Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

LO STEMMA DELLA FAMIGLIA CARACCIOLO (SEC. XVI) DIPINTO A TERGO DELLA ICONA DI MARIA SS.MA DI RIPALTA (SECC. XII-XIII)

Il 28 marzo 1985 una data INCISA SULLA PIETRA. Una data memorabile e non cancellabile. Una data che arricchisce CULTURALMENTE la CITTA’. Una data STORICA. E’ la data della SCOPERTA, da me effettuata, nell’aver individuato nella raffigurazione dipinta sul retro della Millenaria ICONA della MADONNA di RIPALTA del monumentale STEMMA della FAMIGLIA CARACCIOLO DEL SOLE, Feudataria di Cerignola,  proprietaria sia della Cappella del Santuario campestre della Madonna di Ripalta che della stessa ICONA, fatto dipingere dalla stessa FAMIGLIA nel XVI secolo.

La SCOPERTA è avvenuta grazie all’azione sinergica tra il Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, la Sede locale dell’Archeoclub d’Italia e il Museo Etnografico Cerignolano (1979) che, sempre attenti alla CONOSCENZA, DIFESA e VALORIZZAZIONE, avevano posto in essere sin dal 1984 un’azione di Difesa del pregevole SACRO QUADRO che si stava deteriorando presentando diffusi sollevamenti (bolle) della pellicola pittorica, causati dal trasferimento inopportuno nel Salone dell’Episcopio dal Duomo (chiuso), causa il sisma del 1980 e il forte caldo che andava a saturare l’ambiente, soprattutto nel periodo estivo. Le nostre Istituzioni Culturali preoccupate del deterioramento promossero un’azione di sensibilizzazione, chiedendo ed ottenendo l’incontro con il Vescovo, con la Soprintendenza competente di Bari perché si intervenisse tempestivamente per fermare il degrado con un intervento CONSERVATIVO e di RIASSETTO sulla ICONA della MADONNA DI RIPALTA. Tale intervento veniva effettuato, il 28 marzo 1985, presso il Santuario della Madonna di Ripalta dal Restauratore SIG. MICHELE GIOVE, funzionario della Soprintendenza di Bari e alla continua presenza dei rappresentanti delle tre Istituzioni Culturali promotori del Restauro: prof. Giustina Specchio, Salvatore Delvecchio e Matteo Stuppiello e del Rev.do Parroco del Santuario Don Luigi Mansi.

In quell’occasione la “TAVOLA” messa a nudo perché liberata dalla Teca in argento e vetro che La contiene, fu sanata. Effettuai una serie di diapositive a colori sia del DIPINTO della Vergine con il Bambino sia delle dipinture a tergo SCOPRENDO così lo STEMMA della FAMIGLIA CARACCIOLO.

 

Scegliamo, oggi, in una particolare occasione, quella del rientro del Sacro Quadro della Vergine di Ripalta in Città nel far partecipe soprattutto le nuove generazioni portandole a conoscenza di una delle “perle” più preziose, ma nascoste,  tra queste il  DIPINTO, sul retro del VISO della VERGINE di RIPALTA.

