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CENTO ANNI DALLA FONDAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN GIOACCHINO (CERIGNOLA 1917-2017) – PRIMA PARTE

La Fondazione di una Parrocchia è sempre un arricchimento spirituale,  devozionale, culturale, sociale sia per il Rione sia per la Città, anche per le indubbie potenzialità, senz’altro positive, tese alla “crescita” morale dell’intero Quartiere, tanto da oltrepassare il confine per irradiarsi a tutta la Città.

Quest’ anno, 2017, si compiono CENTO anni dalla Fondazione della Parrocchia San Gioacchino eretta con Decreto Vescovile il 1 novembre del 1917 dal  Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola, Mons. Giovanni Sodo (1).

Attingiamo direttamente le notizie  storiche, pubblicate per la prima volta, tratte  dalla “Cronistoria  / della / Parrocchia di S. Gioacchino / dall’anno 1920”. A piè del foglio indicato da un asterisco leggiamo “…… per i posteri, perché, dalla storia, si conservi, con la grazia / di Dio, lo spirito di fede, di carità e di apostola / to soprannaturale…nella parrocchia… /  – parroco do(n) Trifone Cellamare” (2) , a cura del Primo Parroco Don Trifone Cellamare, profondo conoscitore della realtà sociale del suo tempo: “L’anno 1917 la Chiesa di S. Gioacchino, fondata nel 1884 dall’insigne Benefattore Cavaliere di S. Gregorio Magno e Cameriere Pontificio Sig. Francesco Cirillo, fu elevata a Parrocchia per lo zelo e il concorso validissimo del Vescovo Giovanni Sodo. Trascriviamo il Decreto Reale di Erezione della Parrocchia.

Tommaso di Savoia Duca di Genova

Luogotenente generale di Sua Maestà

Vittorio Emanuele III

  Per grazia di Dio e volontà della Nazione

Re d’Italia

In virtù dell’autorità a noi delegata, Visto il Decreto del Vescovo di Ascoli e Cerignola in data 1° novembre 1917, riguardante l’oggetto infraindicato: Vista l’istanza diretta ad ottenere il Regio Assenso al suddetto Decreto; visto l’art. 16, ultimo capoverso della Legge 13 maggio 1871 n. 214 e l’art. 2 del Codice Civile. Sentito Consiglio di Stato, su la proposta del Guardasigilli Ministro Segretario di Stato per gli affari di Grazia Giustizia e Culti.

Abbiamo Decretato e Decretiamo

E’ concesso il Regio Assenso alla erezione in Cerignola di una nuova parrocchia sotto il titolo di S. Gioacchino previa separazione dal suo territorio da quella sotto il titolo dell’Addolorata, ai sensi del decreto emanato per la parte canonica del vescovo di Ascoli e Cerignola in data 1° novembre 1917 con la dote e la circoscrizione territoriale ivi indicate

Dato a Roma, addì 6 gennaio 1918

         Firmato = Tommaso di Savoia

        Controfirmato = Sacchi

Per copia conforme

Il Direttore Capo di Divisione

Firmato = G. Balmera”

