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IL CULTO DI SANT’ISIDORO AGRICOLTORE SPAGNOLO NELLA CINQUECENTESCA CHIESA DEL PURGATORIO A CERIGNOLA

La ricorrenza della Festa di Sant’Isidoro Agricolo Spagnolo, 15 maggio, ci porta a  ricordare che nella STORICA e ARTISTICA Chiesa del PURGATORIO veniva festeggiato il Santo.

SANT’ISIDORO Agricoltore, Patrono di Madrid, nacque in questa città verso la fine dell’XI secolo e vi morì il 15 maggio del 1130 a più di 50 anni (1).

L’antica CHIESA del PURGATORIO (2), in origine dedicata alla VERGINE ANNUNZIATA, fu voluta e fatta costruire, nella seconda metà del sec. XVI, dalla Contessa DONNA ANNA DE MENDOZA, vedova di Don Lelio Carafa, Marchese di Arienzo, sposata al Conte DON  CARLO CARACCIOLO del SOLE, Feudatario di Sant’Angelo dei Lombardi e Cerignola, sorella del P. Giovanni De Mendoza, dei PP. Gesuiti, e, quindi, molto legata al detto Ordine Monastico Religioso. Fu Lei che, risiedendo a Cerignola con il Conte nel loro Castello, fece venire i Padri Gesuiti per aprire un Collegio nel 1578 e, in seguito, costruire la Chiesa, fuori dal Borgo medievale “Terra Vecchia”.

Per la CHIESA del PURGATORIO,  proprio per il suo NOTEVOLE interesse STORICO e ARTISTICO, il  Prof. Matteo Stuppiello, Presidente del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, chiedeva il VINCOLO TUTELATIVO ai sensi della Legge 1 giugno 1939 n. 1089, il 28.1.1982 all’ Arch. RICCARDO MOLA, Soprintendente per i Beni Artistici – Architettonici – Ambientali e Storici della Puglia (Bari): con l’inoltro della richiesta viene allegata una corposa documentazione STORICA e la minuziosa SCHEDATURA di quanto PREGEVOLE e NOTEVOLE  la CHIESA, conteneva  curata e redatta dallo stesso Presidente.  Il VINCOLO viene ottenuto con DECLARATORIA del 20.3.1984 al proprietario, l’Ente Ecclesiastico (3).

Nella Chiesa del Purgatorio, dove officia l’ARCICONFRATERNITA della MORTE o del PURGATORIO, vi è un ALTARE (4) dedicato a SANT’ISIDORO, collocato nella navata centrale, sulla parete di destra, seconda campata.

L’ALTARE, in marmi policromi , reca nella parte superiore due REGISTRI,  dei quali il secondo si sviluppa in altezza molto più del primo. La decorazione è ad intarsio, realizzata con listelli di marmo di colore grigio scuro e marrone scuro brecciato, a sviluppo orizzontale mentre il marmo di fondo, come per tutto l’altare, è di colore grigio chiaro venato.

Il CIBORIO mostra una tarsia marmorea colore marrone scuro brecciato e grigio scuro e reca, nella parte superiore, molto aggettante, una cornice di coronamento modanata in modo composito; inoltre una base marmorea più stretta e non molto slanciata chiude la parte sommitale. La PORTICINA metallica non reca figurazioni; due ricche VOLUTE marmoree CAPIALTARE completano la parte superiore.  Quella inferiore è circoscritta ai lati, nei suoi CANTONALI, da due coppie di PILASTRINI, di cui quelle anteriori aggettanti ed impreziosite da uno STEMMA, in pregiata tarsia, riproducente le insegne della FAMIGLIA PALIERI (5). Il CANTONALE reca una larga fascia marmorea bianca lievemente venata, perimetrale, in tre pezzi; si individuano 12 tessere eterogenee nella forma ma alquanto omogenee nel colore, con tonalità dominante il marrone, lievemente e riccamente venato, brecciato ed uniforme; solo due hanno lo stesso colore e la stessa forma, in marmo bianco venato, ed occupano una posizione mediana all’esterno dello STEMMA.

