Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

CHIESA MADRE – LA CAPPELLA DEI NOBILI ‘IACOBUS’ ED ‘HECTOR’ CARACCIOLO DEL 1565

Nella nostra antica CHIESA MADRE vi è una costante, che si è sempre ripetuta nei secoli, cioè, la “sovrapposizione”, il cambio di “Intitolazione”, la nuova “dedicazione” di una CAPPELLA. La motivazione di tutto questo era da ricercarsi innanzitutto nell’esiguo spazio degli ambienti. Inoltre i numerosi BENEFATTORI che con le loro ELARGIZIONI ECONOMICHE rafforzavano il loro POTERE esercitandolo a loro esclusivo vantaggio sulla piccola COMUNITA’. Stiamo parlando delle FAMIGLIE GENTILIZIE che poche non erano. Il potere economico, sociale-politico e di rango insuperbivano, sicuramente, i componenti di queste Famiglie ad avere la propria CAPPELLA nella CHIESA COLLEGIATA DI SAN PIETRO APOSTOLO: così si garantivano una SEPOLTURA ragguardevole in un posto di notevole prestigio e, soprattutto, si garantivano un “POSTO” in cielo. Certo grazie a loro si arricchivano artisticamente le loro CAPPELLE: così si innalzavano Altari, si dipingevano TELE, si decoravano con elaborati STUCCHI e MARMI pregiati e raffinati, si AFFRESCAVANO le pareti e le volte, venivano murate ISCRIZIONI litiche, apposti STEMMI del casato di appartenenza. Tutto a voler dimostrare la loro GRANDEZZA ed il loro POTERE. Molte di queste Famiglie emergenti erano di estrazione sociale media: artigiani, massari di campo, latifondisti terrieri, facoltosi che “vivevano del loro”, proprietari di “un comprensorio di case”… A questi si andava ad aggiungere la casta degli ECCLESIASTICI, composta da numerosi SACERDOTI e SACERDOTI CAPITOLARI, ARCIPRETI NULLIUS, ABBATI . Non è finita: anche l’UNIVERSITA’ di Cerignola (l’Amministrazione Comunale) aveva la sua Cappella intitolata al CORPO DI CRISTO. Ma soprattutto i vari FEUDATARI, come nel nostro caso i CONTI CARACCIOLO DEL SOLE, proprietari della piccola “CIRIGNOLA” dal 1417 fino al 1633 quando il feudo passò ai PIGNATELLI. Purtroppo non sappiamo a chi fosse stata INTITOLATA la Cappella, anche se ipotizziamo sulla esistenza  di una precedente, se già alla DESOLATA; a seguire al MONTE di PIETA’, fondato dall’ARCIPRETE NULIIUS D. LEONARDO DE LEO nel 1575, poi ancora passa alla Famiglia gentilizia NOVELLI (1743). Lo stesso vale per la TELA monumentale della DESOLATA o della PIETA’ (sec. XVI) (1).

Ed è proprio della CAPPELLA appartenuta  a due dei componenti della FAMIGLIA CARACCIOLO DEL SOLE che andremo ad analizzare in questo contributo culturale. Siamo nella navata centrale, sulla destra, dopo la Cappella dedicata a Santa Rita (già San Trifone m.), la successiva dedicata al Presepio (poi CIBELLI), si arriva alla nostra CAPPELLA CARACCIOLO (non conosciamo ancora prima di chi fosse, poi della Desolata o Pietà, poi della Famiglia Novelli).

Il piccolo e modesto ingresso, che origina dal presbiterio, introduce nella CAPPELLA, oggi adibita a sacrestia. Un arco gotico poggia su due pilastri realizzati in più conci di pietra di Trani con una cornice di coronamento, sempre litica, polimodanata. Ed è proprio nell’intradosso del Pilastro di destra, per chi entra, l’unica lastra superiore reca l’artistica, ben conservata, ISCRIZIONE del 1565  inscritta in un  elegante CARTIGLIO- PERGAMENA:

“N(OBILES) . IACOB(US)  ET HEC/TOR  CARACCI/OLI . P(RO) NOBIS  . HE/REDIBUS(QUE)  EREXERU(N)T / 1565” (I nobili Giacomo ed Ettore Caracciolo per noi eredi eressero 1565) (2).