Ma prima di inoltrarci nell’argomento dobbiamo precisare che dal 1884 fino all’istituzione della Parrocchia, nel 1917, parliamo di un periodo di tempo di 33 anni, della operatività della Chiesa di S. Gioacchino sappiamo molto poco o quasi nulla. Abbiamo fatto ricerche con risultati minimi. Non conosciamo i nomi dei vari RETTORI della Chiesa chi fossero. Abbiamo trovato solo che nel giugno del 1911 era Rettore Don CORRADO BAVARO, Canonico Mansionario della Cattedrale (3), nel febbraio 1914 era RETTORE Don PASQUALE TRAVERSI, Canonico Penitenziere della Cattedrale (4). Sempre consultando la ”RACCOLTA” del Quindicinale Cattolico “L’APE” dal 1909 al 1916 mi ha colpito la quasi assenza della esplicita menzione della CHIESA di S. GIOACCHINO nelle Cronache Sacre. Sempre sono citate, per la verità con molta enfasi e certamente di parte, la Cattedrale, le Chiese dell’Addolorata, del Carmine,  che sono le antiche Parrocchie, si aggiungono la Chiesa Parrocchiale di S. Domenico, istituita nel 1909, Parroco Don Antonio Palladino, la  Chiesa dei Cappuccini, Parrocchia nel 1912, a seguire le altre Chiese: dell’Assunta, di Sant’Antonio, del Purgatorio, di  San Giuseppe, di Sant’Agostino, San Matteo, che all’epoca erano RETTORIE. Si scrive anche della Chiesetta della Madonna di Costantinopoli, per il culto a S. Biagio. Della Chiesa di S. Gioacchino ai margini; raramente menzionata con citazioni minime e fugaci;  si da forse per scontato ?  Per le altre no ?. Certo le Chiese delle quattro Parrocchie occupano un posto d’onore, le altre salgono sul piedistallo, compreso tre delle Chiese parrocchiali già menzionate per la presenza delle Confraternite laicali che officiano nelle stesse Chiese. Le Confraternite facevano da notevole supporto morale ed economico per tutte le chiese dove erano presenti. La enorme quantità di sodali facenti parte delle categorie più abbienti, davano sostegno morale, spirituale e soprattutto economico alle Parrocchie. Le tradizionali processioni incidevano notevolmente sulla notorietà della confraternita e sulla Chiesa di appartenenza.  La nostra Chiesa di S. Gioacchino non veniva supportata da nessuna Confraternita, lavorava con le proprie forze. Mi sembra che anche per la situazione di forte degrado e quindi di disagio morale poco o niente veniva tenuta in considerazione. Immaginiamo i vari RETTORI e i loro COLLABORATORI quanto hanno sofferto per questi assordanti silenzi, ma hanno continuato il loro APOSTOLATO per costruire il futuro per la EVANGELIZZAZIONE del RIONE, senza clamori e rumori.  La nostra ricerca ci ha portato a recuperare esigui “FRAMMENTI” testimoniativi di quello che nella Chiesa come RETTORIA si praticava. Sempre dal Quindicinale “L’APE”:  nell’aprile 1911 leggiamo, nella “Cronaca Sacra”, quanto segue: “Le tre ore dell’Agonia – Nella Cattedrale, nelle altre Chiese Parrocchiali nella Chiesa di S. Gioacchino, sempre affollata da gente divota, si è commemorata l’Agonia di N.S.G.C. […]” (5); nel giugno 1911 leggiamo nella “Cronaca Sacra” – Il Corpus Domini –  “[…] A quanto sembra un risveglio di fede si va accentuando in ogni Chiesa per il Sacro Cuore di Gesù; infatti anche a S. Gioacchino ad iniziativa di quel solerte Rettore Mansionario D. Corrado Bavaro si è dato principio ad un Triduo. L’oratore Sacro è il nostro D. Antonio Desantis, che tanto bene parla sull’argomento” (6);  nel gennaio del 1912 leggiamo: “Cronaca Sacra” . Quarantore – Ebbero principio nella chiesa degli ex Cappuccini, ora sede della nuova Parrocchia di S. Francesco nei giorni 22, 23, 24 gennaio p.p. con sermoni dei M. R. Parroci Ladogana e Palladino. In S. Gioacchino nei giorni 25, 26 e 27 p. p. con sermoni del M. R. Parroco Curci […]” (7); nel maggio del 1912 leggiamo: “Cronaca Sacra”Mese Mariano[…] il Mese Mariano è celebrato solennemente in Cattedrale con prediche del Rev. Mons. Arciprete, nelle Parrocchiali con prediche dei rispettivi Parroci e nell’Assunta con prediche del Rev. Rettore, ed in S. Gioacchino, dove a cura del pio Sig. Cavaliere Cirillo , invita quel popolo ad onorare Maria e ad imitare le virtù il M. R. Missionario D. Domenico Cardi del Preziosissimo Sangue” (8); nel gennaio 1914 leggiamo: nella “Cronaca Sacra” – Le Quarantore – dal giorno 26 gennaio u.s. si è iniziato nelle nostre chiese la esposizione del SS. Sacramento…Hanno predicato nella Chiesa di S. Gioacchino il penitenziere D. Pasquale Traversi[…]” (9). Purtroppo ci duole, ma non  abbiamo trovato altro. Il buio più completo. Certo ci rendiamo conto delle difficoltà e disagio nell’avvicinarsi alla Chiesa di S. Gioacchino, dopo di essa si estendeva l’aperta campagna, strade sterrate, sporcizia, animali vaganti, indifferenza, però dobbiamo lamentare anche la più profonda indifferenza da parte di certa chiesa, dove nei primi 33 anni di esistenza, lo diciamo ancora una volta, la Chiesa di S. Gioacchino è tenuta ai margini, tenuta lontana dalla realtà della Chiesa ufficiale, quella ricca, potente e dispensatrice di indulgenze.

