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IL “FIORE DELLA VITA” NELLA CHIESA MADRE

IL “FIORE DELLA VITA” NELLA CHIESA MADRE

Non finirà mai di sorprendere la nostra CHIESA MADRE. Fra tutti i “TESORI”, questa volta, portiamo all’attenzione un manufatto GRAFICO di notevole interesse storico-documentale, credo, senz’altro UNICO nella nostra Città. Infatti la nostra VETUSTA CHIESA MADRE si impreziosisce di UNICITA’. Un documento involontariamente CELATO, non visibile per molti, visibilissimo, invece, all’attento osservatore che non trascura ciò che è appariscente ma sa cogliere, soprattutto, il meno appariscente, a volte, di maggiore valore documentale e/simbolico. Lasciarsi semplicemente “catturare” ed “imprigionare” da ciò che per gli altri sono “segni” insignificanti che, comunque, non hanno mai notato e sinceramente non noterebbero mai accostandosi con notevole distacco, pressappochismo, indifferenza e, soprattutto, con un profondo disamore verso la propria Città. Quei segni “GRAFFITI”  sulla pietra, non una pietra qualsiasi, ma proprio quella pietra che “narra” e che “parla” a chi sa ascoltare mentre a tanti, per la verità, a tantissimi non “dice niente” e, perciò, non narra un bel niente. Un GRAFFITO rimasto muto da sempre ed è in questo contributo culturale che ne parliamo per la prima volta e ne sveliamo il significato.

Stiamo parlando dell’imponente MONOLITE – SARCOFAGO utilizzato come ARCHITRAVE sul cui lato, che si affaccia nell’antico CIMITERO della Chiesa Madre, è scolpito il TRITTICO con una data 1473. Sappiamo che la SCULTURA è antecedente (forse di fattura bizantina) a quella data e di questo si è già scritto. Quello che non è stato mai scritto è che quel MONOLITE non doveva essere collocato, in origine, in quel punto e, fra l’altro, è la “PIETRA” più antica della Chiesa Madre dopo la TEGOLA PALEOCRISTIANA da noi già pubblicata.

La nostra “PIETRA”, molto consunta dal tempo, doveva occupare un posto preminente dell’intera costruzione dell’antico TEMPIO SACRO, cioè molto prima della ricostruzione avvenuta nel XIV secolo e su di essa non doveva essere stato scolpito il TRITTICO.  Probabilmente si trovava all’esterno, posizionata ad altezza d’uomo in modo tale che i pellegrini avevano un po’ tutti la possibilità di graffirla fino ad interessare la parte sommitale, più estrema della superficie. Le pietre, ovvero tutto ciò che costituiva il “serbatoio” litico delle precedenti costruzioni andava recuperato, riutilizzato  e  reso essenzialmente funzionale per un mero fatto economico. Era materiale litico certamente importato, acquistato dalle cave di Trani, per dirne una, nel barese o anche dalla vicina Canosa.

Il prezioso MONOLITE corrisponde ad una  roccia sedimentaria molto compatta ma nello stesso tempo tenera da graffire, probabilmente un’ARENARIA molto tenera. Le misure: cm. 168 x cm. 57 x cm. 20 (misure dallo scrivente effettuate il 26.11.1982).

Tranne le tre FORMELLE, che vanno a costituire il pregevole TRITTICO, tutta la superficie per l’intera estensione risulta molto ricca di GRAFFITI a voler simboleggiate triangoli, accenni di probabili lettere e nomi, rettangoli, segni posti alla rinfusa, che risultano molto poco rilevabili.

I Graffiti del Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo ci potrebbero fare  da guida  per la quantità e varietà.

Infatti la SCOPERTA dallo scrivente effettuata e resa pubblica per la prima volta è proprio il SIMBOLO del FIORE DELLA VITA, graffito sul MONOLITE.

Allora dobbiamo dedurre che la nostra CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO era considerata un SANTUARIO e che poteva interessare in qualche modo quanti percorrevano le Vie Sacre: i PELLEGRINI, come è ancora in uso oggi, lasciavano un loro segno, un GRAFFITO, ad indicare il passaggio. La nostra “PIETRA” doveva trovarsi, in una  precedente CHIESA, posta all’esterno e molto vicino al passaggio dei pellegrini, per essere toccata, segnata e scalfita. Un segno d’amore e venerazione per la nostra CHIESA di SAN PIETRO APOSTOLO (la Chiesa di ROMA dedicata al Principe degli Apostoli) dopo un lungo viaggio, estenuante, fatto di privazioni, pericoli, sacrifici, stenti  e preghiere, per lasciare un SEGNO a perituro ricordo, di riconciliazione con il proprio “passato”.

