Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

CINQUE GHIGLIOTTINATI DI CERIGNOLA NEL 1818

La infinita affascinante ed impagabile STORIA ULTRAMILLENARIA di Cerignola, che di volta in volta viene portata alla LUCE è ancora nello strato epidermico, perché va ulteriormente indagata scientificamente in modo corretto scevra da strumentalizzazioni. Perché è la NOSTRA STORIA ed appartiene a NOI TUTTI.

Nel 1818 la popolazione contava 10.500 abitanti (1).  Il Sindaco di Cerignola era GIUSEPPE TORTORA un uomo di grande levatura morale, politico liberale. La sua Civica Amministrazione”[…] Come pensava a soddisfare i bisogni materiali della popolazione, così non si trascurava di elevarla intellettualmente…nel febbraio del 1817 il Decurionato deliberò d’istituire una scuola di filosofia, matematica e agricoltura facendo voti al Governo che fosse affidata al dottor Raffaele Pallotta, benemerito cittadino e stimato da tutti per le sue cognizioni sperimentate a beneficio della patria[…]” (2). Il Clero e l’intera Popolazione nutriva “[…] le giuste e lodevoli speranze di vedere eretta la nostra Chiesa alla qualità di concattedrale con una Chiesa Vescovile viciniore […]” (3). Così fino al Concordato con la Chiesa di Roma, stipulato il 17 Febbraio 1818, che creava “[…] un nuovo ordine di affari ecclesiastici[…] (4). Nell’anno successivo il Pontefice Pio VII “[…] accogliendo i voti e le suppliche della Cittadinanza e del Clero di Cerignola, con la Bolla…del 14 giugno 1819, dichiarava che l’Arcipretura Nullius, che da più secoli era di giurisdizione quasi Episcopale, veniva eretta in Sede Vescovile unita aeque principaliter alla Sede Vescovile di Ascoli […]” (5)”. Il PRIMO VESCOVO delle DIOCESI unite è Mons. Antonio Maria NAPPI (*Livardi di Nola (NA)22.1.1752 †Nola (NA) 2.5.1830)(6).  Il SINDACO TORTORA proprio perché si potesse concretizzare  questa aspirazione : “[…]Uno dei benefici contemplati dal concordato era quello  di annettere un Seminario alla Cattedrale…e che oltre 60 giovinetti dovessero peregrinare in Seminari di diverse diocesi, sino a Napoli ed a Nola[…]” (7). Comunque tutto finalizzato per migliorare le condizioni, morali, culturali e fisiche dei Cittadini.

La Città sta vivendo con immensa gioia la concreta possibilità di vedere la propria CHIESA, in seguito al CONCORDATO del 1818, ad essere elevata a SEDE VESCOVILE unita ad ASCOLI (Satriano). Questa certezza la si incomincia ad accarezzare nel febbraio del 1818.

Ma un evento che non ci fa certamente inorgoglire e soprattutto non ci onore, si inserisce  in questo “momento” di sentita gioia. Il 3 di Aprile dello stesso anno 1818 due cerignolani vengono giustiziati mediante decapitazione con la GHIGLIOTTINA. I primi due sono un uomo ed una donna. Seguono la stessa sorte il 3 di Agosto altri tre.

Questi i nomi dei giustiziati: MICHELE SUPPA (3 aprile 1818) – TOMMASINA REIBALDI (3 aprile 1818) – ANGELO NICOLA BATTAGLINO (3 agosto 1818) – MICHELE BORRELLI – (3 agosto 1818) – DOMENICO DRAGONE (3 agosto 1818).

  • MICHELE SUPPA di Barletta, era figlio di Silvestro e [non viene menzionata la madre], di anni 29 circa, di professione ”ferraro”, marito [non viene menzionata la moglie]. Muore il 3 aprile 1818  alle ore ventitrè.
  • TOMMASINA REIBALDI di Cerignola, era figlia di Francesco Antonio e [non viene menzionata la madre], era moglie di Crescenzo Specchio di Cerignola, di anni 31 circa. Muore il 3 aprile 1818 alle ore ventitrè.
  • ANGELO NICOLA BATTAGLINO di Cerignola, era figlio di [non viene menzionato il nome del padre], di anni ventitrè, di professione muratore. Muore il 3 agosto 1818 alle ore quindici e mezzo.
  • DOMENICO DRAGONE di Terlizzi, detto d’Aniello, era figlio di [non viene menzionato il nome del padre], di anni ventidue, di professione calzolaio domiciliato in Cerignola. Muore il 3 agosto 1818 alle ore ventidue.
  • MICHELE BORRELLI di Cerignola, figlio di Domenico e [non viene menzionato il nome della madre], di anni trenta, di professione massarotto, marito di Eucheria Fino di Giuseppe di Cerignola, domiciliato a Cerignola. Muore il 3 agosto 1818 alle ore quindici e mezzo.