Riprendiamo il percorso con la “Cronistoria”, dopo aver riportato il Documento della Erezione a PARROCCHIA“ continua così: “Trovandosi però il Sac. Cellamare sotto le armi per la conflagrazione europea, fu supplito dal Sac. D. Vito Conte quale economo spirituale. L’anno 1920, dopo aver servito la Patria con fedeltà ed amore  e dopo aver  dato prove del suo zelo, della sua carità, del suo spirito di sacrificio per parecchi anni come Sacerdote, come soldato e quale Cappellano militare il Rev.mo Cellamare tornò finalmente a Cerignola, e il 7 marzo 1920 prese il canonicale possesso della Parrocchia di S. Gioacchino, conferitagli da S. E. ill.ma e Rev.ma Mons. Giovanni Sodo. Con lo stesso amore con cui si era prodigato a favore dei suoi fratelli combattenti, con lo stesso zelo e ardore con cui aveva esercitato il suo ministero sacerdotale in mezzo ad essi, e, con lo stesso spirito di abnegazione con cui aver sofferto e fatto soffrire con gioia le indicibili prove della guerra, il giovane Parroco si è calato al suo nuovo ministero parrocchiale. Le prove, gli ostacoli, le difficoltà sono senza numero interminabili  X. La chiesa Parrocchiale è posta nel rione più remoto e selvaggio della città, l’ignoranza religiosa è totale. Gli abitanti, nella maggioranza, imbevuti d’idee false, di eresie sobillate loro da lupi rapaci in sembianze di pastori, sono in uno stato di vera abbiezione. Per chi sentiva amore vero per questi poveri fratelli costituiva un vero martirio il vedere tanta ignoranza, tanta indifferenza religiosa se non avversione a quanto vi era de’ più nobile di più santo. Insistenti e fervorose preghiere furono elevate al Signore perché nella sua infinita misericordia si fosse compiaciuto mandare un santo Sacerdote a questa contrada che sentisse la passione delle anime, che salvasse tante sventurate ingolfate nelle passioni degradanti, richiamandole sul sentiero della vera vita Cristiana, della virtù, perché avesse acceso in tanti cuori che non conoscevano Dio, la fiamma di un amore filiale riconoscente, generoso, manifestantesi in opere degne del Cielo. Il Signore si compiacque esaudire i sospiri, i gemiti, le preghiere di tante anime e suscitò il Sacerdote D. Trifone Cellamare, il quale è stato lo strumento validissimo, nelle mani di Dio, per trasformare addirittura questo rione. Però il letamaio, come si soleva denominarlo per disprezzo, è divenuto un giardino raro di fiori più olezzanti e svariati di virtù, è diventato il campo eletto dove viene coltivato un frumento degno do trasformarsi nel corpo mistico del Cristo per farlo vivere, crescere e regnare nelle anime, nella società tutta.  La prima volta che il parroco Cellamare  incominciò ad esercitare il suo ministero, presentandosi al popolo formato da pochissime donne per dar principio alla sua pastorale predicazione prese a spiegare quel testo del Vangelo “Nolite timere pusilluse grex, quia complacuit Patri vestro dare vobis regnum” e veramente il piccolo, trascurato per non dire anche disprezzato gregge, per compiacenza di Dio, è venuto sempre piùr ingrandendosi e purificandosi, da disporsi ad entrare a far parte degli eletti di Dio. Chi entra in questa che gareggia santamente con le prime parrocchie della città, prova l’impressione di entrare in un’oasi deliziosissima in mezzo al deserto della vita, in un lembo di cielo. Vi aleggia un qualche cosa di mistico, di dolcemente sacro, di soavemente ineffabile che spinge a sprofondarsi innanzi a Gesù Eucaristico e dire: – Tu o Signore veramente riempi della tua immensità questo luogo! Santo senza vederLa la tua reale presenza! Com’è possibile resistere alle attrattive potenti del tuo amore, alla tua voce che sento arrivarmi dolcissima al cuore e invitarmi al ravvedimento, alla virtù, alla perfezione “. X Vi fioriscono nella suddetta varie associazioni tutte imperniantesi sulla Eucarestia e aderenti a zelare la maggiore gloria di Dio, a parlare infiniti cuori a Gesù, vera via, verità e vita dalle anime nostre. Uno stuolo numeroso di persone si accosta quotidianamente al convito degli Angeli. Sono madri, spose, vergini, padri, giovani, fanciulli e fanciulle che spesso si cibano delle carni immacolate del divin “Agnello”. Nei giorni festivi, nelle solennità, la chiesa, un tempo deserta, è gremita di popolo, che à finalmente appreso a stare convenientemente nel santuario della Divinità, che inneggia a Gesù, Re dei cuori, Padre dei poveri, in cui è riposto ogni tesoro. La luce mediante la continua sacra predicazione, le solenni e semplicissime funzioni in perfetto rito romano, piove abbondante sulle anime producendo i suoi benefici frutti.  La chiesa, è tenuta in perfetto ordine, viene osservata estrema pulizia, l’altare eucaristico poi è custodito come la vera dimora del Dio vivo e vero. Nulla vi è che possa sembrare mancanza di rispetto, irriverenza, indifferenza verso il Divino Ospite che vi alberga e che certamente si diletterà di tutto. A gloria di Dio è d’uopo affermare che nella Parrocchia di S. Gioacchino senza grandi parate, senza pompa esteriore, ma nel silenzio e nell’ombra si lavora ininterrottamente e instancabilmente per affrettare, l’avvento del regno di Dio sulla terra […]” (10).