“Il Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” porta a conoscenza della cittadinanza una nuova acquisizione, inedita fino ad oggi. L’Icona Bizantina della nostra Protettrice detta Madonna di Ripalta, che costituisce il bene più pregevole che ci è pervenuto e che deve indurre tutti alla sua difesa e alla sua salvaguardia, da anni oggetto di rigoroso studio e continua attenzione da parte del suddetto Centro Culturale, per le sue molteplici implicazioni storiche, pittoriche, artistiche, ha trovato la chiave di lettura dei dipinti che ornano ed arricchiscono la superficie posteriore della Tavola. La facciata “B”, quella mai presa in considerazione, mai analizzata e, quello che è peggio, mai guardata, ci ha per anni impegnati nella sua lettura e decifrazione, considerando anche le enormi difficoltà tecniche. Essa si presenta in due scomparti: separati da tre listelli di legno, dipinti, posti trasversalmente, che fanno da supporto e da aggancio alle assi sulle quali la tela, prima, e la pittura, poi, impreziosiscono tutto il manufatto. Lasciando al prof. Salvatore Delvecchio il compito, e la competenza, dell’analisi e della descrizione artistico-pittorica del retro del sacro Legno, noi ci limitiamo ad esaminare il “dato” storico. Per limitarci allo scomparto superiore che, nella parte anteriore, corrisponde al Volto della Vergine, si nota una ruota di fuoco: un enorme ed espanso SOLE RAGGIATO. E’ uno stemma: quello della Famiglia CARACCIOLO. L’imponente e prorompente disco rosso interessa tutta la “formella”, invadendola di luce e riempendola con ben 12 raggi sferzanti, di colore  arancione-bruno che, originati da un disco centrale più piccolo, si dipartono, con ordine e simmetria, con andamento serpentiniforme, con due notevoli anse rientranti a collo d’oca e due convesse, fino a toccare, ornare e coronare un ulteriore grande cerchio terminale, dello stesso colore. Lo stemma dei CARACCIOLO, dunque. FEUDATARIO di Cerignola dal XV al XVII secolo, a ricordo del loro dominio feudale fatto di lotte, aggressioni, vessazioni, ma anche, se pur episodicamente, di opere di “bene” (ricordiamo, fra l’altro, le fondazioni del Convento dei PP. Domenicani e della Chiesa del Purgatorio); essi hanno voluto, decisamente, lasciare la loro “firma” su più manufatti della nostra città. Di tutte queste riproduzioni dello Stemma dei CARACCIOLO, quella dipinta dietro la Sacra Icona è certamente di massima intensità espressiva, pittorica, artistica, oltre che la più notevole per dimensione. Perché lo Stemma del Feudatario CARACCIOLO su un manufatto religioso mobile ed appartenente alla Chiesa cerignolana ? Con Atto notarile del 7 gennaio 1543, redatto dal Notaio Dionisio Siculo, si procedeva alla rinuncia e alla cessione, da parte dell’Arciprete Nullius Matteo de Saracenis e dei Canonici, del territorio di Ripalta, con la Cappella e i fabbricati annessi,  pubblicato in alcuni “frammenti” a cura del Can. D. Sergio di Gioia, è custodito nell’Archivio Capitolare. Stante l’importanza delle implicazioni storiche del documento, si invoca la pubblicazione integrale, quanto prima possibile a beneficio della cittadinanza. Il Conte discendeva dai CARACCIOLO del SOLE, che riproponeva con lo STEMMA il simbolo in tutta la sua pregnante maestosità, era stato investito del Feudo di Cerignola nel 1541 e nel 1543 compariva nel suddetto documento notarile come proprietario, tra l’altro, del Quadro della Vergine di Ripalta. Quale migliore occasione per poter eternare la sua presenza ai posteri, con la sua “firma” che ne decretava la tutela e difesa da chiunque: era un bene feudale e, come tale andava salvaguardato e “rispettato”. Per questi e per altri motivi, invitiamo la cittadinanza e quanti sono preposti alla gestione e tutela della Sacra Icona a non attuare una seconda “rinuncia” conservativa” –  Matteo Stuppiello.

Da MATTEO STUPPIELLO, Altra interessante scoperta del Centro “Torre Alemanna” – La chiave di lettura dei dipinti del Sacro quadro, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana, Anno VII – N. 17, 15 maggio 1985, p. 8.

 

Da SALVATORE DELVECCHIO, L’analisi del Prof. Delvecchio, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana, Anno VII – N. 17, 15 maggio 1985, p.8.

“Nella seconda metà del ‘, verosimilmente con il grandeggiare della Famiglia CARACCIOLO a Cerignola, manomessa, la Tavola Bizantina, recante un gruppo materno dai sentimenti sereni, composto ed armonico, si trasforma. O meglio si arricchisce di testimonianza, ovvero di segni. Sul retro, probabilmente prima spoglio, vi si accampa un’altra pittura di diversa dimensione espressiva: sul davanti metafisica, suscitata da occasione storica; sul retro, simbolica naturalistica, per esaltare un casato, le ricchezze e un  fatto di cronaca. Una notizia e descrizione inedite queste che vanno ad assommarsi alla enucleazione e proposizione dei valori, diffusi ma ben tenuti nella rete magistrale della pittura dell’Icona. Sopra una sottile e consistente tela bianca, amalgamata al legno con mestiche e imprimiture adeguate, campiscono due riquadri pittorici, uno superiore, l’altro inferiore, che così vanno descritti: – nel superiore splende un disco raggiato con 12 raggi ondulati, tre per ogni braccio di una ideale croce a braccia uguali. Questo disco o sole gravita al centro di un disco più vasto ed avvampante orlato a sua volta da un nastro coronario largo due dita. Le circonferenze limitanti gli spazi circolari sono disegnate a solco con estremo rigore. La pittura risulta consunta quasi sia stata sfiorata con continuità da mani, ma è ancora pastosa e compatta, tipiche qualità dell’olio, e completamente coprente: – nella zona in basso è rappresentata una allegoria: la ricchezza, l’abbondanza: quattro cornucopie vegetali scure, ricolme di frutta tenute insieme a mo’ di arabesco continuo da altrettanti mascheroni. La pittura, eseguita con sensibile disinvoltura, è animata e piacevole. E’ messaggio terreno e pagano; è gioia di vivere e, secondo il costume dell’epoca adeguata offerta per gratitudine a chi mantiene dall’alto l’ordine terreno. La pace metafisica dell’Icona contrasta con la sonorità festosa del retro. Tutto l’insieme, che noi diamo come dittico contrapposto con retto e rovescio, si configura come un involontario palinsesto: la lenta descrittazione che se ne va facendo vuole essere la dimostrazione della sua effettiva importanza e l’esigenza di una erezione di barriera difensiva contro ogni sia pur minima disattenzione manutentiva e quindi l’invocazione a tutta la città a sentirsi responsabilizzata, nei membri che la esprimono alla sua buona conservazione” – Salvatore Delvecchio.