Rileviamo alcuni particolari: l’iscrizione è incisa, come già detto, in un Cartiglio a rilievo mentre la data  risulta incisa fuori dallo stesso quasi alla base della modanatura di coronamento in posizione centrale con i numeri molto distanziati tra di loro; l’iscrizione è sormontata da un fregio facente parte dell’unica lastra. Il fregio, presenta nella parte inferiore, soprattutto nel lato sinistro, la superficie compresa la modanatura e la fascia esterna ad essa completamente “levigata” – lisciata rispetto al lato destro; sull’intera lastra, in particolare alla base del fregio, si possono notare dei fori: uno a destra molto ampio e un altro a sinistra più piccolo. Altro foro lo troviamo, sempre scavato nella pietra, nella fascia esterna della modanatura sulla destra. Inoltre, guardando l’intera lastra, il lato sinistro estremo, nella parte superiore fino ad arrivare e superare la zona di mezzeria sia la robusta modanatura sia l’ampia fascia perimetrale risultano mancati perché traumatizzate da grossi colpi inferti, nel passato di cui non abbiamo notizie, e malamente risarciti con intonaco o stucco. La lastra, unica misura bxh cm. 56 x cm. 78,5; lo specchio epigrafico misura:  bxh cm. 34 x cm. 19, h. delle lettere cm. 3,5; i numeri che compongono la data h. cm. 4; l’altezza dal pavimento: h. cm. 1, 65 (misure effettuate il 26.11.1982).

Riteniamo di fare alcune considerazioni su questa LASTRA litica. E’ ipotizzabile che la stessa sia di reimpiego, poteva essere una lastra tombale pavimentale come si può notare la parte completamente lisciata dovuto al continuo calpestio reiterato per tanto tempo, sia la parte interna che la stessa modanatura e fascia esterna . Lo stemma è stato completamente  “levigato” tanto da non poter in nessun modo risalire alle insegne araldiche.  La stessa lastra, già reimpiegata e posizionata a rivestire il pilastro, è stata successivamente, nel 1565, interessata dai nobili CARACCIOLO, che probabilmente hanno commissionato allo scalpellino di eliminare una precedente iscrizione per incidere la loro unitamente al fregio. La scalpellatura, penso coeva alla precedente, era stata praticata sulla parte superiore allo stemma ed in altre parti, probabilmente per cancellare altre indicazioni che sarebbero state molto utili per noi, per poter risalire all’appartenenza del committente originario. Facciamo presente che allo spigolo smussato del PALAZZO DELLA CHIESA, posto tra Via Palazzo della Chiesa e Vico Palazzo della Chiesa, è scolpito un simile cartiglio con scritta “AGOSTINO GENTILE / COMBRATO A(NNO) D(OMINI) / 1515”.

Ora poniamo la nostra attenzione su questi due PERSONAGGI-BENEFATTORI: “IACOBUS” ed “HETTORE” CARACCOLO. Non sappiamo il loro grado di parentela,  comunque di  grado prossimo di parentela.

Chi era IACOBUS. Da un unico documento  ci risulta un “NOTAIO IACOBUS CARACCIOLO”. Infatti riportiamo il documento: “[…]Tabula Anniversarii, 53. / Qui sunt officiandi / singulis annis in ecc(lesi)a maiori S(anc)ti Pe/tri Cirig(no)le / Nulli(u)s Dioc(esi)e / – Mense Februarii / – 21.  Not(ariu)s Iacobus Caracciololus” (3). Non conosciamo altro.  Certamente molto facoltoso.