Questi sono i dati essenziali raccolti dai Registri presenti nello Stato Civile del Comune di Cerignola (8). Mentre i Registri di Morte consultati da me, il 13 gennaio 1985,  presso la Parrocchia “San Pietro Apostolo” – Cattedrale – Duomo “Tonti”(9) sono molto più generosi di notizie in quanto motivano il decesso e in che modo è avvenuto. Ora eliminate le notizie-informazioni già  sopra riportate, trascriviamo i “dati” più significativi:

  • MICHELE SUPPA “è morto giustiziato sopra la Gugliottina”;
  • TOMMASINA REIBALDI “è morta giustiziata sopra la Gugliottina”;
  • ANGELO NICOLA BATTAGLINO “è morto Gugliottinato nel Largo di S. Domenico assistito dal Vicario Chiomenti, da Antonacci, da D. Nicola Petrolla, da D. Fran(ces)co d’Alò”;
  • MICHELE BORRELLI “alias Scola Fiasca […] è morto Gugliottinato nel Largo di S. Domenico assistito dai Sop(radett)i Parrochi”;
  • DOMENICO DRAGONE “alias d’Aniello di Terlizzi […] è morto Gugliottinato, ed assistito dalli stessi Parrochi”.

Facciamo il punto su tutto l’evento. Questo fatto di cronaca viene pubblicato per la prima volta. E’ un dato  sconosciuto dell’esistenza della GHIGLIOTTINA a Cerignola. Veniva preparata nel “Largo S. Domenico” e dobbiamo supporre nello  spazio antistante la cinquecentesca Chiesa di S. Rocco o S. Domenico, già dei Padri Domenicani , e sede della Confraternita di Maria SS.ma del Rosario e San Rocco , fondata nel 1816 e non solo, ma anche al vasto Piano delle FOSSE GRANARIE.  Probabilmente il Largo San Domenico  doveva corrispondere grosso modo sul suolo ove ora vi sono i due Palazzi  Pavoncelli; il primo più antico dove è nato Giuseppe Pavoncelli il  21.8.1836, l’altro costruito da lui nel 1880. L’on. Giuseppe Pavoncelli fu Ministro dei Lavori Pubblici.

La decapitazione tramite la Ghigliottina fu certamente uno spettacolo indecoroso ed inumano per i Padri Domenicani; accattivante ed eccitante per il Popolo, probabilmente. Ma aggiungiamo uno “spettacolo crudele e abietto” che offende la dignità umana. Una triste “pagina nera” della nostra Storia Civile e Religiosa. Possiamo Immaginare gli spettatori sparsi sul Piano delle Fosse a godere il macabro spettacolo. Però consideriamo  che se lo “spettacolo” avviene alle “ore ventitrè” cioè alle 11 di sera, il tre di agosto, sul Piano delle Fosse, al buio con la sola luce delle torce, ci viene da pensare che i presenti fossero molto pochi, appunto per la scelta dell’ora. Degli altri tre, due vengono ghigliottinati alle “ore quindici e mezzo”, uno alle “ore ventidue”. Credo che anche per questi la situazione non cambia sostanzialmente. Le ore “quindici e mezzo” del 3 agosto è una ora insolita, calda, afosa. Probabilmente ci sarà  stato del movimento lavorativo sul Piano delle Fosse, carretti, infossatori e sfossatori, acquirenti e venditori, operai. Ma credo che a quell’ora sia il “traffico” che la presenza umana siano state molto molto limitate.

