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LA PRIMA VISITA DIDATTICA AL MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979) DOPO LA LUNGA PAUSA PANDEMICA EFFETTUATA DAI BAMBINI DELLA III DELL’ISTITUTO “SUORE ANCELLE DELLO SPIRITO SANTO” DI CERIGNOLA

LA PRIMA VISITA DIDATTICA AL MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979) DOPO LA LUNGA PAUSA PANDEMICA EFFETTUATA DAI BAMBINI DELLA III DELL’ISTITUTO “SUORE ANCELLE DELLO SPIRITO SANTO” DI CERIGNOLA

È sempre una infinita gioia APRIRE o meglio “spalancare” le PORTE del Museo Etnografico Cerignolano (1979) per ACCOGLIERE ALUNNI/E in VISITA DIDATTICA.

Il Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, l’Archeoclub d’Italia APS Sede di Cerignola e il Museo Etnografico Cerignolano (1979) esprimono sensi di ringraziamento e di gratitudine alla Direttrice dell’ISTITUTO “SUORE ANCELLE DELLO SPIRITO SANTO” di Cerignola, Sr. Teresina Ditalia, per aver voluto e autorizzato la VISITA DIDATTICA di una classe del proprio Istituto presso il nostro Museo. Aggiungo la mia gratitudine per i fattivi “ricordi” culturali che mi legano sia alla FONDATRICE (1) dell’Istituto che alle SUORE, sin dall’aprile del 1970.

L’ACCOGLIENZA della CLASSE III (primaria) della Scuola ParitariaSpirito Santo” dell’ISTITUTO “SUORE ANCELLE DELLO SPIRITO SANTO” di Cerignola, Fondato dalla compianta Madre Generale, Sr. ROSA PIA COLUCCI (2), è stata effettuata il 4 novembre 2021 a partire dalle ore 9.20. Rapporti CULTURALI intercorrevano tra me e l’ultima Sua sorella, la Sig.na MICHELINA COLUCCI (3), mia collaboratrice-donatrice di documenti cartacei e fotografici per l’ARCHIVIO del nascente Museo Etnografico Cerignolano. È stato un onore, l’aver conosciuto entrambe le sorelle COLUCCI, ma soprattutto la già menzionata Sig.na Michelina, con la quale mi intrattenevo spesso, di domenica e al termine della Santa Messa, celebrata dal Cappellano, Mons. Domenico Carbone, nell’Oratorio, ubicato presso l’abitazione delle Suore, in via Don Minzoni n. 108.

Ma veniamo alla VISITA DIDATTICA. I giovanissimi Alunni/e, in numero di 14, accompagnate dalle loro Maestre, Enza Corcelli e Anna Mangione, dopo le dovute regole preventive anti-Covid, sono stati accolti, con immensa gioia, dallo scrivente e dal giovane Socio delle nostre Istituzioni Culturali, Antonio Forina, che mi ha coadiuvato attivamente.

Dopo l’accoglienza e i primi approcci, si è passati alla narrazione delle varie SALE e SETTORI. I giovani alunni/e, superato l’impatto EMOTIVO di “imbarazzo” nel vedere ed osservare una MIRIADE di oggetti, attrezzi e documenti vari, nelle loro varie FORME, COLORI e “luminosità” riveniente dal FASCINO visivo riverberato dalle sensazioni percepite da ognuno di loro, hanno benevolmente occupato gli spazi con naturalezza e spontaneità. È stata la loro parte più bella e veritiera a trasmettere gioia, gli OCCHI, LUMINOSISSIMI e AFFASCINATI, fatti seguire da lunghi silenzi e poi da parole di apprezzamento, emesse sommessamente e con grande stupore.

