L’ ATTIMO DI SOSTA DEI LAVORATORI IMPEGNATI NELLA TREBBIATURA DEL GRANO INCASTONATO IN UN FOTOGRAFICO “FRAMMENTO-RICORDO”

L’ ATTIMO DI SOSTA DEI LAVORATORI IMPEGNATI NELLA TREBBIATURA DEL GRANO INCASTONATO IN UN FOTOGRAFICO “FRAMMENTO-RICORDO”

Trattasi di una immagine fotografica, idealmente un “quadro” pittoresco. Siamo nell’agro di Cerignola, negli anni ’50, in Contrada “FORCONE” e, in particolare, presso la Masseria di proprietà dell’Agricoltore Sig. MICHELE PORCELLI (1), UOMO DI ALTRI TEMPI, un GALANTUOMO, molto conosciuto e stimato tra gli AGRICOLTORI locali, che ho avuto l’onore di conoscere in quanto caro amico di mio padre Michele, entrambi TERZIARI FRANCESCANI e frequentanti la Chiesa e il Convento dei PP. Cappuccini di Cerignola.

La MASSERIA, oltre alla notevole estensiva quantità terriera seminata a grano, annoverava fabbricati, tra i quali un enorme “lamione” – ‘u lamioun(e)’, ricovero per gli attrezzi, carretti e carri. Un’ampia AIA antistante i fabbricati che veniva utilizzata anche per l’asciugatura del grano se risultava essere umido dopo la mietitura. La Sig.ra Prof.ssa CATERINA PORCELLI, a tal proposito, ricorda molto bene come, in età bambina, aiutava il suo papà a stendere il GRANO umido per l’asciugatura nell’ampio “Lamione” . Altro ricordo indelebile resta quando la propria famiglia, durante l’impegnativo periodo della MIETITURA, si trasferiva nella Masseria e la madre, ROSA CAMPANILE (2), mentre preparava il PRANZO per i congiunti e i MIETITORI. 

La foto mi è stata segnalata, passata e autorizzata alla pubblicazione, per onorare il suo compianto padre MICHELE, dall’amica Sig.ra Prof.ssa CATERINA PORCELLI, che ringrazio di vero cuore. La succitata è cerignolana, ma ora residente in Calabria e proprietaria ereditiera, a tutt’oggi, della suddetta Masseria.

In effetti, è una foto a tutto tondo che ha del “pittoresco” perché evoca un passato molto lontano dalla nostra realtà. L’obiettivo della macchina fotografica, che ha messo a fuoco e scattato la foto del GRUPPO, di cui non conosciamo il bravo autore, coglie il momento del sorriso e del meritato riposo dei presenti. Foto di una specchiata bellezza e naturale suggestione.

Tutti rigorosamente in posa, compreso il cagnolino, per il tempo dello scatto fotografico, che sicuramente avrà richiesto un po’ più di tempo reale per la preparazione nel fermare sia la straordinaria “macchina” umana lavoratrice che la macchina meccanica, la mastodontica antica TREBBIATRICE.

DESCRIZIONE DELLA ESPRESSIVA E “NARRANTE” FOTOGRAFIA

I PRESENTI sono NOVE unitamente ad un cagnolino. I primi quattro sono impegnati nello scaricare il CARRO GRANDEu karr(e)ttoun(e) –  dalla GREGNA i ggrign(e) – formate da un fascio di SPIGHE, da FOGLIE e da CULMI di GRANOi manocchij(e) – legate da spago.

Lo scarico, come si può vedere, viene effettuato con l’ausilio di enormi FORCONI i f(e)r(e)k(e)un(e) – dallo stilo lungo in legno con la forca – la for(e)k(e) – in ferro a denti molto più lunghi rispetto a quella normale perché i denti acuminati dovevano penetrare nell’enorme fascio di spighe e paglia per una migliore presa.

Si notano i fasci già trasportati davanti al nastro trasportatore che, in salita, li convoglierà all’apice fino alla “bocca” della tramoggia della trebbiatrice che fagociterà il tutto in modo da restituire del GRANO (3), della GRAMINACEA, il frutto, i CHICCHI-CARIOSSIDI, la PAGLIA e TANTISSIMA POLVERE.