Il GRAFFITO che simboleggia il FIORE DELLA VITA inscritto in un CERCHIO risulta segnato nell’intradosso dell’Architrave: un perfetto CERCHIO con SEI  LOBI nell’interno dei quali, per alcuni, i “segni” sono molto ben evidenziati, per altri, molto meno. La posizione del GRAFFITO viene a trovarsi, sempre nell’intradosso, in corrispondenza del CRISTO nella estremità di sinistra per chi guarda, a fermarsi prima della COLONNINA che separa la FORMELLA del CRISTO dalla successiva raffigurante la MADONNA, posta più a sinistra.  Certamente la posizione  non facilitava all’incisore la perfetta esecuzione trovandosi ad agire con la testa ed il braccio alzati. Ma torniamo al GRAFFITO. La parte inferiore viene ad essere interessata, per intrusione da un lungo rettangolo che va ad interferire nel CERCHIO, partendo dalla zona di mezzeria e procedendo per chi guarda verso sinistra. Nell’interno del RETTANGOLO ci sono vari segni purtroppo non interpretabili. Altre incisioni o solchi, sia del CERCHIO sia dei LOBI che del RETTANGOLO, ma anche una miriade di altri SEGNI risultano riempite da scialbi, poi rimossi, anche se non del tutto.

La misura del FIORE DELLA VITA o meglio il diametro del CERCHIO misura cm. 10, è stata effettuata dal giovane Socio Valerio Calvio (1) l’8.12.2016.

La parte interessata dal FIORE DELLA VITA è stata coperta da muratura sin dal 1942, infatti nella mia foto dell’aprile del 1973 l’apertura consisteva in una piccola porticina, che immetteva nel Cimitero. Era una sola anta, mentre l’altra parte quella sinistra, sempre guardando dall’interno del suddetto luogo, era ostruita da muratura e, forse, è stata proprio questo restringimento della “luce” tra i due stipiti litici che ha preservato il PREZIOSO GRAFFITO, arrivato fino a noi e messo in luce con la rimozione della muratura durante i restauri iniziati a partire dal 1977.

Tra il 19 e il 23 febbraio 1977 viene effettuata dalla Ditta restauratrice di Barletta “Grieco” di Barletta la rimozione dell’Altare dedicato a Nostra Signora di Fatima. L’altare fu costruito dall’allora Parroco Don Salvatore Moccia nel 1947, nella cui nicchia, in precedenza, vi era la statua di S. Teresa del Bambino Gesù (1942).Tali interventi rientravano in un “restauro generale” di tutta la Chiesa Madre ma arrecarono, purtroppo, non pochi danni. Con il restauro del 1977 si arrivò alla eliminazione della muratura che restringeva l’ingresso all’antico CIMITERO, mettendo finalmente in luce il nostro GRAFFITO, che comunque nessuno aveva notato. Ci riferisce Don Tommaso Dente nella sua pubblicazione a tale proposito quanto segue: “[…]E già che ci si trova in quella zona, ricorderò che lì sorgeva – eretto nel 1942 – un altare dedicato originariamente a S. Teresa di Gesù Bambino e poi (nel 1947) dedicato a Maria Santissima di Fatima. Allo scopo di costruire una capace nicchia, che potesse comodamente ospitare nella detta successione le due statue, fu ristretta la porta che immetteva nella zona cimiteriale. Fu infatti ritenuto  necessario disporre di uno spazio esteso  per incorniciare la nicchia in un contesto di disegni in marmo e per poter disporre dell’ampiezza necessaria per costruirvi l’altare e la relativa balaustra…Si dovette, dunque, in questa fase dei lavori, consolidare quel muro a più riprese manomesso, risarcirne la parti mutilate, garantire la statica compromessa…Fu altresì possibile riportare la porta d’ingresso al cimitero alla sua dimensione originaria e rendere, con dei nuovi scalini in pietra, più comodo l’accesso alla zona esterna che s’intendeva recuperare all’uso della chiesa […]” (2).

Ma torniamo al FIORE DELLA VITA, che ha vari significati da quelli arcaici a quelli esoterici, a quelli biblici , a quelli floreali… La raffigurazione del FIORE DELLA VITA, a sei o più lobi compreso i multipli, si ritrova graffito su “pietre” ed intonaci di numerosi Santuari, Chiese, Monasteri. Un simbolo MEDIEVALE che potrebbe collocarsi tra l’VIII a.C. e il IX secolo d.C.

