pieno racconto. Nell’anno 1595. E seguenti, tutta questa regione sentiva il flagello, e la rovina dei Bruchi. Stando allora la cara nostra Patria trangosciata, vi capitò un venerando Prete Greco, e Religioso dell’Ordine di S. Basilio, o se mi fusse lecito, un Angelo di Paradiso, il quale persuase il Clero, e popolo a dover al Patrocinio di S. Trifone devotamente ricorrere, che stati ne avrebbe senza manco liberati. Infatti l’uomo di Dio di persona si recava per le campagne esorcizzando le locuste, e con la virtù del potentissimo nome di Dio Tetragrammaton, e con l’intercessione del glorioso S. Trifone le discacciava, e struggeva … Allora fu che il degnissimo Arciprete Gio(vanni) Giacomo de Martinis col clero, e popolo nello sperimentare efficace la potenza del Santo lo elesse di comun consenso a protettore di Cerignola. Si cominciò poscia a solennizzare la festa del Santo, conforme all’uso Greco nel primo giorno del Febbraio. Il buon Prelato gli dedicò un altare portatile nella dietro-Sagrestia, ove, mentre visse, fu solito di celebrare la sua Messa. Nell’anno 1623. Stabilmente dal Brigliero quivi fu eretto un altare per uso ancora delle sacre cerimonie” (9).

Leggiamo dallo stesso Luigi Conte (10) quanto segue: “[…]L’Arciprete di quel tempo, D. Giacomo De Martinis, dedicò al Santo una Cappella nella Chiesa Cattedrale, vi collocò un artistico quadro che venne sostituito da una statua, e poi da un’altra che tuttora si venera su di un altare in marmo, a’ cui piedi, in una ricchissima urna si conservano le insigni Reliquie del Santo […]”.

Con il trasferimento della Cattedrale presso il DUOMO “TONTI” anche l’artistica URNA in bronzo, contenente le OSSA di San Trifone Martire, fu trasferita e collocata sotto l’Altare Maggiore, presente tuttora.

Osservando la TELA sottoponiamo all’attenzione di tutti e per la prima volta altre due raffigurazioni DIPINTE. In basso e a destra della maestosa FIGURA centrale, riportato in miniatura quasi inosservabile, vi è la PORTA DELLA TERRA della nostra “CIRIGNOLA” nel ‘600; a sinistra, invece, sono dipinte le MURA di CINTA con TORRIONE e lo SVETTANTE CAMPANILE, che potrebbe corrispondere all’antico CAMPANILE in STILE ROMANICO, andato distrutto nel 1599, forse in seguito ad un precedente terremoto o consumato nel tempo (11).

Gli ingrandimenti di questi ultimi ed UTILISSIMI particolari mettono in risalto il deterioramento della tela. A venire in nostro soccorso è una IMMAGINETTA, riproducente il DIPINTO. L’immaginetta fu realizzata nel 1917 per volontà di Mons. GIOVANNI SODO, nativo di Napoli e Parroco della Chiesa di Santa Lucia a Mare (12), Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola (1915-1930) (13), in occasione della Traslazione delle OSSA di San Trifone Martire dalla Chiesa dell’Ospedale di S. Spirito di Roma, il 16 maggio 1917 e per concessione di Papa Benedetto XV, all’altare a Lui dedicato nella Cattedrale “SAN PIETRO APOSTOLO” nella CHIESA MADRE di Cerignola.

Anche questa volta si riporta, per la prima volta, lo stralcio di un articolo “Traslazione delle sacre Reliquie del Corpo di S. Trifone Martire da Roma a Cerignola”, pubblicato in “LA CROCE” – Napoli – Anno XX – N. 21 – Domenica 27 Maggio 1917 (14), dalla quale leggiamo tra l’altro: “[…]Il lavoro  della detta immaginetta è opera del chiarissimo Prof. Gustavo Girosi che nel riprodurre e migliorare il dipinto del secolo XVII ha aggiunto ai lati del Santo due angeli che oltre la palma recano gli strumenti del martirio, la fiaccola e i chiodi, ed ha pure espresso ai piedi del Santo il simbolo di Cerignola che è una cicogna recante nel becco un serpente, mentre alle sue spalle si osserva in distanza il Castello e l’antica porta della Città”. Sicuramente il Prof. GUSTAVO GIROSI, stimatissimo, abile e noto Pittore napoletano attivo a Napoli tra il XIX e il XX secolo (15), ha riprodotto quello che la TELA presenta, ricca di particolari nitidamente ancora visibili nel 1917, rispetto all’odierno stato di deterioramento.