Ci siamo fermati nella “STANZA del BRACCIANTE”, unico ambiente con suppellettile poverissima. L’attenzione si ferma sul “SACCONE” di tela ruvida e riempito da pungente paglia di grano. La miseria di chi viveva nei seminterrati, chiamati “jusi”, umidi e igienicamente malsani, dove arrivavano a vivere anche 15 componenti familiari. Mangiavano in un solo grande PIATTO! Il cibo prevedeva erbe spontanee, pancotto o patate. Pasti molto frugali. Stiamo parlando, per riferirci ad una cronologia, della fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Tantissimi braccianti abitavano nei “jusi”. Braccianti sottoposti ad un duro lavoro continuo e mal retribuito. La levata mattutina era tra le tre e le quattro per raggiungere a piedi il posto del lavoro, dopo aver percorso molti chilometri; a sera, dopo una dura giornata di lavoro, il ritorno a piedi. Nell’ambiente abitativo, quasi sempre con il cavallo in casa e gli animali da cortile, avevano la “RASOLA”, contenitore in argilla realizzata a mano e cotta nelle fornaci di Cerignola dai bravi artigiani FORNACIARI.

Segue la SALA dell’AGRICOLTURA ed ARTIGIANATO scomparso. I grossi e pesanti ARATRI di FERRO, tirati da cavalli o buoi. Grossi aratri polivomeri per preparare il terreno alla semina del GRANO, il cereale per eccellenza. La semina effettuata a SPAGLIO e così di seguito fino alla SCERBATURA effettuata da bambini di otto anni, con un chiaro riferimento, proferito, rispetto all’età dei presenti. Impugnavano un piccolo arnese, una zappetta, posti in paranza, avanzavano piegati sotto l’occhio vigile del CURATOLO o meglio il SOVRASTANTE, seduto sul cavallo. Ai bambini veniva sottratto il gioco, la scuola e la dignità. Non andando a scuola, aumentava con percentuali da capogiro l’analfabetismo, piaga combattuta dal nostro concittadino GIUSEPPE DI VITTORIO. I giovani alunni sono rimasti meravigliati nel conoscere la funzione della ZUCCA, utilizzata come CALENDARIO, dentro la quale, dopo averla svuota ed essiccata, vi si introducevano 365 fave. Il numero 365 richiama i GIORNI DELL’ANNO. Alcuni bambini e in particolare una bambina, vicina a me, hanno avuto prontezza, alla mia domanda, nel collegare le fave utilizzate ai giorni. Ho esposto i mestieri del carradore, del sellaio, del calzolaio, del bottaio e del funaio. I relativi attrezzi hanno affascinato i bambini. Siamo passati nella SALA che piace tanto a tutti, perché molto ricca e piena di colori: le campane di vetro con le statuette dei Santi, le maioliche, le iscrizioni, gli stemmi, i fregi e le mattonelle maiolicate. Una esplosione di gioia manifestata dai bambini.

Le due insegnanti, durante la VISITA GUIDATA, hanno documentato tutto con fotografie. I bambini hanno esternato una serie di domande rivenienti dall’osservazione attenta e riflessiva. Ad ogni domanda vi è stata, di conseguenza, una risposta.

La VISITA GUIDATA è terminata alle ore 10.30. Pienamente soddisfatti sia i bambini/e che le loro Maestre. Ci separiamo ringraziandoci a vicenda, nella speranza che messaggi positivi culturali siano stati innestati nei loro piccoli cuori, perché loro sono il nostro futuro.  

Cerignola, 11 Novembre 2021                          Matteo Stuppiello


Bibliografia e Note

(1) – Sulla vita della FONDATRICE Sr. ROSA PIA COLUCCI si veda: GIOVANNI CITTADINI, Sotto la sferza di satana – Madre Rosa Pia Colucci, Edizioni Dehoniane Napoli, Napoli, 1979.

(2) – Sr. ROSA PIA COLUCCI, al secolo FILOMENA (*27.12.1887 Cerignola 1.3.1976).

(3) – MICHELINA COLUCCI (*15.2.1891 Cerignola13.12.1979). Le sorelle Colucci erano le ultime di dodici figli, tra maschi e femmine. I genitori SAVINO COLUCCI e MARIA VASCIAVEO nati e deceduti a Cerignola.I dati anagrafici sono tratti da MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino nella Congregazione Sacerdotale del SS. Crocifisso, Tipolitografia “Miulli”, via Roma 52, San Ferdinando di Puglia (Fg), IIa di copertina.