Questo è circoscritto da una pregiata e delicata fascia, piuttosto stretta, in marmo bianco, che si sviluppa in un quadrato a destra e a sinistra mentre si espande in due ampi lobi superiormente e inferiormente: un impasto marmoreo, di colore marrone vinaccia a grana minuta, nell’aspetto una quarzite, accoglie lo STEMMA della Famiglia PALIERI (6); due volute, poste in basso ai lati, sulle quali poggiano due LEONI dalle sagome snelle, rampanti e affrontanti, decorano i lati estremi dello SCUDO; in basso, due ampie  volute, poste dorsalmente e distanziate, lo delimitano. Lo SCUDO, di forma ovale, reca in alto un PUTTO con le ALI e la TESTA, in posizione mediana, per metà uscenti dal medesimo; la parte toracica è messa in evidenza da due grossi seni, dal centro dei quali si origina una faccia che divide il campo in due parti e costituisce l’ASTA della PALA: sulla sinistra in alto una STELLA a cinque punte, in basso tre SFERE, una su due, a formare una PIRAMIDE; sulla destra quattro sbarre. Sormonta lo SCUDO una CORONA che ricorda quella di MARCHESE, con tre punte sormontata ciascuna da tre PERLE, una su due, in composizione piramidale.

Tutto lo STEMMA è in pregiato marmo bianco venato con leggero tratto nero a delimitare gli elementi dello stesso, su un fondo, ad impasto marmoreo, grigio-verde a grana fine, nell’aspetto una tefrite.

Non è da escludere una diversa collocazione di questi due STEMMI, probabilmente, su un altro altare più antico, in quanto la tarsia e i tipi decorativi ci rimandano all’arte della fine del ‘700 e degli inizi dell’800.

Il PALIOTTO, delimitato da due PILASTRINI laterali, decorati ad intarsio listellato in marmo marrone scuro brecciato, chiude l’ALTARE nella sua parte interiore. La decorazione del PALIOTTO, costituito da una lastra marmorea grigio-venata, è circoscritta nei quattro lati da un’ampia fascia di marmo grigio-scuro: al centro un MEDAGLIONE QUADRILOBATO, in tarsia marmorea di colore marrone chiaro brecciato, circoscrive un fondo con un pregevole intarsio così composto: il fondo è diviso in due parti, quella superiore in marmo grigio-scuro ad indicare il CIELO, quella inferiore in marmo chiaro venato ad indicare il CAMPO ARATO; tra i due limiti, al centro, un ARATRO in posizione di lavoro con le due RUOTE in prospettiva visiva; gli altri elementi sono realizzati in marmo chiaro che si illumina sul fondo grigio-scuro. In questa decorazione si ravvisa un riferimento allegorico a SANT’ ISIDORO, di origine spagnola, AGRICOLTORE.

Alla base del PALIOTTO vi è una ISCRIZIONE: “ A DIVOZIONE DI RAFFAELE PALIERI FU NICOLA  /  1889”. L’iscrizione è incisa su una lastra monolitica di marmo bianco. Il testo impegna due linee e risulta distribuito con incisione curata ed evidenziata da colorazione nera. L’ALTARE si completa con una PREDELLA in marmo.

Passiamo all’ARTISTICA STATUA LIGNEA (h. cm. 150) (7) policroma. In una nicchia, chiusa da vetro, intelaiato con cornice modanata, in legno, con arco a tutto sesto, con alla base un ripiano marmoreo con funzione decorativa di sostegno, sorretto da due piccole e semplici mensole.

La STATUA, che ha il mezzo busto e le estremità in legno, è rivestita da un’ampia tunica, in panno di color beige dalle larghe maniche, stretta in vita, a formare numerose, minuscole pieghe, da una cintola in cuoio; sopra la veste un semplice mantello, annodato sul davanti, di colore marrone.

Il SANTO è colto in atteggiamento mistico con la testa lievemente reclinata verso sinistra e lo sguardo fisso al cielo; ha, inoltre, un’aureola in metallo, costituita da un sottile filo. Con la mano sinistra impugna una vanga di ferro con impugnatura lignea mentre, in basso a sinistra, in miniatura, un aratro in ferro completa l’iconografia del SANTO.

La STATUA poggia su un basso piedistallo in legno, con cornice modanata, dipinto in color oro: sulla fascia sottostante la seguente leggenda dipinta: “ A DIV(OZIONE) DI ISIDORO D’ALO’ “ (8).

Sappiamo che “La Statua opera del distinto Scultore Signor / Raffaele della Campa fatta  a cura e devozione del  /  Signor ISIDORO D’ALO’: si venera nella Chiesa dell’Arciconfraternita della morte “ (la notizia viene pubblicata per la prima volta) (9).