 

Bibliografia e note

 

 

SALVATORE DELVECCHIO, I recenti restauri rinnovano il grande interesse su questa antica testimonianza – Cerignola, nell’Icona bizantina storia e tradizioni religiose si integrano, in “PUGLIA” – 6 giugno 1985.

MICHELE CIANCI, Sull’Icona lo stemma di un casato, in “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” – 7 giugno 1985.

“Il Centro Storico” – ‘i prodotti’ – ‘il museo’ – …, a cura di centro studi e ricerche “TORRE ALEMANNA” e  Archeoclub di Cerignola, A.S. 1985-86 – DIREZIONE DIDATTICA STAT. IV° Circolo “C. BATTISTI”, [ciclostilato in proprio], Cerignola, Aprile/Maggio 1986. Si tratta di una “dispensa” che raccoglie sette Schede didattiche redatte da SALVATORE DELVECCHIOGIUSTINA SPECCHIOMATTEO STUPPIELLO. Ogni Scheda è corredata da un testo scritto e da una rielaborazione grafica del Prof. Salvatore Delvecchio. La copertina reca una di queste rielaborazioni grafiche del Prof. Salvatore Delvecchio che riproduce a tutto campo  lo STEMMA della FAMIGLIA CARACCIOLO del SOLO proprio quello dipinto a tergo della Sacra Icona della Vergine di Ripalta.

MATTEO STUPPIELLO, Il “Quadro” fra sacro e profano, In Rubrica del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, in “CON NOI NELLO SPORT” – Periodico a diffusione interna – Centro Sportivo Italiano – Consiglio Provinciale – Cerignola, Anno II, – N. 1, Gennaio-Febbraio 1986, Ciclostilato in proprio, p. 13; SALVATORE DELVECCHIO, Pitture e opulenza, in Rubrica del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”…, op. cit., p.14. In prima di copertina viene presentata la rielaborazione grafica del Prof. Salvatore Delvecchio del retro della Sacra Icona della Madonna di Ripalta con lo Stemma della Famiglia Caracciolo e le 4 Cornucopie. Inoltre nell’interno vi è un cartoncino (p. 15) che riporta la stessa rielaborazione grafica ed a tergo, sempre realizzata dallo stesso autore la “Veduta assonometrica del Tavolo”.  A piè di pagina(149 vi è un “Proscritto: il grafico relativo alla pittura descrittiva, necessariamente approssimato in quanto desunto da diapositive, è qui edito per la prima volta, contemporaneamente all’edizione fattane, sempre in questo febbraio 1986, nella “Dispensa – servizio didattico”, realizzata dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” e dalla Sede locale dell’Archeoclub d’Italia per la Scuola Media Statale “Ten. A. Paolillo” di Cerignola”.

SALVATORE DELVECCHIO, Storia e Arte in Puglia con riferimenti alla nostra Città – Sette lezioni tenute nell’anno accademico 1986-1987, edito dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna2 – Archeoclub d’Ialia Sede di Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (M. Stuppiello), patrocinata dall’UNIVERSITA’ DELLA TERZA ETA’, San Ferdinando di Puglia, 1987. A p. 15, Tav. 1, Viene riprodotto graficamente, dal Prof. Salvatore Delvecchio, il retro del Quadro della Sacra Icona della Madonna di Ripalta con lo Stemma della Famiglia Caracciolo e le quattro cornucopie.