Chi era “HETTORE”. Con certezza sappiamo che era un “M(astr)o”. Questo lo desumiamo da quattro Atti di BATTESIMO (4) che riportiamo:

  • “A di 5 detto (Giugno 1570) – Se Battizo gio(vanni) bat(tis)ta figlio de m(astr)o Hett(orr)e Car(accio)lo, lo battizo lo R(everensissi)mo S(igno)r Arcip(re)te do(n)no Lonardo de Leo, lo Compar(e) fu m(astr)o baldaxarro Cicella”.
  • “Adi 25 detto (Marzo 1571) – Se Battizo Oratio figlio de donato riczardo et ha battizato lo R(everendissimo) S(igno)r Arcip(re)te donno Nardo de Leo, lo Co(m)par(e) fu m(astr)o Hett(orr)e Caracciolo”.
  • “A’ p(rim)o de Ap(ri)le (1571) – Se Battizo giulia figlia de horatio paschalone et la battizo do(nno) piet(ro) Jac(ob)o de Salvo et lo Compa(re) fu m(astr)o Hett(orr)e Car(accio)lo”.
  • “Adi 14 detto (Ottobre 1577) – Se Battizo fabritio figlio di donatello de [……….] lo battizo D(onno) piet(ro) Jac(ob)o de Salvo, lo Compar(e) fu m(astr)o Hett(orr)e Car(accio)lo”.

A questo punto è necessario soffermarsi sul significato che “Mastro” o “Maestro” veniva a rivestire nel medioevo e nel lontano passato. Nel XVI secolo abbiamo registrato (5) ben 25 “MASTRI” sul “LIBRO” dal quale abbiamo attinto le notizie. Loro erano dei veri e propri IMPRENDITORI specializzati ed organizzati nei vari MESTIERI ARTIGIANALI. Il fatturato annuo era enorme. Avevano numerosa manovalanza specializzata al proprio servizio. Erano proprietari di numerosi BENI IMMOBILI: Case, Cellari, Grotte, Fosse Granarie, Cantine, Vigneti, Masserie con animali (cavalli, mucche, buoi, pecore). Ma soprattutto erano, in gran parte, proprietari di FONDACI e MAGAZZINI per depositare la MERCE, gli ATTREZZI e i loro PRODOTTI che venivano stivati e conservati. Un benessere ECONOMICO di tutto rispetto che faceva da volano alla intera COLLETTIVITA’. E non solo. Tutto questo conferma un enorme prestigio e potere per i singoli componenti della stessa FAMIGLIA. Molti di questi “Mastri” li troviamo tra i componenti dell’”UNIVERSITA’” cioè nel CONSIGLIO COMUNALE a prendere decisioni e responsabilita’ per l’intera comunità. Nel nostro caso si aggiunge il cognome prestigiosissimo della FAMIGLIA CARACCIOLO e infatti “HETTORE” lo troviamo  nei già indicati Registri in ben 12 ATTI invitato dalla Famiglia del BATTEZZATO/A a presenziare da COMPARE. Per la Famiglia era un alto e gradevolissimo onore avere un PADRINO  come “MASTRO” per il proprio figlio o figlia. Rileviamo ancora dallo stesso Volume (6) ben 12  ATTI nei quali “HETTORRE CARACCIOLO” viene menzionato a ricoprire l’incarico di COMPARE, allora era un incarico  di profonda Moralità, Responsabilità ed Impegno nei confronti del neonato/a. Ma vediamo quali sono gli ATTI:

  • “ea die detto (18 Marzo 1573) – Se Battizo Laura figlia de m(agnific)o mariano de melfi la battizo do(nn) franc(isc)o fer(andi)na lo Compar(e) fu hettore Car(accio)lo”.

 

  • “Adi 18 detto (Settembre 1575) – Se Battizo Vito figlio de Ant(oni)o della Rossa, lo battizo do(nno) franc(isc)o fer(andi)na lo Compar(e) fo Hettorr(e) Car(accio)lo”.

 

  • “Adi 24 d(e)tto (Novembre 1578) – Se Battizo Gio(vanni) bat(tis)ta figlio di Aniballe de Ascoli, lo battizo lo S(isgno)r Arcip(re)te, lo Compar(e) fo Hettorr(e) Caracciolo”.

 

  • “Adi 8 detto (Febbraio 1579) – Se Battizo Gioa(n)na figlia de giulio ripullo la battizo D(onno) fran(cis)co fer(andi)na lo Compar(e) fu Hettor)e Caracciolo”.