Il noto e rinomato  Artista: POETA e SCULTORE  – RAFFAELE DELLA CAMPA  (*Napoli 3.6.1851  +Napoli 17.2.1912) – Era “Scultore in legno, specializzato in statue di santi. Autore di opere drammatiche ed operette […]” (10).  Nella Chiesa del Purgatorio di Cerignola riteniamo che sia l’autore di altre due belle artistiche OPERE: la STATUA IN LEGNO POLICROMO che raffigura SAN MICHELE ARCANGELO datata 1868 (h. cm 134).  “Sulla base in legno, su fondo azzurro cupo è dipinto in oro la seguente scritta: “A DIV(OZIONE) DI ISIDORO D’ALO’ A(NNO) D(OMINI) 1868” (11) collocata sull’Altare (12), datato 1884, della navata laterale di sinistra, terza campata; SANT’ESPEDITO MARTIRE, STATUA in LEGNO POLICROMO datata 1900 (h. cm. 152) (13), collocata sull’ALTARE (14), datato 1889, della navata centrale, parte di destra, prima campata . Probabilmente nella stessa Chiesa ma anche in altre nostre antiche Chiese l’Artista napoletano RAFFAELE DELLA CAMPA ha realizzato più STATUE, commissionate dalle CONFRATERNITE LAICALI o da singoli BENEFATTORI: pensiamo alla CHIESA di SAN GIUSEPPE con la bella STATUA LIGNEA POLICROMA del Santo TITOLARE, voluta dalla omonima CONFRATERNITA; pensiamo alla CHIESA della VERGINE del CARMINE con le belle STATUE LIGNEE di SAN MICHELE ARCANGELO e SAN GIUSEPPE ARTIGIANO, ed altre Chiese.

Ma torniamo ad un’altra interessante  testimonianza Settecentesca del culto di SANT ’ISIDORO a Cerignola, attestata da un AFFRESCO raffigurante il SANTO, nella CHIESA campestre, diruta, “San Giovanni Battista” (15) nella Contrada “San Giovanni di Zezza”. Tale AFFRESCO, a forma di medaglione con cornice fitta e pesante, dipinta, si trova nell’unica navata della Chiesa, sulla parete di destra, nel sottarco di una nicchia. Questa CHIESA campestre è stata VINCOLATA alla proprietaria Famiglia ZEZZA (16).

Il CULTO che veniva tributato a SANT’ ISIDORO Agricoltore Spagnolo senz’altro è da attribuire alla FAMIGLIA PIGNATELLI, Feudataria di Cerignola sin dal 1633, quando Geronima Pignatelli Duchessa di Monteleone, alla presenza del marito D. Fabrizio Pignatelli, vende a D. Francesco Pignatelli Duca di Bisaccia, la Terra di Cirignola per 200.000 ducati (17). Abbiamo letto nell’0puscolo, inizialmente citato  che la Principessa Pignatelli effettuò la traduzione dallo spagnolo in italiano della Vita del Santo nato e deceduto a Madrid, Protettore della stessa CITTA’, luogo di residenza dei coniugi  Principi PIGNATELLI.

PRINCIPE D. LUIGI PIGNATELLI D’ARAGONA ED ANTENTAS de’ CONTI  EGMONT FUENTES  e la consorte DONNA CONCEZIONE Y GIRON  DEL DUCA De AHUMADA, Dama di Corte della Reggente di Spagna” (18). La Principessa Pignatelli rimase vedova per la morte del Principe Luigi deceduto a Parigi il 1894. Ma purtroppo un altro più grave e immenso dolore colpì la Principessa. La morte dell’ adorata, figlia unica, la Principessina MARIA  DEL CARMINE PIGNATELLI Y GIRON Erede dell’antica Famiglia, deceduta a 12 anni il 31 dicembre 1900. “Era nata a Madrid,  il 1° febbraio 1889, sospirata creatura da due Sposi Cristiani”.