Aggiungiamo altra testimonianza in forma lapidea. Si tratta dell’elegante ISCRIZIONE incisa sul pregevole marmo, grigio chiaro venato, murata nell’intradosso del piastro, appena entrati nella Chiesa, sulla sinistra che immette nella navata laterale. La LAPIDE, di artistica fattura, è sormontata da un medaglione marmoreo che riproduce lo STEMMA ARALDICO dell’antica Famiglia CIRILLO, in questo caso del Benefattore FRANCESCO CIRILLO, cerignolano. Lo Stemma: al centro, reca, uno scudo sagomato; le figure corrispondono ad una TORRE torricellata, posta in palo, merlata alla guelfa, con porta e finestra chiusa, il tutto al naturale, sormontata da una COLOMBA. La TORRE ha due ordini, il primo composto da 39 conci, perfettamente squadrati e miniaturizzati, l’ingresso della Torre a 4 merli; il secondo ordine a tronco di piramide rovesciata. Sovrasta la TORRE un volatile da identificarsi in una colomba con ali chiuse  ed arti diritti. Lo Stemma culmina con una corona, quella di duca. La lastra monolitica, in marmo grigio venato reca nella parte superiore in posizione mediana un ovale con la FOTOGRAFIA, che ritrae a mezzo busto il BENEFATTORE; inoltre si evince in un richiamo visivo la presenza di un artistico ramo con foglie di alloro che passa da parte a parte l’Immagine nella parte retrostante. Una pregevole cornice in marmo grigio scuro venato perimetra la lastra epigrafica:

☧/ A PERENNE RICORDO / DI FRANCESCO CIRILLO / TERZIARIO FRANCESCANO / CAVALIERE DI S: GREGORIO MAGNO / CAMERIERE PONTIFICIO /  CHE / TUTTA LA VITA IMPIEGO’ / BENEFICANDO E PIU’ PARTICOLARMENTE / IL POPOLO DI QUESTO RIONE / A CUI LASCIO’ / CENTRO DI FEDE E DI MORALE REDENZIONE / QUESTA CHIESA / ERETTA A SUE SPESE NEL 1884 / E DA LUI ELEVATA A PARROCCHIA / NEL 1917 / PER IL MINISTERO DEL VESCOVO MONS. SODO / E / SOTTO LA CURA DEL PRIMO PARROCO  T(RIFONE) CELLAMARE / LA FAMIGLIA I FILIANI / NEL TRIGESIMO DELLA MORTE / AGLI ALBORI DELL’ANNO GIUBILARE 1925 / POSERO – / 15 DICEMBRE 1924”(11).