Altre considerazioni. Come mai solo per Angelo Nicola Battaglino, Michele Borrelli e Domenico Dragone viene fatto esplicito riferimento sul Registro di Morte della presenza dei “Parrochi” che “assistono” spiritualmente  a ben morire i condannati : il Vicario D. Ercole Chiomenti, D. Michele Antonacci, D. Nicola Petrolla e D. Francesco d’Alò; non uno ma quattro  Canonici  Parroci della Chiesa di “San Pietro Apostolo”– Chiesa Madre, nella Terra Vecchia, non era ancora Cattedrale. Sono stati incomodati quattro Dignitari della Gerarchia Ecclesiale di non poco conto per uno “spettacolo” indegno ed offensivo !!!.  Ancora di più: uno dei quattro era il “Vicario Chiomenti” che fungeva da Vice ARCIPRETE NULLIUS. L’ultimo Arciprete Nullius, D. Francesco Durante era deceduto il 1808, quindi D. Ercole Chiomenti  fu uno dei Vicari che avevano retto le sorti della Chiesa nel lungo periodo “vacante” fino alla nomina del Primo Vescovo nel 1819. Mentre per i primi due  ghigliottinati non è menzionata nessuna “assistenza” spirituale. Perché rifiutata dai condannati o era scontato nel riportarlo nel Registro? E dove sono stati seppelliti i corpi? Riteniamo nella Chiesa Madre se sono stati anche trascritti i nomi dei malcapitati  con i nomi dei quattro PARROCI, lo ripetiamo non erano semplici Sacerdoti. L’evento sicuramente doveva essere di notevole rilevanza come fatto di cronaca per richiedere questa mobilitazione in forza della Chiesa. Ci poniamo altri interrogativi. Come mai i riferimenti ai genitori più volte non ci sono ? C’è la precisa  volontà di ometterli per punirli  per una seconda volta, è una ulteriore condanna,,  per sempre e per la futura memoria !!!  Sui Registri, sopra menzionati, per migliaia e migliaia di cittadini i dati sono completi.

Facciamo un passo indietro ed aiutiamoci con i documenti su queste Orribili forme di Crudeltà, di morte messe in atto nella nostra città. In un documento del 1651 (10) nella descrizione del percorso  del TRATTURO REGIO della TRANSUMANZA leggiamo quanto segue : “[…] e si arriva alla  Cappella di S.to Leonardo, la quale s’include in d(ett)o Tratturo della Confine sulla sinistra per spatio circa passi 20. La quale si trapassa e si arriva , mentre si compliscono passi 275. Dove ANTICAMENTE stavano le FORCHE di FABRICA al presente dirute, e proprio distante dalla  d(ett)a  Cappella […]”. Per la verità molto distanti dall’agglomerato urbano che all’epoca contava meno di 1.300 abitanti.  Nel Castello vi era la sede de “la carcere civile” o con altro termine  (1606) il carcere veniva indicato, sempre nel Castello  “nelle carcere Duchali di detta terra”.

Ma cerchiamo di capire il motivo, purtroppo non scritto, di questa “pagina nera”.  Anche se in esigui “frammenti” di cronaca nera,  siamo riusciti, comunque, a trovare punti di riferimento:  Il 7 maggio 1802 (a Foggia)  veniamo a conoscenza che “Quest’oggi si fa giustizia con dare 150 bastonate per uno a due persone, che devono confessare chi di loro ha ferito un dragone francese, allorchè venivano ieri per la strada di Cirignola. Detta giustizia si fa alla presenza di tutt’i Francesi per dar loro maggiore soddisfazione” (11). Ancora l’11 settembre del 1806 c’è la “notizia di essersi trovati ammazzati fra le campagne di Barletta e Cirignola il signor Antonio Cassano e signor Giuseppe Tortora, comandante della guardia di Cirignola” (12) . Il 14 gennaio 1807 : “Quest’oggi si sono appiccati in Cerignola quattro ladri di strada publica per esser stati condannati da una commissione militare estraordinariamente colà convocata” (13). Altra informazione tratta dallo stesso volume. Il 28 giugno del 1802 “vi è avviso che la Regina colla  famiglia reale passerà per Foggia, sbarcando in Manfredonia, per cui si sono già incominciate ad accomodare le strade. S.M viene da Vienna ove si trovava” .In nota leggiamo:  “L’incarico della sistemazione delle strade, nell’abitato e nelle campagne, da Manfredonia a Napoli, fu dato dal marchese della Valva al presidente Sanseverino. Ci si dovette preoccupare, fra l’altro, di liberare da spettacoli impressionanti i luoghi per i quali sarebbe  passata la Regina. Il fiscale della Dogana Pasquale dell’Acqua informava il duca d’Ascoli  che nel tragitto da Manfredonia a Foggia ‘vi sono due lugubri spettacoli, cioè quelli delle Forche verso S. Lazzaro e quello della Colonna ultimamente edificata a Candelaro ove furono affisse le dodici mani de’ sei individui che si fecero morire sulle Forche. La Colonna poi si trovava proprio dirimpetto all’osteria ove si mutavano le poste. Ascoli  otteneva dal re l’autorizzazione a far togliere la Colonna, ma solo ‘per tornarsi poi ad apporre di nuovo, seguito il Real passaggio’. Altre  SETTE  COLONNE, con altrettante teste ‘incluse nelle CRATICOLE’ si trovano a S. Cassano. Le TESTE ERANO DI COLORO CHE AVEVANO DERUBATO IL PROCACCIO DI BARI E LECCE: FURONO MESSE IN DEPOSITO NEL CIMITERO DELLA CHIESA COLLEGIALE DI CERIGNOLA”.  Il quadro complessivo della crudeltà esercitata sui condannati è molto chiara e raccapricciante (14).