Possiamo notare nell’ultima parte del nastro trasportatore, verso la sommità, una copertura cilindrica, quasi trasparente, credo fatta da una rete fittamente bucata che non permetteva l’uscita dei chicchi e della paglia a differenza della polvere, in grande quantità.

Quattro lavoratori recano un cappello, generalmente fatto di paglia intrecciata a falda larga per proteggersi dal sole e dalla polvere; inoltre, tre di essi, per maggiore precauzione, recano sul capo, quindi sotto il cappello, un grande ed ampio fazzoletto che non solo va a coprire la testa, il collo e parte delle spalle, ma risulta fortemente ben annodato davanti al petto. Il cappello e il fazzoletto servivano per proteggersi non solo dai cocenti raggi del sole estivo ma, soprattutto, dalla fastidiosissima polvere pungente della paglia e della pula che disturbava il respiro e, da sudato, provocava irritazione manifestandosi con un terribile e fastidioso prurito alla pelle.

Sul lato sinistro della foto, si nota, in primo piano, la parte posteriore del CARRETTONE colmo fino all’inverosimile di GREGNE che veniva scaricato dai lavoranti. Il carico di questi enormi carri da scaricare, colmi oltre misura, erano assicurati da lunghe e robuste funi, da parte a parte. È possibile vederne una in primo piano dove risulta legata alla parte superiore della sponda e ripiegata, più volte, su sé stessa per tenerla in ordine.

Gli altri cinque personaggi, rigorosamente in posa per onorare l’attimo di sosta, partendo da sinistra e a seguire, sono il proprietario della Masseria, l’Agricoltore Sig. MICHELE PORCELLI, Fr. BERNARDO da Riccia (4), frate laico Cappuccino con la mansione di “CERCATORE-QUESTUANTE” del nostro Convento dei Padri Cappuccini di Cerignola, e altre tre persone delle quali non abbiamo notizie, probabilmente, impegnati, a vario titolo, nelle varie fasi della trebbiatura fino al riempimento dei SACCHI di GRANO e la loro LEGATURA della “BOCCA dello stesso. Delle tre persone, quello centrale, tiene fermo un cagnolino su di un trespolo di legno.

I SACCHI pronti venivano caricati su carretti tirati da cavalli e trasportati sul vasto PIANO delle FOSSE GRANARIE in Città. Sul “PIANO S. ROCCO”, l’Agricoltore Michele Porcelli era proprietario di una FOSSA GRANARIA nella quale, giunti i carretti all’imboccature della stessa, già “preparata”, si versava il prezioso grano che veniva “infossato”. I sacchi venivano scaricati e svuotati con il lavoro degli addetti predisposti a tale mansione. Nel recente passato, le FOSSE superavano oltre le 700 unità. Nel 1978, lo scrivente, in qualità di Presidente del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, chiese alla Soprintendenza ai Monumenti di Bari il VINCOLO TUTELATIVO dell’INTERO PIANO DELLE FOSSE GRANARIE (Sec. XII) di Cerignola data la sua UNICITA’. Lo stesso verrà VINCOLATO dallo Stato con DD.MM. del 5.7.1982 (5).

È giusto e doveroso spiegare il motivo della presenza del compianto carissimo Fr. Bernardo, al secolo MICHELE GENNARELLI (*Riccia (CB) 1.11.1909 + Cesena (FO) 3.5.1966), mandato dai Superiori nel Convento di Cerignola, sin dal 1935, come “CERCATORE”, rimanendovi fino all’anno del suo decesso. Cappuccino “indimenticato e indimenticabile” (1909-1966).

Di una generosità inaudita dato che nulla tratteneva per sé. Conosceva l’intero agro di Cerignola, gli abitanti rurali, pastori, allevatori, agricoltori, le contrade, i tratturi e le strade sterrate. “OGNI SINGOLA PIETRA”. 

