Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

RICORDO DI UNA FIGURA SCONOSCIUTA, SUOR LEONILDE CARAVELLA

Dal 27 al 31 ottobre 2012, nella sala mostre  “Servo di Dio Mons. Antonio Palladino” in corso Aldo Moro 89 in Cerignola, per iniziativa del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, della Sede locale dell’Archeoclub d’Italia e del Museo Etnografico Cerignolano, e’ stato presentato alla cittadinanza il frutto maturo di un recupero di memoria, di un nome, di una persona, di una personalità di eccezionale caratura morale e religiosa. Da nessun concittadino mai conosciuta, é piovuta come dall’alto il nome della suore francescana alcantarina Suor Leonilde Caravella, vissuta e morta in Manoppello (PE) in concetto di santità.

Preceduta dalla pubblicazione di un ricco volume foto-documentale e da “testi” testimoniativi della bontà umana della nostra Leonilde, la mostra degli stessi documenti ha mostrato le virtù morali, e religiose e profondamente francescane di Suor Leonilde Caravella, innamorata del “Volto Santo di Manoppello”.

Una cerignolana vissuta tra XIX e XX sec., lasciata ancora giovane la sua città natale, ha dato amore, luce e totale dedizione di vita alla gente d’Abruzzo dove riposa, profondamente amata da quanti la conobbero.

Attraverso la mostra in parola il nome, l’immagine, il messaggio di carità di Suor Leonilde Caravella entrano trionfalmente nella sua città natale dove il suo nome, prima sconosciuto, si accompagna a quello del “Volto Santo di Manoppello”. Tale volto è una tela la cui sostanza ha rapito di Leonilde l’anima e la sua esistenza terrena tutta santità, amore, carità. Ha abbracciato intimamente sorella povertà, “francescanamente”: sempre ha dato un buon consiglio agli altri, sempre ha voluto fare a meno del superfluo.

La ricerca storica da parte del prof. Matteo Stuppiello, da cui è venuto fuori questa rosa di luce e di carità, ha avuto inizio sin da quando il sacerdote locale don Alfredo Cannone, anima parimente degna di ogni lode, informava l’allora studente Stuppiello dell’esistenza di una suora cerignolana, Leonilde Caravella, e gli donava (questa è l’ennesima donazione su cui è fondato il patrimonio inalienabile del Museo Etnografico Cerignolano) una foto, divenuta seme fecondo nel fertile terreno del ricercatore.

E oggi, 27-31 2O12, a piene pagine viene presentata alla sua città.

In un momento sconvolgente di ruberie in tutto lo stivale dare in dono una storia di così forte impennata morale costituisce ad ogni evidenza, da parte del donatore, una pratica etico – culturale impagabile.

I visitatori hanno mostrato ovviamente sorpresa per la novità del nome Leonilde e gioia gradita per la ricca documentazione scritta e figurata della piccola – grande suora francescana alcantarina.

Peccato non aver notato nessun sacerdote e nessuna suora a renderle una sia pur minima attenzione. Ma la cultura la vocazione sacerdotale, la storia non temono eccessivamente queste “indifferenze”. Però dispiace perché è come se le virtù morali praticate negli altri, non riescano a stimolare, a sollecitare almeno la curiosità di conoscere, di sapere per poi passare ad amare, a ricordare, ad arricchirsi.

Se Suor Leonilde sarà santa, non sappiamo. Ma sappiamo che ha vissuto di santa carità e speranza; come Gesù è stata mite, innamorata del “Volto Santo di Manoppello”, in quel volto vedeva il prossimo bisogno di essere amato.

Cerignola, 31 ottobre 2012                                                                Prof. Salvatore Delvecchio