SALVATORE DELVECCHIO – MARIA OCCHIONERO – GIUSTINA SPECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, Schede didattiche sul territorio di Cerignola, con il patrocinio del DISTRETTO SCOLASTICO N. 34, San Ferdinando di Puglia, 1987. Delle 10 Schede la n. 6 è intitolata “ICONA BIZANTINA DI MARIA SS.MA DI RIPALTA RETRO (sec. XVI)”. La Scheda riporta una rielaborazione grafica del Prof. Salvatore Delvecchio unitamente ad una “Veduta assonometrica del Tavolo”.

MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa del Purgatorio, Cerignola, Centro di Servizio e Programmazione Culturale Regionale – Regione Puglia  – Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – Cerignola, Foggia, 1987, p. 120.

AA.VV, Icone di Puglia e Basilicata dal medioevo al settecento, a cura di PINA BELLI D’ELIA, Editrice Mazzotta, Milano, 1988, Scheda 14 – Madonna con Bambino in trono (Madonna di Ripalta) a cura di MARISA MILELLA LOVECCHIO, pp. 113-114.

“LUOGHI E MONUMENTI” – RICERCHE SUL TERRITORIO PIU’ COLORI PIU’ LE TECNICHE PITTORICHE, anno scol. 1989-1990, a cura del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (M. STUPPIELLO). Si tratta di una “dispensa”, in fotocopia, che raccoglie 10 Tavole su vari argomenti a carattere storico su Cerignola: nn. 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9,10 per la Scuola Media St. “Ten. Ant. Paolillo” – Cerignola. La n. 8 riproduce la Scheda N. 6 – “ICONA BIZANTINA DI MARIA SS.MA DI RIPALTA Retro (sec. XVI)”, già pubblicata in SALVATORE DELVECCHIO – MARIA OCCHIONERO – GIUSTINA SPECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, Schede didattiche sul territorio di Cerignola, San Ferdinando di Puglia, 1987.

MATTEO STUPPIELLO, Una Chiesa campestre: il Santuario di Maria SS.ma di Ripalta, San Ferdinando di Puglia, 1992. In terza di copertina viene riportato il testo degli articoli MATTEO STUPPIELLO, Altra interessante scoperta del Centro “Torre Alemanna” – La chiave di lettura dei dipinti del Sacro Quadro, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana – Anno VII, n. 17, 15 maggio 1985, p. 8; SALVATORE DELVECCHIO, L’analisi del prof. Delvecchio, in “LA CICOGNA…, op. cit., p.8. In quarta di copertina reca a pieno campo la rielaborazione grafica del Prof. Salvatore Delvecchio del retro della Sacra Icona della Madonna di Ripalta con lo Stemma della Famiglia Caracciolo e le quattro CORNUCOPIE, dipinte ad acquerello dallo stesso autore.

 

Cerignola, 21 aprile 2017                                                                            Matteo Stuppiello

 

Lo Stemma della Famiglia Caracciolo del Sole dipinto (sec. XVI) sul retro della Sacra Icona di Maria SS.ma di Ripalta (secc. XII-XIII) – La foto è tratta da: AA.VV, Icone di Puglia e Basilicata dal medioevo al settecento, a cura di PINA BELLI D’ELIA, Editrice Mazzotta, Milano, 1988, Scheda 14 – Madonna con Bambino in trono (Madonna di Ripalta) a cura di MARISA MILELLA LOVECCHIO, pp. 113-114.

 

Le foto sono tratte da: AA.VV, Icone di Puglia e Basilicata dal medioevo al settecento, a cura di PINA BELLI D’ELIA, Editrice Mazzotta, Milano, 1988, Scheda 14 – Madonna con Bambino in trono (Madonna di Ripalta) a cura di MARISA MILELLA LOVECCHIO, pp. 113-114.

 

L’elaborazione grafica e l’acquerellatura sono del prof. Salvatore Delvecchio – Tratte da: MATTEO STUPPIELLO, Una Chiesa campestre: il Santuario di Maria SS.ma di Ripalta, San Ferdinando di Puglia, 1992

 

Cerignola – Santuario Diocesano di Maria SS.ma di Ripalta – Lo Stemma della Famiglia Caracciolo del Sole dipinto (sec. XVI) sul retro della Sacra Icona di Maria SS.ma di Ripalta (secc. XII-XIII) – Foto Matteo Stuppiello 28.3.1985.

 

Cerignola – Santuario Diocesano di Maria SS.ma di Ripalta – Le 4 Cornucopie dipinte nel secondo riquadro sottostante allo Stemma della Famiglia Caracciolo del Sole – Foto Matteo Stuppiello 28.3.1985.