Ora seguiamo lo storico SAVERIO LA SORSA che scrive (15): “In quegli anni l’agro di Cerignola e tutta la Capitanata furono infestati da bande di briganti, che commisero furti, rapine, grassazioni ed omicidi. Allorchè i francesi si impadronirono del Napoletano, molti ostili al nuovo regime…profittarono delle condizioni anomali in cui versava il Regno, per compiere atti turpissimi e gesta nefande…Armati chi di fucili, chi di accette e pugnali, ornandosi di coccarde, sceglievano un capo, il più feroce che vi fosse tra di loro…Così un’era di lutti e di dolori cominciò per le nostre regioni…malversazioni, rapine e le iniquità dei briganti… bande che si spinsero fin verso Canosa e Cerignola gettando lo spavento ed il terrore nelle popolazioni rurali. Uno dei primi provvedimenti adottati dal nuovo governo era stato quello di istituire le guardie provinciali…Caduto il governo francese, parve che la mala piaga del brigantaggio dovesse cessare, ma non fu così. Dinanzi a tanti delitti, che turbavano la coscienza e l’ordine pubblico, Ferdinando I  emanò un decreto , con cui ordinava la formazione delle liste di tutti i briganti che scorrevano le campagne, per avere conoscenza del loro numero e prendere provvedimenti efficaci a distruggerli…Colla uccisione dei Vardarelli e della maggior parte dei loro compagni può dirsi che la Puglia riacquistasse la calma e la sicurezza, e così la vita riprese il suo ritmo normale”.

L’articolo era già terminato ma ho voluto approfondire di più con una ulteriore ricerca mirata per eliminare qualsiasi dubbio ed avere la certezza del gravissimo reato commesso dai cinque ghigliottinati.

Le risposte le ho trovate nel consultare il II volume : CARLO MARIA VILLANI, Il Giornale Patrio II (1817-1830), a cura di PASQUALE di CICCO, Foggia, 2006, alle pagine 85 e 87 (16) riporto testualmente quanto segue: “Ottobre – Mercoledì 29 (1817). Tempo nuvoloso con pioggia. Questa mattina sono arrivati in queste forze diversi individui della comitiva che sentivasi nelle vicinanze di Cirignola. La commissione militare tenutasi questa mattina ha condannato a morte un brigante preso con le armi alla mano – nota 114 –Si chiamava Giuseppe de Ameris, originario di S. Sossio in Principato Ultra, ed aveva 20 anni…”“Novembre – Martedì 4. Tempo buono. Questa mattina il comandante la provincia colonnello Schipani, unitamente al colonnello Sivo e tenente colonnello Staiti con gran quantità di uffiziali e truppa si è portato nel comune di Orsara , distretto di Bovino, per mantenere colà domani una commissione militare e condannare tre briganti presi colle armi alla mano nell’attacco avuto la  squadra Vardarelli colla comitiva di Filippo la Diana, altrimenti detto il Calabrese, che infestava da più tempo il Valle di Bovino. L’attacco suddetto ha avuto luogo nelle vicinanze di Orsara colla morte del suddetto Calabrese e due compagni, vari altri feriti, e tre condotti nelle forze, per i quali si tiene la sopradetta commissione militare – Mercoledì 5. Tempo freddo. Si è già saputo che la commissione militare tenuta in Orsara ha condannato a morte i tre briganti ieri l’altro presi, e sono stati questa mattina alle 12 di Francia fucilati nel luogo detto la Lamiozza nel Valle di Bovino. Le loro teste rimarranno nel luogo medesimo- Nella nota 117 – Si chiamavano Giovanni Montecalvo, Rocco Liguori e Antonio Terenzio, il primo di Panni, gli altri due di Bovino. Le loro teste rimasero esposte su dei pilastri costruiti sul cammino consolare sino al febbraio 1820”.