Nella CATTEDRALE  di CERIGNOLA (antica Chiesa Madre) furono celebrati i funerali; tenne il pergamo l’erudito Mons. NICOLA MANCINI Teologo della Basilica di Lucera, amico della Famiglia Pignatelli. Mons. Nicola Mancini seppe ben argomentare e tessere una STRUGGENTE e DOTTA omelia funebre sulla Famiglia, ma soprattutto sulla MORTE della PRINCIPESSINA MARIA DEL CARMINE, deceduta in tenera età, facendo partecipe i presenti all’immenso dolore della PRINCIPESSA CONCEZIONE, nonché MAMMA trafitta dal DOLORE. Riportiamo, alcuni stralci della OMELIA.[…] Accorre il medico di Corte Prof. Ledesma e diagnostica la malattia. Angina bronchiale. Al terzo giorno s’affaccia la gravità morbosa, ed il Curante chiede un Consulto. Tutti appuntano gli sguardi sul celebre Direttore dello Istituto Batteriologico di Madrid, Prof. Lorende, autore di un siero antiditterico, molto felicemente sperimentato. Confermato il giudizio sull’Ancina, si saccheggiano gli ultimi rimedi, ingraziati alla Farmacia. La Madre intanto non permette altra persona stia di costa alla sua amatissima Maria … Maria dopo alquanti giorni d’ingannevole miglioramento, si aggrava: alle 4 ½ del 31 dicembre entra in agonia tra le braccia della Madre; e, dopo 75 minuti inenarrabili, Maria, ricevuto il Sacramento della estrema Unzione, vola per le lucenti vie del firmamento a tuffarsi nell’eterno Sole […]”. Una STELLA nascente che non le è stato permesso dalla vita di arrivare allo splendore. Una sorte CRUDELE e  INGANNATRICE. La Salma viene posta “Nel Salone azzurro del principesco Palazzo Pignatelli a Madrid, in Via Mendizabal , qusi perduta nel soffice viluppo di bianchissimi veli, dorme …. Ahi per sempre MARIA DEL CARMINE PIGNATELLI, D’ARAGONA, leggiadra Angioletta, rapita da una stella che non à tramonti… ! La stella dell’eternità beata … I funerali furono a Madrid, Saragozza, Andalusia, Fuentes de Todo, a Palermo … E l’Amministrazione della cospicua Casa Pignatelli in questa simpatica, intelligente e ricca Città si è resa degnamente interprete per la irreparabile perdita dell’angelica Maria, ispirandosi ad alti e religiosi ideali ne Funeri, già prossimi a completarsi. E Sacerdoti, e largo stuolo d’intelligenti, nobili, pietose Signore, e tutta la Cittadinanza più eletta sonosi rivelasti gentilmente unanimi, nella tenerezza del sentimento … Il tumulo piramidale arieggia la bianchezza della Fanciulla estintasi … La musica, una rapsodia sceltissima de’ più ammirati autori del genere funerario, magnificamente diretta, ed elegantemente eseguita, da far onore alla patria adottiva di un genio contemporaneo …. E sia lode all’Rcc.mo Vicario Capitolare ed al Capitolo Cerignolese, i quali permisero, compiacenti, e fiori e corone, sopra ogni dire, bellissime”. L’oratore, nell’Omelia funebre aggiunge “ […] Ed io ne l’ebbi nel 1892, quando tutta nobile famiglia principesca passò buona parte di Estate e di Autunno in questa genti Cerignola; quando Maria toccava i quattro anni […]” (19).

La PRINCIPESSA era stata a Cerignola “[…] Nei primi di maggio del 1890, cioè pochi giorni avanti che il pubblicò del Costanzi gli decretasse il grande trionfo a Roma, Mascagni volle dare un ultimo concerto nel teatro di Cerignola dinanzi ad un pubblico più  elegante ed eletto, fra cui sfolgoravano per lusso e bellezza la principessa Pignatelli d’Aragona y Antelas e la nobildonna Maria Pavoncelli Monaco […]” (20). Ma aggiungiamo che PIETRO MASCAGNI era conosciuto dai PRINCIPI PIGNATELLI  già l’anno prima. Infatti scrive il nostro concittadino DANIELE CELLAMARE che “[…] il 27 ottobre 1889, ebbe a suonare nel Palazzo e alla presenza dei Principi Luigi Pignatelli de Aragona ed Antentas  e della Principessa Giron della Concezione, Marchesa de Motezuma avendo a compagni orchestrali i violinisti Giuseppe Nardò e Francesco Pisano (il più piccolo, a 16 anni) ed il violinista Luigi Conte. Tutto ciò si affaccia al Maestro nella capitale spagnuola. Egli, già fervidamente atteso dai Principi, si porta da loro per la visita di omaggio […]” (21).