 

  • “Adi 16 detto (aprile 1581) – Se Battizo gio(vanno) gioseppe figlio de pietro sardullo, lo battizo (Donno) fran(cis)co fer(andi)na lo Compar(e) fo Hettorr(e) Caracciolo”.

 

  • “Adi 16 detto (Luglio 1581) – Se Battizo Cornelia figlia de gio(vanni) Vaccaro la battizo D(onno) fabritio Jannello lo Compare fo Hettorr(e) Caracciolo”.

 

  • “eadie d(e)tto ( 22 Ottobre 1581) – Se Battizo Lorito figlio de m(agnific)o gio(vanni) Jac(ob)o farruso lo battizo D(onno) giulio maratia lo Compare fo Hettorre Car(accio)lo”.

 

  • “eadie d(e)tto (17 Dicembre 1581) – Se Battizo gio(vanni) Cesar(e) figlio de m(astr)o marino martinelli di Andria lo battizo d(onn)o fabritio Jannello lo Compar(e) fo Hettor(r)e Car(accio)lo”.

 

  • “Adi 25 detto (Marzo 1582) – Se Battizo Bartomeo figlio de donato de Nuzzo de cyta lo battizo D(onn)o fabritio Janello lo Compar(e) Hettorr(e) Car(accio)lo”.

 

  • “Giugno à 5 (1583) – Se Battizo Gio(vanni) thomaso filio de gio(vanni) Jac(ob)o faruso, lo battizo D(onno) giulio maratia lo Compar(e) Hettorr(e) Caracciolo”.

 

  • “Adi 18 detto (Luglio 1584) – Gioa(n)na figlia de Gio(vanni) fasano fu battizata p(er) il S(ignor) Arcip(re)te di Leo il Compar(e) fo Hettorre Caracciolo”.

 

  • “Adi 15 detto (Agosto 1593) – Camillo figlio di Gio(vanni) Vitis lacqua e stato battizato p(er) d(onno) Gio(vanni) pietro Capello Il c(om)pare Hettorre Car(accio)lo”.

 

Rileviamo ancora la presenza di “Hettore” Caracciolo in due Atti di “AFFIDAMENTO”, nello stesso  1° volume, nel 1602 ed è tra i Testimoni:

 

“27 d(e)tto (Gennaio 1602) – Locretia Ricciardis con Batt(ist)a Novella affidati p(er) D(onno) ger(oni)mo Novella p(rese)nti il S(igno)r Arcip(re)te de Martinis, Hettorre Caracciolo, et N(ota)r Lattantio Sarni”.

 

“detto (5 Febbraio 1602) – Ant(onio) d’Antonelli, et Camillo farrusi affidati p(er) Donno gioseppe farrusi p(rese)nti Hettorre Caracciolo, N(ota)r Latt(ant)io Sarni, et D(onno) ger(oni)mo Cito”.

“HETTORE” Caracciolo è ancora presente in diversi Atti di Matrimonio nel 1603 ed è tra i testimoni.

 

Ora veniamo ai figli di “HETTORE” CARACCIOLO: purtroppo non ci è dato di sapere né il nome né il cognome della moglie. Sette sono i figli come risultano dai documenti: LAURA, GIOVANNI BATTISTA, CLARA, NOVELLA, FLAMINIA, CARLO, FRANCESCO– Questi gli Atti di Battesimo (7):