Ma non è finita qui perché un altro FIORE DELLA VITA, purtroppo andato distrutto, in tempi recenti, era presente nella CHIESA MADRE. L’altare MAGGIORE o meglio quello che restava di esso,  la MENSA con il pregevole PALIOTTO e i LATERALI, recava nella parte retrostante una LASTRA LITICA, in marmo grigio leggermente venato, consumata dal tempo sulla quale era inciso il FIORE DELLA VITA a DIECI PUNTE  che terminavano proprio con due piccole foglie d’EDERA, sempre ad incisione nel pregevole marmo: tutto risultava inscritto in un doppio cerchio. Questa lastra non era integra ma risultava rotta a quasi circa la metà. Il 5 dicembre del 1982 effettuai le misure  della LASTRA superstite, come per altri numerosi  manufatti litici: b x h cm. 103 x cm. 95. Purtroppo nelle operazioni di rilevamento ero solo ed i miei fogli con gli appunti, per questo documento litico, oltre alle misure già citate, riportavano un disegno molto semplice ma con i “dati” essenziali grazie ai quali, oggi, è possibile tentare di effettuare una “ricostruzione” dell’intero MANUFATTO.

Abbiamo chiesto la collaborazione del nostro valido socio, il giovane PASQUALE (PAKY) RUSSO (3), il quale ha effettuato una operazione grafica di ricostruzione della LASTRA  contenente il FIORE DELLA VITA sia graficamente sia nelle probabili misure originali.

E’ un DOCUMENTO LITICO che è andato perduto per sempre e poterlo oggi esaminare con maggiore attenzione ci avrebbe potuto fornire una miriade di utilissime informazioni per la ricerca storica della CHIESA MADRE. Le dimensioni della LASTRA, sulla quale è incisa con notevole maestria il FIORE DELLA VITA, ci porta a pensare che fosse il PALIOTTO di un ANTICO ALTARE del MEDIOEVO, una COPERTURA TOMBALE  oppure medievale, un modulo di LASTRA PAVIMENTALE DECORATIVA… Purtroppo è stata distrutta per sempre, oggi che tutto si può recuperare VALORIZZARE l’esistente e trasmettere così alle nuove generazioni.

Fare un ELENCO di immagini, graffite, plastiche e variamente decorative, nonché luoghi dove è possibile vedere e conoscere le varie raffigurazioni rappresentare ed interpretate mi sembra molto riduttivo per chi sa usare molto bene internet per effettuare una propria ricerca e scoprire l’immenso mondo sulla conoscenza del “FIORE DELLA VITA” che è vanto ed UNICITA’ per la nostra CITTA’ come tante testimonianze del nostro Territorio, naturalmente con l’amata CHIESA MADRE.

Bibliografie e note

  1. VALERIO CALVIO diplomato all’Istituto Statale d’Arte “Sacro Cuore” – Cerignola nell’anno scolastico 2013-2014 in ARTE APPLICATA – SEZIONE DECORAZIONE PITTORICA, già MAESTRO d’ARTE. SOCIO del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dell’ Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e del Museo Etnografico Cerignolano (1979); addetto all’organizzazione degli spazi museali e guida ai visitatori, le scolaresche e alle associazioni. Oggi impegnato nel Servizio Civile della Caritas Diocesana presso la sede della Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Chiesa Madre nel periodo 2016/2017.
  2. TOMMASO DENTE, Il quasi diario di un quasi restauro – trent’anni di “passione” per Chiesa Madre …e dintorni, Foggia, 1992, pp. 204-206.
  3. PASQUALE (Paky) RUSSO diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte “Sacro Cuore” – Cerignola nell’anno scolastico 2013-2014 in ARTE APPLICATA – SEZIONE DISEGNATORI DI ARCHITETTURA ED ARREDAMENTO, già MAESTRO d’ARTE, nonché SOCIO del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dell’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e del Museo Etnografico Cerignolano (1979). Oggi iscritto al III anno della Facoltà di DESIGN all’Università “RUFA” di Roma.

Cerignola, 29 gennaio 2017 – San Valerio                                                       Matteo Stuppiello

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Ex Cimitero – Trittico intradosso – Fiore della Vita – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Ex Cimitero – Trittico – Foto Matteo Stuppiello aprile 1973

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Ex Cimitero – Trittico intradosso – Fiore della Vita – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Ex Cimitero – Trittico – Evidenti “segni” graffiti da Pellegrini – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Ex Cimitero – Trittico – Evidenti “segni” graffiti da Pellegrini – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Ex Cimitero – Trittico – Evidenti “segni” graffiti da Pellegrini – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Ex Cimitero – Trittico – Evidenti “segni” graffiti da Pellegrini – Foto Pasquale Russo (Paky) 22.10.2016.

Cerignola – Rione Terra Vecchia – Chiesa Madre – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Interno – Navata di sinistra – Seconda Campata dove è stata effettuata la rimozione dell’Altare e la Balaustra di Nostra Signora di Fatima nel 1977 – Si nota l’ingresso all’ex Cimitero attraverso la porticina – Foto Matteo Stuppiello 1977

Roma – Interpretazione Grafica di Pasquale Russo (Paky) sulla base di appunti (Prof. Matteo Stuppiello 5 Dicembre 1982) e di ricerche documentali. La rappresentazione Grafica viene pubblicata PER LA PRIMA VOLTA.