Il Museo Etnografico Cerignolano (1979), CUSTODE di ANTICHE TESTIMONIANZE, si impone all’attenzione della SANA CULTURA locale e non per la UNICITA’ di MOLTI oggetti, attrezzi e reperti in esso presenti.
Questa volta la nostra attenzione volge su un OGGETTO-ATTREZZO esposto nell’angolo COTTURA della “CASA del BRACCIANTE”, riproposta nel suddetto Museo.
Stiamo scrivendo del VENTAGLIO DA FUOCO, “u v(e)ntagghji(e) du fukar(e)il(e)”, un oggetto che non vanta nessun tipo di pretesa, se non la ESSENZIALITA’ e l’ACCESSORIALITA’. Senz’altro essenziale per la sua specifica FUNZIONE precipua.
Oggi, lo notiamo fermo e stantio accanto ad un “FOCOLARE” idealizzato, non potendo più assolvere alla sua naturale funzione. È un ACCESSORIO indispensabile e non decorativo.
Un OGGETTO-ATTREZZO modesto, povero, di USO DOMESTICO. Per il suo utilizzo non andava affibbiato ad una specifica categoria sociale. Il VENTAGLIO da FUOCO era presente in ogni CASA nel “PUNTO” dove veniva acceso il fuoco: abitazione a seminterrato (Juso), a piano terra, sul Palazzo signorile, in campagna, nella masseria, ovunque vi fosse un FOCOLARE per CUCINARE o per RISCALDARSI.
L’utilizzo del VENTAGLIO da FUOCO veniva esteso anche al CARBONE, “la r(e)usci(e)”, o la CARBONELLA, “la karvunedd(e)”, riposta nel BRACIERE, “u vrascir(e)” o “la vrasce(e)ir(e)”, dopo la iniziale accensione, veniva portato fuori sul marciapiedi, “u marciappid(e)”, davanti alla casa a piano terra o all’ingresso al seminterrato, “u jius(e)”, oppure sul balcone del Palazzo, “u bbal(e)koun(e)”.
Come era strutturato nei suoi componenti? Diciamo subito che veniva realizzato con una SEMPLICITA’ DISARMANTE. Non possiamo parlare di una specifica ARTIGIANALITA’ nel confezionarlo, infatti, l’ASSEMBLAGGIO era dei più semplici. Materiale povero e facilmente recuperabile.
Procediamo col descrivere il nostro modestissimo VENTAGLIO da FUOCO, oggi, un ornamento-immobile sulla parete, sostenuto da un chiodo, non più OPERATIVO ormai da oltre 60 anni. Due vanno a costituire le parti essenziali, come due sono gli elementi che lo compongono. Una parte sommitale ed una inferiore. Le PIUME e il LEGNO. Due semplici listelli di LEGNO, compongono l’ ASSE ORIZZONTALE, posti uno anteriore e l’altro posteriore dalla misura di cm. 20, i quali venivano inchiodati dopo aver posto nell’intercapedine, accostati uno vicino all’altro, il RACHIDE di ogni singola PENNA, ovvero l’ASSE centrale o mediano delle piume, generalmente di GALLINE. Nel nostro caso sono superstiti ben 16 PENNE, un po’ rovinate dal tempo e dall’uso. Effettuando un calcolo approssimativo, credo che dovessero essercene circa una trentina in tutto, naturalmente andate perdute nel tempo per l’uso prolungato. Aggiungo che, alle estremità delle due assi, veniva inchiodata una semplice lamina sottile di ferro o di stagno, rivolta nei due lati in modo da conferire una maggiore stabilità e rinforzo. Vi è naturalmente la IMPUGNATURA fatta di legno, un semplice listello un po’ più doppio dei precedenti che misura in tutto cm. 27. L’altezza complessiva del VENTAGLIO da FUOCO risulta essere di cm. 46.
Questi VENTAGLI venivano confezionati da un gruppo di artigiani, gli SCOPARI che realizzavano SCOPE di vario tipo, compresi i pennacchi, “i p(e)nnakki(e) ddì ff(e)l(e)scn(e)”, utilizzati per rimuovere le fuliggini che si formavano in casa, soprattutto nelle parti alte delle VOLTE, in inverno, a causa dell’accensione dei bracieri per riscaldarsi dato che l’aria calda, essendo più leggera, saliva sempre più in alto trasportando con sé anche particelle finissime di carbone. Erano sempre gli stessi che, percorrendo come ambulanti le strade cittadine, tirando a mano le CARRETTE, “i ttrajnell(e)”, vendevano i loro prodotti artigianali (1).