  • “A di 5 detto (Gennaio 1570) – Se Battizo gio(vanni) bat(is)ta figlio de m(astr)o Hett(or)re Car(accio)lo, lo battizo lo R(everendissimo) S(igno)r Arcip(re)te do(n)no Lonardo de Leo, lo Compa(r)e fu m(astr)o baldax(a)rro Cicella”.
  • “A p(rim)o Ap(ri)le (1573) – se Battizo clara figlia de hettorre Car(accio)lo la battizo lo R(everendissi)mo S(ignor) Arc(ipre)te do(nno) nardo de leo, lo Compar(e) fu m(astr)o fabritio Cicella”.
  • “Adi ii detto (Ottobre 1577) – Se Battizo Novella figlia de Hett(or)re Car(accio)lo lo battizo lo Abbato pompeo Car(accio)lo lo Compare fu gio(vanni) thomaso fasano de S(an)to Ang(e)lo fasanello”.
  • “Adi 22 d(e)tto (Aprile 1579) – Se Battizo flaminia figlia de Hettorre Car(accio)lo la battizo D(onno) donato fontana lo Compar(e) fo baldax(a)rre Cicella”.
  • “Adi 19 detto (Febbraio 1583) – Se Battizo Carlo figlio di Hettorr(e) Car(accio)lo lo battizo D(onno) gio(vanni) Jac(ob)o de martinis lo Compar(e) Colantonio gerardinis de bar(le)tta”.
  • “Luglio 1584, 23 d(e)tto et Aug(us)to 1584 – Fran(cis)co figlio di Hett(orr)e Caracciolo fu battezzato p(er) D(onno) Cesar(e) bufo Il Compare fo baldax(a)rre bufo”.

Aggiungiamo che a questi cinque figli bisogna far precedere LAURA della quale non c’è l’Atto di Battesimo. Diciamo ancora che non siamo a conoscenza se oltre a questi sei figli ce ne siano stati altri. Abbiamo l’Atto di Matrimonio della figlia LAURA:

  • “Giug(n)o 1574 à di 19 – Cicco c(on) Laura de Hettor(re) Car(accio)lo sono sposati p(er) D(onno) dom(eni)co de manza”.

Nella piccola  TERRA DI CIRIGNOLA abitata da circa 2.370 abitanti (8), della FAMIGLIA CARACCIOLO, nel CASTELLO vi abitava, DON CARLO CARACCIOLO,  Conte di Sant’Angelo dei Lombardi e Feudatario di Cerignola, con la moglie, la Contessa ANNA DE MENDOZA. Il Conte Carlo visse nel suo Feudo di Cerignola fino alla sua morte avvenuta il 7 gennaio 1583, pensiamo che sia stato seppellito nella Chiesa Madre. In seguito a tale lutto la Contessa Donna Anna de Mendoza, che aveva fatto venire i Padri Gesuiti a Cerignola nel 1578, dopo aver passato il Feudo di Cerignola alla figlia CATERINA, con il trasferimento dei Padri Gesuiti a Barletta, dove aprirono un nuovo Collegio, nel 1592, andò ad abitare a Napoli (9).

Sicuramente la FAMIGLIA del FEUDATARIO dei CARACCIOLO del SOLE aveva una sua CAPPELLA  nella CHIESA MADRE e non credo possa corrispondere alla stessa di cui noi stiamo trattando. Nella ristrutturazione effettuata dall’ARCIPRETE NULLIUS D. LEONARDO DE LEO negli anni ’70 del XVI secolo riutilizzò molti materiali litici provenienti da precedenti rifacimenti: infatti viene utilizzato come ARCHITRAVE di una delle finestre del tamburo della CUPOLA centrale un grosso FRAMMENTO in pietra tenera del Gargano che rappresenta lo STEMMA dei CARACCIOLO, si tratta del SOLE raggiato, con RAGGI con andamento SERPENTINIFORMI, inoltre è presente, anche se sbiadito, il colore ROSSO (10).

Va detto che nella piccola “TERRA DI CIRIGNOLA” erano numerosi i nuclei familiari della Famiglia CARACCIOLO. Da una ricerca effettuata da molto tempo abbiamo raccolto una ricca serie di dati che ci permettono di constatare che un ampio albero genealogico porta ad un capostipite: MARINO CARACCIOLO fratello di SER GIANNI, primo Feudatario, di questa Famiglia, che ebbe dalla REGINA GIOVANNA II di NAPOLI il nostro FEUDO nel 1418 e che nel 1427 lo cede al fratello MARINO (11).