La ICONOGRAFIA ripropone la TELA con l’aggiunta di due piccoli ANGELI, posti in alto svolazzanti, per chi guarda l’immaginetta, quello di sinistra reca tra le mani la PALMA del martirio, quello di destra reca gli strumenti del martirio del giovane santo martire: la fiaccola e i chiodi. Inoltre, sempre sulla sinistra e in basso la PORTA DELLA TERRA sovrastata dall’EDICOLA, sulla destra le MURA di CINTA. Precedute da un ALTO CAMPANILE in tre ORDINI sovrapposti, di ARCHI, terminante al vertice con cuspide e un alto TORRIONE MERLATO. Ancora una CICOGNA con il SERPE-ASPIDE stretto nel becco del VOLATILE. Quest’ultimo posizionato a sinistra sul percorso del MONACO BIZANTINO. La IMMAGINETTA (16) composta in un pieghevole, reca le note Storiche su SAN TRIFONE MARTIRE, la “PREGHIERA A SAN TRIFONE M.” da recitarsi per “La festa di S. Trifone si celebra in Cerignola, il dì 1 Febbraio” – Con “Indulg. 50 giorni” – “+ GIOVANNI Vescovo” – “Tip. Pontificia M. D’Auria- Napoli”.

Sono persuaso, come da prassi, che nel XVII secolo sulla parete interna della EDICOLA sovrastante la PORTA DELLA TERRA era presente lo STEMMA, dipinto ad AFFRESCO. Ma lasciamo la parola al Cerignolano Padre Cappuccino Fr. Grabriele Gabrielli, che scrive a tal proposito: “[…] ET ORA DI GRANDISSIMA MARAVIGLIA A’ RIGUARDANTI IL VEDERE QUESTO MAESTOSO UCCELLO NON SOLO PITTATO SU LA PORTA DELLA TERRA […]” (17).

Interessanti sono i particolari delle CICOGNE che nidificano sul CASTELLO e le vicende drammatiche in cui incorsero nel fatidico 21 giugno del 1619.

A riportare le notizie del nostro P. GABRIELE GABRIELLI sullo STEMMA di Cerignola nei rispettivi contributi culturali sono stati:

GIOVANNI BATTISTA PACICHELLI (18) – 1708: “[…] A simiglianti novelle son però da antiporsi le relazioni storiche, fondate sù la Cicogna col Diadema, premendosi da lei col rostro di Serpente, moderno suo simbolo, à cagione che questo poggia altre volte veniva infestato da sì fatti Animali, massimamente ne’ caldi estivi, che sogliono svernare nel Territorio di Gravina. Mà l’accidente simile di un Fulmine, dell’anno1619 ne incendiò un nido vedendosene fumar l’Uova, rendendo à quegli mal grato il sito. Qui la Campagna è assai petrosa, non produce che ferule ò piante inutili. Vi hà però degli Herbaggi per le Pecore, de’ Campi valevoli per lo frumento, e de’ Boschi fecondi non poco di Selvagia, de’ quali si compiace il proprio Barone, ch’è il Duca di Bisaccia”.

(19) TEODORO KIRIATTI 1785: “[…] Il palazzo ducale … eranvi due torrioni alla parte orientale del Castello in prospetto della nuova piazza, corrispondenti alla porta della Città […] … L’impresa dell’Università di Cerignola è una Cicogna tenente col rostro un Serpe; questo Emblema rimarca il gran numero, forse, di Vipere che prima  ivi annidavano, le quali erano divorate dalle Cicogne, abitatrici della gran Mole del Castello di Gerione : ciò da Cittadini avendosi a buon grado, ne formarono un augurio, e per gratitudine, come Uccelli benemeriti della società, ne disignarono questo Talismano[…]”.