I DONATORI del VENTAGLIO da FUOCO sono stati SALVATORE RUSSO (3), classe 1879, deceduto a 93 anni e la consorte ANGIOLA RUSSO (4), classe 1879, deceduta a 92 anni, prozii di mia madre, LUCIA RUSSO (2). I miei suddetti parenti abitavano in Via Roma n. 121, oggi, Corso Aldo Moro n. 85. Frequentavo da ragazzo i miei zii, soprattutto, zio SALVATORE, fratello maggiore di mio nonno materno MATTEO(5). Era una miniera di informazioni inedite sulla Famiglia RUSSO. Mi parlava del padre ANTONIO (6), della madre LUCIA GRILLO (7) e di tante storie ed avvenimenti relativi a Cerignola. Parlava di Giuseppe Garibaldi e dei personaggi di Cerignola. Il suo cavallo di battaglia erano le avventure del noto bandito NICOLA MORRA, di Cerignola. Tantissimo ricordava su quanto veniva narrato nel libro (8). Restavo basito nel sentirlo parlare di Garibaldi come se lo avesse conosciuto ed anche di Nicola Morra. Conosceva bene le TAVERNE di Cerignola, i proprietari, la loro locazione e tanto altro. Intelligente e dotato di ottima memoria, sulla storia di Cerignola, mio zio SALVATORE nonostante la sua veneranda età esponeva tutto in un modo molto semplice ed accattivante. Molte volte era un fiume in piena nel narrare i suoi tanti ricordi. Ma, soprattutto, zio SALVATORE, essendo stato un agricoltore, era molto afferrato su tutto ciò che riguardava i vari aspetti della campagna. Tornando al tema della trattazione, il VENTAGLIO da FUOCO,ricordo che nell’ultimo ambiente della casa a piano terra, in fondo sulla sinistra, vi era il FOCOLARE, “u ffukar(e)il(e)”. Vedevo sin da bambino questo attrezzo che era appeso poco distante dalla “cappa”, la “kapp(e)” in muratura, che sovrastava il piano dove si accendeva il fuoco per cucinare e per riscaldarsi, per trasportare, aspirando, il fumo all’esterno. Nel 1964, già da anni, questo “punto” di calore non funzionava più, sostituito dalla cucina a gas (bombola del gas) e, sapendo i miei zii del mio interesse culturale nel reperire materiale per costituire un Museo sulla Civiltà Contadina, mi fecero dono del VENTAGLIO da FUOCO unitamente ad altri oggetti che erano accantonati nella piccola mansarda presente sul terrazzo. Apprezzai questo profondo gesto di affetto nei miei confronti e della mia famiglia. Volle, soprattutto, mio zio SALVATORE farmi dono degli oggetti, nel ricordo del caro suo fratello MATTEO, mio NONNO materno, nome di cui io porto con enorme orgoglio.
Cerignola, 27 ennaio 2023 Matteo Stuppiello
Note
(1) – Ringrazio per le informazioni avute su chi confezionava e vendeva i VENTAGLI da FUOCO: la Sig.ra FILOMENA PEZZELLA, classe 1925, mia stimata e simpaticissima dirimpettaia di Via San Martino; il Sig. NICOLA CONVERSANO, quasi mio coetaneo, mio fiduciario della mia proprietà agricola, conoscitore di tradizioni sulla civiltà contadina.
(2) – LUCIA RUSSO (*Cerignola (FG) 8.9.1915 †Cerignola (FG) 10.8.1987) figlia di Matteo e di Ripalta Dibisceglia.
(3) – RUSSO SALVATORE (*Cerignola (FG) 28.7.1879 †Cerignola (FG) 2.2.1972) figlio di Antonio e di Lucia Grillo.
(4) – RUSSO ANGIOLA (*Cerignola (FG) 19.7.1879 †Cerignola (FG) 2.2.1972) figlia di Francesco e Rosa Carbone.
(5) – MATTEO RUSSO (*Cerignola (FG) 27.9.1889 †Cerignola (FG) 1.8.1950) figlio di Antonio e di Lucia Grillo.
(6) – ANTONIO RUSSO (*Cerignola (FG) 29.7.1857 †Napoli 9.4.1898) figlio di Salvatore e di Ripalta Carbone.
(7) – LUCIA GRILLO (*Cerignola (FG) 13.7.1855 †Cerignola (FG) 9.7.1894) figlia di Nicola e Nicoletta Frascolla.
(8) – PASQUALE ARDITO, Le avventure di Nicola Morra ex bandito pugliese, Monopoli, Stab. Tip. Nicola Ghezzi, 1896.