I PRINCIPI PIGNATELLI nella loro permanenza a Cerignola dimoravano nel loro sobrio e ampio “PALAZZO PIGNATELLI”, posto con INGRESSO MONUMENTALE su Via Osteria Ducale, n. 7,  prospetto su Corso A. Gramsci e prospetto in Via SS. Trinità, con ingressi secondari.  Ben 17  BALCONI, grandi, medi e piccoli ornano  l’intero PALAZZO.  L’ingresso sovrastato da un esteso BALCONE con MENSOLE LITICHE LAVORATE è sormontato da un imponente blasone araldico dipinto, in pietra tenera del Gargano, posto aggettante tenuto nella parte posteriore da un grosso anello agganciato ad un chiodo: lo STEMMA della FAMIGLIA PIGNATELLI. Su lato sinistro per chi guarda l’INGRESSO può notare, murata, una MATTONELLA MAIOLICATA (sec. XVIII) con lo STEMMA PIGNATELLI raffigurante TRE PIGNATTE. Amministratore della Casa PIGNATELLI  in Cerignola era il Cav. PIETRO LONGO che abitava sullo stesso PALAZZO (22).

Lo storico Prof. SAVERIO LA SORSA scrive che: ”[…] I beni della principessa Pignatelli amministrati dal cav. Pietro Longo, rappresentavano il valore di forse 2 milioni di lire in circa 1.200 ettari  di terreno, di cui 120 coltivati a vigneti ed oliveti, 600 a cereali, ed il resto era pascolo. La più importante masseria era quella di Ripalta, che possedeva la cappella, nella quale si venera la Vergine protettrice dei Cerignolani; eseguivano per estensione la masseria “Concezione”, la masseria “Teresa”, il tenimento “Fara” lungo il fiume Ofanto ecc. […]” (23). Noi aggiungiamo, anche il toponimo Masseria “PIGNATELLA di Sopra” e “PIGNATELLA di Sotto”, finitima con la contrada “San Marco”. In queste Contrade vi sono numerose TESTIMONIANZE  LITICHE: CIPPI di confine e ISCRIZIONI con lo STEMMA della FAMIGLIA PIGNATELLI. Da decenni tutta la proprietà è stata alienata.

Chiudiamo questa ultima parte sui PRINCIPI PIGNATELLI con una TESTIMONIANZA LITICA che è andata perduta per disamore di un Parroco, che nei restauri effettuati nel 1970 nella Chiesa di San Domenico Confessore, Cinquecentesca Chiesa dei Padri DOMENICANI con l’annesso CONVENTO, fece rimuovere la  MONUMENTALE lastra LITICA, murata nella CAPPELLA del SS.MO SACRAMENTO (24), posta appena entrati sulla destra, sulla quale era scolpito lo STEMMA PIGNATELLI nella forma più elegante e barocca con la ISCRIZIONE posta alla base: “ALUISIUS PIGNATELLI D’ARAGONA ET ANTENTAS / PRINCEPS SACRI RO(MA)NI IMPERII  /  RESTAURAVIT ANNO DOMINI MCCCLXXXVI”. Il documento litico, in pietra tenera del Gargano, da attribuirsi al sec. XVII, per pregevole fattura artistica barocca, fu rimaneggiato nella iscrizione, cancellata la precedente originaria e reincisa nel 1886, dopo l’avvenuto restauro poiché di Patronato della Famiglia PIGNATELLI, fu dal Parroco stesso ordinato al muratore di frantumarla a martellate insieme ad altre due più recenti (25) distruggendole così per sempre e nella materia e nel ricordo testimoniativo.

Cerignola, 6 giugno 2018                          Matteo Stuppiello

Bibliografia e note

(1) –Vita di S. Isidoro agricoltore tradotto dallo spagnuolo dall’Illustrissima Principessa Donna Concezione  Giron D’Aumhada y Aragon,  Cerignola – Stabilimento Tipografico Brugnoli  3 Corso Garibaldi 3, 1887. L’OPUSCOLO viene citato per la prima volta con tutte le notizie che contiene.

(2) – [MATTEO STUPPIELLO], La Chiesa del Purgatorio, Cerignola – Centro di Servizio e Programmazione Culturale Regionale, 1987 – Edito dalla Regione Puglia – Assessorato Pubblica Istruzione e Cultura ; Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, pp. 21-28.

(3) – Ibid., op. cit. pp. 16-17.

(4) – Ibid. op. cit. pp. 141-142.

(5) – Ibid. op. cit. pp. 99-102; p. 106. nelle stesse pagine vengono riportate notizie storiche sulla Famiglia Palieri e sui Personaggi del passato della medesima Famiglia a partire dal XVIII secolo; si veda anche SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola nel secolo XIX con prefazione di NICOLA ZINGARELLI, Bari-Roma – F. CASINI E FIGLIO – EDITORI, 1931, “INDICE DEI NOMI”, p. 297.