(20) LUIGI CONTE (Sac.)  – 1853: “[…] STEMMA DELLA CITTA’ . L’impresa dell’Università di Cerignola è una Cicogna premente col rostro un serpe. Il ripasso di tali uccelli tornava gradito ai cittadini per la distruzione che que’ volatili fanno delle vipere quivi in gran copia annidate. Fu però che si ebbe nell’indicato modo foggiata l’impresa dell’Università (1). E comechè molte città della Puglia  per la loro fedeltà ebbero  da Ruggero il Normanno l’onoranza dello stemma coronato, una corona vedesi ancora fregiare lo Stemma di Cerignola[…]”. (1)Pacichelli, part. III. pag. 121

Cerignola, 24 Settembre 2020                           Matteo Stuppiello


Bibliografia e Note

(1) – MARINA CAVALIERE, Porte, Portali e Roste di Napoli, Tascabile Economico Newton – Napoli, Tascabile diretto da Romualdo Marrone, Ariccia (Roma), 1994, p. 7.

(2) – La FOTO è tratta da un quadro di piccole dimensioni incorniciato con la foto del Padre Cappuccino P. GABRIELE GABRIELLI, riprodotta su Tela ad olio. Il suddetto quadro è presente nel corridoio della Biblioteca Provinciale dei PADRI CAPPUCCINI, Convento “Immacolata” di Foggia. Sin dal 5 luglio 2011, a Foggia, presso la suddetta Biblioteca chiesi al carissimo compianto P. MARCELLO LEPORE, Direttore della menzionata biblioteca, notizie della presenza iconografica che riproducesse il nostro concittadino P. GABRIELE GABRIELLI. P. Marcello rispose in senso affermativo e mi suggerì di rivolgermi alla responsabile della Biblioteca, la Sig. SONIA LA CECILIA. Il 7 luglio ricevetti la telefonata della Sig. LA CECILIA che mi confermava della presenza di una riproduzione fotografica. Il 20 ottobre 2011, previo appuntamento telefonico con la Sig.ra Sonia La Cecilia, mi recai a Foggia presso la Biblioteca Provinciale dei Padri Cappuccini per poter effettuare una foto del quadro riproducente P. Gabriele Gabrielli. Notevole fu la disponibilità della Sig.ra Sonia La Cecilia, anche nell’aiutarmi nello scattare la foto senza che i riflessi, dovuti al vetro, ne deturpassero la visibilità e la nitidezza dell’immagine su pellicola.

(3) – CIPRIANO DA SERRACAPRIOLA – O.F.M.Cap., Necrologia dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Religiosa di Foggia (1530-1968) – Foggia – Curia provinciale dei Cappuccini – 1969, p. 705. Per altre notizie utili sulla vita religiosa di P. Gabriele si veda la pubblicazione: “Notamenti di vita e gesti di Cappuccini della Provincia di S. angelo (1613-1649), Introduzione trascrizione a cura di MARCELLINO IASENZANIRO e ROSARIO BORRACCINO, ARCHIVIO STORICO DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DI FOGGIA – Vol. 1 – Foggia, 1987, CURIA PROVINCIALE DEI CAPPUCCINI, pp. 25-28. Il Volume mi fu donato, il 24.4.1990, a Foggia, presso la Biblioteca Provinciale dei Padri Cappuccini, dall’amico compianto P. MARCELLO LEPORE (*Campozillone (CE) 10.2.1929 †San Giovanni Rotondo 27.9.2017), che era stato sia nel 1954 che nel 1959 nella famiglia francescana dei PADRI CAPPUCCINI di Cerignola. Mi piace aggiungere che il M.R.P. ROSARIO BORRACCINO, nostro concittadino, fu Preside dell’Opera “SAN FRANCESCO” – Cerignola – Liceo Linguistico “Spirito Santo” e dell’Istituto Magistrale “S. Chiara d’Assisi” dove fui docente di Scienze Naturali, Chimica e Geografia.