Ma torniamo ad “HETTORE” Caracciolo. Lo storico Prof. Saverio La Sorsa pubblica un avvenimento drammatico accaduto nella  “TERRA DI CIRIGNOLA” nel 1561 nel quale vi è implicato il nostro personaggio. Abbiamo preferito riportare tale descrizione attingendo direttamente da La Sorsa ad evitare di sciupare la bellezza emotiva della trattazione: “[…]in quell’anno, ignoriamo il mese e il giorno, passando per Cerignola una compagnia di soldati spagnuoli al comando del capitano Andrea de Oreson, che si recava a presidiare il castello di Brindisi, molti abitanti “in gran moltitudine et popolosamente, manu armata et acciuti de arme proibite per li regii bandi”, insultarono i soldati, li maltrattarono, e al grido di: ammazza, ammazza ! ne uccisero uno e ne ferirono parecchi. I soldati, vista la mala parata, se la dettero a gambe, et il capitano si affrettò a fare un rapporto al vicerè di Napoli don Ferrante Afan de Rivera per chiedere vendetta. Il vicerè, superbo e spogliatore, che non pensava ad altro se non a scroccar danaro e a dissanguare le povere popolazioni, ritenne che per il caso occorso al drappello in Cerignola fosse rimasta offesa la dignità  sua e il prestigio della Spagna; e considerando essere questa cosa “tanto enorme et degna di esemplar castigo” mandò a Cerignola un commissario straordinario, don Pedro Pansa, non per studiare le condizioni della città, e provvedere ai bisogni del popolo, per alleggerirlo dai balzelli e procurargli i mezzi di sussistenza, ma per fare una minuta e scrupolosa inchiesta sui fatti accaduti. Compiuta la quale il vicerè volle dare un esempio ai cittadini, e castigò “con pena d’ultimo supplitio, conforme a iustitia”, parecchi che furono trovati più compromessi, altri fattisi contumaci e banditi, furono condannati in contumacia, vari furono esiliati, altri chiusi nelle prigioni. Non sappiamo a che numero scendessero i colpiti dalla giustizia spagnuola, ma è certo che furono molti; la città rimase atterrita, e in tutte le famiglie regnava lo spavento e il dolore; l’impressione fatta da tali condanne fu enorme e si temeva che non fosse ancora placata l’ira del vicerè, onde il Sindaco e gli altri capi dell’Università avanzarono un’umile istanza al governo, concepita nei seguenti termini: “Da parte de li poveri carcerati, inquisiti, contumaci et fuorbanditi de la Terra de la Cerignola, fidelissima di Sua Maestà, per il preteso tumulto et excesso in persona de li soldati spagnuoli de la Compagnia del capitano Andreas de Oreson, si offeriscono a la regia corte ducati dece mila nel modo infrascritto: videlicet: ducati tre mila per Cola Cicella, Fabbrizio Cicella, Bartolomeo Sacco, Hettore Caracciolo et Adriano Siculo, et settemila a completamento de tutti carcerati inquisiti et fuorbanditi per loro compositione, atteso non intendono fare defensione alcuna; ma recorrere, se come recorrono, alla misericordia et clementia dell’Ill.mo et Exel.mo vicerè et perdonarli detto insulto ed delitti – et ogni pena reale et personale, in la quale fossero incorsi per detta causa”. Il vicerè si benignò di accettare la favorevole offerta, perdonò ai colpevoli, che non erano stati condannati a morte, fuorchè ad un tale Daino di Andretta, e ad un altro, di cui non è indicato il nome, e che era ancora sotto processo. Però impose che la paga dei dieci mila ducati dovessere essere fatta dai beni privati dei colpevoli, non dall’Università” (12).