Nei periodi di raccolta dei vari prodotti della terra, Fr. BERNARDO girava inizialmente con il CALESSE e, col tempo, con un furgone sino a guidarne uno chiuso e con porte scorrevoli con  la scritta “PACE E BENE”; si aprivano quando, per l’intera giornata, percorreva, in lungo e in largo, per il vastissimo agro di Cerignola. Il furgone si riempiva dei vari prodotti della terra e dei loro derivati: GRANO, farina, Mandorle, OLIVE, olio, UVA, vino (era in grado anche di trasformarla in vino nello scantinato del Convento, stessa cosa per i pomodori in salsa e così via), formaggio, latte, ricotta, uova e tanto altro. Talune volte, portandomi con sé, da ragazzo, ho avuto modo di constatare la simpatia che suscitava negli abitanti delle contrade rurali, ricevendo tanta generosità. Mi indicava di aprire il sacco del grano per svuotare, all’interno, il recipiente colmo di grano. Aveva un sacco vuoto per i vari prodotti.

Fr. BERNARDO, sapendo e conoscendo i periodi e le abitudini degli amici, nei fatidici giorni, si rendeva presente. Durante la trebbiatura di quel fotografato attimo, il Sig. Michele Porcelli avrà, sicuramente e generosamente come il suo solito annuale, offerto la sua porzione di grano e  espresso il desiderio di voler  immortalare quel “momento” – “attimo” di PAUSA, considerando la loro profonda amicizia, in una bella immagine fotografica, che pubblichiamo per la prima volta, grazie alla generosità della figlia, la Sig.ra Prof.ssa CATERINA PORCELLI che ringrazio doverosamente.  

Anche questa IMMAGINE resterà ed entrerà, a pieno diritto, nella STORIA di CERIGNOLA.

Cerignola, 19 ottobre 2025                       Matteo Stuppiello

Bibliografia

(1) – MICHELE PORCELLI (*Cerignola (FG) 20.06.19012 †Modugno (BA) 01.11.2001), figlio Michele e di Maddalena Tumolo. I dati anagrafici mi sono stati comunicati dalla Prof.ssa Caterina Porcelli, che ringrazio.

(2) – ROSA CAMPANILE (*Andria (BA) 07.03.1909 †Cerignola (FG) 02.02.1981) figlia di Riccardo e di Riccardina Zagaria. Ringrazio il sig. Giuseppe Sparapano, responsabile dell’Ufficio Cimitero Comunale di Cerignola, per avermi comunicato i dati anagrafici.

(3) – MATTEO STUPPIELLO, Le stagioni del grano, in AA.VV. Processi lavorativi e vita sociale nel Basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano – Regione Puglia  Assessorato P.I. e Cultura– Istituto di Storia delle Tradizioni  Popolari  Università degli Studi di Bari – Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” Cerignola – CERIGNOLA – Centro Regionale di Servizi Educativi e Culturali – 1989 – Stabilimento grafico editoriale LEONE Grafiche Foggia 1993, pp. 65-76.

(4) – MATTEO STUPPIELLO –  Fr. Bernardo da Riccia cappuccinoindimenticato e indimenticabile” (1909-1966)” – Cerignola, 1° maggio 2018, www.archeoclubcerignola.com. SI VEDA L’ARTICOLO.

(5) – MATTEO STUPPIELLO, Le Fosse – Studio sistematico delle fosse granarie di Cerignola, Edito dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – 1981 – Cerignola 8 settembre 1981- Ciclostilato in proprio. Per il VINCOLO delle FOSSE GRANARIE si veda MATTEO STUPPIELLO, Il Piano delle Fosse Granarie (sec. XII) – Cerignola, 21 febbraio 2020, www.archeoclubcerignola.com

1 – Cerignola – Contrada “Forcone” – Masseria dell’Agricoltore Sig. Michele Porcelli, in primo piano, al centro della foto, affianco, Fr. Bernardo da Riccia, Frate Laico Cappuccino con la mansione di “Cercatore-Questuante” del Convento di Cerignola – Foto anni 50 – Non conosciamo il nome dell’autore della foto.

2 – MICHELE PORCELLI (*Cerignola (FG) 20.06.19012 †Modugno (BA) 01.11.2001), figlio Michele e di Maddalena Tumolo. I dati anagrafici mi sono stati comunicati dalla Prof.ssa Caterina Porcelli, che ringrazio.

3 – MICHELE PORCELLI (*Cerignola (FG) 20.06.19012 †Modugno (BA) 01.11.2001), figlio Michele e di Maddalena Tumolo. I dati anagrafici mi sono stati comunicati dalla Prof.ssa Caterina Porcelli, che ringrazio.

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