(4) – Per consultare il manoscritto del XVII secolo del nostro concittadino P. GABRIELE GABRIELLI, custodito nell’Archivio Provinciale dei Padri Cappuccini di Foggia, mi recai il 6 ottobre 1980 a Foggia presso detto ARCHIVIO, rivolgendomi al Direttore e Fondatore dello stesso nonché all’amico P. MARCELLO LEPORE, al quale chiesi se vi fosse la possibilità di visionare e consultare il MANOSCRITTO. P. Marcello, Immediatamente, si rese disponibile a collaborare dichiarando che potevo consultare la trascrizione effettuata dal confratello P. EDUARDO DI IORIO. Si allontanò un attimo, facendo subito ritorno con un VOLUME consistente in fogli dattiloscritti dallo stesso P. DI IORIO. Nello sfogliare incominciammo a trovare e leggere quello che cercavo, notizie e riferimenti sulla presenza della COMUNITA’ dei PADRI CAPPUCCINI a Cerignola nel XVII secolo. La notizia più “SCONCERTANTE” nel senso molto positivo, così annoto nei miei “APPUNTI” di quel 6 ottobre 1980, era scritta nelle ultime due pagine del volume. P. GABRIELE, nel tracciare un breve profilo storico di Cerignola, si ferma parecchio sul nome e la “QUASI VENERAZIONE” che i CITTADINI avevano per la CICOGNA. Le notizie sono di “GROSSA PORTATA”, inedita. La CICOGNA era dipinta sulla Porta d’INGRESSO della piccola “CIRIGNOLA” e inoltre sopra al MURO vi era un bassorilievo raffigurante ERCOLE. Esattamente dopo un anno elaborai un articolo e il 12 ottobre 1981 lo feci pervenire all’Ins. LUIGI METTA, Direttore de “LA CICOGNA”Quindicinale di vita cerignolana, perché lo pubblicasse. Il suddetto articolo, a mia firma e su carta intestata CENTRO STUDI E RICERCHE “TORRE ALEMANNA”, non è mai stato pubblicato e né tantomeno sono a conoscenza delle motivazioni. Dopo quarant’anni e per la PRIMA VOLTA, ho il piacere di pubblicare tali notizie sul nostro Sito Web dell’ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE DI CERIGNOLA.

(5) – MARINA CAVALIERE, Porte…, op. cit., p. 7.

(6) – ibid., p. 11.

(7) – ibid., p. 18.

(8) – La TELA, dipinto ad olio, risulta esposta nella Sacrestia della CATTEDRALE “SAN PIETRO APOSTOLO” – DUOMO “TONTI”. Le misure sono: cm. 72 x cm. 124. Si ringrazia il Parroco Don PIO CIALDELLA per avermi consentito di effettuare la misurazione della TELA in data 1 febbraio 1981. Lo ringrazio altresì per avermi autorizzato, ad effettuare la diapositiva a colori in pari data e altra diapositiva nell’agosto del 1976, con la eventuale pubblicazione delle stesse. Per completezza di informazioni, mi piace aggiungere che il l’avevo già fotografata in bianco-nero il 7 ottobre 1973 chiedendone il permesso a Mons. Antonio Occhionegrelli, allora Cancelliere della Curia Vescovile di Cerignola.

(9) – LUIGI CONTE (Sac.), Memorie filologiche sull’antichità della Chiesa di Cerignola precedute da un breve cenno storico, topografico, genealogico della stessa Città, Napoli – TIPOGRAFIA DI GAETANO CARDAMONE, 1857, “APPENDICE”.

(10) – ibid.

(11) – MATTEO STUPPIELLO, Il bel campanile, in tufi di calcarenite di Canosa di Puglia, della Chiesa Madre ricostruito nel 1599 – Cerignola, 14 Marzo 2020 – www.archeoclubcerignola.com.