Completiamo con delle nostre considerazioni. I documenti, gli ATTI di BATTESIMO sono editi per la prima volta e ad analizzarli attentamente possiamo ricavare una enorme quantità di notizie che ci danno uno spaccato di vita cerignolana nel ‘500: i nomi di alcune delle Famiglie più note e ricche come i Caracciolo, i Cicella, i Cito, i Bufo, i d’Antonelli  i de Leo, i  de Martinis, i de Salvo, i Farrusi, i Fontana, i Giannelli, i Maratia, i Martinelli, i Novelli, i Nuzzi, i Ricciardi, i Sarni, i Vaccaro. Ancora due ARCIPRETI NULLIUS: Don LEONARDO DE LEO e Don GIOVANNI GIACOMO de MARTINIS. I Sacerdoti: Don Cesare Bufo, l’Abbate Pompeo Caracciolo, Don Giovanni Giacomo de Martinis (sarà Arciprete Nullius), Don Giacomo de Salvo, Don Giacomo Farrusi, Don Francesco Ferrandina, Don Donato Fontana, Don Fabrizio Giannelli, Don Domenico Manzi, Don Giulio Maratia, Don Gerolamo Novelli. E tutto questo lo ricaviamo in pochissimi Atti sacramentali. Ancora da far rilevare, per noi di notevole rilevanza e cioè negli atti di Battesimo non compare mai né il nome e né cognome sia come moglie che come madre, tutto a denotare la condizione nella quale la donna nulla contava e quindi in nessun modo aveva voce in capitolo.

Tutti gli Atti presenti nell’articolo sono editi per la prima volta.

 

Bibliografia e Note

(1) – MATTEO STUPPIELLO, La ridondante Cappella barocca di Santa Maria della Pietà 1734 della Famiglia Novelli nella Chiesa Madre – Pubblicato già sul nostro sito web: Cerignola, 9 gennaio 2017.

(2) – Si ringrazia la Prof.ssa Giustina Specchio per la trascrizione e la traduzione del testo in latino.

(3) – ARCHIVIO SEGRETO VATICANO“Libro delli Benifattori, constitutionis, et / riforme fatte p(er) la Chiesa di San Pietro,  / et Capitolo della Cirignola nello / Arcipretato del R(everensissi)mo S(ign)or D. Gio(vanni) Jacomo / de Martinis Prelato, et Ordinario di Q(u)ella dall’anno della salute 1593 a / dopò successivanent(e) co(n) i nomi / delli dottori morti, e Sacerdoti, diac(o)ni, subd(iaco9ni, et Clerici, benchè morti p(rim)a del suo Arcipr(eta)to” – Coll. ORDINE D.N. 4 del Capitolo di Cerignola. Il documento rintracciato dal Prof. Roberto Cipriani mi è stato dato, in fotocopia, dallo stesso nel 1974.

(4 – 7) – ARCHIVIO PARROCCHIA “SAN PIETRO APOSTOLO” – DUOMO TONTI – CATTEDRALE – CERIGNOLA – “ARCHIVIO PARROCCHIALE DAL 1569”- Primo Volume dei Battezzati – Matrimoni (“sposaglie o affidaglie” come venivano annotati nel XVI secolo). Si ringrazia il Parroco, Mons. Pio Cialdella, per avermi consentito di consultare i Registri e trascrivere i suddetti documenti nei giorni 1 e 6 gennaio 1985  e autorizzarne la pubblicazione.

(8) – GIOVANNI BARRELLA (P.), La Compagnia di Gesù nelle Puglie 1574-1767; 1835-1840, Lecce, 1941, p. 29.

(9) – MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa del Purgatorio, Regione Puglia – Assessorato P.I. e Cultura – C.S.P.C.R. Cerignola, Foggia, 1987, pp. 21-28.

(10) – ibid., pp. 119-120.

(11) – ERASMO RICCA, Istoria de’ Feudi delle Due Sicilie di qua dal faro intorno alle successioni legali ne’ medesimi dal XV al XIX secolo, Vol. I, Napoli, 1859.

(12) – SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola dai tempi antichi ai primi anni del secolo XIX, Molfetta, pp.96-98.

 

Cerignola, 1 marzo 2017                                       Matteo Stuppiello

 

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Cappella Caracciolo (1565) – Foto Matteo Stuppiello 24.12.1971.

 

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Cappella Caracciolo (1565) – Foto Matteo Stuppiello 21.12.2016.

 

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Cappella Caracciolo (1565) – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

 

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Cappella Caracciolo (1565) – Particolare: si nota la parte consumata dal continuo calpestio – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

 

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Particolare che raffigura un “frammento” dello Stemma della Famiglia Caracciolo del Sole. Risulta murato a fungere da architrave di una cupoletta della copertura della Chiesa – Foto Matteo Stuppiello 5.12.1982.