Cerignola, 19 Luglio 2017                                      Matteo Stuppiello

Bibliografia e Note

  1. GIOVANNI SODO (*Napoli 23.1.1862 †Portici (NA) 23.8.1930) – Dottore in Diritto Canonico e Diritto Civile – Vicario Curato nella Parrocchia del Duomo di Napoli. Con nomina pontificia del 19 febbraio 1915 fu elevato a Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e  Cerignola. Si veda: SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S.E. Mons. Giovanni Battista Pichierri – la Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano nell’araldica episcopale (1819 – 1991), San Ferdinando di Puglia, 1991, Tav VII, edito dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’ Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979); AA.VV., Cronotassi  iconografica e araldica dell’episcopato pugliese, Regione Puglia – Assessorato alla Cultura, Edito dall’Unione Regionale dei Centri di Ricerche storiche artistiche Archeologiche e speleologiche di Puglia, Bari, 1984. La Schedatura dei vescovi: Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola è a cura del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – Cerignola (Matteo Stuppiello), pp. 98-103; p.160.
  2. ARCHIVIO PARROCCHIA “SAN GIOACCHINO” – CERIGNOLA“Cronistoria / della / Parrocchia di S. Gioacchino / dall’anno 1920”. Del suddetto documento, il Parroco, Don Sabino Cianci, grazie alla sua sensibilità culturale e per onorarmi della sua amicizia, mi invitò ad effettuare le fotocopie il 4.1978 e di poter utilizzarne il contenuto. Mi precisava Don Sabino Cianci, che il I° volume (1917-1944) della Cronistoria, a cura di Don Trifone Cellamare era stato compilato dalla Sig.na Angela Botta insegnante elementare, allora (1989) vivente a Pescara. Voglio ricordare con profondo affetto, in questa occasione, i compianti Don Sabino Cianci e Don Michele De Santis, erano la memoria storica locale per quanto riguarda le tradizioni religiose e devozionali. I due eruditi Sacerdoti, amici, erano per me un costante punto di riferimento per le ricerche nei suddetti argomenti. Don Sabino Cianci (*Cerignola 1.3.1922 †Cerignola 26.9.2003); Don Michele De Santis (*Cerignola 23.11.1900 Cerignola 28.4.1993). Preciso, ancora, che la “Cronistoria” non è scritta dal Parroco, Don TRIFONE CELLAMARE, ma da una sua collaboratrice, la Sig.na Angela Botta. La calligrafia del Parroco la possiamo osservare nella nota che lui stesso scrive in sottoforma di pensiero con la sua firma vergata per esteso a voler sugellare e autenticare tutto quello che testualmente e puntualmente viene riportato dall’amanuense compilatrice dell’interessante “DIARIO” da considerarsi di notevole interesse storico e sociale che andrebbe pubblicato per intero. E’ auspicabile. La “Cronistoria” certamente reca i “segni” del suo tempo: i termini, le espressioni ed anche l’inserimento di manifestazioni religioso-devozionali del Ventennio politico. Ma tutto questo nulla toglie all’alto valore effettivo della spiritualità e del forte disagio sociale del suo tempo.
  3. “CRONACA SACRA” – S. Domenico, in “L’APE” – Foglietto Quindicinale – ANNO III. N. 13. Cerignola, 29 giugno 1911.
  4. “CRONACA SACRA” – Le Quarant’ore, in “L’APE”…, cit.,  Anno VI – Num. 3. Cerignola, 8 febbraio 1914.
  5. “CRONACA SACRA” – Le tre ore dell’Agonia, in “L’APE”…, cit., ANNO III: – NUM. 8, Cerignola, 23 aprile 1911.
  6. “CRONACA SACRA” – S. Domenico…, op. cit.
  7. “CRONACA SACRA” – Quarantore, in “L’APE”…, cit., ANNO IV, NUM. 3, Cerignola, 4 Febbraio 1912.
  8. “CRONACA SACRA” – Mese Mariano, in “L’APE”…, cit., ANNO IV, – NUM. 10, Cerignola, 12 Maggio 1912.
  9. “CRONACA SACRA” – Le Quarant’ore, in “L’APE”…, cit., ANNO VI. – NUM. 3, Cerignola, 8 Febb. 1914.
  10. Da ora in poi indichiamo più brevemente “Cronistoria”.
  11. MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa del Purgatorio, Regione Puglia – Assessorato P.I. Cultura – Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – Cerignola, Cerignola – Centro di Servizio e Programmazione Culturale Regionale, Foggia, 1987, pp. 82-83.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “San Gioacchino” – Foto Matteo Stuppiello 22.9.1970.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “San Gioacchino” – Ufficio Parocchiale – Ritratto del CAV. FRANCESCO CIRILLO – Disegno a carboncino su cartone realizzato da Nicola Dalessandro di Cerignola, commissionato, nel 1949 dal Parroco Don Sabino Cianci – Foto Matteo Stuppiello 8.12.1973.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “San Gioacchino” – Interno, intradosso primo pilastro, navata laterale di sinistra –  Lapide commemorativa a ricordo della Costruzione della Chiesa (1884) e Fondazione della Parrocchia volute dal BENEFATTORE CAV. FRANCESCO CIRILLO – Foto Matteo Stuppiello 8.12.1973.

Cerignola – Chiesa Parrocchiale “San Gioacchino” – ARCHIVIO PARROCCHIA “SAN GIOACCHINO” – CERIGNOLA – “Cronistoria / della / Parrocchia di S. Gioacchino / dall’anno 1920”   Fotocopia tratta dall’originale – Pubblicato per la prima volta.


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