(12) – [ANTONIO GIORDANO Can.] “In memoria di Mons. D. GIOVANNI SODO Vescovo di Ascoli e Cerignola morto a Portici il 23 Luglio 1930 – ELOGIO FUNEBRE recitato nella Chiesa del Purgatorio in Cerignola il 27  Agosto 1930 dal Canonico Parroco ANTONIO GIORDANO nelle solenni esequie indette dalla locale Unione Femminile cattolica italiana per il Trigesimo della morte del suo beneamato Padre e Pastore, Cerignola, [1930], Tip. Beniamino Abate Cerignola, p. 9.

(13) – AA.VV., Cronotassi iconografica ed araldica dell’episcopato pugliese – REGIONE PUGLIA – ASSESSORATO ALLA CULTURA – UNIONE REGIONALE DEI CENTRI DI RICERCHE STORICHE ARTISTICHE ARCHEOLOGICHE E SPELEOLOGICHE DI PUGLIA- 1984, Bari, 1986. Le SCHEDE sui Vescovi delle Diocesi di Ascoli Satriano e di Cerignola sono state curate da MATTEO STUPPIELLO del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, che faceva parte dell’Unione Regionale, p. 99; SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S.E. Mons. Giovanni Battista Pichierri – la Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano nell’araldica episcopale (1819-1991), Edito dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” –Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979), San Ferdinando di Puglia, 1991, TAV. VII.

(14) – “Traslazione delle Sacre Reliquie del Corpo di S. Trifone martire da Roma a Cerignola, in “LA CROCE” – Settimanale di propaganda religioso-sociale, Anno XX, N. 21 – Napoli, Domenica 27 Maggio 1917, Supplemento, p. 2. La copia mi fu donata dal compianto, Mons. MICHELE DE SANTIS, Canonico Teologo della Cattedrale di Cerignola, il 18 febbraio 1990.

(15) – Wikipedia.

(16) – L’immaginetta mi è stata donata. Unitamente ad altre sul Martire San Trifone, da Mons. MICHELE DE SANTIS, il 27 marzo 1990.

(17) – ARCHIVIO STORICO DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI – FOGGIA – BIBLIOTECA PROVINCIALE CAPPUCCINI – FOGGIA – Convento “Immacolata”P. GABRIELE GABRIELLI, Memoria della fondatione…, op. cit., f. 134.

(18) – GIOVANNI BATTISTA PACICHELLI, Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodeci province, In NAPOLI. Nella Stamperia di Michele Luigi Mutio, 1703, Parte III, p. 121.

(19) – TEODORO KIRIATTI, Memorie istoriche di Cerignola, In Napoli, MDCCLXXXV – Nella Stamperia di MICHELE MORELLI – Con Licenza de’ Superiori, pp. 131; 143 e nota (a)..

(20) – LUIGI CONTE (Sac.), Cerignola, in “Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, Napoli, 1853, a cura di FILIPPO CIRELLI, Vol. VIII, fs, 1° (Capitanata), p. 69.

1 – Foggia – Riproduzione fotografica: Padre Gabriele Gabrielli di Cerignola dei Frati Minori Cappuccini – Foggia – Biblioteca Provinciale dei PADRI CAPPUCCINI, Convento “Immacolata” – Foto Sonia La Cecilia 20.10.2011.

2 – Foggia – ARCHIVIO STORICO dei Frati Minori Cappuccini – Biblioteca Provinciale dei PADRI CAPPUCCINI, Convento “Immacolata” – La Fotocopia riproduce uno “stralcio” del Documento Manoscritto: P. GABRIELE GABRIELLI, “Memoria della fondatione di q(ue)sta pro(vin)cia / de’ Cappuccini di S. Angelo, e de suoi luoghi con il / Catalogo di tutti li Vicarij seu Ministri / Prov(incia)li, che l’hanno governata”  – (sec. XVII), f. 134.

3 – Cerignola – Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo Tonti – Sacrestia – La TELA (sec. XVI), non riproduce l’immagine del giovane martire San Trifone ma quella dell’anziano monaco Basiliano che ne introdusse il culto a Cerignola – Foto Matteo Stuppiello 1.2.1991.

4 – Cerignola – Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo Tonti – Sacrestia – La TELA (sec. XVI), non riproduce l’immagine del giovane martire San Trifone ma quella dell’anziano monaco Basiliano che ne introdusse il culto a Cerignola – Particolare: LA PORTA DELLA TERRA – Foto Matteo Stuppiello 1.2.1991.