(6) – Ibid. op. cit., pp. 141-142.

(7) – Ibid. op. cit., pp. 169-170.

(8) –  Ibid. op. cit. pp. 166-168. Nelle indicate pagine vengono citati diversi atti su alcuni Personaggi della Famiglia D’Alò a partire dal XVIII secolo; si veda anche SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola…, op. cit., p. 293. Di ISIDORO D’ALO’ nessuna notizia possiamo dare eccetto il suo grande spirito religioso e l’attaccamento spirituale alla Congregazione e alla Chiesa, manifestata attraverso la donazione di diverse, pregevoli statue lignee.

(9) – La vita di S. Isidoro…, op. cit., p. 1. Di questo ARTISTA completamente sconosciuto a Cerignola, ne diamo per la prima volta notizia.

(10) – Le notizie sono tratte dal sito www.internetculturale.it

(11) – [MATTEO STUPPIELLO], La chiesa del Purgatorio…, op. cit., p.166.

(12) – Ibid., op. cit. pp. 136-137.

(13) – Ibid., op. cit., p. 171.

(14) – Ibid., op. cit., p. 140.

(15) – MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di S. Giovanni Battista – Prima Parte, Cerignola 23 giugno 2016  – wwww.archeoclubcerignola.com.it; MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di S. Giovanni di Zezza – Seconda Parte, Cerignola, 27 giugno 2016 – www.archeoclubcerignola.com.it.

(16) –[MATTEO STUPPIELLO], La Chiesa del Purgatorio…, op. cit., pp. 16-17.  La Chiesa campestre di San Giovanni Battista in Zezza o in Fonte è stata presa in considerazione dal Prof. Matteo Stuppiello il 9.9.1973  in seguito segnalata, in un ricco dossier,  dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, alla Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici della Puglia (Bari), con nota prot. n. 28 bis del 12.12.1979, inviata con Raccomandata e ricevuta di ritorno. La stessa veniva inviata al Prof. Antonio Gambacorta Soprintendente per i Beni AA.AA.AA.SS. della Puglia – Sezione per la Daunia – Foggia nonchè alla Soprintendenza Archeologica – Taranto. Successivamente il 23.10.1981 la stessa nota, aggiornata al 1981, è stata consegnata all’Arch. Nunzio Tomaiuolo della Soprintendenza con prot. n. 136. Con nota del 30 luglio 1987, prot. n.12684 V/RAC.TA, inviata al prof. Matteo Stuppiello in qualità di Ispettore Onorario delle Soprintendenze, dal Soprintendente di Bari, Arch. Riccardo Mola ed avente in oggetto: “CERIGNOLA (FG) – Chiesa di S. Giovanni di Zezza. Richiesta documentazione storica”. Il testo: “Questo Ufficio, dovendo valutare l’opportunità di sottoporre a tutela, ai sensi della Legge 1.6.1939 n. 1089, l’immobile indicato in oggetto chiede alla S.V. di fornire una documentazione storica sul bene in questione. In attesa di riscontro si ringrazia della cortese collaborazione”.  Il prof. Matteo Stuppiello invia alla Soprintendenza in data 26.8.1987, prot. n. 114, con Raccomandata semplice,  le note storiche. Lo stesso Ispettore Onorario aveva avuto modo di indagare e approfondire le ricerche storiche e inviarle alla Soprintendenza di Bari ad integrazione della precedente Scheda. Infatti l’8.9.1988 viene inviata con Raccomandata e ricevuta di ritorno, la “Scheda”, prot. n.138 all’Arch. Riccardo Mola Soprintendente per i Beni AA.AA.AA.SS. della Puglia a Bari.  Naturalmente in tutto questo iter ci sono stati sopralluoghi al Monumento con rilievi fotografici effettuati dai funzionari della Soprintendenza, nonché contatti telefonici e verbali presso la Sede della Soprintendenza al Castello Svevo. L’esito finale: il VINCOLO TUTELATIVO effettuato con l’emissione del DECRETO MINISTERIALE 28.1.1988.

(17) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI – ARCHIVI PRIVATI – ARCHIVIO PIGNATELLI ARAGONA CORTES – Scanzia 16 – Fascicolo 1, p. 167. LUIGI CONTE (Sac.), Memorie filologiche sull’antichità della Chiesa di Cerignola precedute da un breve cenno storico, topografico, genealogico della stessa Città, Napoli – Tipografia di Gaetano Cardamone, 1857, p. 22.