“Giovedì 6. Tempo sereno. QUESTA MATTINA E’ STATO QUI CONDOTTO DALLA FORZA IL BRIGANTE BATTAGLINO PRESO NELLE VICINANZE DI CIRIGNOLA”. Nota  118 leggiamo: “ – REO DI FURTI, OMICIDI, RICATTI E INCENDI, ERA STATO ARRESTATO IL  5 NOVEMBRE IN CASA  “DAL BRAVO SINDACO GIUSEPPE TORTORA PER MEZZO DI TALUNE PERSONE DI SUA FIDUCIA ”. GIUSTIZIATO IN LOCALITA’ S: DOMENICO, LA SUA TESTA RIMASE ESPOSTA “PER TERRORE DE’ SCELLERATI”[…]”.

Concludiamo con la certezza che i nostri GHIGLIOTTINATI  furono messi a morte perché  BRIGANTI  colpevoli di efferati delitti e scelleratezze. Purtroppo una “PAGINA NERA” della nostra Città.

BIBLIOGRAFIA

(1) – SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola nel secolo XIX – Con prefazione di NICOLA ZINGARELLI, Bari-Roma, 1931, p. 86.

(2) –  ibid. , pp. 45-46.

(3-5) – MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Cerignola dal sec. XII al sec. XIX, in SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S.E.Mons. Vincenzo D’Addario Vescovo Coadiutore delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola nel Suo ingresso a Cerignola, 29 giugno 1986 Festa dei SS. Pietro e Paolo App., San Ferdinando di Puglia, 1986, p. 6.

(6) – SALVATORE DELVECCHIOMATTEO STUPPIELLO, A S:E: Mons. Giovanni Battista Pichierri – La Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano nell’Araldica Episcopale (1819-1991), San Ferdinando di Puglia, Tav. I.

(7) – SAVERIO LASORSA, La Città di Cerignola…, op. cit., p.44.

(8) – Un particolare ringraziamento va all’amico fraterno, da sempre, Nicola Borrelli per la ricerca.

(9) – ARCHIVIO PARROCCHIA “SAN PIETRO APOSTOLO” – Cerignola: “LIBRO DE’ MORTI, CHE COMINCIA  / DAL DICEMBRE DEL  / L’ANNO 1813”.

(10) – MATTEO STUPPIELLO, Le fosse: DOCUMENTO INEDITO del XVII sec. Inerente al percorso del Tratturo regio passante per il PIANO SAN ROCCO, Bollettino Interno del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, c.i.p. , luglio 1981, p. 3.

(11) – “Il Giornale Patrio – VILLANI – I  (1801-1810), a cura di Pasquale di Cicco,  Foggia, 1985, p. 68.

(12) – ibid., p. 11; (13) ibid., p.184; (14) ibid., p.72.

(15) – SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola nel Secolo XIX con prefazione di NICOLA ZINGARELLI, Bari-Roma, 1931,  pp. 44-48.

(16) – CARLO MARIA VILLANI, Il Giornale Patrio II (1817-1830), a cura di PASQUALE di CICCO, Foggia, 2006, pp. 85-87.

Cerignola, 26 settembre 2016                                                                                    Matteo Stuppiello

Cerignola – Palazzo Pavoncelli e Piano delle Fosse – Sulla destra la Chiesa di San Domenico – Cartolina d’epoca inizi ‘900 – ARCHIVIO PRIVATO MATTEO STUPPIELLO.