5 – Cerignola – Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo Tonti – Sacrestia – La TELA (sec. XVI), non riproduce l’immagine del giovane martire San Trifone ma quella dell’anziano monaco Basiliano che ne introdusse il culto a Cerignola – Particolare: LE MURA DI CINTA MERLATE CON LA TORRE E IL CAMPANILE DELLA CHIESA MADRE – Foto Matteo Stuppiello 1.2.1991.

6 – Cerignola – ARCHIVIO PRIVATO MATTEO STUPPIELLO – La immaginetta è stata donata da Mons. Michele De Santis il 27.3.1990.

7 – Cerignola – ARCHIVIO PRIVATO MATTEO STUPPIELLO – Particolare: LA CICOGNA.

8 – Cerignola – ARCHIVIO PRIVATO MATTEO STUPPIELLO – Particolare: LA PORTA DELLA TERRA.

9 – Cerignola – ARCHIVIO PRIVATO MATTEO STUPPIELLO – Particolare: LE MURA DI CINTA MERLATE CON LA TORRE E IL CAMPANILE DELLA CHIESA MADRE .

10 – Cerignola – Chiesa Campestre Maria SS.ma Annunziata (secc. XIV-XVI) – Interno – Presbiterio, parete di fondo, lato sinistro – L’Affresco non riproduce l’immagine del giovane martire San Trifone ma quella dell’anziano monaco Basiliano che ne introdusse il culto a Cerignola (sec. XVI) – Foto Matteo Stuppiello 13.1.1984 – La Chiesa era stata fatta oggetto di vandalismo, erano stati raschiati gli intonaci e per questo il Prof. Matteo Stuppiello aveva chiesto e ottenuto un sopralluogo, nella stessa data, da funzionari della Sopraintendenza ai Monumenti di Bari per constatare i danni.

11 – Cerignola – In origine nella Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo Tonti – Autori dello Stemma i pittori locali “M. LUCIANI & FIGLIO 1951“, risultava dipinto sul frontespizio di un grande bancone ligneo collocato sulla destra superato l’ingresso della navata minore di destra, sul quale erano presenti materiali cartacei devozionali (preghiere, novena, canti…), iconografici (stampe e immaginette), medaglie di varie grandezza sulla Vergine Maria SS.ma di Ripalta, Protettrice della Città di Cerignola. Il manufatto era di proprietà della Deputazione Feste Patronali – Lo ricordo perfettamente sin da ragazzino – Attualmente è superstite solo lo Stemma che risulta collocato nella sede della Deputazione Feste Patronali in Corso Garibaldi 62 – Foto Matteo Stuppiello 10.08.1976.

12 – Cerignola – Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo Tonti – Il Bancone Ligneo della Deputazione – Foto Matteo Stuppiello 7.10.1973.

13 – Cerignola – Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo Tonti – Il Bancone Ligneo della Deputazione – Particolare della Cimasa – Foto Matteo Stuppiello 7.10.1973.

14 – Cerignola – Cattedrale “San Pietro Apostolo” (secc. XIX-XX) – Duomo “Tonti” – Artistica BASE – PIRAMIDE (1922) PROCESSIONALE – Particolare – Artistica FOTOCERAMICA che riproduce lo STEMMA della CITTA’ di CERIGNOLA posto, al CENTRO, sul CARTIGLIO, in metallo dorato – Foto Matteo Stuppiello 9 Settembre 1992.

15 – Cerignola – Cattedrale “San Pietro Apostolo” (secc. XIX-XX) – Duomo “Tonti” – Artistica BASE – PIRAMIDE (1922) PROCESSIONALE – Particolare – Artistica FOTOCERAMICA che riproduce lo STEMMA della CITTA’ di CERIGNOLA posto, al CENTRO, sul CARTIGLIO, in metallo dorato – Foto Matteo Stuppiello 9 Settembre 1992.

16 – Napoli – L’Antica “Porta San Gennaro”, una delle quattro antiche porte superstiti – www.torenet82.it.

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