(18) – NICOLA MANCINI (Mgr.), In Memoria di Maria Del Carmine Principessina Pignatelli Y Giron – Nel Duomo di Cerignola – A 5 Febbraio 1901, Cerignola – Tipografia Matteo Bufano, 1901, pp. 7-8.

(19) – Ibid. op. cit.

(20) – SAVERIO LA SORSALa Città di Cerignola…, op. cit., p. 232. Visti da Cerignola – Verità retrospettive

(21) – DANIELE CELLAMARE, Mascagni e la “Cavalleria” – Un Cinquantenario gloriosoVisti da Cerignola – Verità retrospettive, Fratelli Palombi Editori, Roma, p. 130.

(22) – PIETRO LONGO (*Cerignola 15.12.1862 +Cerignola 26.10.1944) figlio di Vincenzo e di Isabella Pugliese, coniugato con Maria Luigia Fragasso. Amministratore della Casa Pignatelli, abitava in Via Osteria Ducale, 7 sul PALAZZO PIGNATELLI. Colgo l’occasione per ringraziare l’amico NICOLA BORRELLI per la ricerca anagrafica sui personaggi riportati nel mio contributo culturale.

(23) – SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola…, op. cit., p. 252.

(24) – Interessanti sono le seguenti notizie: “[…] iscrizione, scritta a pennello con lettere maiuscole a color giallastro, e da più tempo addietro come si ravvisa dal colorito alquanto offuscato … , che si trova sotto il Quadro della Madonna del Rosario, nella Cappella a Lei dedicata nella Chiesa di S. Domenico : FRATRUM PREDICATORUM / CONVENTUM / ISTUM IOANNES IACOBUS CARACCIOLO / SANCTI ANGELI LOMBARDI COMES, CERINOLAEQUE  PRINCEPS / AN(NO) SAL(UTIS)  1501. FUNDAVIT REDITIBUS POSTEA MULTIS / 1541 IN ULTIMIS CONSTITUTUS LOCUPLETAVIT ALTARIA / DIVO DOMENICO, ET REGINAE SS.MI ROSARII  / PROPRIIS EXPENSIS PIGNATELLI BISACIARUM  DUX / ET CERINOLAE PRINCIPES AN(NO) SAL(UTIS) 1633 EREXIT / TUMULUMQUE IN SACELLO SS:PATRIARCAE PROPRIO STEMMATE / MUNITUM CONSTRUXIT / INSIGNIS ISTA PICTURA DEIPARAE VETUSTATE CONSUMPTA / AD PRISTINUM LIMEN REDUCI R.P. MAGISTER PETRUS THOMAS / MATTEI HUIUS CAENOBI FILIUS ANNO MDCCCIV / CURAVIT. (Questo Convento dei Frati Predicatori Giovanni Giacomo Caracciolo, Conte di Sant’Angelo dei Lombardi e Principe di Cerignola nell’anno della salute 1501 fondò; poi di molti redditi nel 1541 nelle ultime volontà arricchì gli altari a S. Domenico e alla Regina del SS.mo Rosario. A proprie spese Pignatelli, Duca di Bisaccia e Principe di Cerignola, nell’anno della salute 1633 eresse e costruì un tumulo munito del proprio stemma nella Cappella del SS.mo Patriarca. Questo insigne dipinto della Madre di Dio, consumato dal tempo, ricondusse all’antico splendore (LUMEN invece di LIMEN) il Rev.do Padre Maestro Pietro Tommaso Mattei, figlio di questo cenobio nell’anno 184) […]” – Il sopra documento è tratto dall’ARCHIVIO DUCALE – ARCHIVIO PRIVATO AVV. SPECCHIO, cassetta 47, f. 2, per il quale ringrazio la FAMIGLIA SPECCHIO ed in particolare la Prof.ssa GIUSTINA SPECCHIO che ha trascritto e tradotto la ISCRIZIONE. Il DOCUMENTO è stato pubblicato per la prima volta in: MATTEO STUPPIELLO, La realtà confraternale a Cerignola (secc. XVI-XX), in AA.VV., Le Confraternite Pugliesi in Età Moderna 2, a cura di LIANA BERTOLDI LENOCIATTI DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI – 27-28-29 APRILE 1989 – Schena Editore, Fasano di Puglia, 1990  – Edito dal CENTRO RICERCHE DI STORIA RELIGIOSA IN PUGLIA, pp. 491- 492, nota 52.

(25) – La FOTO, unica, della MONUMENTALE  LASTRA ARALDICA ed EPIGRAFICA della FAMIGLIA PIGNATELLI D’ARAGONA è stata pubblicata per la prima volta in: MATTEO STUPPIELLO, Al Sacerdote D. Michele De Santis Canonico Teologo della Cattedrale per i suoi 90 anni, San Ferdinando di Puglia, 1990, p. 15. Nella stessa pubblicazione furono pubblicate a p. 16 le altre due iscrizioni una del 1848 e l’altra del 1941; si veda MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino e il suo tempo, San Ferdinando di Puglia, 1996, p. 32; MATTEO STUPPIELLO, Apprezzo della Città di Cerignola 1672, San Ferdinando di Puglia, 2005, 1° di copertina. Si tratta di una rielaborazione grafica ed acquerellata a mano dal Prof. Salvatore Delvecchio, della FOTOGRAFIA, unica purtroppo, che scattai il 25.8.1970. Mentre solo i testi delle tre ISCRIZIONI sono stati pubblicati, per la prima volta, in MATTEO STUPPIELLO, Testimonianze scomparse, in AA.VV., Cerignola Antica – Tre Convegni storici in piazza, San Ferdinando di Puglia, 1979 – Edizioni della Società Studi Storici “Daunia Sud” – Cerignola – 1979, pp. 187-191.

Cerignola – Chiesa del Purgatorio (sec. XVI) – Prima del Restauro –  Foto Matteo Stuppiello 3.4.1981

Cerignola – Chiesa del Purgatorio (sec. XVI) – Statua di S. Isidoro Agricoltore – Particolare – Foto Matteo Stuppiello 8.5.1992

Cerignola – Chiesa del Purgatorio (sec. XVI) – Statua di S. Isidoro Agricoltore – Foto Matteo Stuppiello 8.5.1992

Cerignola – Chiesa del Purgatorio (sec. XVI) – Altare dedicato a S. Isidoro Agricoltore – Foto Matteo Stuppiello 8.5.1992

Cerignola – Chiesa del Purgatorio (sec. XVI) – Altare dedicato a S. Isidoro Agricoltore – Stemma della Famiglia Palieri – Foto Matteo Stuppiello 8.5.1992

Il Documento mi è stato donato dalla Sig.na Anna Ruocco nel 1968

Il Documento mi è stato donato dalla Sig.na Anna Ruocco nel 1968

Cerignola – Contrada “San Giovanni di Zezza”  – Chiesa di San Giovanni Battista (sec. XII) – Foto Matteo Stuppiello 7.8.1975

Cerignola – Contrada “San Giovanni di Zezza”  – Chiesa di San Giovanni Battista (sec. XII) – Interno – S. Isidoro Agricoltore nell’Affresco del sec.  XVIII – Foto Matteo Stuppiello 7.8.1975

Cerignola – Via Osteria Ducale – Palazzo Pignatelli – Foto Matteo Stuppiello 30.7.1976

Cerignola – Via Osteria Ducale – Palazzo Pignatelli – Particolare Mattonella Maiolicata (secc. XVIII – XIX) con lo Stemma della Famiglia Pignatelli – Foto Matteo Stuppiello 23.5.2018

Cerignola – Santuario Maria SS.ma di Ripalta – Lapide murata sul Prospetto principale – Foto Matteo Stuppiello 13.4.1977

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Sala litoteca – Il Reperto litico è stato recuperato sul dirupo del Santuario della Madonna di Ripalta tra i materiali di risulta sversati giù verso l’Ofanto – Recuperato il 13.3.1977 e segnalato alla Soprintendenza competente di Bari – Foto Matteo Stuppiello 12.2.1979.

Cerignola – Santuario Maria SS.ma di Ripalta – Cippo litico con lo Stemma della Famiglia Pignatelli – “P (rincipessa) G (iron) P (ignatelli)” – Foto Matteo Stuppiello 13.3.1977

Cerignola – Chiesa di San Domenico Confessore – Lapide in Pietra tenera del Gargano (sec. XVII) murata nella Cappella del SS.mo Sacramento riproducente lo Stemma della Famiglia Pignatelli, andata distrutta nei restauri del 1969 – Unica foto – Foto Matteo Stuppiello 25.8.1970.